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Autore: jammyjam    10/04/2012    3 recensioni
Tratto dal capitolo 1: "Quella notte Quinn, dormì per la prima volta serena, sapendo che niente e nessuno l’avrebbe trattenuta a Lima dopo il diploma, ignara che di lì a poco, l’amore avrebbe bussato alla sua porta, mettendo in discussione il suo sogno".
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Quinn/Rachel
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci con il finale di questa storia... il capitolo è lunghetto e ci saranno alcuni salti temporali... buona lettura!

 

EPILOGO - PARTE 2

 

Ti verrò a prendere con le mie mani 

Sarò quello che non ti aspettavi 

Sarò quel vento che ti porti dentro 

E quel destino che nessuno ha mai scelto 

E poi l’amore è una cosa semplice e adesso..

adesso…adesso te lo dimostrerò.

-Tiziano Ferro, L’amore è una cosa semplice-

 

“Auguri Quinn!” 

I suoi amici le avevano fatto una sorpresa di compleanno allo Sky, con la complicità del suo agente che l’ha fatta girare per mezza città ‘per lavoro’.

Non se l’aspettava, non aveva mai festeggiato il suo compleanno da quando aveva lasciato Lima e quel giorno il suo cellulare non la smetteva di squillare. Aveva ricevuto messaggi di auguri da tutti, persino da colleghi, stelle del cinema, dello sport, della televisione, ma gli unici di cui le importava davvero erano quelli dei suoi vecchi amici del liceo che purtroppo non vedeva da una vita. Sam, Puck, Finn, Santana, Brittany e tutti gli altri, le avevano scritto subito la mattina e lei aveva risposto a tutti, ringraziandoli calorosamente. Ogni giorno le mancavano da morire.

 

La serata scorreva stranamente tranquilla, di solito quando Kora organizzava, si scatenava l’inferno, ma questa volta, sapendo i gusti di Quinn, aveva organizzato una serata in stile ‘Quinn’: cena e musica.

 

Ricevette tantissimi regali, per lo più vestiti, un iPhone 4S nuovo di pacca, gioielli e scarpe. Si guardava intorno, vedeva i suoi amici, tutti bellissimi, ridere e scherzare, e si sentì soddisfatta per tutta la strada che aveva fatto, anche se il pensiero andò ai suoi vecchi compagni del Glee. Avrebbe voluto averli tutti lì in quel locale, vicino a lei, come ai vecchi tempi, e invece quando ha scelto di andarsene da Lima, li aveva automaticamente allontanati. 

 

Kora arrivò con un sorrisone stampato sul viso e prese il microfono.

 

“Gente, ascoltate! Oggi la nostra bellissima amica festeggia 23 anni e pochi di voi sanno che ai tempi del liceo, Quinn faceva parte del Glee Club, quindi ora, cara la mia festeggiata, darai il via al karaoke time. Su non fare storie, so bene che canti da Dio”

 

Quinn spinta da Jake salì sul palchetto, rubò il microfono a Kora, lanciandole un’occhiataccia e cominciò a cantare.

 

For you, there’ll be no more crying,

For you, the sun will be shining,

And I feel that when I’m with you,

It’s alright, I know it’s right

To you, I’ll give the world

To you, I’ll never be cold

‘Cause I feel that when I’m with you,

It’s alright, I know it’s right.

And the songbirds are singing,

Like they know the score.

 

Mentre cantava si ricordò di quella volta al Glee Club che Rachel e Santana l’avevano cantata per lei e Brittany. Si ricordò degli occhi color cioccolato di Rachel che, mentre cantava, la guardavano pieni d’amore, e gli occhi della bionda si fecero umidi.

 

And I love you, I love you, I love you,

Like never before.

And I wish you all the love in the world,

But most of all, I wish it from myself.

And the songbirds keep singing,

Like they know the score,

And I love you, I love you, I love you,

Like never before, like never before.

