Gocce di destino
A te, che stai leggendo, un grazie speciale.
Sempre.
Ile
L'acqua tamburellava sulla finestra della
sua stanza, piccole gocce di pioggia venivano catturate dalla
superficie
trasparente e tracciavano percorsi irregolari. Spesso Fred si era
soffermato a
guardare quei percorsi tracciati con fatica dalle gocce. Assomigliavano
alle
strade percorse da ognuno di noi, difficili, perigliose, irte di
decisioni. Ad
ogni ostacolo la goccia si ferma, poi si fa forza, prende coraggio e va
avanti.
Fred pensava di poter essere paragonato ad una goccia d'acqua, gemella
e
speculare a George, che, seppur con avventatezza, sapeva cosa fare o
come affrontarlo.
Ma le gocce di pioggia gli ricordavano anche Hermione. Hermione, come
lui,
sapeva scegliere senza esitazioni la strada che voleva seguire, anche
se si
rivelava, seppur molto raramente, quella sbagliata. Ultimamente
continuava a
pensare alla ragazza come a un’anima affine, sebbene lei si
dimostrasse, nei
più svariati ambiti, diversa da lui. Ridacchiò
nel ricordare la scintilla di
sdegno che lei spesso gli scoccava quando parlava di trasgredire le
regole o,
come preferiva dire lui, cambiarle un po’. Malgrado tutto lei
gli mancava. La
immaginò in un luogo sperduto, a cercare chissà
cosa e
chissà come insieme a Harry e a quel tonto di suo fratello.
Si chiese se anche
lei potesse rendersi conto di essere una goccia d’acqua.
L’acqua
risuonava fastidiosamente sulla tela
impermeabile della tenda. Hermione, assorta nella lettura di un libro,
cercò di
scacciare dalla sua mente il suono che la stava deconcentrando, ma non
riuscì
nel suo intento. Sbuffò, chiuse il libro e si diresse fuori.
Il freddo la
aggredì istantaneamente ma non le dette fastidio: era troppo
assorta
nell’osservare lo stratificarsi dei cumulonembi sopra la sua
testa. Le nuvole,
infatti, erano gravide di pioggia. Si sedette sul terreno umido, con il
capo
rivolto verso l’alto per osservare la caduta delle gocce
d’acqua. Sembravano
lacrime del cielo, tutte con un inesorabile destino in comune. Un
destino che
prevedeva il dissolversi e lo scomparire. Sebbene volesse credere
fermamente
sulla riuscita dell’ancora vana ricerca degli Horcrux,
Hermione aveva paura di
subire il destino dell’acqua attorno a lei.
Sospirò. Aveva scelto la strada
giusta, aveva preso la decisione opportuna e non se ne pentiva. Era
simile alle
gocce di pioggia che, dopo aver scelto un destino, non possono
cambiarlo.
Ripensò ai soli motivi che l’avevano spinta a
scegliere e ricordò tutte le
facce da lei amate. Si soffermò mentalmente su quella di
Fred. Sorridente,
insolente, ma con il suo stesso sguardo. Lo sguardo di chi non ha paura
di
prendere una strada piuttosto che un’altra e che non ha
timore delle
conseguenze, perché affrontabili. Sotto le fredde gocce e
con i capelli bagnati,
Hermione si ritrovò a sorridere.
Un’altra
caratteristica delle gocce d’acqua
è il fatto che sono isolate le une dalle altre: raramente si
uniscono e se lo
fanno è per affrontare una fine inesorabile. Fred lo pensava
costantemente
negli ultimi giorni e sempre più spesso rifletteva su
Hermione, e sul fatto che
gli mancasse molto. Questo sentimento era nuovo per Fred, come era
nuovo per
lui meditare così tanto e così profondamente su
cose apparentemente inutili.
Cosa gli stava succedendo? Con l'inizio della guerra
aveva iniziato a riconsiderare i rapporti che aveva con le persone che
amava e
aveva dovuto ammettere a sé stesso che l’affetto
che lo legava a Hermione era
più profondo di quanto immaginasse. Quante occasioni
sprecate per cercare di
conoscerla meglio, per cercare di riconoscere in lei la goccia
d’acqua.
Sospirò. Era rimasto impassibile e in silenzio, ad aspettare
che fosse troppo
tardi. Ma come poteva sapere lui che lei sarebbe stata coinvolta nella
più
grande guerra magica mai conosciuta e sarebbe stata strappata a tutti i
suoi
affetti? Poteva prevederlo. Poteva prevederlo dalla sua natura di
goccia
d’acqua, incurante dei problemi, dei rischi del cammino
scelto, furba, abile e
determinata a portare a termine il destino che si era scelta. Doveva
intraprendere anche lui un cammino che, era sicuro, l’avrebbe
portato da lei.
