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Autore: Niagara_R    08/04/2012    4 recensioni
Loro sono i Green Day, lui è un Lord Signore Chipiùnehapiùnemetta, la casa è un castello oscuro e tetro pieno di cantucci nascosti, gli altri sono gli incomodi che spunteranno a random per perseguire il loro scopo. Il punto di congiunzione di questa storia? Il gruppo PunkRock più ottuso che esista sulla faccia della terra!
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
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11.

Ci vendiamo al miglior offerente!!!

 

<< EEEEEEEEEEEEEEEEEEKKKKKK!!!!!!! >> sbraitò Lord Signore Boemio Raffaele Girolamo Teresio Dionigio Placido Marcello eccetera, terrorizzato.

<< Beh, ha mai visto una gnocca come me?! >> disse Maria de Filippi ravvivandosi quel casco cotonato biondo che fungeva anche da garage per le navette di Star Trek.

<< Ehm, beh, diciamo che non avevo mai visto un dobermann a due zampe e coi tacchi da dodici... >> rispose il vampiro ancora appoggiato alla parete, cercando di riprendersi dallo spavento per aver visto piombarsi davanti quella cosa.

<< Stavo cercando il mio caro maritino, che per caso l’ha visto? E’ basso, tondo, assomiglia ad una botte da grappa da centosessanta, però coi baffetti e veste come un becchino... >>

<< No, mi sembra proprio di no! >> esclamò Lord Signore Bruno Rosario Pelagio Combone Serafino Granaro eccetera allontanandosi piano piano da lei, senza mai voltarle le spalle, perché è mortalmente pericoloso dare di schiena alle belve. Girato l’angolo prese a scappare a gambe levate, mettendo più strada possibile tra il suo nobilissimo corpo di non morto e quella strana bestia asessuata che parlava come se masticasse colla.

 

Chester Bennington stava guidando la sua scassatissima 500 Topolino, di fianco e dietro di lui erano stipati tutti quanti i membri dei Linkin Park più il professor Piton, comprensibilmente scambiato per Renato Zero, infatti era da quando erano partiti da Amsterdam che cantava ininterrottamente Mi Vendo mandando prima in bestia il noto gruppo rock, poi trascinandolo nella canzone con trasporto, giacché avevano deciso di mettere un cartello sulle portiere con scritto:

 

Ci vendiamo per il miglior offerente,

chiamare Chester sul cellulare,

firmato:

Linkin Park + Renato Zero

 

Per la fortuna di tutti, nessuno aveva il numero di cellulare di Chester, quindi le telefonate furono pari alle chiamate per i materassi di Mastrota. Cioè nulle.

Erano stati chiamati al mega ultra super iper party da Tré Cool, notissimo festaiolo della California, che si sarebbe tenuto in un’altrettanto mega ultra super iper villa barra castello in Transilvanian Boulevard, nessuno di loro aveva mai sentito parlare di quel posto sempre misteriosamente buio e piovoso, ma sulla 500 tutto è possibile.

<< Eccoci ragazziiii!! >> esclamò il frontman dei Linkin Park inchiodando, facendo sì che tutti si riversassero nei due mini sedili davanti << Ehi, non c’è tutta questa fretta! >>

 

Buck, l’avventurosa quanto invasata mangusta preistorica dell’Era Glaciale 3, stava svolazzando di liana in liana, ignorando il fatto che in Transilvanian Boulevard non ci fossero liane, seguito a ruota da Diego, le W.I.T.C.H. e Snoop Dogg.

<< Avanti sfigati, siamo già ritardo! >> urlò incitando la sua ciurma a darsi una sonora mossa di chiappe, fermandosi mezz’ora a parlare con un sasso come se fosse un telefono.

<< Oh, ma proprio questo dovevamo seguire?! >> si lamentò Irma sudando come una piccola mortadella, appoggiandosi a Taranee.

<< E’ l’unico un po’ sano di mente che abbiamo trovato! >> rispose Will, che non si accorse che Buck stava conversando col tronco di una pianta, pretendendo che gli restituisse dei soldi.

