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Autore: ohdrewstyles    09/04/2012    2 recensioni
‘Perché hai reagito così?’
Prima di rispondere ci mette un po’, lo vedo pensare.
‘Perché ti amavo.’ Scrive in caratteri piccoli e ben visibili, sottolineando l’ultima parola.
Mi amava.
Mentre io lo amavo.
Potevamo benissimo stare insieme, invece?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“I don’t want this moment, to ever end,
Where everything’s nothing, without you.
I’ll wait here forever just to, to see you smile,
Cause it’s true, I am nothing without you.”


La canzone dei ‘Sum 41’ mi sveglia nuovamente, come ogni mattina da più di un anno.
Apro gli occhi, sorrido e mi preparo molto velocemente.
Fuori è una bella giornata, così, dopo essermi lavata, decido di vestirmi in base al tempo.
Metto un pantaloncino di jeans, una canottiera colorata, le converse e mi trucco solo gli occhi.
Raccolgo i miei lunghi capelli scuri in una bellissima coda di cavallo, prendo lo zaino e m’incammino verso scuola.
Lì trovo il mio migliore amico che mi aspetta, come tutti i giorni.
Lo saluto con un bacio in guancia ed entrambi entriamo in classe.
Harry era sempre stato un amico meraviglioso, lo conoscevo da inizio anno sì, ma mi era stato vicino più di chiunque abbia fatto in tutta la mia vita.
A volte c’era stata anche attrazione fisica tra di noi, ma nulla di serio, non eravamo assolutamente intenti a rovinare la nostra bellissima amicizia.
Però era bellissimo, o almeno, io lo trovavo bellissimo.
I suoi riccioli castani cadevano sul suo viso che era illuminato da un sorriso di cui non si poteva proprio parlare, era impossibile da descrivere.
I suoi di pareri nei miei confronti erano un po’ più espliciti, più di una volta mi aveva ripetuto che mi si sarebbe ‘fatta’ con piacere, ma io la prendevo a giocare.
‘Hai studiato fisica?’ domando con sicurezza di una risposta negativa.
Lui mi guarda come per dire ‘scherzi, vero?’
Come volevasi dimostrare.
‘Devi metterti a studiare, se ti bocciano come faccio io?’
‘Cambi scuola con me.’ Mi fa l’occhiolino.
‘Ovvio, credici.’
Mi fa gli occhioni da cucciolo ai quali non sapevo mai resistere.
Gli do una lieve spinta e cambio discorso, o almeno ci provo, dato che la professoressa era appena entrata.
Ci prepariamo a passare due ore di noia mortale, che poi alla fine, in un modo o nell’altro, le passiamo sempre divertendoci.
Amavo Harry, come amico ovvio, gli volevo un bene immenso e non volevo assolutamente che nessuno me lo portasse via, sarei morta.
Suona la campanella, usciamo e ci dirigiamo verso la macchinetta della merenda, quando interrompe il nostro cammino Louis, un mio carissimo amico, che però Harry odia a morte.
‘Giorno ragazzi!’ ci sorride ad entrambi e mi stampa un bacio in guancia.
‘Ciao Louis’ gli sorrido e guardo Harry che aveva già abbassato lo sguardo.
Non avevo mai capito il perché odiasse così tanto quel ragazzo, in fondo era gentile con tutti, forse anche troppo, trattava tutte le ragazze come se fossero sue ragazze.
‘Va bene, noi dobbiamo andare.’ Harry mi prende per mano e mi porta via.
Louis sorride, nonostante ci fosse rimasto male e prosegue dritto.
Era fatto così, non rimaneva male per nulla e continuava ad avere il sorriso stampato in faccia.
‘Si può sapere cosa ti ha fatto di male quel povero ragazzo?’
‘Povero? Tutta scuola sa che mi odia e che vuole che noi litighiamo.’
‘Secondo me gli dai solo troppa importanza, fidati.’
‘No Amy, fidati tu di me.’
Sorrido e lo abbraccio.
‘Sei geloso?’
‘Non sono geloso, tengo a te, è diversa la cosa.’
‘Sei geloso.’ Sorrido ancora di più.
Lui fa il suo solito sorriso a denti stretti che stava a significare ‘ok hai ragione.’ Così lo stringo ancora di più.

