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Autore: Fiore del deserto    10/04/2012    2 recensioni
Ritenuto colpevole per aver infastidito una mortale per secondi fini egoistici, Jareth viene punito dalla cugina Kassandra, la quale lancerà un incantesimo su tutto il regno. Per spezzarlo, Jareth, in compagnia di Sarah, avrà tredici ore di tempo per superare il dedalo, forse sufficienti per imparare la via del'umiltà; ma non sarà semplice, dato che al posto del Labirinto vi sono cinque porte che Jareth e Sarah dovranno superare senza il minimo errore!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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ABOVERGROUND
 
 
Nonostante fossero passati tre anni,  Sarah non aveva smesso di pensarlo.
Aveva rapito il suo fratellino, aveva costretto il suo caro amico Hoggle a tradirla, l’aveva messa duramente alla prova per tredici ore con rischi indicibili e traversie innumerevoli; ma le sue ultime parole l’avevano segnata. Sarah le ricordata bene:
Guarda cosa ti sto offrendo : i tuoi sogni!
Tutto ciò che ti chiedo è così poco!
Lascia solo che io ti domini e potrai avere tutto quello che desideri...
Non hai che da temermi, amarmi fare ciò che io ti dico...
E io diventerò il tuo schiavo!”
Tre anni prima, Sarah l’aveva preso per una minaccia: lasciarsi dominare, vendere la sua anima per i suoi sogni adolescenziali? No, assolutamente no!
Ma ora, in età matura, capì che quella non era affatto una minaccia, ma una sorta di dichiarazione...
Quante volte si pentì per non averlo seguito!
Ora si trovava in una triste realtà!
Anche quella sera, come al solito, si trovava sola in casa; era evidente che Karen e suo padre fossero usciti. Ed anche stavolta le toccava fare da baby-sitter al piccolo Toby di tre anni. Purtroppo, non aveva amici. Del resto, chi mai osava avere per amica una ragazza che ancora credeva nelle favole? Forse, Sarah si trovava meglio così. Indossava una maglietta grigia che facevano risaltare le sue curve sensuali, un jeans blu cobalto stretto alla vita da una cintura marrone e delle scarpe da tennis.
Udì il suo cane Merlin abbaiare, ma non ci fece caso.
Qualcuno bussò alla porta. Ecco svelato il motivo per cui Merlin abbaiava.
Si sorprese per questo: erano le nove di sera, chi mai poteva essere a quell’orario?
Scese le scale della sua camera e andò ad aprire.
Non vi era nessuno
<< Forse >> pensava Sarah << sono un po’ stanca...! >>
 Prima che potesse chiudere la porta, Sarah udì una voce familiare
- Sono qui, mia preziosa! –
Sarah sobbalzò! No! Non era possibile!
Uscì e vide che fuori, dietro l’angolo della porta, c’era proprio lui! Il re di Goblin!
- Cielo, quanto sei cresciuta, mia dolce Sarah...! –sorrise beffardo il re.
Pioveva, ma il fae non sembrava interessato a questo
- Tu! – balbettò Sarah – Tu che ci fai qui? –
- Non mi fai entrare, mia preziosa? – esclamò Jareth senza abbandonare il suo sorriso.
Effettivamente, non poteva lasciarlo fuori sotto la pioggia, e poi...
C’era qualcosa di diverso in lui...
La prima volta che lo vide, gli parve minaccioso e molto sicuro di sé. Adesso, invece, pareva una persona comune. Sarah sospirò
- Entra... –
- Molte grazie, mia dolce Sarah! – continuò a sorridere Jareth.
Lo fece accomodare in cucina. Jareth udì un pianto familiare: Toby
- Scusa, Jareth. Vado un attimo da Toby... Torno subito. Tu mettiti pure comodo...!-
Sarah salì le scale che portavano alla stanzetta di Toby. Si sorprese quando vide che Jareth era già lì dentro! Del resto, c’era da aspettarselo...! Lo vide che lo stava fissando dalla sua culla. Toby non piangeva più; era come se lo avesse riconosciuto, sembrava più calmo. Istintivamente, Sarah si precipitò verso la culla
- Sta’ lontano da lui! – gridò.
Jareth rise, probabilmente si aspettava una reazione del genere da Sarah
- Che insolenza davanti al re! Non temere, non voglio lui, Sarah! – disse il fae. Sospirò – Il motivo per cui io sono qui, è un altro! –
Sarah rimboccò le coperte del fratellino e si rivolse al sidhe
- Perché sei qui? –
- Ho bisogno del tuo aiuto, Sarah... – poggiò la schiena ad una parete e, preso un bel respiro, cominciò a raccontare – Inutile che ti chieda se ti ricordi dei rischi indicibili che hai subito nel mio Labirinto per tredici ore, tre anni fa... Bene... Poiché  sono stato ritenuto colpevole di aver dato fastidio a te, una mortale, per un mio secondo fine, Kassandra, mia cugina, regina del regno di Thor, mi ha inflitto una punizione: dovrò superare il Labirinto entro tredici ore, come hai fatto tu, e dovrò farlo insieme a te! I miei sudditi non mi conoscono perché sono in balia dell’incantesimo di Kassandra e... –
- Davvero una brutta faccenda... – lo interruppe Sarah – Ma perché devo superarlo anch’io? –
- Ci sto arrivando – continuò Jareth -  Kassandra vuole che io impari la via dell’umiltà e per farlo dovrò accettare il fatto che tu venga con me... Ho dovuto cominciare venendo qui da te a cercarti...! –
-  E’ già un buon inizio... – Sarah si passò una mano tra i capelli – Ma perché dovrei aiutarti dopo quello che mi hai fatto? –
- Sapevo avresti detto questo! – non c’era delusione nel tono di Jareth, chiaro che avesse in mente qualcosa – Però dovrai venire con me per forza, anzi, sarai tu stessa a voler venire, mia preziosa! –
- Perché? –
- Nel mio castello, ora in possesso di Kassandra, sono tenuti in ostaggio i tuoi amici: il gigante peloso, lo Yorkshire dalla parlantina galante in groppa al suo bobtail e Frivolo! –
Bastarono le parole “amici” per far cambiare idea a Sarah
- Cosa? Ludo, Sir Didymus, Ambrosian e Hoggle sono tenuti come ostaggi? E’ stato fatto loro del male? –
- A questo non so risponderti, mia dolce Sarah! – sbuffò il re – Allora? Vuoi aiutarmi? Se non vuoi farlo per me, almeno fallo per i tuoi amici...! –
Sarah guardò il fratellino che si era deciso a dormire, sbuffò
- D’accordo... Andiamo...! Tredici ore? –
- A dire il vero... – Jareth si grattò la testa – E’ già passata un’ora da quando sono qui... Ce ne restano dodici... –
- Che stiamo aspettando? – Sarah lo bloccò all’istante – Non c’è un minuto da perdere! –
- Bene...! – disse Jareth. Bastò che Sarah si voltasse per ritrovarsi nella città di Goblin.
La sfida era iniziata!
 
