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Autore: MishaLaMezzElfa    07/04/2012    1 recensioni
Kasumi, dopo aver sconfitto la DOATEC, è costretta a fuggire dal villaggio in cui era nata e cresciuta, perchè bollata come traditrice.
Dietro a questo, però, c'è molto di più: Kasumi, poco prima di scappare, ha avuto un forte legame sentimentale con Ryu, grande amico del fratello di Kasumi, Hayate.
Da qui prende avvio la videnda.
Questa è la prima FanFiction che scrivo...Siate clementi, ma non troppo!
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Tomonobu Itagaki ; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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< Kasumi sii cortese, prepara del tè. >
Hayate si era inginocchiato su un lato dell’irori (il focolare domestico) e, dopo la richiesta fatta alla sorella, fece cenno a Ryu e alla donna di accomodarsi di fronte a lui.
Appariva tranquillo all’esterno ma dentro di lui si agitava una tempesta: ne erano perfettamente consapevoli gli altri due, i quali erano, giustamente, intimoriti; nella dimora dominava il silenzio e gli unici suoni erano quelli prodotti dal fuoco e dalla teiera in procinto di bollire.
 Hayate si schiarì la voce e iniziò:
< Sono estremamente deluso da entrambi. Sono altresì sconcertato e mi vergogno molto: Kasumi come hai potuto infangare in tal modo il nome della nostra famiglia? Prima la tua fuga dal villaggio, il tuo rifiuto nel tornarci ed ora questo: hai dato alla luce un figlio fuori dal matrimonio. Quest’atto è imperdonabile: sono davvero amareggiato. >
Il suo sguardo era duro e il tono non ammetteva repliche.
La donna osservò l’uomo sottecchi, sperando di cogliere un barlume d’amore in lui, amore che li aveva uniti durante l’infanzia, ma non vide nulla, tranne la rabbia.
< Perché in tutti questi anni non hai mai detto nulla? >
Kasumi restò in silenzio e Hayate si spazientì.
< Rispondi! > Le urlò con cattiveria e lei tremò: Ryu vedendola spaventata le sfiorò la mano con la propria, dandole un po’ di coraggio.
La donna arrossì e alzò il volto verso il fratello: non c’era traccia di timore in lei, la sua espressione era ferma e decisa.
< Come avrei potuto dirvelo? Ero, e sono ancora, una shinobi, una reietta. A che scopo mi sarei dovuta presentare nuovamente al villaggio? Per farmi lapidare? Io non rimpiango il non avervi detto nulla. >
I due uomini la osservarono con stupore, ma subito Hayate disse:
< Non permetterti di parlarmi con questo tono! Ti ricordo che, nonostante tutto, sono comunque tuo fratello maggiore. Sii più rispettosa! >
< Hayate-Sensei non credi di essere troppo duro con lei? > Domandò Ryu a quello che era stato il suo migliore amico.
L’altro lo fulminò con lo sguardo ed assunse un’espressione volutamente crudele.
< Ecco il prode paladino! Il ninja che corre in soccorso delle povere donzelle indifese! > L’uomo si rese conto che il suo sarcasmo era fuori luogo, ma non riusciva a trattenersi: Hayabusa aveva osato mettere le mani addosso a sua sorella e poi, dopo aver compiuto il misfatto, l’aveva lasciata scappare via, senza nemmeno tentare di fermarla.
Quel che era peggio era il fatto che fosse venuto meno alla promessa fattagli molti anni prima: proteggere Kasumi.
< Tu hai osato mettere incinta la mia povera sorella e dopo l’hai ripudiata! Come hai potuto? Perché non mi hai mai detto nulla!? Se lo avessi detto immediatamente ti avrei concesso di andarla a cercare, ti avrei aiutato. Perché non l’hai fatto? Cosa ti ha tratten..? >
Hayate s’interruppe di colpo e ricordò.