 

Si era emozionata così tanto che le lacrime scorrevano prepotenti sul viso, costringendola a mollare il microfono in mano a Kora e a uscire dal locale. Aveva bisogno d’aria.

 

“Bene, sotto chi tocca!” Kora prese sul palco Chris e Lauren e corse fuori dall’amica seguita da Jake.

 

“Quinn...”

 

“Sto bene ragazzi. Andate pure dentro, io mi faccio una passeggiata e torno”

 

“Si tratta di Rachel?”

 

“Sì” rispose disarmata Quinn asciugandosi gli occhi e si incamminò lungo la strada.

 

“Chiamala Q, provaci”, ma Quinn si stava già allontanando.

 

I ragazzi la guardarono andare via e poi rientrarono nel locale.

 

-

-

 

Rachel era sul divano di casa sua. Era ferma in quella posizione dalla mattina, rigirandosi il cellulare tra le mani. Era il compleanno di Quinn e non sapeva cosa fare. Avrebbe voluto chiamarla e farle gli auguri, ma non aveva il coraggio. Mandarle un messaggio sembrava stupido, quindi rimase lì sul quel divano per tutto il giorno decidendo cosa fare. 

 

Kurt era passato a trovarla nel pomeriggio e le aveva detto di aver sentito Quinn al telefono, ma era stata una conversazione breve perchè stava lavorando. Forse era per questo che non voleva chiamarla? Non voleva disturbarla? No, quella era solo una scusa facile per non sentirla. 

 

Durante la serata aveva acceso la televisione e ovviamente tutti parlavano del compleanno di Quinn, cosa avrebbe fatto, dove sarebbe stata e con chi l’avrebbe trascorso. E subito dopo il servizio, la giornalista comunicò una notizia dell’ultima ora: Quinn era stata avvistata fuori da un famoso locale in lacrime in compagnia di Kora Conrad e Jake Mariano, suo presunto fidanzato del momento. 

 

“Quinn...” sussurrò.

 

Perchè piangeva? 

E senza pensarci prese il cappotto e uscì diretta allo Sky.

 

Arrivò al locale e vide quel Jake fuori sugli scalini, intento a scrivere un messaggio e a fumare una sigaretta. Rachel si avvicinò.

 

“Scusami?”

 

“Sì dimmi” Jake la guardò attentamente per un attimo, poi la riconobbe.

 

“Aspetta, ma tu sei Rachel Berry”

 

Rachel lo guardò sopresa.

 

“Bè sei una famosa attrice”

 

“Ah già giusto”

 

“Ma a parte questo, so chi sei”

 

Rachel non capì perfettamente il senso di quell’affermazione, o forse sì, ma non voleva distrarsi dal trovare Quinn.

“Vabbè, comunque, stavo cercando Quinn Fabray, so che state insieme. Mi sai dire dove posso trovarla?”

 

Jake rise di gusto. Stavano insieme? Questa è nuova! pensò.

 

“Guarda non è più qui, è andata a farsi una passeggiata, se vuoi aspettarla ti faccio entrare, dovrebbe tornare fra poco”

 

“No, grazie, sarà per la prossima volta. Grazie ancora”

 

“Di niente Rachel Berry”

 

Rachel non voleva farle una piazzata. Aspettarla nel locale e farle un’imboscata davanti a tutti non le sembrava il caso. Ma voleva vederla, ormai era decisa. Vederla in lacrime le aveva dato una scossa. Decise di aspettarla fuori casa e l’unica persona che poteva sapere dove abitasse e soprattutto che glielo avrebbe detto era Sam. Lo chiamò subito entrando nel taxi.

 

-

-

 

Nel frattempo Quinn era in macchina e guidava verso la casa di Rachel. Jake la stava chiamando da una decina di minuti, ma non voleva rispondergli così spense il cellulare e lo buttò in borsa.

