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Autore: Faddo    09/04/2012    0 recensioni
N.B. Questo racconto è il seguito di una mia precendete Fiction:
"La Vita Secondo Adam Navarro" Si prega di leggere prima quello per capirci di più della storia; ma tranquilli la storia è comunque strutturata per far capire a tutti tutto in qualche modo.
Navarro Adam è un 40enne insegnante di psicologia dalla vita travagliata che ha trovato una rapida ripresa verso il migloramento dopo la riapparsa della sua fiamma adolescenziale Railey.
Dopo la sua partenza però la vita di Adam ricade in uno stato peggiore di quello di partenza.
Tra Follia, Cinismo, Amore, Amicizie, Comicità e Quotidianità, Adam dovrà riprendere in mano per la seconda volta la sua vita e risistemare il casino che si è creato intorno a lui.
La Soluzione Secondo Adam Navarro.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Massime di Adam: Ogni Lasciata è Persa...questo è il motto del perdente"

CAPITOLO 4: Vortice di San Valentino


Era un giorno qualunque di Febbraio, quella mattina mi stavo dirigendo verso il Rinos, l'aria aveva un odore strano, un odore che non sentivo da un po' di mesi.

Mentre camminavo vedevo gente che si baciava, che si teneva per mano già di prima mattina; uno spettacolo strano ai miei occhi, era San Valentino, ma non me n'ero ancora accorto, forse ero troppo assonnato, in tutti i sensi, per capire cosa succedeva.

"Adam: ma che cos'ha la gente oggi, non vedevo tanti svitati che amoreggiavano all'aria aperta da quando la cometa di Halley passò per l'atmosfera nel 1986, ora che ci penso era pure febbraio, magari è già tornata e non me ne sono nemmeno accorto"

Ad un certo punto una vecchietta dietro di me che a quanto pare aveva ascoltato interessata mi disse:

"Vecchietta: scusi, signore, sta parlando con me?"

"Adam: no, accidenti a lei, guardi che parlare da solo non è reato"

Dopo quella risposta un po' sgarbata mi svoltai a destra per entrare nel soltio bar.+

"Adam: giorno feccia"

Nessuno mi salutò c'erano solo Kirk, Paul e una donna che chiacchierava vicino a Kirk.

"Adam: ho detto giorno..."

"Paul: heilà Adam"

Kirk distogliendo per due secondi lo sguardo dalla donna mi disse:

"Adam: oh ciao Adam"

Kirk non fece in tempo a presentarmi la donna che subito quella disse:

"???: Beh, Kirk devo andare al lavoro, ci vediamo"

I due si salutarono, nello stesso momento Eveline venne fuori dalla cucina e disse:
"Eveline: ciao Adam"

"Adam: ciao Eveline, prendo il solito caffè, ma niente brioche oggi non ho fame"

"Eveline: incredibile, già prendo pochi soldi, senza la tua brioche mattutina come potrò mantenere le spese alimentari..."

"Adam: fa poco la spiristosa che già un euro per le brioche come le fai te è un prezzo da denuncia"

Presi il giornale mentre gli altri risero per la mia battuta, quando ad un certo punto misi via il giornale senza nemmeno aprirlo, in quella giornata forse era meglio se non leggessi il giornale, così decisi di farmi quattro chiacchiere con i miei amici per raccontare l'episodio spaventoso che avevo visto stamattina.

Mi accesi un cigarillos feci due tiri e poi soffiando fuori il fumo dissi:

"Adam: non crederete a quale spettacolo madre natura mi ha messo davanti già alle

7 e 15 di mattina, un formicaio di persone che si muovevano per le vie della città mostrandosi in atti di effusioni amorosi, tra coccole, baci, abbracci ma meno male avranno tenuto il meglio per la serata, non riesco a capire da quando tutto questo è diventato così pubblico quando io ero giovane c'era più rispetto della privacy personale, tra un po' anche le donne per bene andranno avanti con i capezzoli scoperti e nessuno dirà niente, come se perdesse il senso del pudore e del teniamo il meglio per pochi"

Di fronte a questa mia affermazione la prima a metter bocca fu Eveline che mi chiese:

"Eveline: ma di che accidenti stai parlando"

Stavo per dire qualcosa quando Paul mi disse:

"Paul: oh no, non ci credo questa cosa era già capitata quando avevi 17 anni, ti era già successo a quell'epoca credevo che ti fosse passata quell'amnesia da San Valentino"

A quel punto una lampadina mi si accese e il mio sugardo ricadde sull'unico calendario che aveva Eveline nel bar e lessi la data 14/02/12, era San Valentino e non me n'ero nemmeno accorto.

