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Autore: hussykawa    08/04/2012    11 recensioni
I personaggi di Soul Eater 4 anni dopo... Immaginiamoci: SoulxMaka, BlackStarxTsubaki, KidxSimmetria (ah, ah). I personaggi fra avventure, combattimenti e amore. Riusciranno Soul e Maka, BlackStar e Tsubaki a crearsi una famiglia, superando tutte le difficoltà di coppia? E se ci sarà anche un rapimento, di mezzo? Allora opererà il più grande-piccolo detective, di tutti i tempi, L! Solo che lo vedremo accompagnato da un invisibile Riuk, da un giovanissimo Watari e... a 9 anni! Una ff per tutti gli amanti di Soul Eater e di Death Note, come me! E recensite, mi raccomando! Sayonara, Symmetrical Kisses, Hikari88
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Death the Kid, Liz Thompson, Patty Thompson, Tsubaki | Coppie: Black*Star/Tsubaki, Soul/Maka
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Post Soul Eater'
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POST SOUL EATER-42 42 564 PRONTO SOCCORSO CAMERA DELLA MORTE-Capitolo 1: Death City al mattino, una nuova era comincia per tutti?

Il vento spazzava il deserto intorno a Death City.

Sembrava tutto tranquillo: erano circa le 6 del mattino e nessuno era in giro.

Le lezioni alla Shibusen non erano ancora cominciate e gli studenti si godevano il sonno.

Solo Maka era sveglia, intenta a guardare il soffitto della camera da letto.

Il respiro costante di Soul al suo fianco scandiva il tempo.

Era stata una notte particolarmente intensa, una delle tante.

Maka aveva ormai 18 anni ed era abbastanza grande per certe cose.

Anche se non erano sposati, lei e la sua buki erano ormai una coppia, come BlackStar e Tsuba­ki.

La ragazza sorrise, al pensiero: BlackStar e Tsubaki avevano dei caratteri diametral­mente oppo­sti, ma la sintonizzazione fra le loro anime era altissima.

Egocentrico e estroverso lui, timida e comprensiva lei, sembravano due comuni ragazzi.

Ma in battaglia, BlackStar faceva valere il suo “titolo” di Assassino: infatti, grazie a Tsu­baki, la Lama Oscura, amplificava incredibilmente l’onda della propria anima.

Maka si girò, scostando piano il braccio di Soul che le cingeva le spalle.

Pensò a quando, quasi 4 anni prima, Tsubaki era stata costretta a uccidere il fratello Ma­samune, acquisendo la potentissima Modalità Lama Incantata, in grado di controllare le ombre.

All’inizio il suo Meister si era trovato in gravi difficoltà: riuscire a combattere con la Lama Incantata richiedeva un grande sforzo e BlackStar riusciva a tenere in mano Tsubaki per non più di 30 secondi.

Poi, con costanza ed esercizio, i due erano riusciti ad usare anche l’Eco dell’Anima in quella Modalità.

Maka si chiese che cosa stessero facendo quei due in quel momento: “Magari Tsubaki sta pensando a me e a Soul, proprio come me...” pensò la ragazza.

«Ehi, Maka...» farfugliò Soul, appena svegliatosi, girandosi verso di lei e aggrovigliandosi nelle coperte.

«Cosa c’è, Soul?» chiese lei dolcemente, guardandolo negli occhi scarlatti.

«Pensi che Kid sia ancora alle prese con la sua casa?».

«Già, è vero. Me ne ero completamente scordata. Tu mi fai dimenticare proprio tutto, eh?» rispose, dandogli un buffetto sulla fronte.

Death the Kid, il loro amico shinigami, aveva dato una festa a casa sua la sera prima.

L’atmosfera era sempre un po’ tetra a Villa Patibolo, al casa di Kid, Liz, Patty e di Lord Shi­nigami, ma tutti si erano molto divertiti e avevano potuto assaggiare le prelibatezze che Tsubaki aveva voluto cucinare per l’occasione.

Ragnarock ne aveva fatto una scorpacciata: al contrario del/della dolce Crona, lui era un gran mangione.

Comunque, la storia della festa aveva creato un po’ di disordine nel perfettamente simme­trico mondo di Kid, e tutti avevano scommesso che, appena la casa fosse stata vuota, Kid avrebbe riallineato tutti i quadri di casa, soffocando Liz e Patty con le sue imprecazioni ap­pena avesse trovato qualcosa fuori posto.

«Io non so proprio come facciano le sue pistole a non scannarlo ogni volta che si imbatte in qualcosa di asimmetrico» commentò Soul.