Sabato mattina, mi sveglio alle 10 e 20 con la luce del sole, appena apro gli occhi il mio sguardo cade sul cellulare, che si era appena illuminato.
Un messaggio, Harry, apro.
‘Ultimo giorno prima di pasqua, oggi sei mia, non accetto no.
Ti vengo a prendere alle tre, puntuale. :)’


Mi faceva sempre un piacere immenso passare giornate intere con lui, fuori la scuola.
Stavo così bene, lui mi capiva, era il solo dopo mio fratello forse.

Le tre precise ed ero già fuori la porta, altro che puntuale!
Mi ero vestita comodissima, jeans, canottiera, infradito e solita coda per stare al fresco.
Appena Harry arriva mi guarda con faccia stupita.
‘Sbaglio oppure oggi sei più figa del solito?’
‘Vorresti dire che gli altri giorni non sono figa?’ mi vanto ridendo.
‘Non ho detto questo.’ Mi guarda con sguardo provocante per poi scoppiare a ridere.
‘Allora, dove andiamo?’ dico uscendo dal vialetto di casa mia.
‘Io avevo pensato al Pincio, giusto per stare tranquilli tra di noi.’
Sorrido, come segno di approvazione, mi metto il casco e salgo sul suo bellissimo motorino.
Altra cosa che amavo di Harry? Il fatto che mi portava sempre ovunque grazie a Becky, il suo fantastico scooter.
Il Pincio, si può definire il parco più tranquillo di Roma, ideale per passare un pomeriggio di relax.
Arriviamo verso le quattro meno un quarto, stendiamo un telo e iniziamo a chiacchierare, a giocare, ma più che altro a cazzarare come coglioni.
Ad un certo punto negli occhi di Harry si accende come qualcosa.
‘Certo che non capisco..’ mi guarda stupito.
‘Cosa?’
‘Come fai a non avere un ragazzo.’
Lo sentivo, ero già arrossita.
Ma non per nulla, io ero fatta così, arrossivo anche per un complimento da parte di un vecchietto. S
tavo a due centimetri dalla sua faccia, mi guardava con un mezzo sorriso meraviglioso, sentivo il suo respiro su di me.
‘..sto bene così.’ Abbasso lo sguardo.
‘Sono serio.’ Mi tira su il viso per riportare i suoi occhi nei miei. ‘Sei bellissima.’
Ok, stavamo andando oltre.
Mi alzo, mettendomi seduta con le braccia dietro di me che reggevano il mio corpo.
Guardo il cielo, come se nulla fosse.
‘A che ora parti domani?’
Lui appoggia il gomito dietro e mi guarda dal basso.
‘La mattina presto perché?’
‘E quando torni?’
‘Martedì sera.’
‘Merda, tre giorni?’
‘Già.’
‘Fatti sentire eh.’
‘Amy, non sto partendo per l’America.’ Ride.
‘Scusa se m’interesso.’ Sbuffo, con aria divertita.
Lui mi prende per i fianchi ed inizia a farmi il solletico.
Era così bello scherzare in questo modo con qualcuno, in quei momenti il mondo smetteva di esistere, c’eravamo solo noi e le nostre risate.
Dopo qualche attimo ci troviamo entrambi stesi uno sopra l’altro, stremati, come se avessimo fatto cinquanta giri di corsa.
Guardo con la coda dell’occhio l’orologio.
‘MERDA! SONO LE OTTO MENO VENTI, DEVO TORNARE A CASA, ALZATI.’
Mi alzo di scatto facendo spaventare di brutto Harry che dopo aver capito la situazione si sistema e si dirige a passo celere verso il motorino, non tanto distante da noi.
Mi accompagna fino dentro il vialetto, mi fa scendere e mi toglie il casco.
‘Bhè, allora a martedì.’ Mi sorride e mi fa l’occhiolino.
‘Eh si.’ Sorrido e gli mando un bacio.
Lui mi fa una carezza sulla guancia e dopo di che mi dirigo verso casa mia.

Erano le dieci e venti, mi mancava già Harry.
Cosa stava succedendo? Avevo passato il pomeriggio con lui, non era possibile che mi mancava di già.
Cerco di non pensarci, mi metto sul letto ed inizio a smanettare il mio pc portatile.
Entro su facebook, trovo un messaggio.
Hey Amy, che ne dici oggi di uscire? Fammi sapere, baci;)’
Emh, penso di averlo letto un po’ in ritardo.
Apro la chat per chiedergli scusa, è in linea, meglio così.
‘Hei Louis, scusami per oggi non mi sono connessa ed ho letto solo ora il messaggio!’
Mi risponde subito.
‘Tranquilla piccola, domani ci sei?:)’
‘Si si.’
‘Ok, ti passo a prendere alle quattro ok?’
‘Perfetto, ora vado, buonanotte.’


