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Autore: fantasie    04/11/2006    2 recensioni
Ancora una volta il richiamo di Sephiro...e i cavalieri magici sono pronti a farvi ritorno per aiutare il pianeta e ritrovare se stesse. Amare sorprese, però, attendono Anemone!
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO VII

LA STRADA DEL CUORE.

 

Senti il cozzare delle spade e corse nella direzione dello scontro.
Xato, infatti, poco più in là, scagliava colpi poderosi nei confronti del ragazzino, ma complice anche il poco spazio a disposizione e gli alberi a fare da scudo, il piccolo combattente sembrava cavarsela bene.
“Ora ti faccio a fettine, maledetto, fermati e accetta di perire per mano della mia spada” gridava Xato.

“Non ci penso neanche, sono troppo giovane per tirare le cuoia”.
Ma una radice sporgente tirò al ragazzino un bruno scherzo: il suo piede andò ad incastrarsi sotto e lui ruzzolò a terra, lasciandosi sfuggire di mano la spada, che volò lontano fra i rovi.
Xato, approfittando del momento propizio, gli fu subito vicino, alzò la sua lama in cielo, caricando il colpo. Il bambino, rimasto senza difesa, istintivamente afferrò un tronco portandoselo al petto, pur sapendo che nulla avrebbe potuto contro il duro ferro.
Chiuse gli occhi.
Sentì soltanto il sibilo dell’arma del comandante che fendeva l’aria per poi andare ad infrangersi contro qualcosa di altrettanto resistente.... e non certo quell’esile legno che aveva in mano.
Una spada scintillante aveva bloccato il colpo di Xato, appena in tempo. Sollevò le palpebre e vide davanti a sé la fanciulla che poco prima aveva minacciato.
Anemone, cogliendo di sorpresa Xato, ancora sbigottito per l’inaspettato intervento, con un colpo di spada riuscì a fare indietreggiare di qualche passo il guerriero. Cosa che permise al ragazzino di rialzarsi e di riappropriarsi della sua arma.
“Xato ma non vedi che è solo un bambino” fece Anemone, cercando di far ragionare il comandante.
“Ehi, io non sono un bambino” protestò il piccolo combattente.
“Non ti immischiare, queste non sono cose che ti riguardano.. vattene” disse bieco l’uomo nei riguardi della ragazza.
“Non me ne vado finché non lo lasci in pace e non mi prometti di non fargli del male” rispose decisa.
Ma quelle parole non avevano sortito alcun effetto sul comandante che già si rifaceva sotto minaccioso. “Scappa... va via” fece al ragazzino senza voltarsi, per non perdere di vista Xato.
Ma si sentì tirare per la mano: “Andiamo” gridò il piccolo.
Anemone istintivamente cominciò a corrergli dietro: “Ehi, ma dove mi stai portando?”
“Beh tu hai salvato me e ora io salvo te da quello scimmione, o vuoi restare a fargli compagnia?”

Quelle parole risvegliarono spiacevoli ricordi nella mente della ragazza: sola in un bosco, di notte, con Xato. Non ci teneva proprio a fare quell’esperienza. Il ragazzino aveva ragione... meglio darsela a gambe. Ma certo era che il comandante non aveva intenzione di lasciarli andare via così facilmente. Era dietro di loro con la spada sguainata a falciare i rami che gli rallentavano la corsa,  gridando, quasi divertito: “Dove andate.. la foresta è piena di pericoli.... di mostri ributtanti... forza, lasciatevi prendere. Cavaliere fermati faccio fuori solo il nanerottolo, per te ho ben altri progetti”.
Anemone cominciò a correre più veloce tirandosi lei dietro il piccolo compagno di fuga.
Ma improvvisamente sentì il suolo mancarle sotto.
Cominciò a scivolare sul terreno che degradava per diversi metri, fino a che non si ritrovò distesa a terra e senza sapere bene come, col ragazzino che le aveva fatto involontariamente da cuscino.

Yaris cacciò fiori la testa dal fango: “Sei… sei  comoda….io non tanto..” disse sputando terriccio “….non si direbbe, ma non sei così leggerà”.
Anemone si scostò subito e aiutò il ragazzino a rialzarsi.

