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Autore: levasis    08/04/2012    3 recensioni
Bella non riesce a dire ad Edward quello che prova, sono anni che ci prova dall'ultima volta che hanno passato del tempo insieme. Ma non vuole perderlo, questo è quello che sa perfettamente.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Lo sto aspettando sotto un albero, davanti alla scuola. Non so se andarmene in realtà, a questo punto dopo che ha commesso più di dieci minuti di ritardo credo proprio che non verrà. Tuttavia impongo ai miei piedi di rimanere ancorati a terra e compiendo un profondo respiro spero che il mio cuore rallenti la sua folle corsa.
 

Non ho la più pallida idea del perché ho voluto incontrarlo, forse mi servirà per recidere completamente quel filo invisibile che mi lega inesorabilmente ancora a lui.
 

Ho detto alla mamma che avrei fatto tardi e che non sarei tornata a casa per pranzare, ma che sarei passata eventualmente da Jacob. Non credo che lo farò. Sempre che lui si faccia vivo.
 

Mi guardo intorno ma non vedo proprio nessuno, ragion per cui raccolgo da terra la mia tracolla nera e con passo lento e cadenzato raggiungo il mio pick up arancio ruggine, ma proprio mentre sto per aprire la portiera mi sento chiamare.
È lui. Nonostante abbia una buona mezz’ora di ritardo è venuto lo stesso.
Chiude con un piccolo telecomando la sua macchina. È una volvo. Per quanto adori il mio pick up invidio ardentemente la sua possibilità di guidare e spingere al massimo quel gioiellino.
Il fatto che adori la velocità è un punto a sfavore del mio pick up e a favore della sua di auto, ecco un altro maledettissimo punto a suo favore.
Mi accorgo di essermi bloccata sul posto così mi volto e guardandolo capisco il motivo per cui ho voluto incontrarlo.
È bellissimo. Si ravviva i capelli con la mano, ma sa benissimo che non saranno mai al loro posto o perfetti come vorrebbe lui.
Hanno un colore davvero strano, i suoi di capelli. Sono ramati con striature castane, e in netto contrasto con gli occhi che hanno color ghiaccio e pagliuzze verdi.
È alto e muscoloso ma anche dolce e sinuoso sembra sempre che si muova a tempo di musica, che poi rappresenta la sua passione, suona il piano e gioca a calcio ecco perché ha un carattere così volubile e lunatico.
Ho sempre sperato che se ci saremmo sposati un giorno e avessimo avuto dei figli avrebbero ripreso le sue fattezze soprattutto per il fatto che io spesso mi sento insignificante ed invisibile.
Solo io. Isabella. Quando mi guardo allo specchio non vedo nulla di particolare. Ho gli occhi castani e i capelli dello stesso colore lunghi, più lunghi di molto rispetto alle mie scapole.
Non avevo le sue caratteristiche, quei particolari che lo contraddistinguevano e che lo rendevano irresistibile.
A Quel punto non sarei di certo potuta tornare indietro, per cui lentamente raggiunsi la panchina sotto l’albero dove lo avevo aspettato prima.
Lui mi raggiunse.
Mi osservò mentre risistemavo la mia tracolla a terra e mi accomodavo meglio sulla panchina, raccogliendo tra le braccia le gambe fasciate dai miei jeans preferiti.
Alzai il viso ed incontrai i suoi occhi. Perfino la mia amica Alice che da sempre lo aveva disprezzato,reputava gli occhi di Edward più belli di quelli di Jasper il suo ragazzo.
Non sapevo cosa dirgli. D’altronde era sempre stato così, ogni volta che i nostri occhi si incontravano il resto del mondo scompariva e per degli istanti che sembravano eterni nessuno era in grado di far scoppiare la nostra “bolla”.
Questo fino a poco tempo fa, quando dopo parecchio tempo che non ci vedevamo né parlavamo gli avevo chiesto un incontro perché non riuscivo più ad andare avanti, ma lui mi aveva subito comunicato di essere fidanzato.
Sapevo che se gli avessi detto quello che provavo lui sarebbe scappato mettendo le mani avanti e proteggendosi dietro il suo status di fidanzato.
Ma non lo facevo per riaverlo accanto. Per quello il tempo era passato. Lo facevo per liberarmi e poter andare avanti.
Mi morsi il labbro nel segno del nervosismo e continuai fino a che non sentì il sapore metallico del sangue nella mia bocca.
A quel punto Edward, che mi stava osservando già da un po’ si passò meccanicamente una mano nei capelli.
<< Edward io…non so perché ti ho chiesto di venire qui ed onestamente credevo che non saresti venuto…per cui non…non so cosa e come dirtelo…>>. Sembrava una banale scusa da raccontare per nascondersi dall’evidenza.
<< perché credevi che non sarei venuto? Dai come al solito per scontate e certe le cose, quando non conosci la verità, è un vizio che ti è rimasto, quando abbiamo parlato al telefono l’altro giorno sembravi diversa, e invece mi sbagliavo, sei rimasta come eri, il coraggio si vede dalle proprie azioni e nella capacità di credere in se stessi e di fidarsi, ma tu non lo fai mai Bella, perché? Pensaci, e cercami quando hai capito ciò che volevi dirmi…>>. Poi si alzò e mi lasciò lì sola con la consapevolezza che di nuovo non ero riuscita a dirgli ciò che provavo.
 
Flash back
 
<< Bella, credo che ti convenga sederti…>>. Victoria mi aveva chiamato proprio mentre stavo uscendo dalla doccia.
<< ok, Vic, sono seduta, dimmi…spero per te sia una cosa impotante…>>.
<< è molto importante Bel, Edward ha appena baciato Irina. >>.
Quella fu la prima volta che il mondo mi crollò addosso.        
  
 
  

  
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