Paul si riferiva all'episodio di quando andando a prove a piedi insieme a lui rimasi stupito nel vedere la gente che si scambiava gesti gentili e amorosi in pubblico anche in piena piazza quando di solito queste cose si facevano nei due parchi di Selice più nascosti e in riva al fiume.

"Adam: cosa? San Valentino? Oh merda, no, questa festa, non di nuovo, perchè deve venire ogni anno? Non può essere una festa che viene solo negli anni bisestili?"

"Kirk: questo è un anno bisestile"

"Adam: oh merda...comunque, sì odio San Valentino, mi conoscete da anni e non credo ci sia niente di cui stupirsi"

"Eveline: non c'è niente di cui stupirsi soprattutto perchè come ogni anno farai il solito monologo identico su cosa ne pensi di San Valentino"

"Adam: non sono così ripetitivo e poi scusami se mi piace ricordare alla gente che San Valentino è un complotto dei soliti venditori di cioccolato, fiorai e gioiellieri; uno sfruttamento emozionale disumano, quindi non è nemmeno una festa, onestamente penso che il comune dovrebbe smetterla di incitare i negozianti a prendere iniziative strane e ambigue, mi son rotto le scatole di questo complotto di San Valentino"

Eveline sbuffando e servendomi il caffè disse ansimando:

"Eveline: e alla fine pure quest'anno hai fatto il solito monologo"

Paul dubbioso chiese:

"Paul: ma l'anno scorso non l'ha fatto"

Kirk prontamente rispose ridendo:

"Kirk: l'anno scorso non era single"

"Adam: che vorresti dire scusa?"

"Kirk: dico che l'anno scorso avevi Railey e non ti sei lamentato di San Valentino, quest'anno sei tornato single e San Valentino lo odi di nuovo"

"Adam: che cosa cazzo vorresti dire scusa?"

"Kirk: voglio solo dire che sei il tipico ipocrità di San Valentino"

"Adam: si già forse hai ragione, forse...devo solo starmene zitto, piuttosto dimmi chi era quella che è uscita qualche minuto fa?"

Kirk tutto contento sia per avermi messo con le spalle al muro sia per il suo ultimo successo con le donne disse:

"Kirk: si chiama Sophie, l'ho conosciuta lo scorso sabato in un bar e in un certo senso tra noi è scattata una certa scintilla, sai..."

Kirk stava per continuare quando all'improvviso Paul si alzò e andò di corsa fuori disse solo:

"Paul: cazzo, sono in ritardo, scusate devo andare"

"Eveline: ma che avrà da fare così presto?"

"Adam: e che te ne frega non è mica tuo figlio, continua Kirk"

Kirk un po' imbarazzato disse:

"Kirk: beh sai...è da un po' di anni che non ho in un certo senso una...vera relazione con una donna e beh Adam tu sei mio amico da molto tempo, volevo chiederti...cosa te ne pare di Sophie?"

Quell'immagine da buon amico che si era fatto Kirk mi riportava indietro nel tempo, ma malinconia a parte, dare giudizi sulla ragazza di un amico non è mai cosa facile, non so perchè ma in quel giorno non avevo proprio voglia di esser onesto, un po' perchè Kirk ultimamente mi stuzzicava con la storia della separazione da Railey e un po' perchè era San Valentino.

"Adam: beh, devo dire che è un bel gesto da parte tua uscire con quella ragazza, credo che sia davvero contenta"

Kirk si ammutolì per un paio di secondi e mi chiese:
"Kirk: i...in che senso, scusa, ha qualcosa che non va?"

"Adam: dico solo che è un bel gesto da parte tua uscire con lei"

La mia frase aveva centrato il bersaglio, un pizzico di bugia e di bastardaggine avevano mandato in confusione Kirk.

"Kirk: Eveline, che sta dicendo Adam?"

