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Autore: Sindy22Bool    10/04/2012    3 recensioni
Dopo tre anni dalla fine della guerra, la chiamata improvvisa di Harry e Ron nel cuore della notte coglie tutti di sorpresa. Tre attentati a maghi babbanizzati sterminano il panico sia nel mondo babbano che in quello magico. "Ritorno alla paura" scrive la Gazzetta del Profeta. Toccherà a loro salvare nuovamente il mondo magico. Stavolta anche i babbani sono nelle loro mani. Nuove identità e stili di vita, i nostri eroi si buttano tra i babbani, e cercheranno di venire a capo a questo mistero.
Storia d'avventura, a sfondo romantico. Una Dramione tutta nuova. BUONA LETTURA ;)
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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CAPITOLO 1
Ritorno alla paura

 

- Che ci facciamo qui? – sbottò Pansy – A quest’ora per giunta! -.
Erano tutti seduti nel salotto della Tana, assonnati e ancora in pigiama. Harry e Ron avevano contattato più persone che avevano potuto: Hermione, Ginny, George e Angelina, Lavanda, Dean, Seamus, Cho, Luna e Neville, Katie, Alicia, Draco, Pansy e Blaise. Pochi di loro erano rimasti in contatto dopo la guerra, e quell’improvvisa chiamata urgente dopo tre anni aveva colto tutti di sorpresa.
- Come tutti sapete, io e Ron siamo due Auror del Ministero, gli unici, e voglio sottolineare questa parola, con cui il Ministro si confida – iniziò Harry.
- E questo cosa c’entra? – fece Katie.
- Ci sta arrivando – sibilò Ginny, che essendo la storica fidanzata di Harry Potter sapeva già tutto.
- Avrete sicuramente letto la Gazzetta del Profeta – continuò Harry.
- Papà non vuole che io la legga, dice che è inutile spazzatura. Io leggo solo il Cavillo – sorrise Luna.
Cho soffocò una risata.
- Per chi di voi non sapesse ciò che la Gazzetta ha riportato ultimamente, ecco -. E lanciò una copia della Gazzetta.
Gli occhi di tutti si puntarono sul grande titolo: “Tre attentati a maghi Babbanizzati negli ultimi tra giorni: ritorno alla paura”.
- Che vuol dire ‘Babbanizzati’? – chiese Lavanda.
- Maghi che, dopo la guerra, hanno deciso di allontanarsi dal nostro mondo – spiegò Hermione, guardando con orrore il giornale – Maghi che hanno deciso di provare a vivere come persone normali. Un sacco di ex allievi di Hogwarts l’ha fatto -.
- Le gemelle Patil, per esempio – intervenne Cho.
Harry guardò Ron con tristezza – E Padma è morta -.
Tutti sgranarono gli occhi.
- Già. È una di quelli che sono stati uccisi, oltre a un ex Mangiamorte e un membro del Ministero – raccontò Ron.
- Chi li ha uccisi? – chiese Angelina.
- Non lo sappiamo – rispose Harry – Ma una cosa è certa: non è stata magia a ucciderli -.
- Cioè, niente Avada Kedavra? – intervenne Draco, stupito.
- Esatto. La cosa strana è che, da ciò che ci ha detto il Ministro, sono stati uccisi in modo Babbano: tutti e tre avevano un colpo di pistola nella schiena -.
 - Non si vendono pistole, a Diagon Alley – rifletté George.
- Giusta osservazione. Secondo le nostre fonti, i tre sono stati uccisi nello stesso punto, sul retro di un piccolo Pub, vicino a un’università di Londra -.
- Che ci facevano tutti lì? – chiese Dean.
- Padma frequentava quell’università, quindi può essere che fosse nel Pub con delle amiche; l’impiegato del Ministero era un abituale cliente del Pub, dato che abitava nella casa di fronte; sul perché l’ex Mangiamorte si trovasse lì, siamo ancora all’oscuro – spiegò Ron.
- Bel mistero – sussurrò Blaise.
- Ben detto – annunciò Ron, alzandosi in piedi – Ed eccoci a questa sera. Vi starete tutti chiedendo che cosa c’entra tutto questo con voi. Semplice: dobbiamo scoprire questo mistero -.
- Ti pareva – sbottò Hermione.
Draco rise. Hermione arrossì. Ormai era noto a tutti, tranne al biondo, che la ragazza aveva uno cotta per lui dai tempi di Hogwarts.
- Avanti, Herm – scherzò George – Ti sono sempre piaciute le avventure -.
Hermione lo fulminò con lo sguardo.
