Annabeth’s POV:
 
Quando arrivammo all’ Hotel Mezzosangue non potevo fare altro che pensare a quel colpo di fortuna che avevo appena avuto. Il Fato era dalla mia parte per una volta. Arrivati davanti all’entrata e fermai l’auto, poi uscì e andai ad aprire la portiera dei posti nel retro. Rachel subito uscì con aria preoccupata.
 
“Mi dispiace, Percy, ma devo vederli” disse, ed entrò in albergo.
 
“Che è successo?” chiesi. Percy non si degnò neanche di guardami.
 
“Tu pensa alla mia sicurezza, penso io alla mia vita privata” rispose freddamente.
 
“Ciao, Annabeth” disse Nico, arrivando. Non feci in tempo a voltarmi che mi agguantò la faccia e mi baciò, poi entrò in macchina. Io chiusi la portiera e me ne andai al posto di guida strofinandomi la bocca, disgustata.
 
“Non capisco niente! Che cosa c’è?” chiese Nico a Percy. Chissà che aveva combinato Luke?
 
“Te lo spiego più tardi” disse Percy “Lasciaci all’Emporio Ogigia, per favore” Senza dire niente, cominciai a guidare. Percy era rimasto silenzioso tutto il tempo, anche per chè sarebbe stato un po’ difficile dato che Nico stava dicendo che stamattina si era svegliato e che si era trovato in camera uno vestito da cowboy che diceva di chiamarsi Landon e che sosteneva che erano stati insieme...un momento...io ho detto a Luke di non farlo uscire dalla camera... quando finge il suo accento, Luke dice di chiamarsi sempre Landon...ha un vestito da cowboy...oh Santi Numi! Quello non è normale! Vabbè, almeno l’ha tenuto in camera. Comunque, circa un quarto d’ora dopo, arrivammo all’emporio.
 
“E’ inutile che ci aspetti, ce la caviamo da soli” disse Percy con tono freddo, quando uscì dall’auto e andò nel negozio, accompagnato da Nico. Ovviamente io lo seguì, non appena si allonatanò sufficientemente. Entrai nel negozio e mi appostai dietro a degli smocking, frack e giacca e cravatta da sposo.
 
“Insomma, perchè non siete partiti che è successo?” chiese Nico fuori dal camerino di prova.
 
“Al momento del decollo l’hanno chiamata i suoi genitori appena arrivati in albergo” spiegò Percy.
 
“E allora?”
 
“Niente. Ha detto che non poteva fagli questo”
 
“Sì, bhè, ha sbracato...Comunque non mi meraviglia, sembra pallosa quella tipa”
 
“Nico! Non dire così”
 
“Ah, sì, è vero! Dimenticavo: sei diventato come lei” In quel momento Percy uscì dal camerino. Aveva le scarpe eleganti di vernice nera, i pantaloni neri, una camicia bianca, e giacca e cravatta nere con un fiore bianco nella tasca della giacca. Il completo sembrava fatto apposta per lui, si poteva vedere che doveva essere un atleta, anche in giacca e cravatta. Quando andò davanti allo specchio, vidi che aveva i suoi occhi verde marino un po’ lucidi. E una strana espressione, come felice, ma anche triste.
 
“Eh, no, bello! I veri uomini come noi non piangono, gli sposi in particolare!” disse Nico. Percy sorrise.
 
“Non sto piangendo! Sono solo contento”
 
“Sei sempre il solito tenerone” disse Nico dando a Percy un abbraccio tra uomini. Mentre Nico non guardava, però, Vidi che l’espressione di Percy era cambiata. Sembrava triste all’idea di sposarsi...non capivo. Aveva appena detto che era felice! Restai a guardarlo. I suoi occhi verdi erano pieni di emozioni contrastanti, ma più di tutto, vidi tristezza e confusione. In quel momento capì il particolare che mi sfuggiva; il particolare che mi avrebbe fatto completare la missione.
 
“C’è qualche problema?” chiese una commessa venendo dietro di me. Io mi voltai subito.
 
“Problema? Certo ce ne sono 50 di problemi” dissi portandola lontano da Percy e Nico.
 
“Come dice?”
 
“Lei è la responsabile?”
 
“Sì”
 
“Cassandra McGregor, vice-presidente marketing, fa lei disposizione?” dissi stringendole la mano.
 
“Ma certamente” disse la commessa.
 
“Bene, come si chiama?”
 
“Calipso”
 
“No, no, no, Calipso, qui è un casino! Sembra di stare ai magazzini generali!” Da lì iniziai un noiosissimo discorso su come doveva sistemare l’emporio. Per fortuna riuscì ad uscire di lì prima di Percy e Nico. Dopo averli riaccompagnati in albergo, andai in un’area dell’albergo che dava sul mare. Lì trovai Luke e Talia che chiacchieravano, dopo averli salutati, esposi la nuova strategia che mi era venuta in mente.
 
“Poche storie, siamo degli incapaci! L’aereo è stato il massimo” dissi ai miei complici “Invece di stare 1 passo avanti al bersaglio, siami indietro di 10”
 
“Sì, e allora tu che proponi?” disse Talia un po’ scocciata.
 
“Da ora siamo senza rete, e confesso che non mi dispiace: so che posso farcela”
 
“Finchè avremo la sua donna fra le palle... impossibile” disse Luke.
 
“No! Ci siamo sbagliati su di Rachel! Siamo fuori strada con lei” spiegai
 
“Ho avuto la stessa impressione fin dall’ inizio-”
 
“-Quel ragazzo è un vulcano addormentato! Si controlla in continuazione, mente a tutti. Peggio, mente a sè stesso”
 
“Ha bene! Avete un punto in comune, allora: due grossi mitomani” disse Talia con un sorrisetto.
 
“Bene, concretamente” cominciò Luke “quello che posso fare è-”
 
“-Tu non farai niente...” interruppi “...io risveglierò il vulcano”
 
“Ah, brava! Risveglia il vulcano” disse Talia prendendomi in giro. Io guardai dietro di lei e vidi...Lei...Clarisse...che mi guardava minacciosa, rompendo con la mano delle nocciole.