"Eveline: ma niente, figurati, Sophie è una ragazza carina"

"Kirk: carina? Oh no questo è uno dei modi di dire di voi donne quando ne vedete una brutta che sta insieme ad un vostro amico"

"Adam: oh andiamo è San Valentino è normale questo genere di cose e poi son orgoglioso di te, hai fatto davvero una buona azione, io ora vi lascio devo andare a scuola"

Spensi il cigarillos sul posacenere e mi alzai finendo di sorseggiare il caffè

"Adam: ci vediamo a pranzo"

Arrivato a Scuola l'ambiente non era tanto diverso dalle strade, mentre camminavo una coppia che passeggiava sul vialetto per uscire dalla scuola mi venne addosso per errore, guardai il ragazzo con uno sguardo davvero cattivo e lui subito abbassando lo sguardo si diresse insieme alla sua metà dove stavano andando e mentre camminavo verso l'edificio dissi tra me e me:

"Adam: tanto si molleranno prima di pasqua..."

In sala insegnanti sembrava l'unico posto neutro dalla malattia di San Valentino.

Appoggiai la 24 ore pesante per lasciare un paio di testi di libri di psicologia che mi servivano per gli alunni di seconda, ora dovevo dirigermi in prima.

L'ora in 1^C durò più del solito, a quanto pare l'amore non era molto diffuso all'interno delle classi ma forse fuori.

La seconda ora mi diressi verso la 2^E mi aspettava un'ora non molto intensa da quella parte.

Appena entrai in classe notai che l'atmosfera era normalissima pure in quella classe; erano tutti presenti, abbastanza normale quando riconsegni una verifica con il voto e tutti son curiosi di sapere come è andata.

Prima di arrivare nella classe passai per l'aula insegnanti e presi quei libri che mi servivano, avevano un utilizzo didattico per quel giorno.

"Adam: buongiorno ragazzi, e il primo che osa augurarmi san valentino tornerà in classe per santo stefano dopo aver fatto la maratona di londra, son di pessimo umore oggi, ma comunque per chiunque me lo chiedesse, sì, ho portato i compiti e gli ho corretti, devo dire..." presi una pausa per pensare come giudicare in generale i compiti e l'unica parola che mi venne in mente fu:

"Adam: regolari" e aggiunsi:

"Adam: nessuna insufficienza e questo è strano, ma allo stesso mi fa felice, vuol dire che state imparando qualcosa, finalmente"

Nella classe cominciò un tumulto di voci sussurrate che nell'insieme facevano davvero un rumore fastidioso, così presi il pacco di compiti e sbattendolo con violenza sul tavolo dissi:

"Adam: silenzio, ora passerò banco per banco a dare il compito e griderò ad alta voce il voto, così perchè mi va e perchè voglio che questo risultato vi rimanga ben impresso nella mente e non solo a voi ma pure ai vostri compagni in modo tale che prima di pensare di abbassare la guardia ci pensiate due volte, forse per voi non ha senso, ma chi è laureato in psicologia qua? Non voi"

Non ci fu alcuna obiezione, la classe appariva tranquilla.

Ero in piedi e comincio la consegna:

"Adam: Ferrovia"

Subito la solita ragazzina un po' indecisa prese il compito e io urlai:

"Adam: otto, brava; poi abbiamo, Otaku"

Mi avvicinai al suo banco e diedi il compito, la faccia della ragazza scoppiò in un urlo di gioia:

"Otaku: Yatta!"

e io urlai a voce più alta

"Adam: nove e mezzo; ora c'è la nostra ficcanaso, Behemounth Sarah"

Diedi il compito e successivamente urlai:

"Adam: sette più; passiamo adesso ad un fanciullo, Patata!"

Subito lui emettendo uno dei suoi soliti strazzi annoiati mi fece cenno di dove fosse

"Patata: eh? Sì son qui"

io dandogli il compito urlai:

"Adam: sette"

Di seguito c'era Fiona in quei giorni fu sempre presente a scuola, mi disse che alla fine ne aveva parlato del suo problema con i genitori e pure con il ragazzo e sembra che seppur tutto sembrasse strano a tutti pian piano ognuno sta facendo il proprio per dare una mano, ma mi ha aggiunto una postilla negativa, ovvero che tutti fan qualcosa tranne il ragazzo in questione; non mi ha ancora detto il nome, so solo che è uno dei ragazzi in questa classe, ma appena lo becco si sarebbe dovuto subire un bel dialogo, non tanto per quello che ha fatto, ma per cosa sta facendo dopo quello che ha fatto; noto che nessuno dei ragazzi ha particolari contatti con le ragazze, così il piccolo inseminatore si nasconde per la paura di esser scoperto, quando già tutta la classe ormai ha saputo la situazione dopo poco che Fiona ne ha parlato con i genitori e addirittura il caso sta per diventare di dominio pubblico visto che le voci volano in fretta.