Durante la passeggiata continuava a vedere il volto di Rachel nella testa, le erano venuti a galla tutti i ricordi di loro due, il sapore dei loro baci, la magia dei loro sguardi che si incrociavano. In quel momento aveva voglia di stringerla a sè, di toccarla, di baciarla, di fare l’amore con lei. Le mancava come mai era successo in cinque anni, così andò a casa a cambiarsi e chiamò Kurt e l’amico, felicissimo, le disse l’indirizzo di casa di Rachel.

 

Mentre guidava si sentì un po’ in colpa. Di solito quando usciva, passava ad avvisare il suo amico John, una specie di guardia all’ingresso e lo informava sui suoi spostamenti. Era come un padre per lei e stare in giro, specialmente la sera del suo compleanno in cui tutti i paparazzi erano in giro a cercarla, senza averlo avvisato, le dava un senso di inquietudine. Era semplicemente uscita di corsa, senza pensarci. Così uscì dal giardino sul retro, attraverso la siepe e prese la macchina parcheggiata in fondo alla strada che usava in casi eccezionali, ad esempio uscire di casa senza farsi beccare dai paparazzi o, come in questo caso, per una fuga. Ogni tanto ne aveva bisogno. Uscire di casa e andare a farsi un giro come una persona normale, senza che nessuno la seguiva, facendo attenzione a cosa facesse, con chi parlasse ecc.

 

Arrivò a casa di Rachel, un attico situato all’ultimo piano di un palazzo. Entrò nella hall e andò dritta alla reception.

 

“Mi spiace, la signorina Berry è uscita poco fa” il receptionist si voltò un attimo per rispondere al telefono e Quinn, senza pensarci, sgattaiolò verso le scale e salì fino all’ultimo piano. Arrivò davanti alla porta e bussò parecchie volte, ma nessuna risposta. Decise di aspettare lì, seduta appoggiata al muro, con il cuore che batteva all’impazzata.

 

-

-

 

Rachel arrivò fuori casa di Quinn e rimase meravigliata alla vista di quella sontuosa villa. Si avvicinò a un signore che stava di guardia al cancello, intento a seguire con entusiasmo la replica di una partita di baseball.

 

“Ehm, mi scusi? Signore?”

 

“Ha bisogno Signor... ma lei è Rachel Berry!”

 

“Presente!” Rachel ormai era abituata a queste scenette ogni volta che incontrava qualcuno.

 

“Mia figlia è una sue grandissima fan! Un giorno vorrebbe diventare come lei. Pensi che l’ho portata due volte al cinema a vedere Capodanno a New York”

 

“Wow mi fa piacere. Ma la prego, mi dia del tu. Senta...”

 

“Non è che mi faresti un autografo per lei? Ne sarebbe felicissima!”

 

“Certamente, come si chiama?”

 

“Si chiama Heather” Rachel prese il foglio e le scrisse una dedica.

 

“A Heather, segui sempre i tuoi sogni, ti porteranno lontano. Con affetto Rachel Berry. Perfetto. Non so davvero come ringraziarti”

 

“Un modo ci sarebbe” il guardiano si era fatto attento. “Sono una vecchia amica di Quinn Fabray, ho bisogno di vederla subito”

 

“Signorina, mi dispiace moltissimo, ma ho l’ordine di fare entrare solo chi c’è sulla lista”

 

Rachel fece una faccia dispiaciuta.

 

“Se ti fa stare meglio, la Signorina Fabray è uscita una mezz’oretta fa. Dal retro. A dire la verità, lei pensa che non ce ne accorgiamo quando esce di nascosto, ma sai, la magia del GPS. So che non dovrei, ma è come una figlia per me, mi preoccupo come se fosse mia figlia”

 

Rachel ridacchiava.

 

“Quindi, grazie al GPS, sa dove si trova, giusto?”

 

“Sì, aspetta che guardo... E’ nell’Upper East Side, nei pressi del quartiere di Carnegie Hill”

 

Rachel si paralizzò.

 

“E’ sicuro?”