«Beh, Kid è simpatico. Peccato che, essendo uno shinigami, non possa tingersi i capelli. Se le sue tre strisce bianche non ricomparissero subito e le ciocche fossero tutte “simme­tricamente” nere, forse smetterebbe di essere così fissato» disse Maka.

«Ma non sbattiamoci: Kid è incorreggibile, tutto l’opposto di suo padre».

Soul aveva ragione.

Infatti Lord Shinigami, il preside della Shibusen, era diametralmente l’opposto del figlio, la cui nascita era per tutti un mistero (chi è la madre di Kid? E’ nato direttamente dalla mente del padre? Tutti interrogativi senza risposta): lo shinigami era simpatico, allegro e spirito­so, sempre pronto a fare battute; la maschera che indossava gli dava un aspetto buffo, e le sue manone e la strana voce leggermente stridula completavano il quadretto.

Era molto comico, sì.

Appunto il contrario del serio, razionale, maniaco perfezionista Death the Kid (che sarebbe un po’ come Shinigami Junior).

Maka schioccò un bacio sulla guancia di Soul, e poi disse: «Bene, iniziamo a fare colazio­ne. Non vorrai fare tardi a lezione. Dopotutto, la Shibusen ci aspetta ancora».

Maka si alzò, seguita dallo sguardo affascinato della sua buki.

Andò in camera, si vestì (gonna scozzese, camicia bianca, golf smanicato beige e giacca nera) e infilò i suo inseparabili stivali neri e argentati.

Sistemò i capelli in due codini laterali e si recò in cucina a preparare la colazione.

Soul, intanto, si era preparato, più in fretta di lei, e la stava già aspettando.

La Death Meister gli scompigliò i capelli, che Soul subito risistemò, togliendosi il cerchietto nero.

Dopo che ebbero fatto colazione, Maka si lavò i denti e corse davanti alla porta, incitando Soul a muoversi.

Il ragazzo era molto svogliato, e disse alla bionda: «Senti Maka, stamattina non ho molta voglia di camminare. Potresti portarmi tu?».

Maka sbarrò gli occhi verdissimi: Soul non le aveva mai chiesto niente del genere.

Era sempre stato energico e si trasformava in Falce della Morte solo in caso di bisogno.

La ragazza però non replicò, e tese le mani, pronte ad accogliere il manico di Soul.

In un lampo bianco, Soul si trasformò: adorava quella sensazione, si sentiva libero e pa­drone di una forza immensa.

Maka si mise a correre, e nel farlo incrociò Blair, la loro Gatta Magica, che stava tornando da una nottata di servizio al Cabaret Club Chupa Cabras .

Lei si girò a guardare Maka che correva con in mano Soul, e si lasciò sfuggire un “Miao” di sorpresa: anche lei era stupita dal fatto che Soul si facesse trasportare dalla sua Death Meister.

Mentre Maka e Soul si dirigevano alla Shibusen, BlackStar gustava delle deliziose pol­pette di riso preparate da Tsubaki.

La sua Buki lo osservava mentre divorava alla velocità della luce tutto quel cibo delizioso: “Sono proprio felice che a BlackStar piaccia quello che gli ho preparato. Sono così con­tenta!” pensava.

«Ehi Tsubaki, questo pranzo era proprio degno di un Dio!» esclamò l’azzurro, leccandosi le labbra.

«Bene BlackStar, ma adesso andiamo a scuola» rispose la ventitreenne, alzandosi in piedi.

Ora che era diventata Death Scythe poteva far fuoriuscire dal proprio corpo diverse lame: trasformò il suo dito in un coltello e tagliò le ultime polpette rimaste, mangiandole con gu­sto.

«Forza, Tsubaki, trasformati e andiamo!» disse BlackStar, carico di energia.

«Ok!» rispose la bruna, e subito sparì in lampo bianco, per poi ricomparire nelle mani del suo Death Meister.

BlackStar infilò la porta di casa e si diresse a scuola in un lampo.

Davanti al portone d’ingresso vide Kid, insieme alle due Falci della Morte Liz e Patty.

Lo shinigami stava ammirando la perfezione della scuola, controllando che le fiamme delle candele fossero simmetriche.

«Ciao Kid!» lo salutò BlackStar, mentre Tsubaki, che aveva già assunto forma umana, gli rivolse un leggero inchino.

«Salve BlackStar, Tsubaki... Come è andata?».

