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Autore: MadJackal    06/11/2006    1 recensioni
Si concesse di respirare piano, la schiena appoggiata alla terra gelida e bagnata della trincea, gli occhi chiusi. I colpi di artiglieria lo stordivano, i lampi del fuoco continuo dei mitragliatori laser lo infastidiva. Ma d'altra parte sapeva che prima o poi ci avrebbe fatto l'abitudine. Doveva farlo. Uscire allo scoperto per urlare a tutti di smettere di sparare non era realmente un'opzione.
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TO KILL OR TO BE KILLED

Si concesse di respirare piano, la schiena appoggiata alla terra gelida e bagnata della trincea, gli occhi chiusi. I colpi di artiglieria lo stordivano, i lampi del fuoco continuo dei mitragliatori laser lo infastidiva. Ma d'altra parte sapeva che prima o poi ci avrebbe fatto l'abitudine. Doveva farlo. Uscire allo scoperto per urlare a tutti di smettere di sparare non era realmente un'opzione.
Un proiettile d'artiglieria esplose a qualche passo dalla trincea, lanciando polveri e terra sulla sua testa. Il comunicatore gracchiò: « Rosso-Zero-Quattro-Quattro, la tua posizione è pericolosa. Abbandonala »
Sospirando, si avviò per la trincea, camminando in mezzo ai feriti, ai morti ed ai suoi compagni, facendo loro cenno di seguirlo. Quelli lo seguirono, docili, spostandosi in un'altra sezione della trincea: tutti sperando che una delle artiglierie aliene non avesse intenzione di colpire proprio lì.
Si sedette per terra, bevendo un goccio d'acqua dalla borraccia, lanciando un'occhiata ai suoi compagni che mettevano la testa fuori da quella fossa comune per guardare all'esterno ed impallinare qualche stupido alieno che si avventurava con troppo ardore fuori dalla fossa riservatagli, non più di cento metri lontano da loro.
Non che fosse facile: i visori notturni erano pesantemente disturbati dai lampi che illuminavano il cielo di tanto in tanto, accompagnando così quella pioggia torrenziale che cadeva da giorni. Od erano settimane?
Non lo ricordava. Il tempo... era così relativo, in quel periodo. Si dormiva quando si poteva, si mangiava quando si poteva, si beveva quando si poteva. O quando si era abbastanza vivi per farlo.
« Sergente, qualche informazione dal servizio meteorologico su quando smetterà di piovere? »
Scosse la testa, rispondendo con voce roca, tentando senza molto successo di far sembrare il tutto un ordine: « Quando ce ne sarà qualcuna, Soldato, sarai il primo a saperla. Torna a sparare »
Osservando l'altro annuire e tornare alla sua posizione, non potè fare null'altro che sospirare.
Seguendolo con lo sguardo, sapendo benissimo che quel semplice soldato, come lui e tutti coloro che li circondavano, era condannato a venire crivellato da una mitragliatrice pesante aliena in una guerra senza senso, scatenata da una razza che era da odiare solo per la sua idiozia.
Strinse l'impugnatura del suo fucile fino a far sbiancare le nocche. Comparsi da un giorno all'altro insieme alle loro astronavi, ai loro camminatori corazzati bipedi ed alle loro armi chimiche e batteriologiche, quei dannati avevano preso il possesso della metà delle loro colonie. Ed alla fine erano sbarcati su quella, decisi a raderla al suolo ed a costruirci una loro base. Per costruire sopra il massacro di quindici milioni di vite.
Di certo, non si erano aspettati una resistenza così tenace. E probabilmente non avevano previsto di essere trascinati in una guerra di trincea a causa del tempo e delle tempeste magnetiche che rendevano per dodici mesi su trenta completamente impossibile il bombardamento spaziale, incluso il bombardamento con mine N².
Ma ora le forze della sua gente stavano lentamente venendo meno. Le munizioni cominciavano a scarseggiare, senza un supporto adeguato. E le forze di difesa della colonia, per quanto addestrate, erano mal equipaggiate e non preparate ad affrontare un attacco su larga scala, su più fronti. Certo, le catene montuose presenti in tutto quel pianeta così giovane permettevano loro di cedere solo poco terreno alla volta in attesa dell'arrivo della flotta dal sistema solare dove i loro antenati erano nati e cresciuti, ma quello era tutto.
La speranza era ormai così vicina a svanire completamente che pochi credevano di arrivare a vedere il giorno dell'arrivo dei rinforzi. E lui era fra quelli che ormai l'avevano persa completamente, non si vergognava ad ammetterlo.