 

“Sì certo”

 

“Ok grazie infinite, mi saluti tanto Heather”

 

Rachel rientrò nel taxi. 

 

“Carnegie Hill, Upper East Side, subito!”

 

Rachel aveva il cuore che batteva a mille. Come faceva a sapere dove abitasse? Nessuno, tranne il suo staff e pochi amici conosceva quell’indirizzo.

Mentre la strada scorreva veloce, però cominciò a razionalizzare. L’Upper East Side era molto frequentato dalle celebrità, poteva essere lì per qualsiasi motivo, c’erano un sacco di locali e discoteche, era impossibile fosse proprio a casa sua. Era sicura fosse solo una coincidenza, quindi disse al tassista di rallentare pure, non c’era fretta, ma era comuqnue decisa di ritentare di vederla l’indomani.

 

-

-

 

Erano quasi le 2 di notte e Quinn, impaziente come poche volte nella sua vita, scese al piano terra, uscì dalla porta di servizio senza farsi beccare e accese una sigaretta.

 

Perfetto. Pioveva

E non era una pioggia normale, era un vero e proprio acquazzone. Rientrò e risalì fino all’attico di Rachel, bagnata fradicia e infreddolita.

 

 

-

-

 

“Buonanotte Pete. A domani” Rachel salutò cordialmente il receptionist del suo residence, Pete le fece un cenno e lei aspettò paziente l’ascensore, pensando a un modo per essere in quella lista e vedere Quinn.

 

Appena uscì dall’ascensore, si bloccò alla vista di Quinn appoggiata vicino alla sua porta che la guardava con un mezzo sorriso. 

 

Era nell’Upper East Side per lei, non per qualcun altro, ma per lei. Si sentì le gambe molli mentre si avvicinava a lei, sentendo i suoi occhi che la guardavano. Era tutta sera che girava in tondo cercandola e ora che l’aveva lì a due passi da lei, tutto quello che voleva dirle le morì in gola. Aprì la porta d’ingresso e entrò in casa, lasciando la porta aperta, chiaro segno che Quinn poteva entrare.

 

Quinn entrò chiudendosi la porta alle spalle. Si guardò attorno. La casa era molto sofisticata, in pieno stile di Manhattan e vide che Rachel era in cucina. La raggiunse e si appollaiò su uno sgabello, aspettando che Rachel si girasse verso di lei.

 

“Vuoi qualcosa da bere Quinn? Ho del vino bianco, birra e bibite” chiese frugando in frigo.

 

“Quello che vuoi tu”

 

Rachel si girò e si portò davanti a Quinn, separate solo dalla penisola.

 

“Ecco tieni” e le versò un bicchiere di vino.

 

Il silenzio calò nella stanza. Le ragazze erano entrambe nervose e senza farsi notare l’una dall’altra presero a studiarsi. Rachel notò che Quinn non era cambiata di una virgola, forse era diventata ancora più bella. E Quinn notò subito una piccola cicatrice tra le due sopracciglia.

 

“Come mai la cicatrice?”

 

“Oh questa?” disse toccandosela “Niente, diciamo un piccolo incidente di percorso durante le riprese di un film. Dovevo saltare da una fontana mentre cantavo, sono scivolata e mi sono ritrovata cinque punti. Niente di grave comunque”

 

Quinn interpretò il particolare sulla scena del film, come un chiaro segnale che Rachel era disposta a parlare.

 

“Allora Rachel come va la tua vita?”

 

“Non sono un momento ferma, tra qualche giorno riparto per la promozione del film e sinceramente vorrei tanto starmene a casa tranquilla. E tu invece? Ho saputo che stai per firmare con Dior, un bel colpo”

 

“Corrono in fretta le voci. Comunque sì sono in trattative con loro, anche se già mi prendo male al pensiero della mole di lavoro che si aggiungerà. Tra Burberry, Chanel, i vari impegni dell’agenzia e adesso anche Dior, non avrò più un momento libero. Niente è ancora deciso però”

 

“E con il tuo fidanzato come va? E’ un modello anche lui vero?”