- Allora? – chiese Harry – Ci state? -.
- Perché no, Potter? – fece Draco.
- Ottimo! Allora, vi spieghiamo la strategia: andremo a Londra, ci Babbanizzeremo, non tutti insieme ovviamente, e cercheremo di indagare, trovare prove -.
- Facile – sbottò Neville, ironico.
Dean e Seamus sorrisero.
- Sapevamo che avreste accettato – annunciò Ginny allegra, alzandosi in piedi e prendendo una pila di fogli – A ognuno di voi verrà consegnata un’identità, una residenza, un lavoro o un luogo di studio, ovviamente vicino al nostro Pub -. Iniziò a distribuire i fogli.
- Io e Harry staremo a Grimmauld Place, nonché base segreta della nostra operazione. Ci chiamiamo Amanda Dick e Patrick Rotter, e non lavoriamo. Ci siamo appena trasferiti in città dall’Irlanda. Ron e Lavanda, alias Tom Ellen e Clair Trip, due fidanzatini che vivono a qualche isolato dal Pub, e che lavorano nel supermarket sotto casa. Siete appena arrivati da Brighton – e consegnò ai due un foglio pieno di note.
- Ancora non ho capito a cosa servono i nomi in codice – sbuffò Angelina.
- Ti pare il caso di andare in giro a chiamarci Harry Potter o Ron Weasley? – ringhiò la rossa – Se il colpevole è uno che sa qualcosa sul mondo magico, siamo fregati! -.
- George e Angelina – continuò Harry – Voi siete Eric e Jade Williams, coppietta in viaggio di nozze. Risiedete nell’hotel a quattro stelle al di là della strada, proprio di fronte all’università; venite da New York, e siete turisti accaniti. Cho, Luna, Katie e Alicia siete rispettivamente Sarah Lopez, Lola Bruce, Veronica Kent e Gabrielle Spring, siete quattro amiche che vivono di fianco all’hotel di George e Angelina, e che passano le loro giornate a vagabondare per Londra. Vi siete appena trasferite dalla California -. Harry consegnò i fogli e si sedette.
- Neville, Pansy e Seamus – annunciò Ron, consegnando altri fogli – Siete Chris Waletrs, Tiffany Royal e Gary Aperton, tre cugini americani, precisamente venite da Seattle, che studiano e risiedono in un’università lontana dal Pub, questa – e mostrò loro la mappa.
- Perché siamo così lontani? – chiese Pansy.
- Secondo i nostro calcoli verrete ogni giorno nel quartiere a seguire le lezioni di botanica nel parco dell’università vicino al Pub -.
- Botanica?! – tuonò lei.
- Studiate in un’università di agraria, e seguite le principali lezioni di Botanica nel grande parco del campus nel “nostro” quartiere, famoso nel mondo per le sue piante e fiori esotici – spiegò Ginny, con un ghigno.
- Grazie al cielo! – esclamò Neville entusiasta.
- Cosa può esserci di peggio?! – sbottò Seamus.
 - Dean e Blaise – continuò Harry – Siete Will e Jared Donnel, due fratelli appena arrivati da Orlando, USA. Vivete nella stessa casa delle quattro amiche, e lavorate dal fruttivendolo sotto casa. Infine, Hermione e Draco, Nina e Stephan Fletch, i vostri padri sono fratelli, quindi avete lo stesso cognome. Siete due cugini appena arrivati da Phoenix. Vivete in un appartamento posto tra l’università, dove studiate, e il nostro Pub. Voi siete i più esperti, così vi abbiamo affidato lo studio all’università, nonché uno dei modi più diretti per trovare prove -.
- Bene – tagliò corto Ginny – E ricordatevi: niente uso della magia; se ci incontriamo per strada non dobbiamo assolutamente salutarci, perché noi non ci conosciamo, capito Ronald? Non appena avete notizie, prove, tracce, correte subito a Grimmauld Place, perché io e Harry non lasceremo mai la casa, solo per fare compere. Lui è troppo riconoscibile. Tutto chiaro? Domande? -.
- E’ un piano folle – sospirò Katie.
- Per questo è così geniale – sorrise George.
- Quando si parte? – chiese Hermione, preoccupata di dover passare le sue giornate sola con Draco.
Ginny guardò l’orologio della cucina – Adesso -.
- ADESSO?! – tuonarono tutti all’unisono.
- Le vostre cose sono già nei rispettivi alloggi – spiegò la rossa – Vi consiglio di smaterializzarvi direttamente nel vostro appartamento: è meglio evitare di farci scoprire subito -.