« Rosso-Zero-Quattro-Quattro, tieni i tuoi uomini dentro la trincea. Camminatore nemico a nord della tua posizione. L'artiglieria lo ha già nel mirino » disse la solita voce quasi priva di tono nel suo orecchio.
Si alzò di colpo, strattonando uno degli uomini che si era alzato per sparare e quasi facendolo cadere disteso sul suolo fangoso. Urlò agli altri di stare giù, che presto avrebbero sentito e visto i fuochi d'artificio.
Mai azzeccò una previsione come fece con quella. Tremando per le uniformi fradice, ascoltarono il camminatore che avanzava piano verso di loro, sulle sue due zampe. Sentirono il rombo tremendo di un cannone d'artiglieria che faceva fuoco.
Poi fu un'ondata di calore, ad investirli, riscaldandoli. I resti del camminatore distrutto volarono da ogni parte, risparmiandoli. Fece cenno agli altri di non alzarsi ancora e di stare al riparo, sporgendosi in prima persona oltre il limite della trincea per dare un'occhiata a quel che rimaneva della macchina di morte nemica che la sua gente temeva più delle altre. Il calcio del fucile poggiato alla spalla, la canna sistemata in modo da sfiorare il terreno, l'occhio sinistro chiuso e quello destro vicino all'ottica, osservò a lungo i rottami.
Niente si muoveva, a parte le fiamme danzanti, che andavano pian piano spegnendosi. Serrò le labbra osservando i cadaveri dei piloti e dei soldati trasportati dal camminatore, brutalmente fatti a pezzi dall'esplosione. Potè vedere il sangue che imbrattava le poche lamine metalliche non ancora completamente fuse, i corpi privi di gambe. O di braccia.
No. Nessun sopravvissuto, com'era prevedibile.
Il comunicatore ricominciò a gracchiare: « Rosso-Zero-Quattro-Quattro, ci sono sopravvissuti nell'equipaggio del camminatore? ». Sospirò, di nuovo, continuando ad osservare la zona in cui il camminatore era esploso: « No. Nessuno. I miei complimenti all'artiglieria. Hanno fatto davvero un bel... »
Un movimento al limite del cono visivo lo distrasse, facendolo zittire. Aveva visto qualcosa, vicino alle fiamme.
Un lampo squarciò il cielo, ed il rombo del tuono scosse la terra.
In quel momento, lo vide. Vide la sua faccia, il suo ghigno storto, la canna del fucile puntato verso di lui.
Nel giro di un secondo, sparò. Scariche di energia azzurra vennero vomitate dal suo mitragliatore, verso il nemico, prima che quello facesse in tempo a sparare. Sentì i proiettili dell'avversario colpire il terreno di fianco a lui. Ne vide il corpo privo di vita volare all'indietro. Senza riuscire a distogliere lo sguardo, osservò la sua pelle pallida e biancastra brillare alla luce delle fiamme mentre volava nel fuoco, come spinto da una forza eterea ed invisibile.
« Rosso-Zero-Quattro-Quattro, colpi di arma da fuoco nella tua zona, rapporto immediato »
« Come dicevo, comando, nessun sopravvissuto tra i membri dell'equipaggio del camminatore nemico »
« Ricevuto, Rosso-Zero-Quattro-Quattro. Ottimo lavoro. »
Si lasciò cadere seduto nella trincea, proprio mentre cominciava a sentire un dolore lancinante alla spalla destra che la concitazione degli attimi precedenti non gli aveva permesso di provare prima. Con la mano sinistra afferrò la borraccia che qualcuno dei suoi gli porgeva con un sorriso, alzandola un poco con l'imboccatura verso il cielo come per fare un brindisi, prima di berne un sorso, prima di lasciare scorrere fino allo stomaco quel liquido che lo scaldava, quel super alcolico che in situazioni normali non avrebbe mai bevuto. Prendendosi la ricompensa per chi abbatteva un nemico.
Uno degli uomini festanti che lo circondava gli applicò un panno alla spalla, per fermare la fuoriuscita di sangue.
« Sta bene, sergente? »
« Sono stato meglio, dottore, ma va bene così, grazie » rispose, sorridendo nonostante il dolore, la fioca luce delle torce elettriche schermate che illuminava la pelle nera del viso e gli occhi completamente gialli, sfere dorate aperte sul mondo: « Si sa, quei bastardi del pianeta verde e azzurro sono maledettamente duri a morire. Schifosissimi pelle rosa! »
Qualcuno intorno a lui rise, e la risata contagiò presto tutti.







NdA: N² è il termine che viene utilizzato in Neon Genesis Evangelion per indicare armi che hanno la potenza di una bomba atomica, ma al contrario di quella non producono radiazioni. Potete considerarlo un tributo messo qui in questa piccola one-shot. Se leggete, buttate giù una riga. Anche commenti negativi sono ben accetti, eh!
NdA 2: Yawn. Corretto qualche piccolo errore d'itaGliano. Spero di averli trovati tutti -.-'

  
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