 

“Chi?!”

 

“Jake Mariano. Non è il tuo fidanzato? People vi ha dedicato un bell’articolo qualche mese fa” Rachel aveva il classico tono indagatore e Quinn si accorse che Rachel si morsicava il labbro, chiaro segno che era nervosa e si sentì lusingata. Scoppiò un una mezza risata.

 

“Jake?! No Rachel, non credere a una parola di ciò che scrivono su di me. Una volta mi hanno detto che avevano scritto che avevo una storia con una donna molto più grande di me, e indovina chi era? Mia madre. Davvero non crederci. Jake è solo l’amico più caro che ho”

 

Rachel si sentì sollevata.

 

“E Sam? Non era lui il tuo migliore amico?”

 

“Purtroppo quando me ne sono andata ho perso i contatti con tutti, lui compreso. Ci sentiamo di tanto in tanto, ma non è più come prima. Non sai quanto mi manca” sul voltò di Quinn comparve un sorrise triste e nostalgico.

 

“Avevo sentito qualcosa del genere. Abbiamo fatto una rimpatriata poco tempo fa, e ho saputo che non senti più nessuno degli altri, giusto per qualche occasione”

 

“Già. Mi è dispiaciuto non poter venire quella sera, ma ero davvero presa”

 

“Non eravamo tutti comunque. Ma se non ho capito male, non leggi i giornali o le cose che dicono di te, giusto?”

 

“Già. Di solito me lo vengono a dire però”

 

“Perchè? Non ti interessa sapere cosa dicono?”

 

“Non proprio. Mi interessa il parere del pubblico, leggo solo riviste di moda di solito o qualche commento in merito al mio lavoro, ma quelle di gossip le evito. Ma non per me. Più che altro non volevo incappare in qualche pettegolezzo su di te. Leggere di tutto quello che hai fatto, che hai visto, tutta la strada che hai fatto in questi anni, mi avrebbe distrutto” azzardò un’occhiata verso la mora.

 

Rachel era sorpresa.

 

“Perchè?

 

“Perchè non ero con te, non le ho vissute insieme a te. Mi faceva male. Non mi perdono il fatto di averti lasciata come ho fatto. Kora e Jake ogni tanto mi aggiornavano sui tuoi sviluppi lavorativi, comunque”

 

Sulla stanza calò di nuovo il silenzio, Rachel guardava verso il basso, controllando e studiando attentamente le sue scarpe e Quinn ne approfittò per continuare la sua confessione.

 

“Rach... mi sei mancata, non hai idea di quanto e stasera sono scoppiata, dovevo assolutamente vederti”

 

“Ero a casa tua” disse di botto Rachel.

 

“Quando?”

 

“Poco fa. Alla televisione hanno fatto vedere che stavi festeggiando il compleanno allo Sky e ti hanno inquadrato fuori a piangere con quel Jake e l’altra ragazza. Ho sentito qualcosa dentro e sono corsa a cercarti a casa. Ma il tuo guardiano mi ha detto che eri in questa zona, ma non pensavo fossi proprio fuori dalla mia porta. A proposito, il guardiano sa quando esci di nascosto. La tua macchina ha il GPS”

 

Quinn sorrise. John la stupiva ogni volta.

 

“Già, non scappa nulla a John” ora ridacchiava.

 

Rachel girò intorno alla penisola e si avvicinò a Quinn.

 

“A proposito, buon compleanno Q, anche se ormai è passata la mezzanotte” e l’abbracciò.

 

“Grazie Rachel” Quinn, dopo tanto tempo solo a ricordarlo, potè sentire quel profumo che tanto le era mancato, sentire il calore del corpo di Rachel a contatto con il suo e sentì un brivido correrle lungo la schiena. Dovette fare affidamento al suo autocontrollo per non spingerla contro il muro e farla sua.

