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Autore: The Princess of Stars    08/04/2012    1 recensioni
Se vostro figlio non riesce ad ammettere che sta con la donna sbagliata, è ora di assumere Annabeth Chase... la Truffacuori.
"Non è facile" brontolai.
"No, non è facile" mi fece eco Luke.
"Non è facile, sarà difficilissimo"
"Difficilissimo..."
"Un rompi-palle! Ma vero!"
"Un rompicoglioni"
"Ma di che ti lamenti, tu! Erano mesi che trovavi il tuo lavoro troppo facile, dai!" disse Talia seccata.
"Stasera facciamo il numero dell'aria condizionata. Vediamo se il grande atleta, Percy Jackson, continua a sfottermi" dissi con decisione. Vuole la guerra? E allora l'avrà!
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson
Note: AU, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Talia’s POV:
 
Stavo seduta con Annabeth al computer di Luke a osservare Percy che stava davanti lo specchio del bagno ad abbottonarsi la camicia per uscire. Nico ad un certo punto entrò in bagno e mise un braccio intorno alle spalle al cugino.
 
“Allora, che si fa stasera? Andiamo a rimorchiare?” suggerì Nico euforico.
 
“No, ma figurati!” disse Percy.
 
“E dai, solo una volta!”
 
“No!”
 
“Uffa! Sei diventato palloso!”
 
“Rachel ha preso dei biglietti per l’Opera. Dovevamo andarci noi due, ma visto che lei non c’era , prima di partire, mi ha detto di andarci con qualcun’altro.  E’ il Recitàl Chopin. Mi sembra brutto, nei confronti di Rachel di sprecarli così” Nico fece una smorfia di disgusto e uscì dal bagno. In quel momento Annabeth, che stava seduta affianco a me chiamò Percy per chiedergli di non denunciare Nico perchè le aveva piantato una forchetta nella coscia.
 
“Sei sicuro di lasciarmi libera?” chiese Annabeth.
 
“Sì, hai avuto una giornataccia. Riposati. Passa una buona serata” rispose Percy.
 
“Grazie”
 
“Di niente. A domani”
 
“A domani” Annabeth chiuse il telefono e continuò a guardare lo schermo. Vidi che quardava Percy mentre lui stava cercando di pettinarsi i capelli, che  non volevano stare a posto. Annabeth aveva sulle labbra un piccolo sorriso. Anche se era piccolo, non l’ho mai vista fare quel sorriso dalla prima media. Si appoggiò allo schienale della sedia con un sospiro. Io sorrisi capendo tutto, ma Annabeth se ne accorse.
 
“Che c’è?” chiese
 
“Bhè...niente” risposi, ma il mio sorriso crebbe di più.
 
“Che c’è? Che hai?”
 
“Ma niente!”  Annabeth alzò le spalle lasciando cadere il discorso e andò in bagno per cambiarsi per andare all’Opera. Quando uscì dal bagno, vidi che si era vestita in modo molto elegante. Aveva un vestito nero con una spilla di brillanti a metà scollatura lungo fino al ginocchio, delle scarpe con un tacco medio, e teneva i capelli scolti. Notai che li aveva anche inanellati e aveva una piccola collana con un brillante. Stava davvero bene.
 
“Wow! Ti sei vestita così per qualcuno in particolare?” dissi sorridendo.
 
“Finiscila. E’ per lavoro e tu lo sai” disse. Io sghignazzai e andai a cambiarmi io e poi uscimmo. Quando arrivammo al teatro, Percy e Nico erano già entrati. Io entrai con loro e avevo il posto vicino al loro, riuscendo così a sentire i loro discorsi. Durante la prima parte dello spettacolo, non dissero niente; l’unica cosa che si poteva sentire erano i grossi sbadigli di Nico. A un tratto, lui prese il binocolo e cominciò a diventare euforico. Seguiì con lo sguardo dove guardava, e vidi che si era accorto di Annabeth in platea.
 
“Ehi! Cugino, guarda!” disse Nico punzecchiando Percy sul braccio.
 
“Che c’è?” chiese Percy un po’ scocciato.
 
“Guarda, là! Terza fila!” disse Nico sorridendo e dandogli il binocolo. Percy sospirò alzando gli occhi al cielo, ma guardò lo stesso. Dopo aver visto Annabeth abbassò il binocolo, confuso.
 
“Non capisco...non le ho detto dove andavamo”
 
“Fa vedere!” disse Nico prendendo il binocolo. Guardava con sguardo famelico Annabeth che stava fingendo di suonare dal posto alla perfezione. “Sai, cosa? Credo che la rimorchierò stasera... se non ti scoccia però”
 
“Perchè dovrebbe scocciarmi?”
 