Passai per dare il compito a Fiona quando vidi che stava con la faccia dentro lo zaino e dissi:

"Adam: Fiona, il tuo compito...Fiona" non sembrava rispondere, ad un certo punto alzò la testa e dalla sua bocca partì un lieve spruzzo di vomito che per poco non prese le mie scarpe, stavo per fare qualcosa quando da uno dei primi banchi si alzò una persona, era un ragazzo, chiunque fosse stato di sicuro preso dai sensi di colpa si era alzato per aiutare l'amata e a quel punto ecco che a tutti fu chiaro chi fosse quel ragazzo, questo fu un colpo di scena non solo per me ma per tutta l'intera classe che non si sarebbe mai immaginata un intreccio simile che fosse sfociato addirittura nel sesso.

"Micheal: Fiona, Fiona non ancora, andiamo in bagno vieni, ti porto io"

Micheal era il vero nome di Scienziato Mancato, nessuno poteva crederci che alla fine il playboy che era riuscito a conquistare la donna della classe fosse in realtà Scienziato Mancato, solo io ero al corrente che fosse un ragazzo della classe, Fiona mi disse che non aveva accennato di nessun ragazzo con nessuna amica che pure lei aveva preferito mantenere il segreto, ma dopo di questa scena era ormai chiaro a tutti cosa stava succedendo.

Fiona e Micheal uscirono di classe senza dire niente, coperti da un silenzio che si era creato in classe.

A quel punto in classe tutti rimasero in silenzio senza saper cosa dire; io invece indisturbato continuai la mia lezione.

Dopo aver finito di consegnare i compiti dovetti spiegare una cosa agli alunni.

"Adam: ragazzi, tornate qua, occhi a me grazie..."

Quando l'attenzione era tornata su di me finalmente, cominciai a spiegare il capitolo successivo o per lo meno come avremmo trattato gli argomenti.

Presi i libri che avevo e tenendolo in mano dissi:

"Adam: questi son cinque libri, della quale quattro sono di Freud e uno tratta riguardo Freud in generale, ho scelto dei libri non semplicissimi e nemmeno lunghissimi a mio parere, voglio che cinque di voi si prendano un libro a testa, che lo leggano e che fra due settimane sappiano esplicare alla classe quello che hanno imparato leggendo questi libri in questo modo, non sarò io a spiegare Freud ma sarete voi; il perchè faccio questo? Prima cosa, voglio provare un nuovo metodo d'insegnamento e siccome non ho molte classi voi siete gli sfortunati prediletti, seconda cosa voglio mettervi alla prova e vedere le vostre capacità, raccomando questo compito a chi vuole intraprendere un futuro in campo psicologico, o psicanalitoco ma anche a chi si sente molto interessato all'argomento, non dovete scegliere ora i candidati fatemeli sapere entro la fine della settimana possibilmente"

Dopo di questo mio monologo sui compiti per casa mi misi sulla cattedra ad accogliere le richieste di spiegazioni sul compito, tutto col compito di distrarre la classe da ciò che era accaduto precedentemente.

Suonata la campanella nè Fiona nè Scienziato Mancato erano ancora rientrati, così dovetti rimandare il discorso per Scienziato Mancato ad un altro giorno; così mi diressi in tutta tranquillità nell'altra prima dove mi aspettavano due ore.

Finita la giornata scolastica decisi di passare a pranzare al bar, però appena fuori scuola ricominciò la malattia di san valentino tra gli studenti ed erano baci e abbracci ad ogni angolo di strada in quel quartiere.

In quella giornata ero talmente pensieroso che non feci nemmeno il solito rituale di guardare dalla porta se ci fosse Layla o meno al Rinos, e quel giorno quella distrazione mi costò caro.

"Adam: buongiorno gente, o forse dovrei dire malgiorno; cavolo che scene disgustose che ci sono per stra...." c'erano seduti Paul, Layla e Kirk che stavano mangiando e subito Kirk mi guardò e mi incitò a stare zitto con il calssico gesto del dito indice posto davanti alla bocca che in quel momento stava masticando un pezzo di un buon tramezzino pomodoro e mozzarella.