 

“Oddio Quinn ma sei fradicia” disse Rachel staccandosi da Quinn ma tenendola sempre dalle spalle.

 

“Non ti preoccupare, piuttosto, scusa se ti sto bagnando tutta casa, i miei capelli stanno grondando.

 

Rachel la guardò intensamente negli occhi.

 

“Lo sai che mi piaci con i capelli bagnati. Hai l’aria sbarazzina” 

 

A quelle parole Quinn tolse il freno a mano. Le sembrò di essere tornata al liceo, a quella sera in camera sua, quando Rachel le disse esattamente la stessa cosa, la sera dei festeggiamenti per Yale. Le prese il viso fra le mani e la baciò. Rachel in un primo momento rimase paralizzata, poi la strinse di più a se e approfondì quel bacio, mentre una lacrime scendeva piano sulla guancia.

Si spostarono verso la camera da letto senza mai staccare le labbra. Arrivate a destinazione Rachel si staccò da Quinn.

 

“Non andartene più. Ho bisogno di te”

 

“Non vado da nessuna parte Rach, non più” e Rachel la spinse sul letto, salendo su di lei a cavalcioni, baciandola con foga, mentre si spogliavano. 

 

“Ti amo Rachel, non ho mai smesso di farlo, neanche quando pensavo di non amarti, neanche quando sono scappata, neanche in questi anni senza di te. Sei sempre stata dentro di me”

 

“Ti amo anche io Quinn, anche quando avrei voluto odiarti. Ti ho sempre amato”

 

-

-

 

Dopo aver fatto l’amore mille volte quella notte, come a voler recuperare il tempo perso, Quinn la guardava, appoggiata sulla sua spalla che le sorrideva. Il verde degli occhi di Quinn dentro quelli color cioccolato di Rachel. 

Dopo 5 anni si sentiva finalmente completa, finalmente aveva ritrovato Rachel e ne era certa, non l’avrebbe lasciata mai più. 

 

-

-

 

Vi ricordate di quando eravate piccoli e credevate alle favole? Quali erano i sogni fantastici della vostra vita? L'abito bianco, il principe azzurro che vi portava in un castello sulla collina. Eravate a letto la notte, chiudevate gli occhi e nutrivate una cieca e assoluta fiducia. Babbo Natale, il topolino del dente, il principe azzurro erano così reali che potevi toccarli, ma col tempo si cresce, un bel giorno apri gli occhi e la favola svanisce. Molte persone hanno bisogno di sostegno e devono crede in qualcosa. Il problema è che è difficile abbandonare completamente quel mondo fatato perché quasi tutti hanno ancora bisogno di quel piccolissimo pezzetto di speranza e di fiducia e sperano un bel giorno di aprire gli occhi e di vedere il loro sogno trasformato in realtà” 

 

La mattina dopo, finalmente insieme alla donna che aveva amato per 6 lunghi anni e che amerà per tutta la vita, Quinn ricordò questa frase, ascoltata tempo fa in un telefilm e quando aprì gli occhi realizzò che quella favola in cui credeva da piccola, in quel momento, si era realizzata. 

Aveva ritrovato Rachel e quella notte tornò a credere nelle favole.

 

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Per quanto la nostra società proclami 

di essere progressista, pensa che ci siano 

ancora certi traguardi che tutti dovremmo raggiungere: 

matrimonio, bambini e una casa tua.

-Carrie Bradshaw, Sex and the City-

 

Tre anni dopo

 

“Dai Lucy corri, la mamma sta atterrando!” Quinn correva, trascinando con se una bambina biondissima con gli occhi blu che non ne voleva sapere di correre.

 

“Mamma piano! Uffa sono stanca!” Quinn allora si fermò e la prese in braccio e continuò a correre fino agli arrivi del JFK.

 

“Meno male, siamo in tempo, chi la sente poi la mamma se non ci vede appena atterra”

 

“Ma quando andiamo dallo zio Sam? Io voglio lo zio Sam!”