“Sì...tipo non c’hai pensato, eh?”
 
“Tu sei fuori”
 
“Ah, ma che due palloni!”
 
“Shh!” gli fece il tizio vicino a me. Nico fece un sorrisetto “Scusi” disse ancora più a bassa voce, ma ripresero a parlare.
 
“In ogni caso, caschi male, Nico. Non è nel suo stile farsi gli uomini così” disse Percy.
 
“Ma l’hai vista bene? Sono solo apparenze” disse Nico sempre più euforico.
 
“No, te l’assicuro!” disse Percy con un piccolo sorriso “Ieri sera ho passato la notte in camera sua. Come al solito ho dormito senza maglietta,  e anche se mi ha fissato i primi secondi, dopo a stento m’ha guardato”
 
“Che hai fatto?” chiese Nico incredulo.
 
“Bhè, il climatizzatore era impazzito, si surgelava, lei gentilmente mi ha ospitato - e poi chi se ne frega?” Percy prese il binocolo e ricominciò a guardare Annabeth. Devo dire che la mia amica ha sempre avuto un senso del ritmo terrificante, sembrava stesse davvero suonando un pianoforte inesistente. Percy abbassò il binocolo, guardandola affascinato. Si lasciò scappare un piccolo sorriso, che fece sorridere anche me, poi finì lo spettacolo. Appena finì, andai al taxi che avevamo affittato e mi misi al posto di guida. Poco dopo, mi raggiunse Annabeth, e si sedette nei sedili posteriori.
 
“Sei una vera Maestra. Non staccava gli occhi da te”
 
“Bene. Stasera Seattle, domani a Parigi” disse. Io risi e misi in moto l’auto.
 
“Comunque ti consiglio di stare attenta. Nico ti ha puntata”
 
“Di brutto?”
 
“Sì”
 
“Fantastico!” disse con sarcasmo.
 
Luke’s POV:
 
Stavo davanti al mio computer a fare degli aggiornamenti. Con una delle telecamere nella stanza, vidi che Percy era rientrato, ma aveva una faccia pensierosa. Forse la missione cominciava ad avere un buon esito. Lo vidi andare in bagno allentandosi la cravatta, e davanti allo specchio, cominciò a sistemarsi i capelli che non gli stavano mai in posa, allora ci rinunciò e si appoggiò al lavandino con aria pensierosa, come se stesse combattendo con la sua mente. Poco dopo entrò Talia in stanza con un gran sorriso. La guardai e fece sorridere anche me, poi venne da me e mi abbracciò.
 
“Come mai quel sorriso?” le chiesi.
 
“Prima di uscire, ho osservato Annabeth che guardava Percy, attraverso la videocamera con aria sognante. Credo che la nostra Annie stia crescendo” rispose Talia sorridendo da un’orecchio all’altro.
 
“Sai che Annabeth ti ucciderà se scopre che l’hai chiamata ‘Annie’?”
 
“Sì, ma tanto ci sei tu che mi difendi, vero?” Io sorrisi e mi abbassai per baciarla, ma mi suonò il telefono.
 
“Che palle!” protestai, ma risposi. Era Annabeth e mi sembrava molto allarmata.
 
“Luke, c’è il ninfomane in camera mia! Qui finisce in vacca!”
 
“E io che devo fare?!”
 
“E che ne so?! Arrangiati! Trova un modo! –NO! No! No! -Umpf!-Non ho il tempo!” e cadde la linea. Io subito misi giù il telefono
 
“Vado salvare la tua BFF dalle grinfie di Nico!” dissi subito a Talia, prendendo la prima cosa che mi capitò in mano, il fodero del PC portatile di Annabeth con il PC dentro. Subito corsi nell’altra stanza trovando Nico intento a sbacciucchiare Annabeth e subito lo colpì, con forza, in testa col PC. Lui svenne sul colpo capitombolando ai piedi di Annabeth.
 
“Non sei normale!” disse Annabeth con gli occhi sgranati.
 
“Tu mi hai detto che tutti i mezzi sono buoni. Deciditi, per favore!” risposi. Lei mi guardò scuotendo la testa, rassegnata.
 
Annabeth’s POV:
 

Appena mi disinfettai il palato con l’acido muriatico (meteforicamente parlando), e mi ricomposi, io e Luke prendemmo Nico, svenuto, e lo portammo davanti alla sua stanza. Subito lo poggiammo a terra appena arrivammo davanti alla porta.
 
