Trasformazione.
Tacchi
a spillo,
minigonna, top corto, e tanta tanta, ma proprio tanta finta sicurezza.
Sarei cambiata, avrei smesso di essere la vecchia Berry che a nessuno
piaceva e
che tutti abbandonavano, basta, non c’è la facevo
più. Sarei stata un po’ come
Santana e Quinn; sempre
se ci sarei riuscita. Avrei smesso di essere quasi buona con tutti, e
di
credere alle parole di chiunque, di affezionarmi subito e dispensare
speranze.
Basta. Rachel Berry era ufficialmente cambiata e da ora in poi nessuno
più
l’avrebbe abbandonata, se non il mio buon senso.
Andai subito via, senza svegliare Noah, non volevo che mi vedesse ne
tantomeno
che mi parlasse.
Dovevo cambiare casa, aria, forse sarei partita avrei cambiato stato.
Anzi no,
Noah e Finn non meritavano un cambiamento del genere, avrei
semplicemente
cambiato casa magari un uovo coinquilino, magari anche più
carino e più
gentile.
“Rachel,
sei
tu?” Brittany non credeva ai suoi occhi, aveva la bocca
spalancata e continuava
a fissarmi come se fossi un alieno e voleva dimostrare agli altri che
esistevo,
che ero vera e non solo
l’immaginazione di un regista fantasy.
“No, sono tua nonna.” Acida e fredda, lo sarei
stata con chiunque d’ora in poi
così magari nessuno più mi avrebbe distrutto il
cuore. Non volevo risponderle
male, ma la paura che anche lei potesse tradirmi come ormai era di
abitudine
comune, era troppo forte. Continuai a camminare verso
l’entrata senza girarmi
verso lei.
Più camminavo più attiravo sguardi seguiti da un
leggero brusio dove riuscivo a
distinguere frasi come “ma
è la Berry?”
“Non è la sfigata del glee?”
No, ora
era la nuova Rachel, ma non avrei lasciato il glee siccome mi serviva
per la
mia carriera artistica.
“Rachel, ma cos’hai a dosso?!”
Urlò sorpreso Kurt guardandomi sbalordito,
“dei vestiti, tu?” Mi lanciò
un’occhiataccia, lui odiava quando gli rispondevo
male.
“Hai adottato lo stile mignottonasexy
per
qualche sbaglio di Noah, vero?”Dovevo essere fredda con tutti
e lo sarei stata,
ma non con Kurt; lui era il mio migliore amico seppur certe volte avevo
temuto
che la sua bravura superasse la mia gli volevo fin troppo bene e non
potevo
mandare un’amicizia del genere a farsi benedire solo per un
ragazzo.
“Per un secondo ho pensato che io e Noah forse potessimo
diventare più che
amici.” Ammisi sospirando facendo sorridere il mio amico che
si appoggiò all’armadietto,
mancavano ancora venti minuti all’inizio della lezione.
“Il secondo dopo stava scopando con Quinn.” Fredda
e forse anche un po’
malinconica, ma non potevo continuare a piangere siccome ora ero la
nuova
Rachel, e la nuova Rachel non piangeva.
“Dio Rach, perché non me lo hai detto
subito!” Era allibito, forse anche lui
credeva in Noah. Fece per abbracciarmi, ma mi allontanai.
“Sto bene.” Conclusi
avviandomi a lezione, non volevo parlare con nessuno.
“Bellezza sei nuova?” Un moccioso del primo anno,
un futuro Puck. Mi
circondò tra
le braccia e l’armadietto
sorridendo beffardo.
“Sparisci.” Finii andandomene, ma lui
continuò a seguirmi fino a lezione. Non
era un moccioso del primo anno, ma solo uno nuovo. La lezione di storia
proseguì lentamente, la voce della professoressa arrivava
come un sussurro alla
mia mente che pensava a tutt’altro, era proprio una fortuna
non stare in classe
con Noah.
“Potete andare, la lezione è finita.”
Finalmente, pensai uscendo dall’aula
soppressa da sguardi indesiderati. “Hei bella.”
“Ciao.. Rachel giusto?” Per
la prima volta in vita mia ero circondata
da un gruppo enorme di ragazzi.