 

“Lo zio Sam lo vediamo dopo, ti ricordi? Ci sta aspettando a casa per la sorpresa”

 

“Ah è vero” Lucy era molto affezionata a Sam. L’ex Titans era davvero suo zio, in quanto sua sorella più piccola era rimasta incinta al liceo e decise di darla in adozione a Quinn e Rachel.

 

Mentre Quinn tirò fuori il cellulare per rispondere a Jake (non c’era parcheggio) dicendogli di aspettarle in sosta, Rachel Berry apparve dagli arrivi, seguita da un Kurt distrutto mentre portava una decina di valige con il carrello. Lucy vide la madre e le corse incontro saltandole in braccio.

 

“Ciao piccola! Quanto mi sei mancata!”

 

“Anche tu mamma! Ciao zio Kurt!”

 

“Ciao Lucy!” 

 

Mentre Lucy saltava sul carrello di Kurt, Rachel si avvicinò a Quinn e si abbracciarono.

 

“Mai più separate così tanto tempo, la prossima volta venite con me”

 

“Non hai idea di quanto ci sei mancata Rach” e mano nella mano si avviarono verso l’uscita.

 

“Ma darmi una mano no eh?”

 

“Dai Kurt non vedo la mia famiglia da due lunghissimi mesi, un po’ di comprensione!” disse Rachel alzando gli occhi al cielo e baciando la mano di Quinn che teneva stretta alla sua.

 

“Dai Kurt, fuori c’è Jake che ti darà una mano. A proposito, c’è una sorpresa che ti aspetta a casa”

 

“Sì mamma una super mega sorpresa!” Rachel accarezzò i capelli della figlia.

 

Finalmente a casa.

 

-

-

 

“Rachel che bello rivederti!”

 

“Ciao John!” e abbracciò l’amico.

 

“Dai Rach, vieni dentro”

 

Rachel incuriosita dalla sorpresa misteriosa di cui moglie e figlia hanno parlato per tutto il tragitto verso casa, entrò un po’ titubante nel grande salone. Appena mise piede nella stanza sentì le note di una canzone. Una canzone che lei e Quinn conoscevano molto bene.

 

Workin’ hard to get my fill,

Everybody wants a thrill.

Payin’ anything to roll the dice just one more time.

Some will win,

some will lose, some were born to sing the blues.

And now the movie never ends,

It goes on and on and on and on.

Strangers waiting, up and down the boulevard,

their shadows searching in the night.

Streetlight people, living just to find emotion,

hiding somewhere in the night.

Don’t stop believin’.

Hold on to that feelin’.

Street lights people,

Don’t stop believin’.

Hold on to that feelin’.

Street lights people,

Don’t stop!

 

Si guardò attorno e vide davanti a lei tutti i suoi vecchi compagni del Glee Club, accompagnati dai suoi vecchi professori Will e Emma, che cantavano e sorridevano.

 

“Ma cosa ci fate qui!” e corse ad abbracciarli tutti. Erano quasi quattro anni che non li vedeva.

 

“Abbiamo una grande notizia. Prof Shue, a lei l’onore” disse Finn.

 

“Allora Rachel, noi, le Nuove Direzioni, siamo stati invitati ad esibirci durante l’intervallo del prossimo Super Bowl!” e tutti i ragazzi iniziarono ad applaudire e ad urlare.

 

“Ma come? Sono passati otto anni. Come è possibile? guardò Quinn incerta.

“Will ha incontrato per caso il direttore artistico del Super Bowl che era giudice alle Nazionali che avete vinto all’ultimo anno ed era rimasto talmente stupefatto dalle Nuove Direzioni che non ci ha pensato un attimo prima di farci l’offerta”

 

“Sì Rachel, tra qualche mese le Nuove Direzioni al completo, si esibiranno davanti a milioni di spettatori, per un’ultima volta insieme!” Will era entusiasta.

 

“Wow, non ci posso credere! E’ fantastico!” 