<< Io dico che facciamo prima a seguire la musica! >> interloquì Snoop Dogg, sfuggendo alle grinfie di Hay Lin, che cercava di acchiapparlo da quando l’avevano incontrato nel bosco, accompagnato da una strana ragazza di nome Biancaneve, che spacciava eroina in busta.

Infatti nell’aria si distinguevano molto bene le note di Elevation degli U2, inoltre aiutava ampiamente il fatto che nella notte, che poi era giorno solo che in quel posto strano era sempre notte, si levavano luci da rave party.

<< Tu hai sempre ragione, cucciolo! >> annuì con fare estatico la mezza strega e mezza fata dell’aria.

<< Me lo diceva anche il mio analista... Quando gli puntavo addosso la pistola... >>

 

<< Insomma, non dev’essere bello essere fatto di cioccolato. >> disse Johnny Depp.

<< Beh, e perché no, perché non sposare una moglie di cioccolato? >> disse Willy Wonka.

<< Perchè si corre il rischio che durante una passeggiata qualcuno la morda! >> rispose Ichabod Crane.

<< Non mi piacerebbe che mia moglie venisse mangiucchiata. >> commentò Dillinger.

<< Sinceramente non credo sia molto bello essere smozzicati. >> disse Jack Sparrow.

<< Oh beh, siete sempre a lamentarvi, se fosse per voi il mondo sarebbe ancora all’età della pietra! >> si lamentò Willy Wonka.

<< E se fosse per te tutti saremmo commestibili! >> ribadì Ichabod.

<< Ma noi siamo commestibili! >> disse Wonka.

<< Sì, ma quello sarebbe cannibalismo. >> spiegò Sparrow.

<< Come siamo finiti a parlare di cannibalismo? >> domandò Dillinger.

<< Perché a Willy è venuta in mente qualche altra stupida idea! >> rispose Johnny.

<< Credi che impiegare diecimila Ompa Lompa per parlare alle piantine durante tutta la loro crescita, dal seme alla fioritura, per convincerle a produrre frutta già caramellata sia stupido?! >> ribadì Wonka.

<< Sì!!! >> rispose in coro gli altri quattro.

<< Disfattisti schifosi, giuro che se non fossi tutti voi, me ne andrei su due piedi! >> borbottò stizzito Willy Wonka, che poi era anche Sparrow, che poi era anche Dillinger, che poi era anche Ichabod, che poi tutti loro erano lo stesso Johnny Depp che si intratteneva con i vari se stesso mentre arrivava in Transilvanian Boulevard.

 

Lord Signore Teofilo Callisto Bertilio Boscardino Gaspare Capestrano eccetera era sfiatato, nel senso che aveva perso tre ore scappando sempre in tondo, non accorgendosi che il tappeto sul quale stava girava come una trottola sotto i suoi piedi.

Si asciugò il nobile sudore che gli imperlava la fronte, e prese a camminare, accorgendosi finalmente che quella strana creatura della de Filippi si era dileguata verso meandri più consoni a quelli della sua razza, qualunque essi fossero.

Si era scolato soltanto qualche ventina di bottiglie di vino, quindi si sentiva un po’ debilitato, ma non demorse, e la sua mente presto tornò al fisico scolpito del signor Mike, che ancora non aveva trovato. Era assurdo, l’aveva cercato quasi ovunque, eppure di lui nessuna traccia, e nemmeno del signor Billie Joe, il cantante alto un metro e una Vigorsol.

Eppure da qualche parte dovevano essere, i due malandrini...

All’improvviso sentì un casino provenire da dietro la parete cui stava rasente, urla animalesche, sbraiti e quant’altro ci potesse essere d’inquietante. Ora che ci pensava, l’aveva dato da mangiare ai leoni e a Beppe Bigazzi?

Accostò l’orecchio per meglio sentire che diavolo stesse succedendo.