UNDERGROUND
 
Sarah notò che il paesaggio era totalmente diverso da come lo aveva visto l’ultima volta. Si girò verso Jareth, come per chiedere spiegazioni, ma notò che anche lui era sorpreso
- E’ un incantesimo di Kassandra...! – spiegò – Mi sa tanto che vuole il gioco duro! –
Sarah sospirò. I due cominciarono ad avanzare.
Fu una brutta sorpresa per entrambi quando videro l’ingresso del Labirinto. Davanti a loro c’erano cinque porte grigie, dove sopra di essa, partendo da sinistra, c’erano scritti le seguenti parole: Porta della Tentazione, Porta dell’Enigma, Porta della Sfiducia, Porta della Paura e Porta del Coraggio
- Ma cosa? – quasi gridò Sarah – Che significa tutto questo? –
- Maledetta! – Jareth strinse i pugni – Altro che gioco duro, Kassandra vuole il gioco pesante! –
I due notarono una strana vecchia di bassa statura che se ne stava seduta, la testa bassa, vicino alle porte. Dormiva. Era vestita di stracci e i lunghi capelli arruffati e bianchi erano legate in due lunghe trecce. Sarah le si avvicinò, la scosse delicatamente
- Scusami... –
La vecchia si svegliò di colpo
- Oh, dei visitatori! – esclamò – Scusatemi se mi avete trovato così, ma una vecchia come me ha bisogno di riposo... Posso fare qualcosa per voi, cari? –
Jareth e Sarah si guardarono negli occhi. Jareth non la conosceva
- Non ti ho mai vista qui nel Labirinto, sei forse suddita di Kassandra? –
- Labirinto? Di quale labirinto parli, giovanotto? – si stupì la vecchia - Qui non c’è mai stato un labirinto. Io sono la guardiana delle Cinque Porte. Mi chiamo Gudule, servile alla regina Kassandra! –
Jareth si innervosì di più, ma cercò di restare calmo
- Senti, Gudule – intervenne Sarah – hai detto che non c’è mai stato un Labirinto, giusto? Dunque, per arrivare al castello della regina Kassandra dobbiamo entrare in uno di queste porte? –
- Non esattamente, mia cara – disse Gudule – Queste sono le cinque porte che vi condurranno al castello, ma per entrarvi, dovrete entrare in tutte e cinque le porte e dovrete uscirne vittoriosi. Solo uno sbaglio e non vi sarà concesso entrare al castello! –
- Tutte e cinque? - si sbalordì Sarah – Nemmeno un errore? Ma non è giusto! –
- Baule – disse Jareth – dicci a cosa portano queste  stanze!–
- Innanzitutto – si stizzì la vecchia – mi chiamo Gudule! E poi, non ho intenzione di parlare ai maleducati! –
- Ma che... – Jareth venne subito bloccato da Sarah, la quale cercò di trovare una soluzione
- Gudule, per favore, perdona il nervosismo di Jareth, ma dobbiamo arrivare al castello della regina Kassandra e abbiamo poco tempo. Sii clemente, per favore, potresti dirci a cosa conducono queste porte? –
Gudule ci pensò su e tirò un sospiro
- Va bene, fanciulla! – si rivolse a Jareth – Ringrazia la tua amica, giovanotto! E prendi esempio da lei! –
Jareth restò sbalordito, ma decise di non fiatare
- Allora, ragazzi – continuò Gudule – In ognuna di queste porte, vi saranno dei test che dovrete superare, ognuno comandato da un guardiano per stanza. Purtroppo non posso dirvi che tipo di test vi saranno richiesti, dato che non ci sono mai entrata. Non appena terminerete tutte e cinque le porte, vi troverete dritti al castello! –
Jareth e Sarah sospirarono. Lei lo guardò negli occhi
- Da quale porta iniziamo? –
- Beh... – disse Jareth – Visto che non abbiamo di che di scegliere, ci andremo per ordine: cominciamo dalla Porta della Tentazione! –
- Va bene! – esclamò Sarah
- Buona fortuna, figlioli! – disse Gudule mentre guardava i giovani avvicinarsi alla prima porta, per poi sparire in un’immensa luce rosata.
  
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