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Autore: Rebeeeccaa    10/04/2012    26 recensioni
"Ehi, aspetta"
"Si può sapere cosa vuoi?" scattai nervosa,
"Il mio nome è Liam e non coso"
[...]
"è molto interessante perchè è come se la tua mente ricordasse una figura, in questo caso il bambino"
[...]
"Liam dobbiamo dirglielo"
"Non posso dirle che quel bambino ero io, Harry!"
[...]
Deglutii faticosamente la saliva mentre osservavo la lametta che minacciava di incidere il mio polso,
Gliel'avevo promesso, gliel'avevo promesso.
"Ho fatto tutto questo per proteggerti.. eri così felice"
[...]
"ti batte forte il cuore" smorzai un sorriso,
"batte solo per te"
"Ti amo, Liam James Payne".
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Hai bisogno d'aiuto,Riley"
Classica frase con cui ti liquidano i tuoi prima di mandarti in una clinica psichiatrica camuffata con il nome di "Centro di riabilitazione per giovani".
L'autunno, la stagione dell'inizio dell'anno scolastico, era alle porte.
 Quella situazione era incredibile,
è vero ogni tanto soffrivo di insomnia,
i miei polsi erano solcati dalle lame quasi tutti i giorni, e il mio pranzo era paragonabile a un pomodoro scondito..
ma era normale, giusto? a quanto pare no.


 
La strada scorreva dritta e priva di accenni di colore sotto i miei occhi,
continui cartelli verdognoli segnavano le uscite dell'autostrada per paesini che nemmeno Google Maps avrebbe individuato,
ero ben coperta da sciarpa e cappello dato il freddo che avvolgeva Liverpool in quel periodo, mio padre era al posto di guida concentrato sulla strada per evitare il mio sguardo che sprizzava odio e lacrime e mia madre continuava a leggere e rileggere quell'opuscolo consumato ormai dal suo sguardo.

 
cos'ero io? semplicemente diversa,
lo ero sempre stata,
ero la pecora nera della famiglia,
non ero mai abbastanza per le persone,
forse isolarmi dal mondo mi avrebbe fatto bene ma non in una clinica,
quello non era il mio posto, onestamente non sapevo dove fosse precisamente,
però sapevo che non era li.



 
"Siamo arrivati" la voce fredda di mia madre mi distolse dai pensieri ovvi che mi causavano il male fisico,
uscii dalla macchina sbattendo lo sportello dell'auto nera e opaca,
presi un bel respiro e poi entrai in quell'edificio spoglio di colori,
avete presente ESP fenomeni paranormali? Bene, ci ero finita dentro.
 
Mi guardai intorno stranita, la moquette ricordava escremento di mucca cerato,
le pareti erano di un color ghiaccio,
le donne che vi ci lavoravano all'interno indossavano vestiti normali ornati con cartellini plastificati con i loro dati, come se mi importasse il loro nome, la dentro erano tutti nemici per me e per il mio corpo che minacciava di ingrassare.

 
una donna sulla sessantina mi fece fare un giro "turistico" in quell'inferno,
soffocavamo in quei corridoi in cui ci passava a pelo una barella d'ospedale,
mi mostrò i bagni, le camere che parevano accoglienti e in fine mi portò in un aula,
era più colorata delle altre.. oddio colorata è una parola grossa,
diciamo che era presente del verde militare e del marrone che ornava le poltroncine dove un ammasso di ragazzi e ragazze vi  erano seduti,
intravidi una ragazza dai capelli rossi su un palco lievemente rialzato, stava cantando accompagnata da un uomo con la chitarra..
 
mi accomodai su una sediolina, il silenzio regnava,
le persone sembravano affascinate dalla voce di quella ragazza che dopo poco colpii anche me,
la canzone parlava di grattacieli, inizialmente non capii l'utilità di una canzone che parlasse di grandi edifici ma al seguire della sua spiegazione il mio cuore incominciò a battere e tutto si ricoleggò come pezzi di puzzle sparsi sul pavimento gelido della mia mente,
 
"Ok, so che è dura, esattamente un anno fa io ero al vostro posto e fissavo ogni angolo di questa stanza come se fosse una prigione che mi ostacolava dalla libertà, so che odiate questo posto e non vi sto dicendo che con il tempo vi piacerà, sto solo cercando di dire che sarà più facile, spero che un giorno tutti voi riusciate a essere liberi da questa dipendenza perchè la libertà è la cosa più bella che si possa avere, forse al compiere dei vostri diciotto anni ve ne andrete da qui, oppure finirete la cura che per quanto possa durare vi renderà sempre succubi di questa malattia.. in questo momento starete odiando i vostri genitori quasi quanto io ho odiato i miei , be sappiate che un giorno li ringrazierete"
sul volto della ragazza sgorgò qualche lacrima che sciolse il trucco posto perfettamente intorno ai suoi occhi,
"Signorina Meester, deve venire con me adesso per compilare dei moduli" annuii e seguii la donna alla hall,
mi porse un modulo bianco e una penna a sfera nera,
compilai i pochi dati e firmai quel patto con il purgatorio in cui riposi tutta la speranza poichè mi portasse al paradiso.



 Spazio*

 
Eccomi tornata con la nuova  FF,
Be cosa ne pensate?
Spero vi piaccia, mi sono ispirata alla Lovato
che mi ha praticamente assalito con le sue canzoni e la sua storia.
Che dire?
Fatemi cosa ne pensate, magari con una recensione :D
Ciao bellezze.
-R
  
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