Finalmente il glee club, il momento che avevo aspettato e temuto da
tutto il
giorno.
Ero riuscita ad evitare Noah alla perfezione, e mi avevo incontrato solo Santana
che si era messa a
ridere ma non le avevo dato per niente peso. Entrai più
spavaldamente possibile
facendo trapelare dai miei occhi tutta la sicurezza che in
realtà non avevo.
Sentivo lo sguardo di Noah assieme a quello di tutti gli altri
incollati su di
me, stavolta non andai a sedermi vicino Puck ma tra Kurt e Mercedes che
non
rimase alquanto sorpresa siccome sicuramente Kurt le aveva
già raccontato
tutto. Vidi Noah voler dire qualcosa in segno di protesta forse, ma
appena
entrò Sue si azzittì cercando di guardare
altrove, come faceva
sempre quando ero nervoso.
“Rachel?” Shue mi guardò sorpreso senza
neanche salutarci.
“Che c’è?” Ma
perché non poteva semplicemente ignorarmi?!
“No, niente volevo esser sicura che fossi te.”
Commentò lui mettendosi a ridere
seguito subito dopo da tutti gli altri.
“Comunque, passiamo agli annunci. Ci sarà un nuovo
ragazzo che si unisce al
glee!” Ci comunicò contento facendo entrare in
stanza il mocciosetto di prima,
Francesco Ranieri; veniva da Milano si era appena trasferito ed aveva
un
talento innato per la musica.
“Perché non ci canti una canzone?”
Chiesi facendolo sorridere,
“solo se tu canti con me.” Cos’era una
sfida? Accettata.
“Cosa dobbiamo cantare?”Mi alzai prendendo un
microfono da Shue nel frattempo
tutti gli altri accompagnavano la musica di moments.
Flashes left in my mind
Going back to the time
Playing games in the street
Kicking balls with my feet
Dancing on with my toes
Standing close to the edge
There's a part of my clothes at the end of your bed
As I feel myself fall
Make a joke of it all.
Iniziò
lui, ma non con
la prima strofa disorientandomi. Peccato per lui che non ero una
novellina e
sapevo perfettamente come cavarmela. Certo la canzone che aveva scelto
non era
proprio il mio genere soprattutto per l’argomento trattato,
ma la voce con cui
cantava e la forza che ci metteva mi sorprendeva sempre di
più.
If
we could only have this life for one more day
If we could only turn back time.
“Scusa se ti ho rubato qualche strofa!” Sorrise lui non staccandomi gli occhi di dosso,
“Scuse accettate.” Sorrisi, forse lui pensava che anche io mi sarei scusata e gi avrei sorriso. Patetico.
“Che ne dici se in segno di pace usciamo?” Shue, Finn, Quinn, Santana, e Puck ci guardavano sul punto di delirare, la Berry che flerta in classe davanti a tutti; chi l’avrebbe mai detto? Non io.
“Che ne dici di sparire?” Scherzai lanciandogli un’occhiataccia per tornare a posto.
“Alle dieci va bene?” Chiese sfacciato prendendomi la mano; lo guardai per qualche secondo i suoi occhi erano comuni come la sua bellezza, ma emetteva comicità da ogni singola particella del suo corpo.
“Cosa?” Noah si intromise con un urletto spezzando l’alchimia che si era creata tra me e il mocciosetto nuovo. Non lo guardai neanche e mi misi a sedere.
“Rachel! Sto parlando con te.” Insistette visibilmente ferito, alzandosi per venire verso di me.
“Be’ io no, e non mi toccare!” Urlai dimenandomi appena cercò di toccarmi.
“Rach..” Sussurrò abbassando lo sguardo,
“Che c’è tra te e Quinn è già ferita?” La mia frase sembrò risuonare in tutto il glee club dieci volte più acida di come l’avevo pensata, restò in silenzio e si mise a sedere. Volevo chiedergli scusa, ma infondo era stato lui a iniziare una guerra dove il mio cuore ne è uscito sconfitto.
Le valige erano pronte, forse avrei anche cambiato casa ancora non ero sicura.