- Pronti? – chiese Harry – Mi raccomando: non date nell’occhio, ma tenete sempre le orecchie aperte -.
Tutti annuirono. Si alzarono dal divano e si posizionarono in varie parti della stanza, ognuno con il proprio o i proprio compagni d’avventura, pronti per smaterializzarsi.
- Al mio via – fece Harry – Tre, due, uno… VIA! -. E il salotto della Tana rimase vuoto, avvolto nel silenzio.
 
- Carina – rise Draco, una volta che furono arrivati nel loro misero appartamento. Non era pessimo, ma di certo ce n’erano di migliori: il modesto salotto, provvisto di un ampio balcone che dava sulla strada, comunicava con la cucina attraverso un’arcata di legno. Dalla sala, partiva un corto corridoio con due porte: una portava in un bagnetto grazioso, l’altra in una camera da letto, l’unica della casa, che conteneva un grande letto matrimoniale, un armadio a muro, un balcone e una libreria.
- Ho visto di peggio – disse Hermione. Parecchi scatoloni e valigie troneggiavano nell’ingresso.
- Credi che Harry ci ucciderebbe se usassimo la magia per disfarle? – chiese Draco.
- Certo che si! Non dobbiamo assolutamente farci scoprire! -.
- Agli ordini, Nina – rise il biondo.
Hermione lo guardò e scoppiò a ridere.
- Perché ridi? -.
- Non lo so neppure io, Stephan – e rise di nuovo.
Il ragazzo le sorrise e scosse la testa, si avvicinò alla finestra e lanciò un’occhiata alla strada. Il Pub era al piano terra di due case più in là, dalla parte opposta della strada. Erano in un’ottima posizione.
- Il Pub? – chiese la ragazza, avvicinandosi.
- Già -.
Hermione estrasse il suo pigiama dalla scatolone e si recò in camera da letto per cambiarsi. Indossò la sua vestaglietta color giallo Grifondoro e sgattaiolò sotto le coperte. Poco dopo, il biondo entrò in camera. Indossava un paio di pantaloni grigi e una maglietta attillata bianca.  Si coricò accanto a lei.
- Siamo forse più in pericolo di prima – sospirò lei.
- Lo so – fece Draco – Ma ne vale la pena, no? -.
- Certo -.
- Buonanotte cuginetta – sorrise Draco, baciandole una tempia.
- ‘Notte Stephan – e con una risata, si abbandonò al sonno.
 
- Svegliati, presto! È tardissimo! – urlava Draco, in panico.
Hermione si svegliò di scatto – Che succede? -.
- Le lezioni iniziano tra mezz’ora! -.
- Merlino! -.
Hermione scattò in piedi, mangiò una fetta di pane con burro e marmellata in fretta e furia, indossò un paio di jeans stretti e stracciati, una canottiera attillata, un cardigan e le sue All Star, afferrò la borsa a tracolla con i libri, lavò i denti, si truccò e raggiunse Draco che, vestito con un paio di jeans chiari, una camicia azzurra e un paio di scarpe comode, la aspettava all’ingresso. Scesero di sotto, attraversarono la strada e arrivarono al campus.
- Guarda là, c’è George – rise Draco, distinguendo una testa rossiccia davanti al maestoso hotel. Il ragazzo li guardò, ma poi distolse lo sguardo. Hermione giurò di averlo visto ridere. Entrarono nell’enorme edificio di marmo bianco, pieno di studenti che correvano di qua e di là, cercando le sale della loro lezione. I due “cugini” si recarono al centralino, dove una vecchia e robusta signora li accolse con entusiasmo.
- Nina e Stephan Fletch – annunciò Hermione, mostrando i falsi documenti di identità.
- Ecco a voi – sorrise la signora, consegnandogli la lista dei loro orari – E benvenuti nella nostra università. Buone lezioni -.
I due la ringraziarono e si avviarono verso la sala 30, dove si sarebbe tenuta la loro prima lezione di Filosofia. Entrarono e presero posto in penultima fila, vicino a due ragazze che, non appena videro Draco, arrossirono e iniziarono a bisbigliare.
- Visto che effetto faccio, cuginetta? – rise il biondo.
Hermione non ebbe il tempo per ribattere, che l’insegnante entrò in aula. Senza molti convenevoli, iniziò la lezione. Hermione seguiva con interesse ogni parola del professore, mentre Draco scambiava sguardi e frecciatine con le ragazze accanto a lui.
- Vuoi smetterla?! – sbottò Hermione, tirando un calcio da sotto il banco al ragazzo.