Non fui subito scosso dalla presenza di Layla perchè sembra che ci fosse qualcos'altro di preoccupante che bolliva in pentola, infatti dalla cucina si sentirono delle risate che provenivano da Eveline e da un uomo; ero sul punto di chiedere sotto voce cosa stesse succedendo a Kirk, ma non ce ne fu il bisogno. Dalla porta uscì un uomo dai capelli neri scuri ben curati, barba appena appena folta e un fisico mediocre che sembrava aver tinto di gioia il volto di Eveline con uno sguardo dei suoi occhi verdi e del suo sorriso da falso macho che disse:

"???: perfetto, allora ci vediamo sabato, ti passo a prendere io"

"Eveline: sì, perfetto, ci vediamo"

"???: ciao cara, ciao anche a voi"

"Kirk: ciao"

"Paul: ciao"

"Layla: ci vediamo"

L'unica che non lo salutò fui io che subito dubbioso chiesi:

"Adam: chi diavolo era quello scusate?"

Prese parola Eveline che subito disse:

"Eveline: quello è il mio nuovo ragazzo"

"Adam: no non lo è"

"Eveline: cosa?"

"Layla: ehi ciao Adam"

"Adam: sì, ciao Layla, senti vieni in cucina ti devo parlare a quanto pare."

Subito andai dietro il bancone e spinsi per la schiena Eveline in cucina per parlare in privato.

"Eveline: che cosa vuoi Navarro"

"Adam: dico solo che Eric è il tuo ragazzo lui è solo un rimpiazzo, ci scommetto che si è fatto avanti con lo stesso fare con la quale ti ha salutato, intendo dire come uno sciupafemmine, andiamo è come te prima che tu conoscessi Eric si vede lontano un miglio e te stai con lui solo perchè sai che avrai una relazione breve ma abbastanza lunga per far ingelosire quello stupido di Eric"

"Eveline: esatto è uno stupido per questo l'ho mollato per un ragazzo con le palle come Jospeh, tu mi spieghi perchè ogni cosa che ti accade intorno hai bisogno di risolverla, credi che con le tue belle parole rivelatorie farai star meglio la gente, ma sei uno psicologo o l'uccello del mal augurio"

"Adam: son psicologo e so che questa difesa aggressiva e di direzione opposta al discorso che stiamo facendo è solo una via per poterti difendere dalle mie accuse perchè sai che sono vere ma te non sai accettarle, guarda che si capisce che ami ancora Eric e che..."

A quel punto Eveline non si capisce per cosa lo fece ma mi disse urlando:

"Eveline: ora basta Adam, sta zitto lasciami in pace, vattene!"

"Adam: cosa? Solo perchè ti do una mano ora mi cacci vai, già non guadagni molto se mi cacci pure via perderai solo soldi"

"Eveline: mi hai stufato te e il tuo modo di fare da superman che vuole risolvere ogni cosa, vattene dal mio bar"

A quel punto incazzato uscì dalla cucina e mi diressi verso la porta dicendo

"Adam: se proprio lo vuoi sapere mi preoccupo per te perchè sei mia amica nonostante tutte le cose cattive e pungenti che ti dico ogni giorno, ci tengo a te e so cosa provi per davvero visto che ti conosco da più tempo dei tuoi ex ragazzi, di Eric e di questo Joseph, puoi mentire a tutti loro ma non a me, sei come un libro per me, e non uno di quei testi complicati di psicanalisi, ma un fumetto di topolino da quanto ti conosoco bene, non dimenticarti chi c'è stato ed ha fatto molto e chi essendoci non ha fatto niente solo per paura di esser giudicato"

"Eveline: che diavolo dovrebbe significare"

"Adam: che qua dentro sono, son sempre stato e sarò sempre l'unico che ha le palle di dirti le cose così come stanno senza censure o mezze vie, se non sai apprezzare questo allora non sai apprezzare nemmeno me come persona e io reciprocamente non rispetterò te per quello che sei, umana, e nonostante io ti capisca e cerchi di aiutare sembra che non te ne importi niente anche se un aiuto è quello che di cui hai bisogno proprio ora"

Detto questo calò un silenzio nel bar e io me ne uscì senza aggiungere una parola.

Tornato a casa presi la posta dalla buca delle lettere in entrata nel condominio, salite le scale arrivai alla porta del mio appartamento nel secondo piano e subito appena entrato buttai la giacca e le lettere sul divano, fatto sta che una delle lettere atterrando male cadde a terra e la raccolsi subito, era una lettera arrivata da Milano, appena vidi il nome di quella città mi si rizzarono i capelli dal brivido.