“Pensaci tu. Non deve lasciate la camera” dissi a Luke e tornai in stanza. Mi preparai per bussare alla stanza di Percy, col pretesto di sapere se andava tutto bene. Mi sistemai bene i capelli lasciandoli sciolti e lasciandoli candere su una spalla. Feci un bel respiro e bussai la porta, giocando un po’ con i miei capelli. Appena si aprì la porta mi raddrizzai e smisi subito di giocare con i capelli, perchè davanti a me c’era una ragazza con lentigini dai capelli rosso fiamma riccissimi e occhi verde smeraldo che mi squadravano dal suo 1, 65m di altezza... Rachel Elizabeth Dare. Percy stava in fondo alla stanza osservandomi con quei suoi splendidi occhi verdi. “Salve...io sono...la- la guardia del corpo” dissi incerta e un po’ allarmata da come mi stava guardando, Rachel.
 
“Ah, Annabeth!” disse Rachel sorridendo e dandomi la mano.
 
“Sì...uhm... volevo solo sapere se è tutto a posto qui...è tutto a posto?”
 
“Sì, sì, va tutto bene! Senti, grazie per aver vegliato su di Percy, questa settimana. Da quello che mi ha detto la Signora Jackson, son stata in pensiero all’idea che potessero picchiarlo. Te ne sono grata”
 
“E’ il mio lavoro...” dissi con un timido sorriso “...è quello che faccio”
 
“Bene. Grazie” e mi chiuse la porta sul naso...ahia...
 
Il mattino dopo, appena finì di prepararmi per accompagnare Percy e Rachel, da qualche parte, ebbi improvvisamente il bisogno di chiamare mio padre per dirgli di chiedere un anticipo di 30.000$ alla Signora Jackson. Perchè ‘improvvisamente’? Ora ve lo spiegherò.
 
“No, non hai capito! La Dare è arrivata stanotte, è diventato complicato!” dissi a mio padre per telefono.
 
“Insomma che vuoi?” chiese papà.
 
“Un’anticipo di 30.000$. Subito, sennò blocco tutto, troppe spese”
 
“Sarai pagata a missione terminata. Buona fortuna, figliola” e mi riattaccò il telefono in faccia. Chiusi il telefono e guardai in alto verso Clarisse che mi stava tenendo per la collottola della camicia e della giacca sospesa a 100m d’altezza fuori del balcone della mia stanza. Ecco perchè  ‘improvvisamente’.
 
“Sto per ricevere un grosso contratto! Avrà i soldi fra tre giorni; chiama Zoe, capirà!” dissi. Clarisse mollò una mano per prendere il suo telefono, facendomi pericolosamente sobbalzare verso il basso. “Non necessariamente ora!” dissi, con il cuore in gola.
 
“Zoe!...D’accordo” disse Clarisse. Mise giù il telefono, mi riprese con l’altra mano e mi ritirò sul balcone. Appena mi mise giù la guardai e lei mi riguardò minacciosa dai suoi quasi 2m di altezza. “Domani!” disse minacciosa. Sapevo che non se ne sarebbe andata così.
 
“Se puoi evitare la faccia...” Mi ammollò un cazzotto nello stomaco e se ne andò. “...grazie...” dissi con un filo di voce per l’improvvisa mancanza di ossiggeno...Sono nei guai.
 
Talia’s POV:
 
Stavo parlando con un paio di clienti russi dell’albergo, quando vidi Percy e Rachel con delle valigie uscire dall’albergo. Annabeth arrivò subito dopo avvicinandosi al bancone della reception.
 
“Talia, è da un’ora che ti cerco!- Dobredién!” disse, rivolgedo il buongiorno ai russi.
 
“Ho cominciato prima. Dove state andando?” chiesi
 
“No so niente. Trova Luke. E’ con Nico” e se ne andò.
 
“Con Nico?!” mi scusai con i tizi e corsi in cerca di mio marito. Mentre cercavo la stanza, Annabeth mi mandò un messaggio, dicendomi che dovevamo andare subito all’aereoporto che Percy e Rachel stavano andando a sposarsi a Las Vegas.
 
Luke’s POV:
 
“La notte è stellata e brillano azzurri gli astri in lontananza” dissi quando mi accorsi che Nico si stava svegliando. Mi ero messo il vestito da cowboy, che avevamo io e Talia per il Tennessee, e parlavo con l’accento del luogo aggiungendo una R moscia. Era la prima cavolata che mi era venuta in mente. Finsi di essere io il rimorchio di Nico.
“E tu chi sei?!” chiese Nico riprendendosi. Io mi voltai facendo un sorriso da checca (sì, lo so, terrificante come idea, ma è stata la prima cosa che mi è venuta in mente).
 
“Ma come? Tesoro, non hai fatto altro che chiamarmi tutta la notte! Sono Landon!” Nico mi guardò con puro shock negli occhi. “Tesoro, hai la memoria corta, ma ho un’idea per fartela ritornare”
 
“Cavolo, ho bisogno di un caffè” disse Nico raddrizzandosi.
 