- Mi hai fatto male! – protestò lui – Cosa ho fatto? -.
- Ti devo ricordare perché siamo qui?! – bisbigliò lei tra i denti.
Draco si passò una mano tra i capelli biondi e se li spettinò, in un modo dannatamente sensuale. Hermione deglutì e tornò ai suoi appunti.
- Bene, per giovedì voglio un saggio di duecento parole sulla vita di Socrate. Buona giornata – annunciò l’insegnante. Raccolse le sue cose e uscì dall’aula, proprio mentre la campanella del pranzo suonò.
- Dobbiamo pure fare i compiti?! – sussurrò Draco, scocciato.
Hermione lo fulminò con lo sguardo, ma quasi subito scoppiò a ridere. Raccolse i libri, li ripose nella borse e uscì dall’aula con il biondo. Seguirono l’onda di ragazzi che si recavano nella mensa e, dopo aver ordinato una piadina e una bibita ciascuno, si sedettero a un tavolo isolato.
- Non troveremo mai tracce, se stiamo in questa stupida università e ci tocca anche fare i compiti! – esclamò Draco, irritato.
- Stephan – alzò la voce Hermione, ma poi si chinò in avanti e tornò a bisbigliare – Harry è sicuro che il colpevole sia uno dell’università, quindi dobbiamo tenere le orecchi bene aperte. Tutto chiaro? -.
- Certo, Nina – sorrise lui, e addentò la sua piadina.
Le due ragazze che erano sedute a Draco durante la lezione si avvicinarono al tavolo. Una era alta e bionda, con caldi occhi cioccolato, l’altra era mora e aveva degli intensi occhi grigi.
- Ciao – fece la bionda, porgendo la mano al ragazzo – Io sono Christine, e lei è Jenny -.
- Stephan – sorrise lui – E lei è mia cugina Nina -.
- Molto piacere – disse Jenny, porgendo la mano ai due – Non vi abbiamo mai visti qui -.
- Siamo arrivati ieri da Phoenix – spiegò Hermione.
- Wow, California! Come mai vi siete trasferiti? -.
- Abbiamo sempre amato Londra –.
- Già, è una bellissima città – disse Christine, e poi si rivolse a Draco – Risiedete nel campus? -.
- No – rispose lui – Abbiamo un appartamento a due passi da qui -.
- Fico. Sentite, vi va se stasera usciamo? Possiamo andare a bere qualcosa in centro – sorrise la bionda.
- Ho visto un piccolo Pub qui di fianco – buttò lì Draco – Perché non andiamo lì? -.
Le due ragazze si scambiarono sguardi intimoriti, poi Jenny parlò – Succedono cose strane, in quel Pub -.
- Cose strane? – fece Hermione.
- Si. È la quarta sera che una persona viene uccisa – spiegò la mora – Si sente uno sparo, arriva la polizia e trovano il cadavere sul retro del Pub. Ieri è toccato a una ragazza di questa università, si chiamava Calì Patil -.
Hermione ebbe un colpo. Guardò Draco, che cercava di sembrare più calmo possibile, ma tremava.
- Ora che ci penso – iniziò Hermione – Stasera eravamo mezzo in parola con Malcom, un nostro amico di Phoenix che si è trasferito qui due anni fa, ma domani sera usciamo volentieri -.
- Perfetto – esclamò Christine, entusiasta – Chiamami – disse poi a Draco, lasciando sul tavolo un bigliettino con il suo numero di telefono. Si congedarono e lasciarono il tavolo.
- E’ morta anche Calì? – sussurrò Draco – Harry lo sa? -.
- Non lo so, ma dobbiamo andare immediatamente al quartier generale -.
- No, daremmo troppo nell’occhio – iniziò il biondo – Facciamo che… - ma si interruppe, perché qualcosa, o meglio qualcuno, al di là della vetrata della mensa aveva attirato la sua attenzione.
- Che diavolo ci fa Ginny qui?! -.
Hermione si voltò e notò una chioma rossa che camminava avanti e indietro davanti alla porta a spinta della mensa. Non appena la rossa li vide, iniziò a lanciargli sguardi intensi.
- Vado io, tu dai troppo nell’occhio – disse Hermione. Si alzò dal tavolo e raggiunse la rossa – Che diamine ci fai qui, Gi… Amanda? -.
- Calì è morta – le sussurrò tra i denti.
- Lo sappiamo – rispose grave Hermione, e le raccontò il dialogo con le due ragazze – Che facciamo? -.