<< OOOOOOOOHHHMMIODDIOOOOOOMIIIIIIIIIIIKEEEEEEESI’SI’SI’PIU’GIU’PIU’GIU’PIU’VELOCEMIKESIIIIIIIIIIII..... >>

Questa fu pressappoco la faccia di Lord Signore Claretto Dario Smandrucolo Crisanto Folco Desiderio Giuda Simeone eccetera: O____________________________________________________________o...

<< OK, sento che mi stanno chiamando, sono già in ritardo per la cena delle sei!!! >> esclamò avviandosi, il Lord Signore molto imbarazzato che sì era un vampiro che aveva avuto le esperienze erotiche più entusiasmanti dal tredicesimo secolo in avanti, ma a tutto c’era un limite!

Praticamente scappò per il corridoio, andando a sbattere contro la Maria de Filippi, ma in quel momento quel canide dalle labbra gonfiate gli fece molto meno effetto della violenza carnale ai danni delle sue indifese orecchie.

 

Tré Cool era in una delle numerosissime cucine del castello a preparare una sottospecie di cocktail di sua invenzione, che consisteva in una salutare unione tra acqua tonica, vodka alla pesca, rum, grappa casalinga a 93°, e qualche fogliolina di menta.

<< Sai, non vorrei facesse male la menta... >> si giustificò lui.

<< No, infatti, meglio non esagerare. >> rispose Chad Kroeger, arrivato lì assieme a tutta la sua bella band canadese in canoa, vestiti come Giubbe Rosse << Piuttosto mettici un po’ di gin, è antiossidante! >>

<< Giusto! >> annuì con convinzione in batterista dei Green Day, che durante quei giorni di vacanza si era totalmente lasciato prendere dalle attività del castello << Ragazzi, fate i braviiiiii!!! >> urlò mentre la festa stava già iniziando, e gli ospiti stavano pullulando nella mastodontica sala da ricevimento, o almeno era sembrata a Tré, in fondo una grande stanza valeva l’altra, pur di bere!

<< Ehi amico, ma è legale tutto questo? >> chiese Derek Morgan, uno dei migliori organi pensanti dell’F.B.I., nonché fascinoso attore di colore della fortunata serie televisiva Criminal Minds.

<< Amico. >> sorrise Tré con fare mellifluo, anche se non sapeva cosa volesse dire mellifluo, offrendogli una tazza con una specie di granita dentro << Con questa diventa legale anche scaricare i cd da internet! >>

Morgan smangiucchiò la granita, che era fatta con una tritura di ghiaccio e una buona dose di sciroppo di zucchero, rum e foglie di coca. Morgan si mise a ridere immediatamente, dando ragione a Tré.

<< Grandeeee, e adesso, tutti al concerto!!! >>

 

Billie Joe e Mike erano in quella stanza da più o meno otto ore, il settanta percento delle quali impiegato in un modo molto, molto, molto simpatico, ovvero una grande suonata in piena regola.

Sia il cantante che il bassista erano sdraiati sul pavimento godendosi un po’ di meritatissimo sonno, quando, dopo qualche minuto, Mike si svegliò, mugolando sofferente.

Si mise a sedere, emettendo qualche lamento, gli faceva male tutto. Le ginocchia erano sbucciate, le mani anche, sentiva male ovunque, le spalle, la schiena, il fondoschiena, le gambe e la testa. E non si ricordava una mazza. Da quanto erano lì, ormai? Ricordava solo di aver dato un’occhiata ad uno specchio, e poi il vuoto più totale in testa, che era successo? Si era perso qualcosa?

Si mise a cercare Billie Joe, magari lui poteva dirgli che stava succedendo, ma lo trovò disteso accanto a lui, rannicchiato.

Oddio! Pensò immediatamente al peggio, cioè che qualcuno, probabilmente non troppo sano di mente, aveva narcotizzato lui e fatto del male a Billie Joe. Cosa avevano fatto a Billie?!

<< BILLIE COME STAI, COSA TI E’ SUCCESSO, TUTTO BENE?! >> urlò prendendo a scrollargli un po’ le spalle.

