07/04/2012
2 recensionithe girl with blond hair.
La bionda camminò con passo svelto per tutto il marciapiede e si femò di fronte a un'enorme edificio grigio.
"Eccoci" sussurrò con un sorrisetto beffardo, passando oltre al cancello.
"Ciao, Dylan" l'anziana bidella le rivolse un sorriso. "Cos'hai oggi?" si sporse oltre la sua vecchia scrivania malmessa, che giaceva in mezzo al corridoio.
"Un toast e un succo di frutta" la bionda controllò veloce nella borsa. "E tu?" alzò un sopracciglio.
"Panino con marmellata - fatta da me, tesoro - e coca cola" la guardò con aria di sfida.
Dylan tese la mano di fronte a lei e scambiò il suo pranzo con quello di Monique.
"Grazie, piccola" sorrise la donna. "E ora vai, la professoressa dovrebbe arrivare tra venti, diciannove, diciotto..."
Diciassette, sedici, quindici.
Dylan corse per il corridoio, cazzo, era stata lì così tante volte, e ogni volta non trovava la porta giusta.
"Merda, merda, merda" sussurrò correndo sui suoi tacchi rossi. Ogni volta usciva cinque minuti prima, e ogni volta arrivava due secondi prima che la professoressa entrasse in aula.
Eccola, finalmente. La grande scritta "Detenzione", in rosso, fece sorridere Dylan.
Cinque, quattro, tre...
"Buongiorno, ragazzi" la rossa professoressa entrò in classe, e lasciò la borsa sulla cattedra. "Facciamo l'appello, ehi tu, seduta!" indicò una ragazzina con i capelli neri e la fulminò con lo sguardo.
Quanto era fuori la prof. Case.
"Allora, Abigail, Dylan, Emma, Josh, Nick, Joseph e Diana. E oggi, per la prima volta, Harry Styles!" sorrise chiudendo il registro.
Dylan battè sul banco con le dita affusolate.
"Le modalità le conoscete, ci vediamo qui tra due ore." si alzò e si avvicinò alla porta, controllando i ragazzi ancora una volta.
"Arrivederci" sussurrò Dylan a denti stretti, mentre si alzava e si sedeva su un banco in ultima fila. Tirò fuori il cellulare e chiamò la sua migliore amica.
"Ehi Steph" sorrise abbassando lo sguardo, si osservò le All Star rosse. "No, ma ti sembra? Sempre i soliti, apparte uno" rise.
Il riccio si avvicinò a lei e la guardò ridere, mordendosi un labbro.
"Che cazzo vuoi?" la bionda si era accorta della sua presenza. "Sparisci" riavvicinò il cellulare all'orecchio. "No, Steph, non parlavo con te!"
Harry incrociò le braccia, guardandola nervosa, mentre fingeva di non vederlo.
"La capisci la tua lingua? Fuori dalle palle" insistette la ragazza. "Okay, ciao Steph, ti chiamo dopo" si arrese.
Il riccio aveva vinto, ancora.
"Che cazzo c'è, sfigato?" finalmente lo guardò negli occhi. E che occhi.
"Sono Harry Styles" sorrise malizioso.
"Lo so chi sei, tutti ti conosco a scuola" abbassò lo sguardo. "Ma non pensavo che oltre a uno stronzo fossi anche uno che finisce in punizione" sorrise.
"Non finisco in punizione, di solito. Non sono così stupido da farmi beccare mentre fumo a scuola" la guardò con un sopracciglio alzato.
Colpita ed affondata.
"Da che pulpito viene la predica" incrociò le braccia. Non conosceva il riccio, lo conosceva solo per la sua fottuta fama da 'rubacuori'.
"Cosa vorresti dire?" si leccò le labbra, mentre le guardava le gambe.
Dylan gli poggiò un dito sotto il mento e lo sollevò, ad altezza della sua faccia.
Harry osservò le lentiggini e gli occhi verdi. Gli piacevano le ragazze con le lentiggini.
"Ci hai provato con la prof. di storia solo per farti alzare il voto"
"E tu che ne sai?" Dylan spostò lo sguardo oltre il ragazzo, arrossendo. "Oh, ti interesso allora" sorrise mordendosi il labbro inferiore.
"Non me ne frega un cazzo di te, Harry Styles" gli tirò una pacca sulla spalla e si allontanò a grandi passi, avvicinandosi alla finestra.
Come poteva ricordare?
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