«Una pacchia, amico. Tsubaki ci sa proprio fare, eh?» disse lui ammiccante, tirando lievi gomitate alla ragazza, che arrossì come un pomodoro.

«Beh, saltiamo i particolari» tagliò corto Liz.

La Death Scythe si sbirciò le mani, e spiccò un triplo salto mortale, ricadendo al suolo tra­sformata in pistola.

«Ehi, cos’è successo, sorellina!? Kyah, ah ah!» domandò Patty, cominciando a ridere come un’idiota.

«Ma, è tua sorella! Liz, cos’hai?» Kid rimproverò Patty, e si chinò a prendere in mano la scioccata Liz.

«MI SI E’ ROTTA UN’UNGHIAA!» urlò l’Arma, che già sentiva le lacrime salirle agli occhi.

«Non è niente, Liz!» cercò di rincuorarla Tsubaki.

Ma già Kid iniziava a disperarsi: «NOO! COSI’ LE TUE UNGHIE NON SARANNO PIU’ SIMMETRICHE! PRENDI ESEMPIO DA PATTY!».

«MA TU TI CONSIDERI SIMMETRICO?! LE 3 STRISCE BIANCHE CHE HAI A SINISTRA TI SEMBRANO SIMMETRICHE?!».

«Oh, no» disse BlackStar: Liz aveva toccato un tasto dolente.

Lo shinigami si afflosciò al suolo come un gelato sciolto e cominciò a piangere e a battere i pugni per terra, mormorando: «Sono un essere schifoso, una nullità, un relitto umano, non merito di vivere...».

Tutti gli si misero attorno per consolarlo, dicendogli: «Ma no, Kid, ti stanno benissimo...».

Anche Liz si stava scusando e Kid, tirando su con il naso, la abbracciò.

Nonostante i suoi 17 anni suonati (aveva un anno di meno di Maka e Patty, le più giovani), Death the Kid era ancora un capriccioso e viziato figlio di papà, nonostante Shinigami non avesse molto tempo da dedicargli e non facesse favoritismi tra gli studenti.

Nel frattempo Maka era giunta a destinazione: «Ciao ragazzi!».

«Ciao Maka. Dov’è Soul?» chiese BlackStar.

La ragazza si scostò, e dietro di lei apparve la Death Scythe, pallido e tremante.

«Soul, cos’hai?» chiese Tsubaki preoccupata.

«Non lo so, ma è da dopo colazione che si mostra stanco. Ho dovuto portarlo io fino a qui».

Soul abbozzò un sorrisetto e mosse qualche passo strascicato.

Poi crollò a terra; Maka si voltò di scatto e lo afferrò prima che sbattesse la testa.

«Soul!» urlò la bionda, che aggiunse: «Chiamate il dottor Stein!».

BlackStar e Tsubaki annuirono, e corsero subito dentro la scuola.

Kid e Maka, intanto, analizzarono l’anima di Soul.

Le pupille di Maka s’ingrandirono, mentre quelle dello shinigami rimpicciolirono a tal punto che i suoi occhi sembravano due globi gialli.

I due “scannerizzarono” l’anima della Buki: ormai era da tempo che il sangue nero emana­to da Crona era svanito e, come i ragazzi poterono constatare, non era quella la causa del malessere di Soul.

Maka cominciò a preoccuparsi seriamente: lei era a conoscenza di un fatto che non le sa­rebbe mai venuto in mente di rivelare.

Forse è stato proprio quello... Ma perché? Non è successo niente, è stato solo un sempli­ce Eco dell’Anima... Un brevissimo istante in cui le nostre anime sono entrate in connes­sione... Non può essere...”: erano questi i pensieri che affollavano la mente della Death Scythe Meister mentre accarezzava i capelli di Soul.

«Eccomi, Maka. Allora, che cosa è successo?»: Franken Stein era arrivato.

Il Dottore della Shibusen ed ex-Meister del padre di Maka, aveva frenato la corsa della sua sedia a pochi centimetri da loro: la sua precisione era aumentata e l’abitudine dello scien­ziato di spostarsi su quella sedia non si era più rivelata pericolosa.

Lesse lo sguardo spaventato di Maka e la dimensione dell’anima della ragazza e di Kid, molto inferiore al solito per via dello sforzo compiuto durante l’analisi dell’anima di Soul.

Anche il Dottore notò che non c’era nulla di strano in quella della Falce, ma percepiva un profondo turbamento provenire da Maka.

Sollevò il ventiduenne da terra senza il minimo sforzo (era un grande e potente Maestro d’Armi, dopotutto) e disse alla Partner di Soul di seguirlo.