Spengo tutto e mi metto a dormire.
La mattina seguente mi sveglio presto, metto in ordine la camera e con calma mi preparo per il pomeriggio.
Non ero eccitata al massimo al fatto di uscire con Louis, lo consideravo un banale amico.
E pensare che ad inizio anno gli sbavavo dietro.
Certo, anche ora continuavo a pensare che era un ragazzo molto bello, ma sinceramente non me ne importava.
Mi faccio trovare fuori la strada verso le quattro meno dieci.
Avevo messo i leggins, converse ed una maglia abbastanza lunga che mi lasciava la spalla semi scoperta.
‘Hei bellissima.’
Proviene dietro di me.
Mi giro di scatto, era lui.
‘Hei, ciao.’ Sorrido e lo saluto.
‘Wow, sei bellissima sul serio!’
‘Ma no, grazie lo stesso.’ Improvviso una risata, odiavo i complimenti.
‘Bhè, dove vuoi andare?’
‘..Sorprendimi!’ dico con la faccia a punto interrogativo.
‘Ok, l’hai voluto tu.’
Mi sorride e mi fa salire sul suo motorino, anche lui.
Ma ero davvero l’unica sfigata a non averne uno? Pareva proprio di si.

Prima di salire mi aveva fatto mettere una benda, per rendere tutto ancora più una sorpresa.
Il motorino si ferma e Louis mi fa scendere, mi toglie il casco, mi prende la mano e mi porta con lui, non so ancora dove.
‘Ok, siamo arrivati, puoi togliere tutto ora.’
Mi tolgo la benda e mi osservo intorno, mi aveva portata al mare, minchia!
Era stato davvero un pensiero carino però.
Mi si illuminano gli occhi, mi giro verso di lui e l’abbraccio.
‘Oddio, ma sei pazzo?’
‘Perché scusa? E’ il minimo.’
Lo stringo e lo guardo sorridendo.
‘Vieni.’ Mi prende per mano e mi porta con sé.
Ci sdraiamo sulla sabbia, parliamo del più e del meno finchè non ci troviamo nella stessa situazione di me ed Harry del giorno prima.
‘Se ora fa un complimento sono finita, di nuovo.’ Pensai.
‘Certo che i tuoi occhi sono davvero belli.’ ECCO, PERFETTO.
Mi viene in mente Harry, cazzo, se avesse saputo di oggi non so nemmeno come avrebbe reagito.
Poco ma sicuro, non bene.
Arrossisco, non c’è nemmeno bisogno di mettere una mano sul mio viso, l’avvertivo al volo ormai.
‘Grazie.’ Dico imbarazzata.
‘Hei non ti ho detto mica che sei Miss. Mondo, non agitarti così.’ Scoppia a ridere.
Rido anche io, almeno per nascondere l’imbarazzo.
Mi alzo, rimanendo con le gambe piegate con Louis che mi segue a ruota.
‘Come mai non sei fidanzata?’
Per caso mi stavano facendo un giochetto? Entrambi le stesse domande mi avevano fatto.
Faccio spallucce e inizio a fissare il mare.
‘E’ davvero strano, sei così bella.’
Gira il mio viso verso il suo, avvicinandosi.
Cosa vorresti fare? Non avvicinarti troppo ehi, non so quanto potrò resist….
Ecco le sue labbra sulle mie.
Cosa stavo facendo? Non mi piaceva Louis.
O almeno, così mi ero convinta.
Lui si stacca delicatamente e mi guarda sorridendo.
Io stacco il mio sguardo, abbassandolo.
Mi vibra qualcosa in borsa, prendo il cellulare, è Harry, cazzo.
Mi alzo e inizio a fare avanti ed indietro per la spiaggia.
Parliamo per 10 minuti, giusto per dire due cose al volo.
Attacco e torno a sedermi vicino a Louis.
‘Era Harry?’
Faccio sì con la testa e sorrido al pensiero di averlo sentito, mi mancava.
‘Chissà come la prenderà.’
‘Cosa scusami?’
‘Il fatto del nostro fidanzamento.’
Non so cosa, se non la gravità, aveva fatto rimanere i miei occhi dentro le palpebre.
‘Cosa? Stai scherzando? Quale fidanzamento?’
‘Andiamo, perché sennò mi hai baciato? Non ti piaccio?’ si avvicina a me con aria maliziosa.
‘Non me l’hai nemmeno chiesto..’ fisso le sue labbra.
Mi prende le mani e mi guarda fissa.
‘Amy, vuoi essere la mia ragazza?’
Ma mi stava prendendo per il culo? Da dove era uscita tutta questa dolcezza? O meglio, da quando Louis Tomlinson era così interessato a me?
Ero intenta a fargli minimo cinquanta domande di questo tipo ma la risposta più idiota che mi era uscita fu un cenno di sì con la testa, seguito da una sorriso improvvisato.
Cosa avevo appena fatto? Mi ero fidanzata? Così? Oh dio che razza d’idiota.
Ero attratta fisicamente da Louis, era un bravo ragazzo e mi trovavo benissimo con lui, ma qualcosa mi diceva che stavo sbagliando.
HARRY.
Cazzo, cosa gli avrei detto?
Lui mi aveva sempre ripetuto che lo scopo principale di Louis era quello di farci litigare, e se aveva ragione?
Non stavo capendo nulla, ero confusa, ma su una cosa avevo le idee certe, avevo bisogno di Harry, più che mai.
Il resto del pomeriggio era passato normalmente, da ‘fidanzati’ quasi sconosciuti.
Torno a casa con una strana sensazione allo stomaco, ero sempre più confusa.
Avevo detto a Louis di non dire nulla a nessuno per il momento, volevo aspettare il ritorno di Harry per parlargliene in faccia.
Mi venivano i brividi solo a pensare a quella scena.
Cosa ti aspetti? Si incazzerà come una bestia, e non puoi biasimarlo.
Però da una parte, non aveva ragione la mia coscienza.
Secondo lui non potevo fidanzarmi mai? Non potevo rimanere single a vita.

