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Autore: aquariusff    11/04/2012    10 recensioni
Monica è un'infermiera di un rinomato ospedale di Amburgo. La sua vita viene improvvisamente sconvolta dall'arrivo in Pronto Soccorso di un paziente maleducato ed irascibile: Tom Kaulitz. Cosa succederà?
....."Su, mi faccia vedere il termometro";
"eh….. se vuoi riavere il tuo termometro, dovrai prenderlo da sola" e le sorrise malizioso;
"Poco male; sono abituata a lavorare con i bambini!";
"Sì, ma io non sono un bambino!" disse Tom sempre più audace;
"Mmmm, non ne sarei così sicura…….ma a lei che è stato cattivo non darò la caramella!";
"Sei……sei …. e va bene, ecco il termometro; mi arrendo! Sei talmente bella!".
"Non avrà ugualmente la caramella, sono incorruttibile!" ed entrambi inziarono a ridere.
"Adesso le cambio il camice e le metto la cuffia per i capelli; si appoggi a me che la aiuto. Come va?";
"Con te qui vicina, meravigliosamente bene; il tuo profumo è terribilmente eccitante…";
ma che sfacciato! di sicuro non si faceva problemi a dire quello che pensava……
"Signor Kaulitz, siamo seri per favore!" replicò piccata e rossa di vergogna.
"Perchè non mi chiami Tom?";
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                       by aquarius
 
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  CAPITOLO 12
 

Monica era sconvolta.

Come aveva potuto farle una cosa simile!

Si gettò sul letto e si lasciò andare ad un pianto disperato.

"Stupida!" continuava a ripetersi.

"Pensavi di essere l’unica nella sua vita? Credevi davvero che prima o poi potesse innamorarsi di te?".

Il dolore era talmente acuto e insopportabile da toglierle il respiro; la trafiggeva e la tormentava senza darle tregua.

Perchè doveva accadere tutto questo? Perchè doveva fare tanto male?

Avrebbe voluto fuggire via, lontano da tutta quella sofferenza; lontano dal suo ricordo; ma dove? Tom era un tatuaggio indelebile nel suo cuore.

Come avrebbe fatto a cancellarlo dalla sua vita?

Il telefono squillava interrottamente ma lei non voleva sentire nessuno.

Aveva bisogno di restare da sola.

Nessuna parola, nessun gesto comprensivo, nessuna spalla su cui piangere sarebbe servita a confortarla e a colmare il vuoto che provava.

Le lacrime sembravano non dovessero mai smettere di venir giù.

Il telefono continuava a squillare e lei continuava ad ignorarlo; poi sopraffatta dalle emozioni e dalla stanchezza si addormentò singhiozzando.

 

Il suono del campanello la svegliò bruscamente.

Monica sollevò leggermente la testa dal cuscino e controllò la sveglia: erano le 3.00; chi poteva essere a quell’ora? Non voleva vedere nessuno; voleva solo essere lasciata in pace!

Non andò ad aprire ma, il campanello suonò ancora e ancora.

A quel punto, se non voleva svegliare i vicini avrebbe dovuto aprire per forza.

Al suono del campanello si aggiunsero anche dei violenti colpi alla porta.

"Monica, apri questa porta!"; la voce di Tom era imperativa.

" Lo so che sei in casa, apri la porta!".

Monica si alzò dal letto barcollando: gli occhi le bruciavano e la testa le pulsava a causa dell’emicrania.

Aprì la porta mentre si massaggiava le tempie:" Hai intenzione di fare arrivare la polizia? ";

"E tu perchè non hai risposto al telefono? Dobbiamo parlare";

"E di cosa? Non abbiamo assolutamente niente da dirci; è tutto piuttosto chiaro, non ti sembra?";
" Lo so che in questo momento mi odi ma";
"magari ci riuscissi; sarebbe tutto più facile. E invece no; odio solo me stessa. Provo disgusto e vuoi sapere il perchè? Perchè nonostante tutto quello che è successo non riesco a strapparti dal cuore".