“Ti sei fatto male... perdonami ... non so come...” disse mortificata.
“Senti Xato non ci metterà molto a raggiungerci, troverà una via più comoda per acciuffarci, quindi, bando alle scuse, andiamo!” fece, riprendendo la corsa.
In effetti il comandante, resosi conto del dirupo, si era arrestato giusto in tempo ed era alla ricerca di un meno impervio passaggio.
Anemone e il ragazzino con passo svelto ricominciarono invece a districarsi per il labirinto di rami e foglie.
“E così vieni da un altro pianeta?” disse dopo un pò, spezzando il silenzio, Yaris.
Anemone si fermò, era esausta e con le mani sulle ginocchia tirava grandi boccate d’aria, per riprender fiato: “E tu... come lo sai?”
Anche il ragazzino ansimava notevolmente: “L’ho sentito alla locanda!”

 Si rimise dritta, con la mano su un fianco: “Ehi lo sai.. che non sta bene origliare i discorsi altrui!”
“Io non origliavo era la tua amica che gridava”.
Beh in effetti come dargli torto, la voca di Marina aveva un raggio d’azione non indifferente.
“Da quale pianeta provieni?” le chiese.
Dopo un attimo di titubanza, replicò: “lo... io vengo dalla Terra”.
A quella risposta il ragazzino si impensierì: “Dalla Terra hai detto... mnih... ma non è il posto da cui provenivano i cavalieri magici?”
Il ragazzo restò con le labbra semiaperte, di fronte a quella possibilità che andava profilandosi nella sua mente.
“E ...  a detta di tutti avevano le sembianze di tre fanciulle... ma...”
Ora la bocca era completamente spalancata: “Non dirmi... che sei... no... non è possibil..”
“Si, sono uno dei Cavalieri magici!”
Il piccolo cacciò un mezzo urlò, che soffocò con le sue stesse mani, a meno che non volesse offrirsi a Xato su di un piatto d’argento.
“Wou... sono al cospetto di un cavaliere leggendario!” disse sottovoce e ancora incredulo per quella scoperta.

 Anemone sorrise di fronte allo stupore del ragazzino, ma era inquieta: “Credi che Xato ci stia ancora cercando... dovremmo cercare di tornare in città”. Ma la sua domanda restò senza risposta.
“E che centri tu col principe Ferio?” le chiese a bruciapelo.
Anemone arrossì visibilimente:”E tu... tu che ne sai?” balbettò.

“Te l’ho detto… vi ho sentite…” le ribadì

“Ecco, non è proprio che sto cercando Fer… ehm il principe Ferio… vedi lui..” farfugliò, con le gote che intanto prendevano fuoco.

“Senti a me non interessa perché lo cerchi e che vuoi da lui… so solo che io ho bisogno di trovarlo… quindi se vuoi” il ragazzino arrossì un po’ a sua volta “potremmo cercarlo assieme!”

Anemone, istintivamente, gli chiese: “Tu perché devi trovare il principe?”

Il ragazzino incrociò le braccia: “Beh io non chiedo a te e tu non fai domande a me, è questo l’accordo se vuoi”

Anemone sorrise: le pareva così buffo, piccolo nell’aspetto, ma con quel piglio a voler fare l’adulto.

“Allora che ne dici?”

 

Marina e Luce erano state svegliate dal trambusto che avevano sentito provenire dal corridoio.

E avevano subito riconosciuto la voce di Anemone, prima ancora di accorgersi che non era nel suo letto.

In fretta si erano vestite per capire cosa stesse accadendo, ma uscite nel corridoio non avevano visto nessuno: non potevano sapere che le fonti del baccano si erano già precipitate fuori dalla locanda.

Erano scese e avevano chiesto  spiegazioni all’oste, ancora intento a rassettare il locale.

“Beh io visto soltanto un ragazzino che scappava, inseguito dal comandante e dalla vostra amica…”

 

Non sapevano darsi una spiegazione.

“Cosa credi sia accaduto” le fece Marina.

“Non è ho la più pallida idea, mi sa però che è meglio se ci diamo una mossa.”
E così dicendo si avviarono fuori alla ricerca della loro amica.

In lontananza avevano sentito delle voci e così erano uscite anche loro dalla città per inoltrarsi nella foresta.

“Mamma mia, questo bosco è spaventoso!” disse Marina scossa da un brivido.

Luce cercò di tranquillizzarla, anche se non trovò il migliore dei modi: “Dai è solo che non essendoci stelle sembra tutto buio e inquietante!”.

Ma dei rumori provenienti da un cespuglio lì vicino le fece sobbalzare entrambe.

“Calma fanciulle” quella voce sardonica era ben conosciuta.

Le ragazze dopo un attimo di smarrimento riconobbero infatti il comandante.

“Xato.. dov’è Anemone?” disse preoccupata Luce.