La aprì subito e vidi che era un biglietto di san valentino, con scritto "Buon San Valentino da chi ti pensa non solo in un giorno ma tutti i giorni"

la cosa che più mi lasciò pensieroso fu la scritta alla fine:

"con affetto, Railey"

Fui stupito da due cose: la prima era come nonostante avessi cercato di far capire a Railey che fosse finita che la odi ancora per ciò che mi fece in tribunale anni fa, lei anche se distante chilometri da me mi pensava ancora come io facevo ogni giorno, ma sapevo bene, spero quanto lei, che era solo un periodo di transizione prima di ricominciare una nuova vita, la seconda cosa che mi colpì era come le poste avessero potuto consegnarlo con una precisione così incredibile.

Railey mi pensava ancora e questo mi fece pensare se fosse davvero solo un periodo di passaggio prima della prossima relazione o fosse il segnale che quel dicembre e quel sogno non sarebbero mai dovuti arrivare?

I pensieri mi confondevano solo le idee che erano mirate ad aiutare ai miei amici e gente attorno nei loro problemi, stavo aiutando loro, sì, ma son davvero in grado di aiutarli se prima non avrò risolto i miei di problemi? Può un malato davvero curare tutti gli altri malati? No e di sicuro stavo dimenticando una cosa, che l'uomo è egocentrico per natura e ch quindi sta sopra gli altri; quindi come avrei potuto cominciare a trovare la soluzione per tutto scavando dal basso come stavo facendo ora? Dovevo cominciare dall'alto a scavare e questo mi fece capire che dovevo prima risolvere i miei problemi, i miei dubbi e poi pensare agli altri.

Sentii il campanello suonare e subito temetti il peggio visto che oggi avevo reincontrato l'unica persona che non volevo rivedere.

Aprì la porta con calma e vidi che era Kirk, subito lo feci accomodare e lui senza entrare mi chiese solo:

"Kirk: ok Adam, niente scherzi, ora sii onesto"

"Adam: di che diavolo stai parlando?"

"Kirk: sai bene di cosa parlo"

"Adam: no affatto, se magari parlassi potrei capire"

Kirk guardò in basso, prese fiato e rialzato lo sguardo mi chiese:

"Kirk: è davvero così brutta Sophie?"

"Adam: no non dico che sia brutta ma alla fine se piace a te basta e avanza"

Kirk mi guardò negli occhi e disse:

"Kirk: al diavolo non ti chiederò più un opinione su queste cose"

Stava per andarsene quando io dal porta gli dissi:

"Adam: però sai son contento sia stato un flirt facile, sì insomma immagino non avevi neanche molti rivali pretendenti"

Kirk dal corridoio mi urlò:

"Kirk: brucerai all'inferno Adam!"

"Adam: sì me lo dicono in tanti"

Credevo che le visite oggi fossero finite, ma non feci nemmeno in tempo di ributtarmi sul divano che il campanello suonò ancora.

Fu a quel punto che il diavolo venne chiamato e spuntarono le corna.

Suonò il campanello della porta una seconda volta io mi avvicinai e chiesi:

"Adam: chi è?"

"Layla: son io, Layla"

"Adam: ah sì...un attimo"

Il momento peggiore nella quale la bionda potesse farsi vedere era questo, non sapevo cosa fare o cosa dirle, però scappare da lei non avrebbe risolto niente, dovevo agire come un uomo.

Aperta la porta accolsi Layla senza sorrisi o lacrime con il mio solito volto apatico e da intellettuale.

"Adam: dimmi pure"

"Layla: avevo bisogno di parlarti"

La feci accomodare sul divano e le chiesi:

"Adam: ti va qualcosa da bere?"

"Layla: prendo un po' d'acqua"

Aperto il frigo lo fissai per qualche secondo e dissi:

"Adam: ti va bene anche di rubinetto vero?"

"Layla: sì"

"Adam: oh perfetto"

Presi due bicchieri e li riempì d'acqua fresca dal rubinetto, portati i bicchieri sul tavolino in salotto, subito ne bevetti un sorso piccolo, così fece Layla, di seguito cercai di farle sputare il rospo e chiesi:

"Adam: beh dimmi pure cosa devi dirmi"

"Layla: volevo parlarti di quello che è successo oggi al bar, nel senso...sei stato incredibile a mio parere hai fatto benissimo a voler aiutare Eveline non capisco come mai abbia reagito così, ma lei si comporta sempre così?"

