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Autore: Mary Sue    08/04/2012    1 recensioni
Questa storia è vecchissima, ho voglia di postarla giusto per fare qualcosa.
ATTENZIONE: In questa storia c'è un po' di sangue. Se poi stanotte non riuscite a dormire sono fatti vostri. Non ditemi che non vi avevo avvertito.
P.S. Scusatemi per l'eccessiva originalità dei titoli dei capitoli (fa rima, ahahah). E anche per l'eccessiva lunghezza dei capitoli. Li ho fatti così corti perchè secondo me facendoli più lunghi avrei annullato alcuni momenti di suspence.
P.P.S. Ho trasformato la storia da una storia di 9 capitoli a una di 3 capitoli.
Genere: Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Il giorno dopo, Erica studiava. Studiava, studiava, studiava. Aveva incominciato la mattina presto, e si era fermata solo per andare in chiesa e a mangiare. Doveva assolutamente riparare l'insufficienza in geografia, altrimenti all'arrivo della pagella suo padre l'avrebbe picchiata. Come al solito.
Verso le cinque del pomeriggio, sentì la voce di suo padre provenire dal salotto. "Ehi, stupidella, alza il culo da quella seggiola e vai dal macellaio. Sul tavolo ci sono i soldi e la lista della spesa. Muoviti!" Non la trattava certo nel migliore dei modi. Erica si avvicinò al tavolino della sala. Doveva solo comprare un pollo e quattro salamelle. Sul tavolo c'erano le lire necessarie. Corse su a prendere la borsa, e mise qualcosa di più nel portafogli: i suoi risparmi per i dischi. Ma ora aveva in mente qualcos'altro, non i dischi. La storia del macellaio le aveva fatto venire un'idea geniale.
Saltò in sella alla bici e pedalò freneticamente fino alla vetrina del macellaio. Entrò nel negozio. Al bancone c'era Guido, un omone gentile e simpatico. "Salve, Guido." "Ciao, Erica! Di cosa hai bisogno?" Tirò fuori i soldi. "Un pollo e quattro salamelle, grazie." L'uomo si mise a trafficare al bancone e impacchettò la merce. "Ecco a te!" Le disse. Erica si avvicinò alla cassa per prendere la carne. "E voglio anche un'altra cosa. Un’informazione.” 

Uscì dal negozio, salutando e ringraziando il signor Guido. Cacciò la carne nella borsa, e saltò sulla bici. Si dirigeva in centro, da un rivenditore illegale di armi. Il negozio si trovava in un vicolo buio e decadente; l’interno non vedeva uno straccio e una scopa da chissà quanto tempo. Il minuscolo negozietto puzzava di cane bagnato, e negli angoli la muffa giaceva indisturbata. Il trafficante era un uomo piccolo; in testa aveva due capelli in croce. “Sì, signorina?” “Desidero un coltello. Ne avete uno che costa all’incirca come un 33 giri?” L’uomo si mise a rovistare in una cassettiera cadente, e ne estrasse un coltello dall’impugnatura di legno. Era piccolo, ma era affilatissimo; Erica riusciva a specchiarsi nella lama. “Mi va benissimo, grazie.” Lasciò i soldi sul vecchio bancone. “Posso chiederle una cosa? Che cosa ha intenzione di fare una signorina così giovane con un coltello da caccia?” disse l’ometto, i denti snudati in un ghigno malizioso. Erica tentennò. “Sono affari miei” disse, “non deve intromettersi”. E uscì dal negozietto polveroso.

   
 
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