E' possibile tramutare l'odio profondo in amore?
La risposta è sì. Ce lo dimostrerà Jane, la nostra protagonista, alle prese con dei nuovi vicini al quanto rumorosi. Uno di loro però, le ruberà il cuore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
-Nonna, sei davvero tu?-dissi io incredula.
-Si angelo mio, sono io... sei cresciuta sai...in compenso però, hai ancora quegli occhioni a cerbiatto che ti caratterizzavano da piccola.. E dimmi un po'... hai un bel giovanotto che ti fa compagnia?? Su, a me puoi dirlo!- rispose mia nonna col suo solito fare gioioso.
-No nonna, in questo momento no- ribattei io- I ragazzi dicono che sono carina, ma a me non interessano.. capisci nonna?
-Oh si, capisco... ma vedrai che lo troverai... lo troverai...
-Nonna dove vai?? Non ti vedo più... NONNA!
Una musica assordante mi aveva svegliata nel bel mezzo de sogno.
Mi passai una mano nel miei lunghi capelli lisci e castani, invidiati da tutti. Invidiati perchè, poi? Io li odiavo. Odiavo tutto di me: i miei occhi, il mio corpo, il mio viso. L'unica cosa che mettevo in salvo di me, forse, era il mio naso, ereditato dalla mamma, piccolo e "alla francese".
Ma ritorniamo a noi. Ero stata svegliata nel bel mezzo della notte da una musica assordante proveniente dalla villetta di fronte alla mia.
-Eh no, questa volta non la passano liscia- pensai irritata.
Attraversai la strada buia e umida, eravamo a Luglio e il caldo soffocante si faceva sentire ancora.
Bussai alla porta di legno che faceva contrasto al colore bianchissimo della casa.
Un ragazzo riccio, con due smeraldi al posto degli occhi aprì: -Ti posso aiutar...- Non finì nemmeno la frase che scoppiò a ridere.
-Beh, cos'hai da ridere?! Non solo mi hai svegliata, ma ora hai anche il coraggio di ridere?!- guardai bene il riccio davanti a me... in effetti non aveva tutti i torti a ridere. Per la fretta mi ero scordata di mettermi addosso qualcosa e ora ero lì davanti a casa sua, nel bel mezzo di una festa ed indossavo solo un paio di cuolotte e una canottiera.
-Insomma, che succede qui?!- fece un ragazzo alto e moro, con un fisico slanciato.
- La ragazza sostiene che facciamo troppo casino... che ne dici Malik, la accontentiamo?- disse il riccio con aria beffarda.
-Oh Styles, ci puoi contare- il moro mi prese per un braccio e mi portò sul retro della casa.
-Allora bambolina, cosa devi dirmi?- fece lui soddisfatto.
- Prima cosa non azzardarti più a chiamarmi bambolina, seconda cosa non provare mai più a prendermi per un braccio, tu e i tuoi amichetti abbassate il volume perchè c'è gente che vorrebbe dormire e terza cosa...- Lui si avvicinò, guardandomi con occhi magnetici - terza cosa tornatene dentro a sbaciucchiarti quella specie di Barbie a cui eri incollato fino ad un attimo fa.-
-Gelosa bambolina?!- rise lui, sempre tendendomi il braccio.
-Gelosa di quella cosa con le extension?! No, non credo proprio. E ora se non ti dispiace lasciami, che vorrei tornare a dormire.- ero veramente fiera della mia risposta quando lui fece:
-Non ti lascio finchè non mi dici il tuo nome.
Mi avvicinai con fare provocatorio e un sorriso malizioso al suo orecchi e vidi che lui sorrideva: -Nei tuoi sogni caro.
Questa fu la mia risposta, girai i tacchi e tornai in camera mia, mentre sentivo il suo sguardo penetrante sulla schiena.
Varcai la soglia di casa e tirai un sospiro di sollievo. Per fortuna abitavo da sola a Londra, mentre i miei erano rimasti a Bradford, la mia città natale.
Non riuscii a chiudere occhio, così mi distesi sul letto ad aspettare che giungesse l'alba, per fare una corsetta e sgranchirmi un po' le gambe.