“Senti...qui fa schifo. Lo rifacciamo da un’altra parte?” dissi mettendo dello spumante in un bicchiere. Poi udì dei tacchi e voltandomi vidi Talia, travestita da signorina della reception, che mi guardava male. Oh, cavolo... “Buongiorno!” le dissi, ma Talia mi rispose annuendo con un finto sorriso. “Te lo giuro, cara, non è niente” bisbigliai “Ti spiegherò tutto-”
 
“No, non lo voglio sapere! Dobbiamo andarcene di qui, subito!” bisbigliò Talia con urgenza. Io poggiai la bottiglia e il bicchiere e andai verso Nico. Che si era alzato, nel frattempo.
 
“Amore mio! Io e te tutta la vita!” dissi e (nonostante fossi molto schifato al pensiero) tentai di baciarlo, ma lui mi spinse via e tentò di uscire, ma io presi una teira che stava lì e, mentre dava il buongiorno a Talia, lo colpì in testa. Lui svenne sul colpo.
 
“Ma tu ti sei rincoglionito!” disse Talia togliendosi la parrucca.
 
“Lui non deve uscire dalla camera” le spiegai, ma lei mi guardò con l’ormai familiare sguardo rassegnato.
 
Annabeth’s POV:
 
Una volta arrivati all’aereoporto, io ero in fibrillazione. Stavo cercando un modo di non farli partire, ma non mi venne in mente niente. Mentre Rachel andò a parlare con il pilota del suo jet privato, Percy prese le valige e andò verso l’areo.
 
“Ti prego, non partire!” dissi all’improvviso.
 
“Come?” chiese lui sorpreso
 
“No, non partire! Non puoi partire così e sposarti per un colpo di testa! Devi riflettere! Devi parlarne!”
 
“Annabeth, anticipo tutto di due giorni. Non è grave”
 
“Non è grave ma... Las Vegas non va bene per queste occasioni, è sopravvalutata! E poi 1 matrimonio su 2 finisce in divorzio, non è una catastrofe?” Percy mi sorrise.
 
“Grazie. Ciao, Annabeth”lui mi strinse l amano, ma io non la lasciai. Il suo sorriso sparì e il suo sguardo si stranì, ma dopo aver divincolato la mano dalla mia presa entrò nell’aereo. Cercai il telefono per chiamare Talia, ma non lo avevo. Subito corsi verso la macchina, presi il cellulare, e chiamai Talia che non rispondeva, ma partì il messaggio vocale. Io ero arrabbiata e terrorizzata, quindi agitatissima.
 
“Talia, che cosa cazzo fate?!” Mi voltai e vidi Rachel andare verso l’aereo. Chiusi il telefono e provai a convincere lei a non partire.
 
“Signorina Dare! Congratulazioni! Felicitazioni, davvero! Las Vegas! Un pizzico di follia, che coraggio!” dissi con il miglior sorriso che mi potesse venire.
 
“Grazie, Annabeth. Dobbiamo partire” disse e si avviò ai gradini del jet.
 
“Al tempo stesso!” dissi voltandola verso di me e sparai la prima cavolata che mi venne in mente “Darà un grande dolore ai suoi. Io mi sono sposata due anni fa, non li ho invitati e non si sono mai ripresi, e poi...sono morti” Rachel guardò il suolo pensierosa. Io mi voltai strizzando gli occhi nel tentativo di piangere, ma non mi uscì neanche una lacrima. “Morti” ripetei.
 
“Senta, sono davvero spiacente, per la sua perdita, ma devo andare” disse e si avviò novamente verso i gradini del jet.
 
“ALT! Non ho controllato l’aereo!” dissi parandomi davanti.
 
“Arrivederci, Annabeth” ed entrò. Io andai verso l’auto e chiamai Talia che non rispondeva, ma le lasciai un messaggio vocale.
 
“Talia, spero che siate a bordo, sennò siamo nei casini! IN 8 ANNI NON HO MAI FALLITO UNA MISSIONE E VOI SPACCATE SU QUELLA PIU’ IMPORTANTE!!! PORCA MISERIA!!” e attaccai. Intanto l’aereo già volava, ma poi accadde l’inaspettato. Si rigirò e tornò indietro. Una volta atterrato, dopo che Rachel entrò in macchina, Percy arrivò con i bagagli e li mise nel bagagliaio. “Ci sono problemi?” chiesi.
 
“Portami all’albergo, devo andare a prendere Nico e devo provare un’abito” disse ed entrò in macchina...quando si dice. ‘il Culo’.  
  
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