Poi fece scivolare le ruote della sedia che “cavalcava” e si diresse velocemente all’interno della scuola.

BlackStar, Tsubaki, Patty, Kid e Liz rimasero fuori, a guardare sbigottiti Maka che, con le lacrime che inzuppavano i suoi occhi color della menta, si dirigeva verso l’Infermeria.

Lì la professoressa Marie, compagna, Falce della Morte e Partner di Stein, li accolse, ada­giando Soul su di un lettino.

«Stein, che cos’ha Soul?» chiese preoccupata Marie.

L’uomo non rispose, e rimase a guardare il pavimento, pensieroso.

Poi, improvvisamente, dopo qualche minuto di silenzio, domandò: «Maka, per caso c’è qualcosa di cui mi devi parlare?».

«Sì, in effetti...» disse lei titubante, iniziando ad arrossire.

«Senti, se è quello che penso, non c’è bisogno di dirmelo. Fammi però capire se ci ho az­zeccato: centra un Eco dell’Anima?» la ragazza annuì, e il Dottore continuò: «Talmente potente da percepire anche il corpo del proprio Partner? Anche ciò che lui, o lei, non sa?».

Maka annuì di nuovo.

«Beh, è semplice» concluse Stein «Soul è sconvolto. Semplicemente sconvolto. Detiene un segreto che si cela dentro di te e che nessuno, compresa te, può percepire. Neanche con lo Scanner dell’Anima. Ora voglio sapere una cosa: sei disposta a sottoporti a degli esami? E’ una semplice deduzione quella che io ho fatto, e non voglio scioccarti con cose che potrebbero non essere vere».

«Certo, Dottore. Sarei disposta a tutto per Soul» rispose Maka decisa, stringendo forte la mano del suo Partner.

«Attenta» disse Marie dolcemente «Se ho capito bene, non è solo per Soul. E’ per en­trambi».

«Ho capito. Vado a casa a prendere i cambi e tutto ciò che potrà servirmi qui» disse Maka, che, indietreggiando, infilò la porta dell’Infermeria alla velocità della luce.

Mentre tornava a casa, la ragazza aveva un unico pensiero fisso: una paura che le saliva lungo tutto il corpo, un dubbio tremendo che si era impadronito di tutto il suo essere e che la attanagliava.

Spalancò la porta d’ingresso, salutando Blair solo con un rapido cenno della mano.

La gatta magica le corse dietro, chiedendole: «Maka, miao, cos’hai? Perché corri tanto? È forse successo qualcosa a Soul?».

La ragazza si girò, dicendo spaventata: «Blair, aiutami, sto malissimo, ho paura che...».

E si fermò.

Un tremore la invase, una sensazione di malessere la cosparse e Maka dovette correre in bagno.

Vomitò così tanto che Blair temette che le sarebbe uscita anche l’Anima.

E quella di Maka era debole, molto debole.

Finalmente aveva capito tutto.

Fu Blair a reagire per prima: alitò sullo specchio e scrisse il numero della Camera della Morte.

Concitata, aspettò che Lord Shinigami ricevesse la chiamata e, appena questi rispose, dis­se: «42 42 564! Pronto soccorso Camera della Morte! Maka sta male! Continua a vomita­re, e io non credo di poterla aiutare, anche con i poteri magici! Per favore Lord Shinigami, dica al Dottor Stein di venire qui!».

Lord Shinigami assunse un’espressione corrucciata e pensierosa.

Ad un tratto nella Camera della Morte entrò Spirit Albarn, il padre di Maka, e il Dottor Stein, che ri

spose a Blair: «Purtroppo è proprio come sospettavo. Lei lo sa?».

«Non lo so, perché sta perdendo conoscenza!».

«Tieni duro, Blair. Arriviamo» e riattaccò.

Blair sorvegliò una febbricitante e confusa Maka fino all’arrivo del Dottor Stein.

L’uomo si chinò sulla ragazza e le sussurrò: «Andrà tutto bene, Maka. Sei...» e poi, per Maka, tutto fu buio.

 

OHAYO, CARI LETTORI! QUESTO E’ IL PRIMO CAPITOLO, SPERO CHE VI SIA PIA­CIUTO... MOLTI DI VOI AVRANNO GIA’ CAPITO CHE COS’HA MAKA E, CHI NON L’HA CAPITO, LEGGA IL CAPITOLO 2! SAYONARA, SIMMETRYCAL KISSES,

NATURALICE24

   
 
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