10/04/2012
9 recensioni
Ciao a tutti! Non sono una che scrive molto, dunque nemmeno bene temo! Però era da un po’ che volevo provare a scrivere una piccola fic su questa bellissima opera della Ikeda !
Più o meno è una semplice trascrizione di una episodio del manga, che amo tantissimo..
Fatemi sapere che ne pensate,spietatamente!
L’illuminazione della sala mi permette di vederti distintamente stasera, mentre con aria tranquilla consumi la cena, seduta alla destra del generale. E so che l’espressione pacata del tuo viso in realtà non è altro che una cortese maschera, che nasconde il fatto che i tuoi pensieri siano rivolti a tutt’altro che a ciò che sta dicendo tuo padre: è impercettibile per chiunque altro, ma io lo capisco dagli angoli della tua bocca che vanno in su,a simulare un sorriso di approvazione e a celare un ghigno di noncuranza.
Sorrido mentre vi verso da bere cercando di non ricambiare il tuo sguardo, perché se lo facessi rimarrei come un idiota a fissarti dinanzi a tuo padre, e non mi sembra il caso. E’ meglio che raggiunga mia nonna sperando che sia in vena di chiacchierare, tutto pur di togliermi dalla testa i pensieri che ogni volta i tuoi occhi mi provocano.
Mi sento così egoista ed incontentabile: ho quello che ho desiderato più di tutto, quello per cui avrei dato la vita, dovrei essere felice.. eppure non mi basta.
Ora che so che mi ami(1), ora che posso permettermi di stringerti a me durante le nostre chiacchierate, ora che posso godere del sapore delle tue labbra senza doverlo rubare, ciò che mi tormenta giorno e notte è il pensiero che vorrei chiederti di più e non posso.
Come vorrei che tu fossi mia, Oscar..mia in tutti i sensi.
Dovrei sentirmi in colpa per questo, eppure il mio cuore non riesce a vederci nulla di male.. sono un uomo ingrato..
Mio padre è stranamente loquace stasera, ma io non riesco assolutamente ad ascoltarlo.
Sono sicura di aver preso la decisione giusta, certa di quello che voglio; eppure sento lo stomaco in subbuglio, ed una strana frenesia attraversarmi le gambe sotto forma di piccole scosse che risalgono fino al ventre. E’ ironico che dal di fuori sembri più tranquilla del solito.
Avrei voluto parlarti mentre mi versavi il vino, ma non so perché mi siano morte le parole in gola. Eppure sono parole che ti ho sempre rivolto, forse tra le più usuali.
Ti vedo prendere un candelabro, immagino tu vada da tua nonna. Aspetto che mi passi accanto,fingendo di essere molto interessata al contenuto del mio bicchiere, e ritrovo il mio tono di comando quando mi hai superata di qualche passo.
“Andrè”
Ti blocchi in attesa
“ Raggiungimi nelle mie stanze dopo, ho bisogno di una cosa”
“Bene,come vuoi, Oscar”
Si,ne ho bisogno. Non può essere altrimenti.
(1)Nel manga Oscar si dichiara ad Andrè quando lui la difende da suo padre,dopo il tradimento