<< Ma cosa ti urli.....? >> mormorò invece il dolce frontman, rigirandosi verso di lui ancora sonnecchiante, poggiandogli la testa sul petto << E’ stato bellissimo... >> disse con un sorriso pacifico, facendo le fusa.

<< Bellissimo... Cosa? >> Billie Joe aprì gli occhi, e lo fissò.

<< Prima. Quello che abbiamo fatto! >>

<< Perché, cosa abbiamo fatto? >> chiese lui con aria molto interrogativa. Billie Joe si tirò un po’ su, e tirò un po’ su anche i pantaloni.

<< Non ti ricordi?! >> chiese, sperando quasi in un improvviso attacco di amnesia.

<< Cosa mi dovrei ricordare? >>

<< Beh, ma... Ma... Tu... Noi... >> balbettò il povero frontman, sconvolto dal quel repentino cambiamento, dieci minuti prima un focoso bassista che aveva deciso di riprendere in mano la chitarra, e usandola in una maniera straordinariamente nuova, e dieci minuti dopo un Mike che non ricordava più una mazza! << PERCHE’?!?! >>

<< Perché cosa, Billie? >> continuò imperterrito lui, che non aveva ancora capito proprio un tubo.

<< MA CHE CA... >> si bloccò prima di lanciare improperi sconvenienti, rotolandosi angustiato. Non era possibile! Dopo ore e ore di sesso sfrenato, quello era il risultato?! Un mucchio di lividi, sfregamenti, una discretissima dose di soddisfazione personale, e lui non ricordava niente?! A Billie venne un certo nervoso << Mike... Vuoi ancora lasciare la band? >> tentò come ultima risorsa. Il biondo bassista parve essere dubbioso.

<< Non lo so... E’ come... Prima ne ero sicuro... Però adesso non so, ho qualche dubbio... >> A Billie si illuminarono gli occhi.

<< Davvero...? >> disse mentre il suo sorriso tornava ad allargarsi malizioso << E in Tibet ci vuoi ancora andare? >>

<< Mah... E’ come se ci fosse qualcosa che mi dice che non dovrei... Però non capisco cosa sia... >>

<< Interessante. >> sorrise il cantante improvvisatosi psicoterapeuta, mentre si alzava e muoveva qualche passo verso il camino << E... Castità? >>

<< Castità? >> ripeté l’indomito Mike, che continuava a rimanere sdraiato a terra, mezzo nudo, e non chiedendosene nemmeno il perché << Una volta sapevo cosa voleva dire... Lo so... Ce l’ho sulla punta della lingua... >>

<< Mike, fai senza. >> disse l’altro, sfiorandogli delicatamente la spalla, facendolo voltare verso di lui << Cosa vedi? >>

Mike incontrò la sua stessa figura riflessa sello specchio con le pietruzze nella cornice, che Billie gli stava gentilmente piazzando a due centimetri dal viso.

Poi Mike gli strappò di mano lo specchio, mettendolo da parte. La lucina rossa negli occhi era tornata.

<< Non sapevo ti piacesse il sadomaso. >> ricominciò a sorridere Mike, avvicinando un sorridentissimo Billie Joe a sé.

<< Ci sono un mucchio di cose che di me non sai, Mike. >> rispose lui.

<< Bene, allora mi metto al lavoro. >> dichiarò categorico, rimettendogli le mani addosso.

Quattro secondi dopo...

<< OOOOOHHHDDDIO MIIIIIIIIIIIIIIKE!!! >>

 

 

Indovinate un po’? Continua!

 

 

 

 

LOOOOOOOOOOOOL, ma buona Pasqua, signorine!

Scusate in ritardo, ma in questi ultimi giorni sono stata in giro per le vacanze e non avevo il pc a portata di mano, quindi mi scuso umilmente... Ma spero che questo capitolo vi sia piaciuto comunque!;D

Un commentino come al solito non guasta!

Buone feste, di nuovo!

   
 
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