 

“Abbiamo già pronte le canzoni, dobbiamo solo provare” Finn guardò Rachel con un sorriso enigmatico in viso.

 

“Ma per questa volta, non canterai il duetto Rachel”

 

“E con chi allora?” era strano non duettare con Finn, in fondo erano loro due a trascinare la squadra durante le competizioni con i loro duetti.

 

“Canterai con me” disse Quinn emozionata.

 

Rachel abbracciò forte la moglie e Lucy, che era in braccio a Sam, corse loro incontro al settimo cielo.

 

“Che bello non vedo l’ora!”

 

-

-

 

La performance al Super Bowl fu un successone. Nelle settimane a seguire le Nuove Direzioni, furono invitate in ogni trasmissione televisiva e ben tre case discografiche si fecero avanti con un contratto. Firmarono con la Columbia Records, registrarono un album di cover e inediti e iniziarono un tour estivo per gli Stati Uniti.

 

Finito il tour, andarono da Oprah Winfrey per un’intervista. Raccontarono del liceo, delle loro vite, della reunion improvvisa e inaspettata e la gioia provata ad essere di nuovo su un palco tutti insieme. E Oprah, fece una domanda molto interessante a Rachel.

 

“Allora Rachel, quattro anni fa eri qui con me a presentare il tuo film, Capodanno a New York e ti avevo messo a disagio con una domanda un po’ personale. Dimmi, è cambiato qualcosa da allora?”

 

Rachel sorrise, strinse la mano di Quinn, guardò Lucy in braccio a Jake tra il pubblico e tornò a guardare Oprah con uno sguardo tutto nuovo.

 

“Come sanno tutti, le cose sono completamente cambiate. Mi sono sposata con questo splendore di donna” il pubblico applaudì “sì, sono fortunata, mia moglie è una super modella” facendo ridere il pubblico, “abbiamo una bellissima bambina, Lucy, e sono ritornata al mio primo grande amore: il canto coreografato, con i migliori amici del mondo. Dopo nove anni ci siamo ritrovati a lavorare insieme, a divertirci e a fare quello che abbiamo sempre amato fare. E’ tutto cambiato dall’ultima volta che sono stata qui, e devo dire con assoluta certezza, che non poteva andare meglio di così”

 

-

-

 

“Rachel muoviti, siamo in ritardo!”

 

“Sì arrivo! Su Lucy dai andiamo!”

 

La famiglia Fabray-Berry era in partenza. Destinazione Los Angeles.

 

-

-

 

“Ci voleva proprio una vacanza” disse Quinn guardando Hollywood Hills dal balcone dell’hotel.

 

“Ce la siamo meritata, quest’ultimo anno è stato frenetico” Rachel raggiunge Quinn e la tenne stretta da dietro.

 

“E poi, dopo nove anni sei riuscita finalmente a mantenere la promessa” dando un leggero bacio sul collo di Quinn.

 

“Ti avevo detto che ti avrei portato qui, e così è stato. Anche se un po’ in ritardo”

 

“Meglio tardi che mai amore”

 

“Arrivoooo”

 

Lucy corse per tutta la camera e raggiunse le sue mamma, Quinn la prese in braccio e insieme guardarono l’orizzonte, il tramonto che illuminava la loro vista, il vento tra i capelli. 

Finalmente insieme.

The sun goes down the stars come out
And all that counts is here and now
My universe will never be the same
I'm glad you came.

 

THE END

 

 

NdA: Se volete vedere come sarà la piccola Lucy Fabray-Berry guardate questo link! 
http://www.morphthing.com/baby/11679790-Baby-of-Lea-Michele-and-Diana-Agron

 

Grazie veramente tanto a tutti che avete seguito, commentato e tutto... stasera ricomincia Glee finalmente e spero di avervi tenuto compagnia in modo positivo in questa estenuante attesa... Ci vediamo, se vi va, alla prossima storia che arriverà presto!!! 


Bacioni a tutti, Jam

 

 

  
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