Le dieci passate, mi connetto un po’ su facebook, trovo un messaggio, sempre Louis.
‘Non vedo l’ora di dire tutto a tutti. <3’
Non rispondo nemmeno, mi metto a dormire direttamente.
Non stavo facendo la cosa giusta.

Lunedì, esco nuovamente con Louis, questa volta mi aveva portato al centro di Roma, per una semplice passeggiata, niente di cui lamentarsi in fondo.
Solo che ogni volta che ci baciavamo mi veniva una forte stretta allo stomaco, seguita dalla faccia di Harry.
Stavo iniziando a spaventarmi, fortunatamente il giorno dopo sarebbe tornato.

Il martedì lo passai tutto il giorno a casa, inventandomi una banale scusa con Louis, non mi andava di uscire.

Mercoledì mattina, finalmente.
Mi preparo in fretta e furia, avevo mandato un messaggio la sera prima ad Harry con scritto di incontrarci un po’ più presto, così almeno potevo parlargli.
Arrivo davanti scuola, non c’era nessuno, solo lui che mi stava aspettando.
Dio com’era bella quella scena.
Lui con lo zaino sulle spalle, sorretto dalle mani.
Si guardava intorno con aria disinvolta, facendo avanti e indietro come un bambino spaesato.
Mi veniva voglia di riempirlo di baci all’instante.
‘Giorno.’ Mi dirigo verso di lui sorridendo.
‘Amore!’ mi prende in braccio facendomi girare.
Tra qualche minuto mi odierà, godiamoci questi momenti. Pensai.
Mi mette giù e io mi sistemo i capelli.
‘Allora, cosa devi dirmi?’ mi dice lui sistemandosi quel’ammasso di ricci disordinati che amavo da morire.
‘Ok, bene..’ inizio ad innervosirmi.
‘Hei, tranquilla.’ Mi mette una mano sulla spalla in segno di conforto, ma non ce la facevo lo stesso.
Devo dire tutto d’un fiato, passa meglio.
Domenica sono uscita con Louis, ci siamo messi insieme.’ Avevo chiuso gli occhi e detto tutto d’un solo fiato, che coraggio.
Apro piano un occhio per vedere la sua espressione, sconvolto proprio.
Anche se devo dire mi aspettavo di peggio.
Aveva la bocca semi aperta, gli occhi guardavano un punto qualsiasi.
‘Harry..’ cerco il suo sguardo.
‘No, è ok.’ Lo abbassa.
‘Non è vero.’ Mi guardo intorno.
‘Si, tranquilla.’ Detto così gira e si dirige da tutt’altra parte che verso l’entrata di scuola.
‘Dove vai?’
Non mi risponde e continua a camminare.
Sarei stata troppo patetica se mi sarei messa a corrergli dietro, così lo lasciai andare.
Iniziava una perfetta giornata di merda, uao!
Louis non si era nemmeno fatto vedere ed io senza Harry mi sentivo persa.
All’uscita trovo Louis appoggiato ad una macchina che mi aspettava.
Cerco Harry con lo sguardo, ma nulla.
‘Niente scuola?’ mi rivolgo al mio ragazzo.
‘Non mi andava, ma sono venuto a prenderti.’ Mi sorride e mi stampa un bacio.
Mi giro e vedo Harry dietro di me, ci aveva visto e la sua espressione era peggiorata da quella di stamattina.
‘Harry.’ Provo a sorridergli.
‘E’ tua, tienitela.’ Mi porge la nostra catenina, quella che gli avevo regalato per S. Valentino, come segno d’amicizia.
Ma cosa stava facendo? Era idiota?
‘Che significa?’
‘Non mi serve più ormai.’
Lo prendo per mano e lo porto lontano da Louis.
‘Fammi capire, dovevo rimanere single a vita secondo te?’
‘No, la vita è tua.’ Mi dice con aria più che incazzata.
‘Ti prego..’ lo supplico.
‘Ci vediamo.’ Se ne va, lasciandomi sola con la nostra catenina in mano.
Louis si avvicina, prova a baciarmi ma io lo scanso, non mi fregava se si sarebbe incazzato, ora non era il caso.

