Oscar…

Ricordi la prima volta che ci incontrammo, in quella squallida via di Parigi?

Avevo fame ed ero disperata, così decisi di vendere il mio corpo per guadagnare qualche soldo per il pane e per le medicine della mamma.

Fu in quel momento che ti vidi.

Eri così bella!

Quella volta ridesti di me, perché ti avevo scambiato per un uomo.

E come avrei potuto fare diversamente?

Tu indossavi l’uniforme e mi guardavi dalla carrozza con i tuoi meravigliosi occhi azzurri e mi sorridevi gentile.

Mi desti una moneta d’oro.

Pensai che tu fossi un angelo disceso dal cielo tanto eri splendente e generosa.

Poco dopo la mamma morì tra le mie braccia, lasciata in mezzo ad una strada dalla nobile che l' aveva investita con la sua carrozza che correva a tutta velocità per le vie di Parigi.

L’avevo vista in viso.

La parola “vendetta” mi risuonava insistentemente nella testa e nel cuore, e io l’ascoltai.

Arrivai a quella che credevo la reggia di Versailles, per quanto grande mi sembrava quella casa di nobili.

E li c’eri tu.

Quella volta ho quasi ucciso tua madre, credendo di riconoscere in lei l’assassina della mia.

Ma fortunatamente il mio angelo è accorso un’altra volta a salvarmi dal compiere un peccato e a fare l’ultima cosa che mi sarei aspettata: mi accogliesti in casa tua.

Ricordo il tuo sguardo dolce e la tua mano calda posata sulla mia spalla dopo che dalla torre mi avevi mostrato la reggia.

Mi hai fatta sentire al sicuro.

Tra le mura di quella villa ho passato i momenti più belli della mia vita.

Tu mi hai dato tutto.

Amore, amicizia, affetto, lealtà e molto altro.

Tu più di tutti nella vita, ho amato.

Più di mia madre, di mia sorella e si, anche più di mio marito.

Sei sempre stata la più importante nel mio cuore.

Ricordi quel giorno?

Ci stavamo allenando con la scherma, o meglio, stavi cercando di insegnarmi a tenere in mano una spada, quando a causa della mia incapacità sono caduta nella fontana.

Tu hai riso e mi hai presa in giro.

Ho sempre amato vederti ridere.

Poi mi hai porto la mano e mi hai aiutata.

Avevo le lacrime agli occhi per l’umiliazione.

Ma tu, dolcemente, mi hai presa tra le tue braccia con la stessa facilità di un uomo e mi hai dato un bacio per consolarmi.

Il primo e il più bello di tutta la mia vita.

Lo ricorderò fino al giorno della mia morte.

Mi hai portata con te a palazzo, vestita con abiti che non avrei mai potuto sognare.

Accanto a te mi sentivo splendere della luce che emanavi.

Eri così affascinante con la tua uniforme.

Tutte le dame di corte mi guardavano con gelosia, ed io ero felice.

Grazie a te sono riuscita a trovare l’assassina della donna che mi ha cresciuta, per poi scoprire che proprio lei era la mia vera madre.

Quanto ho sofferto quel giorno!

Ma tu eri sempre vicina a me e mi hai impedito di diventare un’assassina a mia volta.

Anche quando la mia sorellina si è gettata dal tetto di Versailles.

Tu eri con me.

Tu hai capito il tumulto delle emozioni che mi inondava come un uragano.

Quante lacrime ho versato tra le tue braccia?

Quante volte mi hai consolata?

Quella donna… ora ho smesso di odiarla Oscar, perché so che tu non lo volevi.

Ho smesso di odiarla anche se mi ha portato via da te.

Ricordo ogni momento di quel giorno.

Mi sono lasciata alle spalle tutto quello che mi hai dato, e l’ho fatto per il tuo bene, per proteggerti dalle sue minacce.

Il fatto che ti stavo proteggendo mi ha impedito di lasciarmi andare del tutto alla disperazione che provavo, almeno davanti a te.

Ma ho comunque pianto, e tu mi hai consolata, ancora una volta.

Mi hai stretta forte tra le tue braccia mentre io cercavo di imprimere nella mia mente il colore dei tuoi occhi, il profumo dei tuoi capelli biondi e il dolce suono della tua voce.

È stato inutile perché non avrei mai potuto dimenticarli.

Sono scappata da quella donna, Oscar.

Non potevo vivere con lei per un minuto di più.

Ho preferito la povertà e ho sposato Bernard.

Questo mi ha dato la possibilità di incontrarti di nuovo.

Di restare con te fino alla fine.

In quel momento avrei voluto dirtelo, dirti quanto ti amavo e quanto ti amo ancora oggi, ma non l’ho fatto, perché tu appartenevi ad Andrè.

L’ho sempre saputo, in fondo al cuore.

Mi sono limitata a versare tutte le mie lacrime, straziata dal dolore, mentre tu chiudevi gli occhi e mi abbandonavi per sempre.

Ti avevo già detto addio una volta e solo il pensiero di saperti viva e al sicuro mi aveva consolata.

Ma ora è diverso.

Ora non ci sei più.

Sei davvero diventata l’angelo che ho visto in te la prima volta che ci siamo incontrate e sei volata via da me, dove non posso raggiungerti, non ancora.

Mi hai mai amata Oscar?

Nei momenti stupendi che abbiamo passato insieme… cosa diceva il tuo cuore?

Sono passati cinque anni dalla presa della Bastiglia e dalla tua morte.

Sono qui, in riva al mare, con in mano la rosa di stoffa che la regina ha fatto per te nei suoi giorni di prigionia, prima che il popolo di Francia reclamasse la sua vita.

Mi disse di colorarla con il colore che sarebbe piaciuto a te.

Che sciocca sono stata.

In tutto il tempo passato insieme, non ti ho mai chiesto di che colore preferivi le rose.

Alain mi ha suggerito di lasciarla bianca, perché è questo che avrebbe detto Andrè, e così ho fatto.

Una rosa bianca per la Rosa Bianca di Versailles.