"Adam: no, son rimasto stupito pure io ad esser onesto"

Layla non aveva altro da dire apparentemente così si guardò intornoe notando la posta disse:

"Layla: un biglietto?"

Stava per prendere il biglietto che mi ha inviato Railey, era stato rimesso dentro la busta ma un angolo sporgente del biglietto fece capire a Layla cosa fosse quell'oggetto e io prendendolo di scatto alzandomi dalla poltrona dissi:

"Adam: sì è un biglietto che mi ha inviato un mio ex-collega che ora lavora a Milano"

"Layla: un professore?"

"Adam: sì, un professore"

"Layla: non pensavo che i professori inviassero biglietti di San Valentino ai colleghi, non è che è gay"

A quel punto era chiaro che Layla avesse capito cosa fosse e chi l'avesse mandato e io subito tornando serio le dissi:

"Adam: senti, ho capito per cosa sei qui, e onestamente non mi va molto di affrontare questo discorso"

Lei intuendo di cosa stessi parlando disse:

"Layla: è stato il bacio più bello della mia vita Adam"

"Adam: esattamente di questo parlo, cosa diavolo ti è saltato in testa in quel momento? Ero fisicamente e psicologicamente distrutto per l'addio a Railey, perchè l'hai fatto mi hai solo creato più confusione e allontanato ancora di più dal mondo che si stava costruendo felicemente attorno a me"

"Layla: ne sei sicuro?"

"Adam: che vuoi dire?"

"Layla: eri davvero felice e il mondo attorno a te stava diventando davvero così bello come sembrava?"

A quel punto Layla si alzò e venne verso di me che ero in piedi vicino alla scrivania dove avevo appena nascosto il biglietto.

"Adam: non capisco di cosa tu parli"

A quel punto Layla molto vicina a me disse:

"Layla: sai, Adam, io ti amo, ma non è da poco tempo, è da anni che ti amo"

Quella frase mi lasciò completamente spiazzato, conoscevo Layla da pochi mesi, come poteva amarmi da molti anni, quello che diceva non aveva senso

"Adam: che...che vuol dire anni? Ci conosciamo da pochi mesi"

"Layla: oh sì probabile, ma io ti conosco da moltissimi anni già da quando eri giovane e vivevi alla Sunflower, anche se tu probabilmente non mi avrai mai visto dato che vivevo con mia madre e non con mio padre dopo il loro divorzio."

"Adam: continuo a non capire...c...cerca di esser più chiara"

Layla sbuffò e disse:

"Layla: mio padre mi raccontava sempre di te, vari annedoti su di te, mi raccontava di quanto fossi impegnato con la tua band, dei tuoi bei momenti con Railey, di come nonostante fossi giovane cercavi di aiutare tutti quanti come un vero altruista ma nonsotante tutto ti comportassi come un vero vecchio burbero già a diciott'anni"

Ci mettemmo a ridere tutti e due e io dissi:

"Adam: divenni così a circa 14 anni per esser onesto"

"Layla: mi raccontò di quando la tua band fallì per la morte di un certo Richard"

"Adam: Roger"

"Layla: mi raccontava di quando finisti in prigione e tutte le persone di voltarono le spalle, di quando tu non firmasti la petizione per non far distruggere la Sunflower e ottenni una volta fuori dalla prigione come compenso dal comune questo appartamento, rimasi basita quando seppi che non ti eri opposta a questo contratto fuorviante proposto dal comune, inoltre mi raccontò di come una volta fuori tu non tenesti più contatti con i tuoi vecchi amici tranne che con mio padre, di come hai studiato sodo a Padova psicologia, dei tuoi anni alle elementari, dei tuoi nuovi amici al bar, di tutte le tue battute ciniche più sagaci, di tutte le tue lotte per aiutare i tuoi amici, di tutto insomma..."

"Adam: Layla..."

"Layla: com'è possibile non amare una persona tanto ricca ma tanto stupida da non accorgersi quanto sia ricca? Queste parole non ti ricordano niente? Non sembrano vagamente tutto quello che ti diceva Ronald?"

