Anime & Manga > Sailor Moon
Segui la storia  |       
Autore: Kim NaNa    07/04/2012    15 recensioni
I vent'anni di una fanciulla.
Una crociera intorno al mondo
Un segreto in fondo al cuore.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Image and video hosting by TinyPic



Nella culla sul mare.
 
Dal ponte della Silver Millenium, Usagi osservava il porto della città di Tokyo allontanarsi lentamente.
Lo vedeva rimpicciolirsi e giocare con gli effetti delle luci.
Ci tornerò, un giorno? Mi restano soltanto quattro mesi…
Aveva venduto la sua casa al primo acquirente che aveva visitato l’immobile, ad un prezzo inferiore di quanto davvero valesse l'abitazione. Aveva bisogno di denaro liquido e permise, così, al compratore di pagarla in contanti.
Salire a bordo della maestosa Silver Millenium, non era stato semplice come credeva. Solo pochi giorni prima della partenza, grazie a qualcuno che aveva rinunciato al viaggio, era riuscita ad ottenere una cabina lussuosa sulla nave.
Si era precipitata a fare acquisti e a procurarsi tutti i farmaci che le avrebbero permesso di alleviare, almeno nei primi periodi, i dolori causati dalla malattia.
Si era data così tanto da fare, da non aver avuto neanche il tempo di fermarsi a riflettere, eppure, dietro quell’attività febbrile, c’era sempre un’ombra. L’ombra della fine ineluttabile.
Finalmente, quella mattina, la partenza.
Il dottor Tomoe le aveva promesso di sistemare gli ultimi dettagli: se fosse tornata dalla sua eterna vacanza, sarebbe andata direttamente in clinica e lì avrebbe atteso la fine, ma non voleva pensare a quello…
Si guardò attorno e posò la sua attenzione sulle facce allegre che la circondavano.
Una coppia di anziani si teneva mano nella mano guardando le coste della città di Tokyo sparire all’orizzonte.
Una donna dai lunghi capelli biondi e gli occhi azzurro cielo, parlava a gran voce con un uomo dalla corporatura muscolosa, mostrando i vistosi diamanti che luccicavano sulle mani.
Due uomini, appoggiati alla balaustra, parlavano sottovoce attenti a non disturbare gli altri.
Uno dei due era alto e serio.
Usagi rimase affascinata da quei lineamenti quasi principeschi, i capelli bruni mossi dalla leggera brezza gli ricadevano sulla fronte incorniciando due occhi blu zaffiro.
L’uomo girò la testa e il suo sguardo si posò un attimo su di lei con estrema indifferenza, poi riprese a conversare con il suo amico.
Guardò un’ultima volta la costa ormai lontana prima di andare nella sua lussuosissima cabina.
Decise di cambiarsi d’abito e aprì l’armadio. Un grande specchio rifletté la sua immagine lasciandola inerme.
Continuò a guardarsi allo specchio senza vedere niente.
Si sentì d’un tratto sopraffare dall’orrore della sua situazione, risucchiata in un pozzo buio, senza fondo, dove non esisteva più la speranza. Le venne un’improvvisa e terribile voglia di piangere, di urlare, di chiedere aiuto…
Resistette e quella sensazione svanì lentamente, lasciandola spossata e apatica.
Il dolore alla testa le si insinuava di soppiatto nella mente, nel cuore. Si stese sul letto e chiuse gli occhi.
Perché era salita su quella nave? Come aveva fatto a non capire che la sua vita sarebbe stata ancora più atroce?
La gente intorno a lei avrebbe gioito, avrebbe riso, fatto il bagno, ballato…
Si alzò velocemente, cancellando i suoi pensieri sotto il getto gelato della doccia.
Quando fu più calma, decise di raggiungere il Salotto della Princess, la sala da tè più elegante della nave. Un locale raffinato con poltrone di velluto bianco e rose rosse che coloravano e profumavano l’ambiente.
Un cameriere sorridente, in pantaloni neri e giacca bianca, le portò il tè con pasticcini alla crema.
Sorrise appena Usagi, affrontando con piacere il suo primo spuntino a bordo.
Stava per aprire uno dei manga che aveva portato con sé, quando l’istinto la spinse ad alzare gli occhi.
I due uomini che aveva visto sul ponte stavano entrando nella sala da tè. L’uomo dai capelli corvini la guardò nuovamente con non curanza, mentre l’uomo biondo al suo fianco sussultò quando i suoi occhi nocciola incontrarono quelli di Usagi. Sussurrò qualche parola all’amico prima di passare oltre.
Che parlassero di lei? Usagi si sentì arrossire. Provò quella sensazione di solitudine che tiene lontano il viaggiatore solo da coloro che sono in gruppo.
Perché sono qui?  Si chiese.
Doveva mostrarsi felice e questo era al di sopra delle sue forze.
I due uomini si erano seduti alle sue spalle e Usagi udiva appena le loro voci distinte ed educate.
“Ti dico che è lei, Mamoru. È Minako Aino. Quel visetto angelico, i grandi occhi azzurri, il nasino all’insù… la riconoscere ovunque quella donna.”
“Ma non era bionda Minako Aino?”
L’uomo sghignazzò.
“Certo che lo è, ma quando viaggia in incognito la prima cosa che fa è nascondere i suoi famosissimi capelli color del sole.”
Mamoru si pulì le labbra con un tovagliolo immacolato e guardò l’amico perplesso.
“Perché si traveste?”
“Ma come?! Non hai mai sentito parlare della sua eccentricità?”