Il tempo passava
e la ricerca stentava.
Aggrapparsi a un appiglio, a un barlume era ormai per lei motivo di
vita. Non
aveva più piovuto e il cielo minacciava neve.
Ripensò a quel pomeriggio, quando
si era soffermata a guardare la pioggia, e desiderò di
poterlo fare ancora.
Perdersi nei misteri della natura e non pensare ai suoi problemi. Era
stanca,
aveva bisogno di non avere pensieri per qualche minuto, per qualche
secondo.
Era sicura che i gemelli avrebbero saputo distrarla. Soprattutto Fred.
Aveva
scoperto di avere più cose in comune con lui che con
chiunque altro. Si
ritrovava a pensarci spesso. Si ripromise che, finita la guerra,
perché sarebbe
finita, avrebbe dovuto conoscerlo meglio, passare più tempo
insieme a lui.
Sospirò e poi sorrise. Ultimamente con i suoi sospiri
avrebbe potuto riempire
un sacco. Voleva ridere. Voleva Fred.
Inevitabilmente
sapeva che il cammino
intrapreso non sarebbe stato rose e fiori, ma, mentre abbatteva un
Ghermidore
che sembrava essere alto due metri, si fece l'appunto mentale di stare
più
attento. Aveva finito di stare inerme a casa, a non fare nulla, mentre
Hermione
rischiava la vita anche per lui: voleva agire. E Radio Potter si era
presentata
a lui come una salvezza. Aveva insistito per parteciparvi e alla fine
aveva
vinto. Contava di poter dare una risata, una speranza a tutti i loro
ascoltatori e, sebbene gli sembrasse impossibile, immaginava che
Hermione lo
stesse ascoltando e che sorridesse alle sue battute. Questo gli dava
una gioia
smisurata, il fatto che potesse essere in contatto con lei, seppur
flebile, gli
donava fiducia. E Radio Potter era anche un’occasione per
tenersi allenati,
durante gli spostamenti, con gli stupidi scagnozzi di Tu-Sai-Chi.
Hermione
doveva solo aspettare: stava arrivando.
La voce di Fred.
La risata di Fred. La sua
risata. Finalmente rideva, rideva come non faceva da mesi, tagliando
con il
coltello la coltre di paura che l’avvolgeva, sciogliendo
l’ansia che la
minacciava ogni giorno e la trascinava in un baratro. Sollievo.
Conforto nell’ironica
parlantina di Fred, nel sapere che era vivo, nell’ apprendere
che anche lui
combatteva, come lei, il destino delle gocce d’acqua. Un
balsamo per il suo
cuore tormentato. Non sospirò stavolta, rise, rise di cuore.
Fino a quando
Harry non rovinò tutto. Ma anche quando Greiback le toccava
la guancia con
l’unghia sudicia e lercia e la paura era evidente nella sua
voce, non venne mai
meno il ricordo dell’attimo prima. Fred.
Un immediato benessere avvolse la sua persona quando la vide. In vita, sebbene stanca, debilitata, con i capelli bruciati e le borse sotto agli occhi. La osservò meglio. Ancora, il suo sguardo fermo, risoluto, lo colpì. Alla fine l’aveva raggiunta, era riuscito nel suo obbiettivo. Si ritrovò davanti a lei, a battaglia imminente, nella moltitudine di corpi che affollavano la Stanza delle Necessità, con l’unico gioioso pensiero di aver lottato per lei, con lei. Le sorrise, ovviamente, e lei rispose, con qualcosa di nuovo nell’espressione. Fu un momento e lei lo abbracciò, di slancio. Ormai l'aveva imparato. Le scelte si fanno in pochi secondi e si scontano per il tempo restante. Era successo in precedenza e adesso di nuovo. Stavolta li riconosceva: quei secondi erano lì e lui non si sarebbe più sbagliato. La avvolse anche lui con le sue braccia e la strinse forte. Le gocce d’acqua si uniscono e hanno un fatale destino in comune. Loro si erano legati l’una all’altro, incuranti delle conseguenze, e ora erano costretti ad affrontare il significato di quella scelta. Fred la baciò e Hermione baciò lui, instaurando un legame che sarebbe stato spezzato. Spezzato dalla morte.
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Note dell'autrice
Non avevo mai considerato la coppia Fred e Hermione. Sono più tradizionalista, preferisco Ron a Fred. Eppure mi è piaciuto scrivere su questa coppia fuori dagli schemi. E' piuttosto tragica ma lo trovo azzeccato. Un grazie a voi che leggete e un grazie ancora più grande a chi vorrà recensire, mi farà immensamente felice.
Ile