In effetti una frase simile fu pronunciata da Ronald più volte quando fui tentennante quando mi ritrovai a decidere cosa fare e come comportarmi con Railey.

Layla scoppiò a pinagere e si inginocchio a terra, subito la aiutai a rialzare, appena mi accorsi che quello che diceva era vero, ovvero che io non sono solo quella persona cinica e burbera ovvero povera come mi definisco, ma son ricco interiormente senza nemmeno accorgermente, fu proprio lo stesso istante nella quale lei si buttò al mio collo e mi baciò una seconda volta.

Non so perchè ma non me la sentii di respingerla, in quel momento lei mi piaceva, in quel momento nella mia mente avevo solo la faccia di Layla, una donna molto simile a suo padre, una donna forte, allegra anche nella tristezza, ma vederla piangere mi fece capire quanto lei forse mi amasse realmente, anche più di Railey che solo per quei secondi del bacio scomparse dalla mia mente.

Quel San Valentino pazzo si sarebbe concluso con un bacio?

No.

Lei mi prese per la camicia e continuando a baciarmi mi spine in camera dove mi buttò sul letto.

A quel punto lei buttandosi sopra le mie gambe mi tolse la camicia e io feci la stessa cosa a lei; baci di sfuggita scappavano tra bottone e bottone, la passione sembrava averci travolte e la ragione fu messa in un angolo a guardare.

Ritrovatici nudi sul letto ecco che cominciò quella strana follia chiamata sesso.

Layla e Railey sono le uniche donne con la quale abbia mai avuto un rapporto, ma cambiare da Railey a Layla mi fece capire come il sesso fosse diverso nei suoi vari aspetti.

Il mio bacino sembrava muoversi da solo e mentre lei sembrava cominciare a sentire l'eccitazione salire e salire come in un vortice che parte dal basso e va verso la cima, pure i suoi movimenti si fecero più strani più scombinati incomprensibili e selvaggi, creando una strana magia nell'aria.

Il tatto dei nostri corpi nudi non aiutava di certo quel vortice a calmarsi anzi secondo per secondo più la pelle si sfiorava più sembrava che quel vortice di follia e passione ci travolgesse rendendoci le più amabili bestie di quel mondo.

A Layla sembrava piacere ogni cosa che facessi con lei da toccarle il seno, da baciarla in varie parti del corpo addirittura sfiorarla con un dito e infine pure solo guardandola.

Furono ore di baci, parole sconce, e gemiti che si prolungarono per quasi un'ora.

Non credevo che potessi resistere a uno sforzo del genere e nemmeno lei.

Il tutto si concluso con un quarto schizzo di gioia che sembrava liberare tutti i miei problemi, tutti i mali pensieri e le preoccupazioni del giorno, ma in un certo senso anche della vita.

Completamente disfatti lei fu la prima che, nonostante fosse pieno pomeriggio, si buttò sul letto e si addormento dopo una sfaticata del genere.

Il sesso con Layla era qualcosa di diverso era qualcosa di magico e infinito dove il dolore fisico e la stanchezza scompaiono, dove l'impossibile diventava possibile e dove io mi ero sentito bene come non mai.

Solo quando lei si buttò sul cuscino mi resi conto di ciò che avevo fatto e di ciò che era successo e la felicità si trasformo nel suo contrario.

Nudo, mi alzai dal letto e venni colpito a tre dei miei cinque sensi, il naso sentì l'odore del sesso nella stanza, la vista vide il disordine, i nostri vestiti scombinati per terra e il tatto mi fece sentire il calore creatosi nella stanza.

Subito andai in cucina presi un cigarillos e accendendomelo sul divano, mi misi una mano tra i capelli e dissi con tono arrendevole:

"Adam: oh merda....".



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Note dell'Autore: Il capitolo è arrivato in ritardo per un puro problema di decisione sugli eventi che avrei fatto avvenire, come vedete è tutto ABBASTANZA ben pensato ci ho impiegato un po' per penarci ma volevo tirar fuori una svolta importante a questo seguito già dal quarto capitolo.
"Abbiamo avuto il piacere di analizzare i vari problemi che circondano Adam? ora vediamo cosa fargli fare" mi son detto, e con questo pensiero ecco che Adam e Layla l'hanno fatto in un puro vortice di follia irragionevole.
Beh, detto questo ci vediamo al prossimo capitolo, altri colpi di scena ci aspettano nel capitolo successivo e nei prossimi a venire. "


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