Erano già passati cinque anni: anni di dolore, di pianti, di buio.
Cinque anni da quando Lily Luna Potter si era risvegliata in quella cella umida e fredda, strappata alla sua famiglia e alla sua vita.
Aveva sperato, all’inizio, che fosse tutto solo un terribile incubo: aveva solo undici anni, era una bambina, e alle bambine nessuno può fare del male, perché ci sono i loro genitori a proteggerle. Così le avevano sempre detto, ma aveva dovuto ricredersi, perché nessuno l’aveva salvata, nessuno era venuto a prenderla: infatti, non appena si era ritrovata distesa nel pavimento freddo ancora con il suo pigiama, aveva aspettato di sentire la voce di sua madre Ginny, che veniva a svegliarla dicendole di sbrigarsi per non perdere il suo primo treno per Hogwarts; ma la voce di Ginny non arrivò mai, così come quella di Harry o di uno dei suoi fratelli. Voci che oggi non ricordava più, volti di cui si era dimenticata.
Poi, all’attesa si era sostituita presto la consapevolezza di essere sveglia, e di essere sola in quell’inquietante posto: aveva avuto paura, come mai fino ad allora. Si era alzata, cercando di aprire la porta della sua cella, iniziando ad urlare e chiamare aiuto con quanto fiato aveva in gola ed era stato allora che un uomo, alto e grosso e che puzzava di alcol, era sceso da una scala poco lontana alla sua cella, intimandole di smettere. La paura di Lily era stata talmente tanta, che la voce le era scomparsa all’istante, mentre calde lacrime avevano iniziato a farsi strada fra le sue guance.
Quel giorno, era iniziata la sua nuova vita, se tale poteva ormai essere definita.
Oggi, quella bambina non esisteva più. Aveva lottato, cercato in ogni modo di fuggire, sperando che qualcuno la salvasse; ma loro erano troppo forti e lei si era arresa, aveva smesso di combattere, aveva perso la sua innocenza di bambina per diventare una di loro.
-Crucio!-
-basta ti...ti prego basta...- cominciò ad urlare la bambina dopo qualche minuto, con il fiato corto per il dolore; aveva tredici anni, ormai subiva quelle torture quasi tutti i giorni ''ti servono per rafforzarti'' le dicevano: in realtà la stavano solo sfiancando, cercavano di annientare la minima parte di lei che ancora gli si opponeva.
-smettila di lamentarti ragazzina, sai che è per il tuo bene, per essere più forte e abile in futuro...Crucio!- le aveva urlato uno di Loro, mentre lei silenziosamente piangeva e perdeva lentamente coscienza di sé e di ciò che le stava attorno
-lasciala o impazzirà per il dolore!- si intromise Lui. L'uomo non lo ascoltò nemmeno, troppo preso a osservare le convulsioni di Lily, il sangue che già le bagnava le labbra; la prese per i capelli avvicinandola a sé, aveva quasi perso totalmente i sensi. Finalmente Lui non intervenne più solo a parole, ma schiantò il torturatore lontano, soccorrendo la bambina.
Quella era stata l'ultima volta in cui Lily venne torturata, la prima in cui si arrese.
Ricordi dolorosi, troppo dolorosi.
Lily si stava fissando allo specchio della sua camera: una ragazza di sedici anni, i capelli rossi e gli occhi scuri, rimandava uno sguardo deciso. Era pronta ad affrontare il mondo di ''fuori'', pronta per tornare a quella che una volta avrebbe chiamato casa. Ora, però, era una di loro e aveva un compito, il suo primo vero compito, e l’avrebbe portato a termine a qualunque costo. Sapeva che sarebbe stato difficile: avrebbe dovuto mentire a tutti, in ogni momento, raccontare di come era stata rapita, di come non ricordasse chi fossero i suoi aguzzini perché loro portavano sempre quelle brutte maschere. Sapeva che sarebbero sorte molte domande, ma lei era la figlia di Harry Potter e nessuno avrebbe messo in dubbio la sua storia.
-Sei pronta, Lily?- le disse una voce alle spalle, la sua voce: quella del suo maestro.
