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Autore: The Shadow    10/04/2012    2 recensioni
Nella società moderna, l'uomo si dibatte alla ricerca di un senso di esistere, appoggiato da amicizie e conoscenze che spesso risultano ambigue ed interessate.
Le difficoltà del lavoro e della vita fanno sì che spesso non ci si accorga delle vere amicizie, di coloro che farebbero di tutto per la persona che amano... in primo piano, in tale storia, il cane.
Il cane è l'entità che, a parte qualche passeggiata e un po' di croccantini, non desidera altro e non sarebbe mai capace di abbandonare il suo meraviglioso padrone, nonostante tutte le difficoltà della vita di quest'ultimo, e le poche attenzioni che può prestare, a seguito di ciò, al suo amico.
Ma quando il peso si accumula oltre al limite, quando non è più sufficiente scodinzolare e baciare il proprio padrone, cosa può fare un cane, e come può sentirsi di fronte a tale situazione?
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo primo

<< Ciao... >> esordì brevemente Fulvio, rientrando nel suo appartamento, un monolocale piccolo e malandato, composto di cucina (un locale sporco, in cui vi era a malapena spazio per un microonde, un frigo e un tavolino), camera da letto (uno sgabuzzino avente un anfratto per i libri universitari e un letto singolo) e bagno (water e tubo per la doccia).

Avendo percepito l'arrivo di Fulvio, il suo cane, Bingo, un volpino bianco di tre anni e mezzo, si lanciò giù dal cuscino del letto, ove era per lui sovente riposarsi nel corso delle giornate.

Erano le 17.30: Bingo non aveva fatto altro che dormire tutto il giorno, senza aver avuto occasione di uscire e di sfogare così i suoi bisogni. Al pranzo aveva provveduto una ciotola di croccantini appositamente preparata prima dell'uscita di Fulvio.

Raggiungendo il suo padrone, il cane notò i suoi lineamenti stanchi nonostante il colore scuro della sua pelle, i suoi occhi socchiusi e una smorfia di apatia.

Da quando il ragazzo aveva abbandonato la casa dei suoi genitori (o meglio, da quando se n'era andato di casa, scacciato da sua madre e dal suo compagno), inseguendo il sogno di diventare un giornalista, nonostante tutto, Fulvio aveva notato che vivere non era proprio così semplice come idealizzava da bambino, quando ancora suo padre (di origine straniera e possedente un dottorato in lettera) non era stato sommerso dall'alcool.

Con l'aumentare delle tasse a seguito di una odiosa crisi economica, e la carenza di sostegno, il ragazzo si dibatteva tra la vita universitaria e il suo misero lavoro di cameriere in un ristorante, lavoro che gli garantiva a malapena di tirare avanti.

Perché lui è sempre così stanco, mentre a me è ogni giorno concesso di dormire?” rifletté il volpino, l'espressione mesta a causa di un vago senso di colpa.

Nonostante morisse dalla voglia di poter passeggiare a fianco di Fulvio, Bingo avvertì la necessità di aiutare, in qualche modo, il suo padrone.

Vorrei fare qualcosa per lui.” immaginò ancora il cagnolino, tuttavia non potendo pensare ad altro modo che fare le feste al suo padrone, scodinzolando e lappandogli la mano opportunamente tesa, ed esprimendo il suo più sincero affetto per tutta la cura che il ragazzo prestava al cane.

Bingo, acquistato per ragioni di vanto dalla madre di Fulvio, nella sua infanzia aveva conosciuto solo le carezze e le cortesie del ragazzo, che in età liceale non era ancora così indaffarato.

Fulvio, introverso di natura, trovava nel cane un'occasione di distrarsi rispetto ai suoi impegni, portandolo al parco ed osservandolo mentre l'animale, allegramente, saltellava nell'erba e si rotolava felice, non tanto perché trovasse divertente l'atto, quanto più perché avvertiva l'amore del ragazzo e perché gli era grato.

La vita si era complicata, le uscite si erano ormai ridotte all'osso, e il ragazzo prestava le sue attenzioni in maniera più pigra, rispetto al passato, al cane. Ma Bingo lo aveva capito, e, nonostante una certa tristezza, desiderava soltanto aiutare, almeno un poco, il suo padrone.

<< Sai... >> mormorò il ragazzo con un lieve sorriso, appoggiando con una mano i suoi libroni sul tavolino della cucina e grattando lentamente, con l'altra, il collo dell'animale.

<< ... In questo anno ho capito che cosa intendeva Pirandello parlando delle costrizioni che la società pratica sull'uomo. Cioè, non che non fossi attirato da lui prima, tuttavia adesso riesco a carpire meglio il suo pensiero... tanto per fare un esempio, la ricerca della libertà, del personaggio Belluca, in “Il treno ha fischiato”... odio questa stupida società che ti strappa via l'anima dal corpo, obbligando la gente alle sue pretese, e non facendosele neanche bastare... >> i movimenti del ragazzo erano divenuti più frenetici e a tratti violenti, col risultato che Bingo non poté fare a meno di divincolarsi un poco dal ragazzo. Fulvio lo notò, e si scusò col cane, riprendendo i suoi movimenti più calmi e pacati.

<< Vorrei fuggire via con te... ecco tutto... se ci fosse una qualche possibilità di sopravvivenza dopo... e... >> la sua mano si fermò tutto a un tratto: Bingo notò la curiosa espressione incerta del suo padrone, attraverso i suoi profondi occhi color castagna.

<< Beh, ovviamente, anche con Carmine... >> aggiunse, in tono vago e lontanamente forzato.

Quella che odora di frutta in maniera nauseante...?” Bingo non avrebbe apprezzato molto: la Carmine in questione era una privatista del quarto anno che talvolta se la prendeva con Fulvio per motivi a dir poco ridicoli, pretese di regali e di attenzioni quando lei sapeva benissimo in che condizioni era il suo fidanzato, e soprattutto quando lei sapeva benissimo che, dei due, avrebbe lavorato soltanto il ragazzo, perché lei “si sentiva bene solo cucinando”, così affermava.

Ma perché il suo padrone era stato così cauto nel menzionare il suo nome? C'era stato un altro stupidissimo litigio? Eppure, il suo compleanno era stato celebrato a dovere, con tanto di bracciale argentato che aveva dissanguato economicamente il ragazzo.

Questi atteggiamenti strani vennero confermati dal fatto che Fulvio non controllò la ciotola come era quotidiano per lui fare appena tornato, né cambiò l'acqua. Raggiunse molto rapidamente la sua stanza, estrasse da una borsa un portatile vecchio e malandato, con molti tasti andati distrutti e talmente sporco ed incrostato che faceva ribrezzo al suo guardarlo, e lo avviò in fretta e furia, incintandolo con dei “muoviti, muoviti!” mentre la macchina, a gran fatica, cercava di avviarsi.

Neanche il tempo di visualizzare i soliti messaggi di errore sullo schermo, che Fulvio aprì immediatamente Firefox, caricando, subito dopo, il suo profilo Facebook (che utilizzava, nel senso reale dell'espressione, unicamente per ricevere informazioni sull'università).

Da lì ne aprì un altro... e i suoi occhi castani lasciarono sboccare lacrime talmente copiose, e in maniera talmente rapida, che chiunque altro avrebbe giudicato lo spettacolo come irreale.

Bingo, subito dietro di lui, venne immediatamente travolto dall'atmosfera pesante e tesa che si era generata.

Cosa posso fare per lui...?”

I cani capiscono, avvertono, assimilano e si preoccupano, senza bisogno delle parole e delle spiegazioni.

   
 
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