< Ma certo, Irene! Ecco cosa ti ha fermato dal dirmi tutto: Irene! Tu eri fidanzato con lei in quel periodo. Ora mi spiego perché ti lasciò così, di punto in bianco: venne a sapere di Kasumi! Sei un bastardo Ryu! Ti sei portato a letto mia sorella solo perché volevi un’esperienza nuova! Tu non provavi nulla per lei! Tu… >
< BASTA! > Urlò Ryu alzandosi in piedi.
< Io ho sempre amato Kasumi e la amo tutt’ora! Irene non centrava nulla! C’eravamo lasciati mesi prima della mia notte con tua sorella! Non sai nulla di ciò che è successo, dunque non permetterti di giudicare! >
Hayate, scosso dalla reazione dell’uomo, domandò con un ghigno che non gli si addiceva:
< Allora perché hai fatto fuggire Kasumi? Se la amavi così tanto come sostieni perché non l’hai fermata? >
Hayabusa non poté rispondere perché la donna intervenne al suo posto.
< Io ho drogato Ryu quella notte. Scappare fu una mia scelta, lui voleva comunicare a Shidou-Sensei la sua decisione di prendermi in sposa ma io lo fermai. È stata solo colpa mia: sono io che gli ho chiesto di fare l’amore. Se devi punire qualcuno, punisci me. >
I due uomini osservarono la donna per qualche istante, poi Hayate parlò:
< Dunque è questa tutta la verità? Fosti tu a convincere Ryu? >
Kasumi fece cenno di si con il capo.
< Molto bene. Se entrambi vi scuserete ora avrete il mio perdono e potremo chiarire questo enorme sbaglio che si è creato. >
Hayate sorrise compiaciuto fin quando non osservò la sorella che si era alzata in piedi e lo guardava con disprezzo.
< Shinji non è l’errore di nessuno! MIO FIGLIO è la cosa migliore che abbia avuto negli ultimi vent’anni! Sei mio fratello, è vero, ma non devi mai più permetterti di dire che Shin è uno sbaglio: è il risultato dell’amore che c’era fra me e Ryu! Non rimpiango né rinnego nulla di ciò che ho fatto! Non mi scuserò Hayate, poiché sono in pace con me stessa. >
Entrambi gli uomini compresero che Kasumi era molto arrabbiata e, più di ogni altra cosa, ferita: non si sarebbe mai aspettata quelle parole dal fratello ma quando lui le aveva pronunciate si era sentita morire.
< Kasumi io… >
Hayate non poté continuare la frase perché Kasumi lo interruppe:
< Uscite subito da qui. Domattina avrete le vostre erbe curative e non ci vedremo mai più, ma ora andatevene. >
Ryu sia alzò e allontanò, seguito da Hayate.
Solo quando sentì la porta richiudersi Kasumi si sedette e prese un sorso di te per calmarsi e notò con la coda dell’occhio un foglietto piegato, adagiato sul cuscino dove prima si trovava Ryu.
Lo prese e, con cautela, lo aprì: vi erano scritte due semplici parole, talmente stupide ma, allo stesso tempo, pregne di significato.
 
Ti amo
 
Kasumi non riuscì a trattenere le lacrime che fino ad ora avevano premuto contro le sue palpebre e si lasciò andare, singhiozzando come una bambina.
Se solo avesse guardato fuori avrebbe scoperto che oramai si era fatta sera ed anche il cielo aveva deciso di piangere con lei.
 
 
 
Angolo di Misha
 
Salve a tutti:) Spero che questo capitolo vi piaccia e spero continuiate a seguirmi.
Detto questo vorrei precisare che Hayate in questa parte risulta abbastanza antipatico e sgarbato per mia scelta e non perché lo consideri tale; so che mi odierete per averlo rappresentato come un bruto-.-“
Un ringraziamento speciale va a damnedmoon che mi segue con ansia e recensisce ogni capitolo: grazie mille, sei un tesoro^^
Un enorme grazie a tutti voi che mi sopportate e leggete!
Un abbraccio.
 
  
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