“La sola cosa che so è che è l’Idol più in voga del momento. E poi Motoki, non credevo fossi interessato così tanto alla vita mondana! ”
Motoki rise ancora.
“Ma se non hai mai visto neanche uno dei suoi film!”
“Vero… è che non mi piace quel tipo di donna…”
Usagi beveva distrattamente il suo tè, ormai interessata alla conversazione. Anche lei aveva sentito parlare della stella emergente del cinema Minako Aino e aveva letto su una rivista che la ragazza viaggiava spesso sotto falso nome, nascondendo la bionda capigliatura sotto una parrucca di capelli castani.
I due uomini cambiarono argomento di conversazione e Usagi scoprì che l’uomo biondo era il proprietario di grande azienda di elettronica. Dell’amico non scoprì altro, parlava meno ed era più riservato. Dal tono della voce trapelava una certa stanchezza e Usagi lo immaginò reprimere uno sbadiglio. Credette anche di sentire il più loquace due dire: “Spero che il tuo segreto non venga scoperto…” ma non ne fu del tutto sicura.
Con una smorfia rivolta a se stessa decise di occuparsi dei propri affari, ma, per qualche strana ragione, non riusciva a smettere di pensare all’uomo dai capelli corvini.
Aveva quasi terminato il suo tè quando un giovane dai capelli brizzolati e gli occhi indaco si sedette al tavolo vicino al suo. I loro sguardi si incontrarono e lui le sorrise. Usagi ricambiò il sorriso e poi riprese la lettura del suo manga.
Mezz’ora dopo, si alzò con l’intenzione di visitare la nave, ma aveva appena lasciato la sala che si sentì toccare la spalla.
Si voltò: il giovane dai grandi occhi indaco teneva in mano il suo manga.
“Lo ha lasciato sul tavolino.” Le disse, guardandola con aperta ammirazione.
“Grazie. L’avevo completamente dimenticato.”
Lui sembrò esitare un momento, ma poco dopo, con tono deciso chiese: “è sola?”
Usagi annuì. Un breve esame del suo interlocutore le rivelò la giovane età in contrasto con i capelli argentei prematuri.
Lo sguardo fiero ed altezzoso e un tocco rassicurante la convinsero a scambiare due parole con lui.
“Anche io. Le spiacerebbe fare due passi sul ponte?” chiese ancora.
“Affatto!”
Usagi rimase sorpresa dalla prontezza della sua stessa risposta, ma si disse che sentiva l’inconsapevole bisogno di avere compagnia.
Camminarono per qualche istante in silenzio.
“Anche a lei è successo, come a me, di essere lasciata sola in questa vacanza all’ultimo momento?” chiese lui dopo un po’.
“No, ho deciso io di fare questa crociera all’ultimo momento, tre settimane fa.”
“Tre settimane fa? Ed è riuscita a trovare un posto?”
“Qualcuno ha rinunciato.” Spiegò Usagi. “Lei doveva venire con un suo amico?”
“Con mio fratello. Avevamo prenotato lo scorso anno, ma poi lui si è fidanzato e la cara Petz gli ha impedito di venire in vacanza da solo con me… così ho una cabina matrimoniale…”
“Anch’io. Credo l’avesse prenotata una coppia anziana.”
“Forse uno dei due è morto…” disse lui sovrappensiero.
“Sa che, talvolta, nelle crociere lunghe come questa quando qualcuno muore viene sepolto in mare? A volte sono volontà chiaramente  espresse, altre invece sono scelte dovute, magari il defunto non ha parenti…” si interruppe e aggrottò la fronte.
“Qualcosa non va? È così pallida…”
Lei scosse la testa, ma le parole non le uscivano dalle labbra.
“Ha già visto qualcuno morire durante una crociera?” riuscì a dire alla fine.
“Lo scorso Natale… eravamo quattromila persone a bordo. Morì una donna anziana e non avendo parente alcuno sulla terra ferma chiese che il suo corpo fosse donato al mare nel cuore della notte.”
La notte… Nell’oscurità.
Per non rattristare gli altri. Gettata in mare. Scendere, scendere, nel nero e vasto oceano… Ma è davvero così importante? Pensò
“Chiedo scusa, ma devo rientrare.” Disse Usagi con un sorriso forzato.
“Mi perdoni. Devo averla turbata con questi discorsi…”
Il ragazzo parve imbarazzato e deluso al tempo stesso e Usagi si disse che avrebbe provato maggior imbarazzo se solo avesse conosciuto la verità.
“Non ci pensi, non fa niente.”
Riuscì a ritrovare il sorriso e rinunciò a tornare in cabina.
“Non mi ha turbata.” Mentì.
Lui la osservò attentamente.
“Lo spero. A diciotto, diciannove anni non si pensa alla morte… È più o meno la sua età vero?”
“Ho vent’anni.” Rispose lei.
“Giovanissima come immaginavo.”
“Lei non deve averne molti di più, comunque.”
“Quasi ventisette.” Disse sorridendo. “Adesso tolgo il disturbo, le ho già rubato del tempo prezioso.”
“Ma si figuri, è stato piacevole chiacchierare con lei.” Disse Usagi grata a quel ragazzo per aver riempito la solitudine di quel momento.
“Posso vederla dopo cena?” chiese il ragazzo sfoggiando il suo miglior sorriso.
“Con piacere!”
Si avvicinò a lei e allungò la mano destra.
“Demando Prince.”
“Usagi Tsukino.”
“Che nome dolce. Le si addice sa?”
Lei sorrise ancora, ma più tardi, mentre passeggiavano sul ponte, si accorse di ridere apertamente e, dentro di sé, ringraziò lo schietto Demando: erano tre settimane che non rideva così.
 