- Tenete d’occhio il Pub dalla finestra, stasera, ma non uscite di casa -.
- Ok -.
- Se avete notizie, informazioni o supposizioni venite subito da noi -.
Hermione annuì, salutò Ginny, e fece per tornare dentro.
- Ehi, fermati – la chiamò una voce, proprio mentre stava aprendo la porta della mensa. Lei si girò, e si trovò faccia a faccia con un ragazzo alto e muscoloso, profondi occhi neri e corti capelli corvini – Ciao, sono Ian. Ti ho vista a lezione di Filosofia stamattina – le porse la mano.
- Già – sorrise Hermione – Nina -.
- Sei nuova da queste parti, vero? -.
- Si, sono appena arrivata con mio cugino, il biondo seduto a quel tavolo, da Phoenix – disse indicandolo. Draco salutò il moro con la mano, al di là del vetro.
- Allora ti vedrò spesso in giro – le fece l’occhiolino Ian.
- Purtroppo per te si – rise Hermione.
- Scherzi? Una ragazza bella come te non arriva tutti i giorni qui all’università –. Il ragazzo fece un passo verso di lei, estrasse un pezzo di carta e una biro dallo zaino, ci scrisse sopra qualcosa, lo porse a Hermione, le fece l’occhiolino e se ne andò.
La ragazza osservò il numero di telefono del moro, si sorrise e tornò dentro.
- Non eri tu quella che passava inosservata? – chiese ironico Draco.
- Sei geloso? -.
- No, tesoro. Anche io ho fatto colpo – ghignò Draco, facendo l’occhiolino a Christine. La bionda gli sorrise e arrossì violentemente.
Hermione si irrigidì, si schiarì la voce e si alzò – Avanti, andiamo a lezione -. Prese Draco per la manica e lo trascinò fuori dalla mensa.
 
- Qualche stranezza? – chiese Hermione, avvicinandosi alla poltrona dove Draco era seduto.
Erano le nove di sera, e la gente iniziava a accumularsi intorno al Pub.
- Niente di interessante – sbadigliò il biondo, passandosi una mano dei capelli e guardando Hermione.
La ragazza indossava una canottiera rossa scollata, e un paio di culottes nere.
- Se non fossi mia cugina, ci proverei con te – rise Draco.
- Come sei divertente – sbottò lei.
Si sedette nella poltrona di fronte a lui ed estrasse il libro di Filosofia dalla borsa. Draco la guardò con disperazione, ma poi la imitò.
Il tempo passava lento, nessun segnale, nessuna stranezza. Poi, ad un certo punto, un forte rumore ruppe il silenzio del loro studio: uno sparo. Draco e Hermione si catapultarono immediatamente alla finestra. La strada, prima deserta, ora brulicava di persone, che erano scese dai loro appartamenti per vedere cosa succedeva. Solo un ragazzo camminava indisturbato dalla parte opposta del Pub, le mani in tasca e il passo lento. Qualche minuto dopo, la polizia arrivò. Draco e Hermione uscirono sul balcone. Sul balcone di fianco al loro, due anziani portavano le mani alla bocca.
- E’ il quinto attentato in cinque giorni – esclamò la vecchia, disperata.
- Ce l’hanno detto – annuì Draco.
- Voi dovete essere i nuovi inquilini, i cugini Fletch – disse la donna – Io sono Mary, e lui e Dan -.
- Molto piacere – sorrise Hermione.
In quel momento, un’ambulanza arrivò sul luogo del Pub. Alcuni poliziotti uscirono dal locale, e fecero segno ai medici di entrare immediatamente. Cinque minuti dopo, uscirono con un corpo coperto da un telo bianco.
- Ne è morto un altro – bisbigliò Hermione, spaventata.
I signori della porta accanto entrarono in casa, sconvolti. Hermione e Draco aspettarono che l’ambulanza se ne fosse andata, e poi tornarono in casa.
- Dobbiamo fare qualcosa, in fretta! – esclamò Draco – E’ già in quinto che viene ucciso -.
- Domani mattina, prima delle lezioni, passiamo al quartier generale. Magari Harry ha più notizie di noi -.
- Già – sospirò il biondo – Vieni a letto? -.
Hermione annuì ed entro con lui in camera – Ho paura – sussurrò lei, una volta sotto le coperte.
- Vieni qui – disse lui, accogliendola tra le sue braccia.
Era un abbraccio dolce e confortante. Infatti, poco dopo Hermione si addormentò, dimenticandosi di tutte le cose brutte, sognando solo lei e Draco Malfoy uniti nel loro amore.
  
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