NOTE: Intanto, grazie a tutti quelli che hanno letto il capitolo, aspetto le vostre Recensioni... positive o negative che siano !
Ho deciso di dividere la storia in capitoli, ognuno dal punto di vista di Imogean e dell'altro personaggio che tra poco entrerà in scena. Spero che questa scelta vi piaccia e che non la reputiate troppo banale.
Voglio sapere tante vostre opinioni ! Buona lettura !
Baci, Dianna.
- Ethan è in movimento. E non capisco cosa ha in mente. – mormorò Daniel, camminando a grandi passi per la stanza. Si appoggiò con una mano al camino in pietra e alla luce del fuoco notai che il viso sembrava invecchiato di decenni. Ma che dico, gli angeli non invecchiano. Aveva solo una faccia stanca, stremata ed estremamente preoccupata.
- E’ questa la missione che hai dato a Samuel da compiere? L’hai mandato via per questo? – dissi con esitazione.
- Si, - disse deciso, lanciandomi solo un’occhiata di sfuggita – è partito insieme ad Eva.-
- Dove sono Daniel? – mormorai con un ansia crescente. Non poteva averlo fatto sul serio. – Dove sono andati? – ripetei con più forza alzandomi.
Lui non rispose. Rimase a fissare il crepitio del fuoco.
- Non ci credo. Samuel ed Eva nel Regno degli Inferi! Potrebbero morire, non hanno la preparazione giusta. Potevi mandarci gli altri… sia Gabriel che Raphael sono più allenati, più esperti! - gridai sconsolata all’uomo che continuava a guardare il fuoco con l’espressione tormentata. Se avessi perso Samuel, non avrei potuto sopportarlo. Lui sapeva cosa significava per lei.
Samuel, come Eva, Raphael e Gabriel erano i nuovi arcangeli del regno. Erano succeduti alla vecchia generazione, che erano tutti morti, tranne ovviamente l’ultimo rimasto: Daniel. Il loro ruolo principale era proteggere il regno, infatti nel loro sangue scorre un potere molto più forte di qualsiasi altro angelo e per questo, purtroppo, erano anche i più ricercati dai demoni di alto rango.
I miei genitori, morti per mano di un demone mi avevano lasciato nelle mani di Daniel che mi aveva cresciuto con i quattro arcangeli, allenandomi ed istruendomi al loro pari. Fin da bambina, forse fin da prima che nascessi, ero stata promessa a Samuel. Era il mio destino. E l’avevo accettato, amavo Samuel, mi fidavo di lui.
No, non potevo permettere di perdere anche lui.
-Daniel… - sussurrai appoggiando il mento sulla sua spalla. Era rimasto in silenzio, il respiro leggermente accelerato era l’unico rumore della stanza, le spalle che si alzavano e abbassavano ritmicamente l’unico movimento
– scusami. Sono solo tremendamente preoccupata. Hai avuto loro notizie?-
- No. Ma sono vivi, lo so. Avrei sentito se fossero morti. – sobbalzai al pensiero di Samuel nelle mani dei demoni - ragiona, cosa altro avrei potuto fare? Se avessi mandato Gabriel e Raphael, i demoni avrebbero attaccato il regno. -
In effetti era vero, i demoni erano terrorizzati dai due arcangeli maggiori. Erano i più anziani: Gabriel con la sua corporatura massiccia e altera avrebbe spaventato chiunque e Raphael, agile e scattante, con un corpo snello e muscoloso avrebbe fatto concorrenza ad una pantera.
- Non c’era altro da fare. – decretò con tono ferreo – hai salvato Juliette? -
Notai il suo improvviso bisogno di cambiare argomento e non discussi. Se necessario, sarebbe scesa lei a cercare i due ragazzi.
- Si, una ragazza promettente. L’ho lasciata alle cure di Evelyn, io devo fare il giro di ronda nel parco di New York. – gli diedi un bacio leggero sulla guancia, ed ad un suo cenno sparii. Non era serata per discutere. Daniel era distrutto, stanco, provato dalle mille difficoltà.
Mi sedetti a Central Park guardandomi intorno. L’aria era gelida, ma una semplice maglia sblusata bastava a coprirmi. Quell’area pullulava sempre di demoni, pronti a nutrirsi della prima vittima che attraversava il parco diretta a casa.
Le avrebbe fatto bene scaricare la rabbia.