Quella sera, per la cena, Usagi indossò un vestito lungo di velluto color celeste pastello. Fermò i lunghi capelli con un fermaglio d’oro ornato di perline che era appartenuto alla madre Ikuko, e mise, come unico gioiello, un bracciale di oro.
Al suo ingresso molti sguardi la seguirono.
Il maître la condusse a un tavolo per quattro, dove era già seduta una donna di una certa età.
“È sola, signorina?” chiese la donna.
Usagi annuì e la signora sorrise.
“Io mi chiamo Kaede Tsubaki… la prego di chiamarmi semplicemente Kaede giacché divideremo il tavolo con i due signori che ci stanno raggiungendo proprio ora.”
La donna sorrise ai due uomini che stavano prendendo posto, Usagi avrebbe voluto fare altrettanto, ma si sentì intimidita e incapace di pronunciare una parola. I due commensali erano i due uomini che aveva visto prima sul ponte e poi nel Salotto della Princess.
Vennero fatte le presentazioni e lo sguardo di Usagi non riusciva a staccarsi dal bel viso di Mamoru Chiba, il quale pareva non fare caso alla ragazza, mentre l’amico, Motoki Furuhata, non le toglieva gli occhi di dosso.
La cena fu piacevole. Il cibo delizioso, il vino ottimo, la luce delle candele sui tavoli rendeva suggestiva l’atmosfera.
La serata, dopo lunghe chiacchierate con la signora Kaede, volse al termine e i quattro si salutarono con degli educati Buonasera.
Usagi lasciò il ristorante accompagnata da Kaede che si complimentò con lei per l’eleganza del suo abito.
“Lei, Usagi, è così tanto snella da sembrare un’indossatrice! Io invece, a parte gli anni, amo troppo la cucina… Non faccia come me, mi raccomando. Non si lasci andare dopo i quarant’anni.”
Quarant’anni.
Chissà cosa penserebbe, signora Kaede, se sapesse che non raggiungerò neanche i ventuno anni. Pensò.
Ricordandosi, poi, dell’appuntamento con Demando Prince, si scusò e la salutò.
“Ha già trovato un cavaliere?” chiese Kaede con affettuoso interesse.
Usagi esitò, poi si decise.
“Ecco… sì.” Rispose e si allontanò.
In attesa dell’incontro fece due passi sul ponte e si appoggiò alla balaustra.
Dopo pochi istanti qualcuno le si avvicinò, pur restando nell’ombra, ma dalla statura e dal portamento altero della testa, ancor prima di averlo visto in viso, lei lo riconobbe.
Mamoru Chiba.
Aggrottò le sopracciglia. Quell’uomo la metteva a disagio: era troppo rigido, troppo convenzionale, troppo riservato.
Il suo viso era rimasto freddo per tutta la cena, qualunque fosse l’argomento affrontato.
Anche lui si appoggiò alla balaustra e rimase immobile, gli occhi persi nel buio della notte.
Usagi decise di allontanarsi e proprio in quel momento le andò incontro Demando con passo spedito.
“Mi scusi per il ritardo.” Le disse prendendola amichevolmente sotto braccio e conducendola verso la sala da ballo.
Quando gli passarono davanti, Mamoru Chiba si girò e i suoi occhi cobalto incontrarono quelli cerulei di Usagi, mentre sulla bocca gli si dipingeva un sorriso tra il divertito e lo sprezzante.
Lei alzò il mento con fare indisponente.
Che cosa aveva, quello, da prenderla in giro? Se avesse osato guardarla ancora così, glielo avrebbe chiesto.
Non aveva paura di lui!



NdA: Ed eccolo il primo capitolo di questa mia fanfiction. Non credevo di scrivere così tanto, ma ero così assorta che non mi sono neanche accorta di quanto già avessi scritto. Spero di non essere stata prolissa e di aver scritto qualcosa di buono.
Se volete lasciarmi le vostre impressioni e i vostri consigli, cercherò sempre di farne tesoro.


Kim Na Na
   
 
Leggi le 15 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: Kim NaNa