Tom l’afferrò per le spalle palesemente alterato e scrollandola forte le disse: "Non esasperare le cose! Sapevi come la pensavo fin dall’inizio. Pretendevi di avere l’esclusiva nella mia vita, eh? Volevi che ti dicessi che ti amo?".

Monica si liberò dalla stretta e andò a sedersi sul letto.

Tom la seguì in camera ma, restò in piedi appoggiato alla porta.

"No Tom;  so perfettamente che non è così!";
"E allora cosa vuoi da me?";
"Sei sicuro di volerlo sapere? Ho bisogno di addormentarmi tra le tue braccia e risvegliarmi al mattino con te ancora al mio fianco. Ho bisogno di sapere che sono importante per te; che quando non ci sono senti la mia mancanza.   Ho bisogno di sapere che in quel tuo piccolo cuore c’è posto per i sentimenti; ho bisogno di vedere nei tuoi occhi quelle emozioni che non sei capace di provare".
"Ma tu sei importante per me altrimenti perchè avrei continuato a cercarti?";
"Lo sappiamo bene entrambi il perchè ma, questo non mi basta più. Averti per pochi momenti in cui mi illudo che tu possa amarmi, non colma il vuoto che sento tutte le volte che te ne vai. E’ troppo doloroso per me; lo capisci? Vivo nell’attesa di un tuo gesto, di un tuo piccolo segnale, di poter leggere tra le righe dei tuoi pensieri qualcosa che non accadrà mai!

In tutta questa storia io mi sono messa in gioco: ho rischiato tutto ed ho perso ma, non sono pentita.

Invece tu che fai? Scappi via, sempre più lontano.

Sei un vigliacco!  Hai paura di soffrire, hai paura di amare, di non riuscire più a controllare i tuoi sentimenti e imponi le tue stupide regole ma, l’amore non ha controllo!

Si impossessa di te un pò per volta, è come un incendio.

All’inizio è solo una fiammella incerta, pronta a spegnersi al primo soffio; poi, pian piano brucia e arde sempre di più, sempre più prepotente e non sei più capace di arginarlo perchè si impadronisce di ogni tuo singolo pensiero, condiziona ogni tuo gesto, si alimenta del tuo stesso respiro fino a consumarti.

E’ così che mi sento Tom: in preda ad un fuoco che non so più spegnere, che non voglio spegnere. In tutto questo tempo ho sperato ingenuamente che, in qualche modo, ti affezionassi a me  e che forse un pò per volta sarei riuscita a conquistare il tuo cuore.

Nonostante tutto, se solo tu volessi io, io sarei capace di aspettarti ancora…….".

Era un ultimo disperato tentativo, un ultimo barlume di speranza, un ultimo battito di ali: l’ultimo atto di una commedia prima di chiudere il sipario.

 

 

Silenzio.

Solo un lungo, opprimente, desolante silenzio carico di disillusione.

Tom continuava a tenere la testa bassa e a non dire nulla.

Era l’epilogo, il sogno si era infranto ed il risveglio era dolorosamente amaro.

Consapevole di non avere più nulla per cui lottare, Monica si alzò dal letto e gli si avvicinò.

Gli sollevò il mento costringendolo a guardarla negli occhi suo malgrado:

" Ti amo immensamente Tom; non puoi nemmeno immaginare quanto ma, non posso più vivere così.

Se tieni a me anche solo un pochino, ti prego va via e non cercarmi più" mentre le lacrime riprendevano a cadere copiose.

Tom la fissò a lungo come se volesse imprimersi nella mente ogni piccolo particolare del suo volto, ogni singola lacrima versata.  

Poi, inspirò profondamente e senza dire una parola  se ne andò.

 

 

                                                                                …………………………continua

 

 

Non perdete l'ultima puntata di "A Piccoli Passi", vi aspetto tutti mercoledì prossimo. Bacio
  
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