Erano le nove e qualcosa mentre al telefono con Kurt cercavo un qualcosa di decente da mettermi, non avevo fatto shopping sfrenato e avevo solo un vestitino nero, ma non sapevo se era adatto all’occasione siccome non sapevo dove mi portasse e quel vestitino era decisamente troppo ino.
Scesi le scale quasi cadendo dalle armi malefiche che avevo ai piedi, un altro paio di tacchi a spillo che avevo trovato nella camera della mamma di Noah. Quando scesi il bruno si girò verso di me, distogliendo però subito lo sguardo. Non ci eravamo parlati neanche una volta ritornati da scuola, infondo però era proprio quello che volevo. Aprì la bocca come per dirmi qualcosa, ma la richiuse subito dopo dedicando anima e corpo al suo panino.
“Rach!” Era Francesco sulla soglia della porta che per sbaglio avevo lasciato aperta, aveva un jeans e una camicia sopra, semplice. Gli sorrisi e lui ricambiò con un altro sorriso, ma quanto poteva essere carino quel ragazzo?! Mi aprì la portiera e parlò con gentilezza per tutto il viaggio, andammo ad una discoteca dove ballammo per quasi tutta la notte.
“Scusa vado a prendere una boccata d’aria.” Mi scusai, uscendo finalmente da quel postaccio; le persone ballavano appiccicate e più di una volta qualcuno mi aveva toccato il sedere. Diedi una veloce occhiata all’orologio , prendendo un colpo quando vidi che erano già le quattro. Dovevo tornare a casa, non sapevo se Noah dormisse o no.
“Ciao, bella.” Un uomo di circa trent’anni mi tagliò la strada, seguito subito da altri cinque amici.
Non li guardai neanche e affrettai il passo, ma un altro uomo di circa la sua tessa età mi prese per un braccio, cercai di ribellarmi, ma non riuscivo a muovermi. Forse c’era qualcosa nella vodka di prima, per questo aveva tutte quelle bollicine? Stupida! Pensai tra me e me prima di chiudere definitivamente gli occhi. “NO!” Urlai senza capire cosa succedesse, ero accerchiata da cinque uomini di cui uno di loro cercava di spogliarmi e io non potevo neanche reagire. Provai a sussurrare qualcosa ma dopo un colpo alla gamba sprofondai in un sonno profondo.
Mi svegliai circondata due braccia muscolose, poco dopo mi accorsi d’esser seminuda stretta ad un petto muscoloso. Sussultai cercando di dimenarmi, ma invece di allontanarsi da me, mi strinse più forte. Conoscevo quelle braccia, anche quel petto e il suo subdolo modo d’abbracciarmi.
“Noah.” Sussurrai alzando lo sguardo, trovai il suo viso vicinissimo al mio; non volevo non poteva prima farmi soffrire come un cane e poi fare le sue entrate in sorpresa, ma avevo un forte mal di testa e richiusi gli occhi facendomi cullare dalle sue braccia.
“Principessa, anche se non mi parli per favore non fare più una cosa del genere, o la prossima volta li ammazzo.” Sussurrò accarezzandomi i capelli, rialzai il capo notando che aveva un occhio nero, forse avevo sbagliato ad escluderlo anche se solo per qualche ora dalla mia vita.
“Cos’è successo?” Sussurrai stringendomi sempre più forte a lui, chiedendomi del perché avevo solo le mutande e il reggiseno.
“Tu non arrivavi ed era tardi, perciò ho pensato di fare un giro quando casualmente mi sei capitata a tiro solo che intorno a te c’erano un paio di persone che volevano spogliarti, e tu stavi praticamente dormendo. Allora ti ho preso e ti ho riportato a casa.” Sussurrò non smettendo mai di accarezzarmi i capelli; volevo rimanere lì per sempre, ma mi alzai scappando dal letto.
“Scusa, ma non sono pronta ad essere anche la tua seconda scelta.”
e per questo posso chiedervi solo un enorme scusa, sperando
che qualcuno di voi legga ancora >-< Scusate se sono mancata tutto questo
tempo e ditemi cosa ne pensate! Ancora scusa >.<
P.s se vi va seguitemi qua: (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1019136&i=1)
Altra Noah\Rachel u.u