Torno a casa, scoppio a piangere dopo essermi buttata sul letto, tra tutti i miei cuscini.
Fisso ancora la nostra catenina, è l’unica cosa che mi rimane di noi.
Era stato un completo idiota, che senso aveva fare quella scenata?
Dovevo avercela a morte con lui, ma perché non riuscivo a pensare altro che al fatto di quanto mi mancasse di già?
Senza Harry faceva tutto schifo, tutto.
Louis mi piaceva, ma non mi faceva così impazzire da mandare tutto a puttane con il mio migliore amico di sempre.
Cerco di chiamarlo, nessuna risposta.

La notte passata fu una merda, in bianco.
Non facevo altro che pensare a come sarei stata senza Harry.
Ma perché? Era un migliore amico, non un fidanzato.
‘Lo amo da morire, non posso lasciarlo andare.’ Era l’unica frase che mi veniva in mente, ripensando ai sensi di colpa che provavo nei pomeriggi passati con Louis.
‘Lo amo da morire.’
Si ama un fidanzato, non un migliore amico.
Era una frase sbagliata, allora perché mentre la pensavo mi sembrava così stranamente giusta?
Forse era davvero quello che provavo nei suoi confronti? Amore?
Forse era per questo che ero sempre gelosa di lui, che m’interessavo peggio di una mamma, gli rompevo peggio di una sorella e lo proteggevo peggio di un fratello?
Oh mio dio, ero innamorata del mio migliore amico?
Non so se la cosa peggiore era questo oppure il fatto di essermene accorta due giorni dopo essermi fidanzata con il suo nemico.
Ed ora?
Non avrei detto nulla, so che lui non provava la stessa cosa, quindi era inutile.
Bella situazione di merda.

Mattina, non ho dormito per niente.
Mi vesto veloce, non mi trucco nemmeno ed esco di casa senza aver fatto colazione.
Fuori scuola non c’è Harry, non è mai successo dall’inizio dell’anno, mi fa un effetto bruttissimo.
Questa scena si ripete per una settimana, non lo vedo più, sto male.
Louis cerca di starmi vicino, mi consola, ma non riesco stare meglio.
Harry non si trova, non è a casa, non risponde al telefono, ho bisogno sempre più di lui.


E’ passato più di un mese, un mese sola, senza il mio migliore amico.
Non ne andava una giusta, ma ultimamente cercavo di non pensarci troppo.
Credevo nel destino, se era dovuta andare così, alla fine non ci speravo più.
Il rapporto tra me e Louis era ‘migliorato’, ci eravamo un po’ chiusi tra di noi ma almeno qualcuno mi stava vicino.
La sera specialmente mi deprimevo ripensando ad Harry, avevo sbagliato e di grosso.
Lo amavo, ma me ne ero accorta troppo tardi.