Spiegò così di quella visita notturna del marmocchio nella sua camera, del fatto che lui stesse minacciando Anemone con la spada, dell’inseguimento nella foresta.

Poi aggiunse: “Ho paura che la vostra amica abbia creduto che veramente volessi fare fuori il moccioso. Avevo solo intenzione di dargli una bella lezione, per scoraggiarlo a riprovarci un’altra volta, non vorrei che fosse lui a farle del male…”

“Dobbiamo trovarla, Marina corri” e senza pensarci due volte Luce cominciò a tirarsi dietro l’amica, senza neanche badare se Xato stesse ancora parlando.

 

Anemone sentì il suo cuore accelerare di fronte all’invito del ragazzino ad unirsi a lui.

“Io comunque mi chiamo Yaris… e non c’è bisogno che tu ti presenti…”

“Hai sentito alla locanda il mio nome…” aggiunse la ragazza

“Giusto” le confermò Yaris.

Anemone restò qualche secondo in silenzio: “Io in realtà sono diretta con le mie amiche e con il comandante Xato a Fenora. Dovremmo riorganizzare la difesa della città in caso di attacchi nemici!”

“Quindi Xato fa parte degli amici?” chiese con un sorrisino sulle labbra.

“Beh può sembrare strano… ma si dovrebbe essere così” disse incerta.

“Beh auguri allora!” le rispose, volgendole le spalle e facendo per andarsene.

“Aspetta Yaris”

Il ragazzinò si voltò.

“Ma è vero quello che si dice… sul principe Ferio?” disse, portandosi le mani al cuore.

“Perché tu che hai sentito?”

Anemone deglutì: “Ecco… che è diventato un guerriero spietato, in cerca solo di potere?”

Il ragazzino incrociò le mani al petto: “Beh io non ne so molto di quello che sta succedendo su Sephiro, posso dirti solo che il mio villaggio è stato distrutto e che devo trovare il principe!” disse con voce sicura.

In quel momento sentirono un crepitio provenire da una siepe alle loro spalle e il loro istinto gli suggerì di sguainare le spade.

Ma la sorpresa fu grande per i due quando si videro comparire davanti due fanciulle… non due fanciulle qualsiasi… ma due cavalieri magici.

“Oh amiche mie!” fece Anemone abbracciandole.

“Anemone ci hai fatto prendere un colpo, ma dove eri finita” disse preoccupata Luce.

Ma Marina alla vista di Yaris si staccò da loro e avvicinatasi a lui, gli gridò: “Allora sei tu il mascalzone che vuole fare del male alla nostra amica!”

“Ehi bada a come parli!” fu la risposta offesa del ragazzino “io non ho intenzione di farle…”
Ma era stato già raggiunto da uno scappellotto della ragazza: “I bambini come te dovrebbero stare nel letto a dormire e a sognare la mamma!”

Il ragazzo digrignò i denti e stinse i pugni, ma Anemone intervenne prontamente: “Marina no… non mi ha fatto del male… ti assicuro!”

Yaris guardò il cavaliere dell’acqua con sguardo beffardo, chiaramente soddisfatto dell’intervento della ragazza.

“ Xato invece ci ha detto che lui ti aveva minacciato” aggiunse Luce, spiegando loro la versione dei fatti che era stata data dal comandante.

“Farabutto…ha avuto anche il coraggio di dire che non voleva torcermi il collo…” esclamò Yaris “… io comunque me ne vado non ho intenzione di appurare che vi ha detto una bugia! Addio!”.

E stava quasi per sparire nella foresta quando una voce lo raggiunse: “No aspetta ti prego!”.

Anemone aveva pronunciato quelle parole senza neanche pensarci, direttamente… con il cuore.

Era lui ormai ad aver preso il controllo della situazione. Probabilmente era come diceva quella voce nel sogno… non si può sfuggire a ciò che si desidera sinceramente.

“Ragazze devo dirvi una cosa!” fece con voce tenue.

Luce capì subito che non era semplice per Anemone proferire le parole che aveva a fior di labbra, così si avvicinò e le mise una mano sulle spalle; con delicatezza le disse: “Avanti, sai che fra noi, possiamo dirci tutto”

Lo sguardo caldo delle amiche la incoraggiò: “Ragazze io sento che devo fare una scelta… è il mio cuore che me lo sta imponendo… e so che se non lo faccio me ne pentirò!” disse con una lacrima che le scendeva dal viso.

Anche Marina le si fece più vicina per farle sentire il suo sostegno.