Si chiamava Eric e apparteneva alla famiglia di purosangue dei Dolohov, figlio di Antonin Dolohov, uno dei più forti Mangiamorte di sempre e dal quale aveva ereditato il grande potere e la bravura, senza contare l'innata malvagità e perfidia. Aveva gli occhi neri come la pece, i capelli castani e uno sguardo profondo anche se estremamente freddo. Lily la prima volta che l'aveva visto ne aveva avuto subito gran paura: lo sguardo era privo di ogni emozione, la sua voce calma e quasi troppo atona per essere reale. Per anni il ragazzo, allora ventenne, si era recato nella sua stanza solo per impartirgli lezioni su cosa fosse giusto e su cosa fosse sbagliato, su incantesimi che basavano la loro potenza sulla parte più oscura del proprio animo e su come entrare in contatto con la parte più nascosta di sé stessi. Lui era riuscito a farla cambiare radicalmente: aveva visto e fatto cose che non avrebbe dovuto.
Ora Lily stava per uscire per la prima volta dopo anni da villa Dolohov e tornare nel mondo, per portare a termine il piano di tutti loro. Lei era stata scelta: era la figlia di Harry Potter, e solo questo particolare la faceva diventare importante: sì, perché creare un nuovo mondo con a capo Lily Potter avrebbe fatto capitolare tutte le certezze che si erano instaurate fino ad allora, dopo la caduta di Voldemort. Perché, la morte di Voldemort, non assicurava la totale assenza di buio nel futuro. Perché, e Lily lo sapeva bene, gliel’avevano insegnato in quegli anni, il male è presente in ognuno di noi ed è l’unico che puoi renderci davvero liberi, basta saperlo far uscire.
-non mi scopriranno- disse Lily, forse più a se stessa che all'immagine di Eric riflessa allo specchio.
-ne sono sicuro...ma non posso essere preoccupato comunque?- le chiese, avvicinandosi e ponendole un leggero bacio nell'incavo del collo, che la fece rabbrividire di piacere.
-non ci vedremo almeno per un mese credo, non pensi che mi meriti un po' più di un bacio sul collo?- gli sussurrò voltandosi e fissandolo negli occhi: loro le avevano tolto ogni cosa, Lui poi, l'aveva avuta interamente. Lily, si era in un malsano strano modo innamorata di lui, era stato l'unica persona con la quale aveva avuto contatti fino all'anno prima, quando aveva iniziato a partecipare alle loro pratiche.
-Stupeficium!- urlò Lily, stremata dai
suoi incantesimi che non
facevano altro che indebolirla e farla soffrire. La frustrazione era
stata
talmente alta che non riuscì a misurare la potenza
dell’incantesimo ed Eric si
ritrovò steso a terra dopo un volo di qualche metro.
Lily, dapprima esultante nell’averlo
steso per la sua prima volta
dall’inizio dei loro allenamenti magici, poi preoccupata nel
vederlo ancora lì
immobile, gli si avvicinò correndo: e se l’avesse
ucciso? Gli altri cosa le
avrebbero fatto? Dopo aver, a
occhio, controllato che respirasse, la ragazza decise che sicuramente
aveva
perso i sensi. -Innerva- era
la prima
volta che usava l’incantesimo, ma, dopo quello Schiantesimo
così potente, era
decisamente fiduciosa: infatti, Eric aprì gli occhi in
qualche secondo,
fissandoli poi su quelli di lei, quasi in lacrime.
-sto bene- le sussurrò ad un orecchio
-sei stata bravissima-
Lily, non seppe come, si era poi ritrovata con le
labbra del ragazzo
sulle sue, in un bacio prepotente, che quasi le fece male: era il suo
primo
bacio d’altronde e aveva poco più di quattordici
anni, non aveva saputo nemmeno
che cosa fare, era rimasta immobile per la durata di quel contatto. Lei
ed
Eric, poi, non si erano mai lasciati andare a certe confidenze,
specialmente di
questo tipo, inadatte sia al loro ruolo che
all’età. Ma è quando le cose sono
proibite, quando non si possono e non si devono fare che allora
divengono più
allettanti, più desiderate.
Nei giorni successivi, Eric non aveva dato segno di
ricordarsi
dell’episodio, almeno non fino a quando, tornato vittorioso
da una missione, la
portò nella sua camera per ‘’dimostrare
che a lei teneva davvero’’.
Ora invece, a distanza di tempo, era proprio lei a
chiedergli quelle
attenzioni, anche se fredde e spesso violente, che
lui mai si rifiutava di concedere.
- Lily, non ora- le disse, concedendole comunque un bacio sfiorato sulle labbra -ma tu sei mia hai capito? Di nessun altro- la guardò con un'intensità tale che le venne quasi paura, non poté fare a meno che annuire -bene, ci vediamo ad Hogwarts - detto questo si dileguò, lasciandola sola di nuovo: ora sarebbe toccato a lei, affrontare tutti.
Per il momento non c'è altro, a presto. :)
Baci, Manson.