Settembre.
La mia vita è cambiata, sono passati solo tre mesi ma sono cambiate molte cose.
Sto ancora con Louis, siamo felici.
Di Harry non ho più notizie, solo voci di quartiere che dicevano che si fosse trasferito dalla zia per qualche mese, potrei dire di essermi abituata alla sua assenza, ma non è esattamente così.
Ho provato solo a non pensarci più, facendomi meno male.
Il primo giorno di scuola arrivo in anticipo di circa dieci minuti, per mano con Louis.
Mi faccio un giro con gli occhi cercando qualcuno in particolare, ma niente.
Non mi ero nemmeno illusa, entro in classe salutando Louis.
La prof. ci saluta con il suo solito entusiasmo ed un attimo dopo ci fa mettere subito a lavoro.
Bussano alla porta, aprono ma non entra nessuno.
La professoressa ha un’aria scocciata.
‘Primo giorno, già in ritardo?’
‘Mi scusi prof.’ Quella voce, dio, l’avrei riconosciuta tra mille.
Alzo gli occhi che mi s’illuminano in un secondo verso quella figura ancora non definita.
Sorridevo come una cogliona, potevo scommetterci.
‘Dì il suo cognome, dì il suo cognome, ti prego.’ Pensai chiudendo gli occhi e incrociando le dita.
‘Va bene Styles accomodati ora.’
Mi sento come un peso tolto dallo stomaco immediatamente, sprizzavo felicità da tutti i pori, non mi pareva vero.
Dopo quasi sei mesi avrei rivisto il mio migliore amico, sicuramente incazzato ancora con me, ma non me ne importava.
Lo avrei abbracciato anche se aveva un coltello puntato verso di me.
Harry entra in classe e si dirige verso il nostro banco.
Prima di sederci ci pensa due volte, ma poi si decide ed improvvisa un sorriso.
Sono contentissima, non riesco a trattenere il sorriso, tanto che la prof non smette di guardarmi.
Avrei voluto riempirlo di domande, di baci, ma in quel momento non potevo fare nulla.
Improvviso, scrivo sul banco dando un colpo al suo gomito per farglielo notare.
‘Mi sei mancato.’
Tutto qui, niente domande.
Lui prende la matita dalle mie mani e scrive qualcosa.
‘Sono stato di merda senza di te questi mesi.’
Mi aspettavo di tutto, un ‘vaffanculo’, anche di peggio, invece..
Lo amavo dio mio, quanto lo amavo.
Avrei lasciato tutti e tutto per lui in quello stesso instante per evitare di perderlo di nuovo.
Per tutta l’ora abbiamo continuato a ‘parlare’ tramite scritte, riempiendo il banco.
In quei mesi era stato dalla zia, come avevo sentito, per non soffrire ancora di più.
Non voleva vedere né me né Louis, come biasimarlo.
Mi chiede come va, rispondo che sto ancora con Louis ma che lui mi è sempre mancato.
Non sembra più gli dia fastidio, anzi sembra addirittura felice.
‘Perché hai reagito così?’
Prima di rispondere ci mette un po’, lo vedo pensare.
‘Perché ti amavo.’ Scrive in caratteri piccoli e ben visibili, sottolineando l’ultima parola.
Mi amava.
Mentre io lo amavo.

Potevamo benissimo stare insieme, invece?
Rimango immobile, osservando quella scritta più di una volta.
Lui mi guarda come preoccupato e poi riscrive.
‘Stai bene?’
Mi riprendo e rispondo.
‘Si, scusa.’


Faccio finta di essermi scocciata, stavo di nuovo male.
Adesso Harry aveva benissimo altro per la mente, non so nemmeno più se saremmo tornati migliori amici, l’avevo perso comunque.
La lezione era finita, tutti escono dalla classe, compreso lui, lasciandomi da sola.
Non ne potevo più.
Prendo un pezzo di carta, scrivo qualcosa sopra e lo poggio sul nostro banco, prendo lo zaino e me ne vado.

Il pomeriggio stesso avevo spento tutti i cellulari e staccato il telefono di casa, non avevo voglia di sentire nessuno, avrei pianto tutto il giorno.
Verso le cinque passate suonano il campanello, doveva essere Louis.
Ero in condizioni oscene, ma poco m’importava.
Apro la porta, non capacitandomi di ciò che avevo davanti.
Sbatto gli occhi diverse volte per capire se realmente ciò stava accadendo.
Sorrido e mi scende una lacrima, avrei fatto una foto perché quella era la scenda più bella che i miei occhi abbiano mai visto.

Harry Styles, in piedi, davanti a me con il bigliettino che avevo scritto io oggi poggiato davanti la bocca.
Su quel bigliettino avevo semplicemente scritto ‘ti amavo anche io.’, la cosa più bella era che lui sotto aveva risposto, scrivendo ‘ti ho sempre amata e non smetterò di farlo.’



In quel momento, tutto era perfetto, avevo finalmente ritrovato l’amore della mia vita.
  
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