Disclaimer: I personaggi di
Hetalia: Axis Powers non mi appartengono,
ma sono di proprietà di Hidekaz Himaruya ©
Se così non fosse, io che me starei qui a fare?
Non mi appartengono nemmeno le canzoni dei Beatles
Che vanno a chi detiene ancora oggi i loro
Copyright ©
Se fosse il contrario, me ne andrei nel cielo con Lucy e i diamanti
Su un sottomarino giallo.
.: A Hard Day’s Night :.
Svezia si fermava spesso a
lavorare all’Ikea di Stoccolma o in qualcuna delle filiali del territorio: gli
piaceva respirare il profumo umido del legno, saggiarne la consistenza quando
si accingeva a tagliare le assi per i mobili, trovava di suo gusto persino l’odore
asprigno dei coloranti e dei grumi di colla filamentosa.
Il biascichio dei trucioli sotto
le scarpe era simile al crocchiolio della neve che strusciava contro la suola
degli scarponi pesanti, il chiacchiericcio dei clienti era come il crocchiare
delle foglie nel silenzio delle foreste.
Certo, tutto quel lavoro aveva
degli svantaggi: le mani e le nocche scorticate, la pelle arrossata, graffi e
persino qualche bruciatura, senza contare i genitori che venivano di lui,
scandalizzati e offesi, annunciati dal tintinnare di borse e colpi di tacchi
alti, lamentandosi che il loro pargolo era scoppiato a piangere da quanto
Svezia lo guardava male.
Il povero Berwald aveva cercato
di far capire loro quanto le sue intenzioni non fossero assolutamente cattive e
di come quei bambini così vivaci gli ricordassero Sealand la prima volta all’Ikea,
quando era praticamente affogato nella vasca delle palline. Oppure Ladonia quando si era perso nella zona degli armadi. Tutto inutile.
Così, quando tornava a casa la sera,
col sole che bruciacchiava l’orizzonte soffiando in cielo fumo e cenere
notturna, sentiva la schiena urlare ai quattro venti la propria indignazione e
le tempie che battevano a ritmo di tacchi e martello per chiodi.
La stanchezza era tale che, per
arrivare alla porta, era quasi costretto a trascinarsi sul viottolo.
Dentro casa, però, tutto
cambiava.
Fuori sull’uscio lasciava il
giorno morente, mentre dalla cucina arrivava la luce soffusa della lampada; l’odore
di colla che si portava addosso sin dal mattino scompariva, cancellato dal
tenue profumo di salmiakki –che Svezia lasciava sempre sul tavolo perché…perché
sapeva che Tino ne era più ghiotto di lui, ecco. Poi c’era la porta del
bagno, socchiusa, da cui proveniva l’incantevole tepore dell’acqua calda.
Insomma, appendere il soprabito
all’ingresso era come mettere via la fatica di una giornata intera. Un rituale
quasi sacro che il silenzio della casa contribuiva ad aumentare.
E poi c’era Finlandia che lo
aspettava in camera da letto: solitamente leggeva, Hanatamago acciambellata
sulle lenzuola come un cuscino peloso, ma non erano rare le volte in cui lo
trovava già addormentato, le coperte alte fino al mento e il corpo
raggomitolato sotto un doppio strato di plaid.
Che fosse ancora sveglio o già
nel mondo dei sogni, alla fine il risultato era sempre lo stesso: Svezia si
stendeva accanto a lui e chiudeva gli occhi, soffiando via le tracce di stress
rimasto con un sospiro pesante. Poi era solo la fronte di Tino contro il petto,
i suoi capelli che gli solleticavano il collo e le braccia che gli cingevano la
vita –Sembrava tutto così facile, la
notte, quando c’era il buio a nascondere quegli occhi che tanto lo
spaventavano.
Berwald allora lo stringeva a sua
volta, in silenzio, rimanendo abbracciati fino al mattino.
E poi c’erano Peter e Ladonia che non perdevano
un’occasione per intrufolarsi fra le coperte
e addormentarsi nel calore del
loro abbraccio.
{ But when I get home to you
I find the things that you do
Will make me feel alright
So why on earth should I moan
'Cause when I get you alone
You know I feel okay }
Note di Fine Capitolo
Buona
Pasqua, bella gente!!
Okay,
l’Ikea Family (termine coniato da Jo-san) mi mette tanta, tanta tenerezza
addosso. E lo so che loro non sono solo fluff e caramelle, però…Aw <3
Ringrazio
la Jo-san per aver recensito i
precedenti capitoli!
E
la prossima è un crack!pairing!