Prese fiato e disse: “…Io devo sapere la verità… devo trovare Ferio… e non importa se poi saprò che tutto quello che ci hanno detto Clef è Xato è vero… non importa se per lui non conto più niente… ma restare qui… a domandarmelo ogni secondo mi sta facendo impazzire. Preferisco rassegnarmi alla realtà che illudermi con l’incertezza!” disse.

Marina e Luce restarono in silenzio sapendo che questa era solo la premessa di quello che stava per comunicare loro.

“Io devo andare con Yaris, sento che è la mia strada”.

Cominciò a piangere più forte: “Ma non posso né chiedervi di venire con me perché so che voi dovete svolgere il compito a cui io egoisticamente mi sto sottraendo… né voglio lasciarvi sole… perché se dovesse succedervi qualcosa io ne morirei… ma è più forte di me… sento che questo bambino non per caso è incappato nel mio cammino...”

Marina commossa l’abbracciò.

Luce invece, con gli occhi lucidi, le sorrise e le disse: “Devi andare amica mia… se è quello che senti… devi andare…”

Anemone la guardò con profondo affetto. Anche per Luce era un dolore dividersi, ma, come le sue amiche, sapeva bene che non si poteva sfuggire alle regole di Sephiro. Su quel pianeta erano il cuore e il desiderio a comandare.

“E non stare in pensiero per noi, prenditi cura di te” aggiunse.

Marina si staccò: “La mia opinione non conta a niente vero… non serve che io mi opponga?”

“Già… a quanto pare  vale meno di zero” aggiunse Yaris.

Marina gli fu vicino come una furia e gli diede un altro scappellotto: “Ehi tu fai poco lo spiritoso e sappi che se succede qualcosa ad Anemone ti riterrò responsabile e ti verrò a cercare!”

“Ahia” urlò il ragazzino “sei proprio una strega!”

“Strega a me… se ti prendo!”

E mentre Marina rincorreva su  e giù per il bosco Yaris, Anemone faceva le ultime raccomandazioni a Luce: “Non dovete fidarvi di nessuno, solo di voi stesse. Soprattutto guardatevi da Xato, io prima…”
Ma Luce la interruppe: “Non ti preoccupare terrò gli occhi aperti, ma tu non stare in pena. Xato è pur sempre un uomo di Guruclef, e anche se è strano o nasconde qualcosa non ci farebbe mai del male. Li conosci poi i poteri di Clef no… sicuramente avrebbe letto le sue intenzioni malvagie se ce ne fossero state!”

In effetti il discorso di Luce non faceva una piega.

“Piuttosto Anemone stai tu in guardia. Io conosco i tuoi sentimenti per Ferio, per questo… non lasciare che ti offuschino la mente… mi raccomando”

Ma la ragazza già sapeva che se mai fosse riuscita a trovarlo, la sua vita potrebbe anche essere stata in pericolo. E questo pensiero la addolorava profondamente.

“Vogliamo andare o aspettiamo che anche il comandante ci venga ad augurare buon viaggio!” disse il ragazzino con Marina che intanto cercava di strozzarlo.

“Non ti preoccupare… lo depisteremo noi!” e rivolgendosi ad Anemone “ Ciao amica mia… ci rivediamo presto!”

“Stanne certa” le rispose, prima che da dietro Marina la circondasse con le braccia.

“Vedi di stare attenta, non farci stare in pensiero!” disse con la voce che tremava un po’

“Vi voglio bene… saremo lontane solo col corpo!” aggiunse Anemone guardando Luce e carezzando la mano di Marina.

“La finiamo con queste smancerie e andiamo o no?” le interruppe Yaris.

Così Anemone si inoltrò nel bosco, col suo nuovo compagno di viaggio, allo stesso tempo triste e  in colpa per essersi separata dalle amiche, agitata per la nuova avventura che stava per avere inizio, e  spaventata  perché il giorno della verità era più vicino.

“Ma tu hai idea di come fare a trovarlo… io non so neanche orientarmi per questi boschi?” chiese la ragazza.

Yaris sghignazzò: “Credi che mi fossi avventurato nella stanza di Xato, così per caso?” fece ed estrasse una boccettina dalla tasca. Era la cartina magica che aveva visto al castello di Clef.

 

 

- CONTINUA -

  

 

Cara Kirby, spero che non ti dispiaccia troppo che le abbia fatte separare… ma non ti preoccupare… butterò sempre l’occhio su quello che combinano Luce e Marina. Un bacio!

  
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