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Autore: Lunastorta92    06/11/2006    3 recensioni
Andy Steed ha sempre avuto un'opinione piuttosto pessimistica sull'amore, ha sempre pensato che in amore ci fossero delle regole prestabilite e che tutto si dovesse svolgere secondo un criterio. Lo ha sempre pensato, almeno finchè non ha incontrato lui...
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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CAPITOLO 3.

Avere paura dell'amore è avere paura della vita; e chi ha paura della vita è come se fosse morto per tre parti...

-E lui, com'è?-
-Te l'ho già detto, Wendy!- ribatto, infastidita.
-Tu mi hai solo detto che è completamente pazzo. Io voglio sapere i particolari! E' bello, almeno?-
Alzo gli occhi al cielo, imbarazzata e divertita, sbuffando:
-Molto bello.- rispondo semplicemente.
-I particolari, i particolari!- mi rimprovera Wendy, mentre inizia a frugare nel cassetto degli smalti.
-Beh... E' alto, atletico, con due grandi occhi azzurri e...- non faccio a tempo a finire la frase che Wendy mi interrompe, agitando la mano.
-E poi mi vieni a dire che non sei ancora emotivamente coinvolta!- esclama, mentre sul suo viso compare un sorrisetto malizioso.
-Ed è la verità!- mi giustifico, mentre mi sento arrossire.
-Certo, certo...- ribatte la mia migliore amica, con ironia, mentre si alza diretta verso la cucina.
E' vero, io non sono coinvolta!
Io non credo nell'Amore, tutto quello che viene detto a riguardo è una gran balla; l'Amore non è mai sincero, l'Amore non dura mai per sempre...
Due persone si conoscono, si amano, e quando sono stanche l'uno dell'altra si lasciano.
Wendy torna nella stanza, porgendomi una delle due tazze di thè che ha in mano:
-Non trovi estremamente romantico, il modo in cui vi siete conosciuti?- mi domanda, con sguardo sognante.
Prima di rispondere mi porto la tazza alle labbra:
-No. So solo che ho perso un sacco di ore che avrei potuto impiegare a dormire!-
-Magari da stasera dormirai con lui!- ribatte Wendy, divertita.
-Per favore, Wendy!- esclamo, scandendo bene le parole, -E' il primo appuntamento, non faremo sesso. E' la regola!-
-Sempre con queste regole!- sbuffa la mia amica -Non si sa mai, no?- aggiunge, ammiccando.
-Io e lui non faremo sesso.- ripeto, più per convincere me stessa che Wendy.
-Tu non farti la ceretta alle gambe, però...- mi consiglia lei.
-Come, scusa?-
-Per sicurezza, no?-
Wendy si alza nuovamente, dirigendosi verso la piccola stanza adiacente alla mia camera da letto, quella dedicata al guardaroba:
-Casta e semplice oppure sexy e provocante?!- urla la mia migliore amica, cominciando a scegliere qualche vestito.

Sono seduta su un taxi, il classico Cab londinese, e accanto a me c'è Graham.
La stretta vicinanza con lui mi provoca uno strano nervosismo, e un senso di inadeguatezza; lui non ha ancora detto una parola, si è limitato solamente a rivolgermi dei fugaci sorrisi.
Arriviamo in un ristorante che non conosco, lui mi apre la portiera e mi aiuta ad uscire dal taxi; successivamente entriamo nel locale.
E se non fossi abbastanza elegante? E se lui dovesse trovarmi poco interessante? E se in questo ristorante ci fosse solo il Sushi?
Una volta entrata, tutte le mie preoccupazioni si placano. Graham ha scelto un posto davvero carino: non troppo affollato, elegante ma allo stesso tempo informale.
Un cameriere ci porta al nostro tavolo e Graham mi fa sedere:
-E' davvero un bel posto, non c'ero mai stata prima d'ora...- esordisco io, guardandomi intorno.
-Bene, sono contento che le piaccia.- ribatte lui, con un sorriso.
-Forse è il caso di cominciare a darci del tu!- esclamo, ridendo.
-Immagino che tu abbia ragione, Andy!-
Sentire il mio nome pronunciato da lui mi provoca una strana sensazione, mi sento avvampare.
-Tutto bene?- mi domanda lui, piegando leggermente la testa di lato, e osservandomi forse un po' impensierito.
-Certo. T...Tutto bene...- rispondo, abbassando lo sguardo e sentendomi ancora più imbarazzata.
La serata procede piuttosto in fretta, fra un silenzio imbarazzato e un altro.
-Come va con il lavoro?- mi ritrovo a domandargli, dandomi della stupida dopo essermi accorta di quello che gli ho appena chiesto.
-Un po' a rilento...- mi risponde, con una scrollata di spalle, -Ma penso che dovrei venire in Biblioteca più spesso.- aggiunge, sorridendomi.
-E chi ti dice che le prossime volte ti farò rimanere nella mia Biblioteca fino a notte fonda?- ribatto, ricambiando il sorriso.
-Ho questa sensazione, Andy...- sussurra, prima di scoppiare a ridere.
Ancora un volta il mio nome, ancora quella strana sensazione; non mi sentivo così da parecchio tempo, forse da quando mi sono lasciata con James, il mio ex-fidanzato.
Ancora non conosco bene Graham, ma dentro di me nutro la speranza che con lui possa accadere qualcosa, che magari questa volta finirà meglio.
Dopo qualche istante riprendo il controllo: le mie sono solo le assurde fantasie di una donna sciocca, di un' illusa.
Graham non è diverso dagli altri, non è diverso da James, anche lui mi farebbe soffrire.
Anche lui...
Non mi accorgo del tempo che passiamo in assoluto silenzio, lui mi sta osservando stranito, e forse anche un po' teso.
-Senti, Andy... Io...- non finisce la frase che viene interrotto dallo squillo del suo cellulare.
Mi fa cenno di scusarlo, muove le labbra dicendomi che farà più in fretta possibile, si allontana.
Rimango nuovamente da sola con i miei pensieri, forse un po' delusa dal suo comportamento; ma d'altronde, sarà una telefonata di lavoro.
Sarà qualcosa di molto importante. Più importante di me...
Torna dopo solo un paio di minuti, l'aria colpevole, mormora alcune scuse, tornando a sedersi:
-Sono davvero dispiaciuto...-
-Sta tranquillo, non importa.- mento io, sorridendo.
Lo sapevo, sono davvero una stupida! Mi sono bastati un paio di sorrisi e un invito a cena per illudermi che sarebbe andato tutto per il meglio.
-Riaccompagnami a casa...- mormoro, freddamente; lui fa cenno di sì col capo, palesemente dispiaciuto.

Ci troviamo per la seconda volta seduti uno accanto all'altra, a bordo di un taxi.
C'è una sorta di imbarazzo palpabile nell'aria, e lui continua ad ostentare un'aria colpevole.
Arriviamo davanti a casa mia, sempre in silenzio, saliamo velocemente i gradini e ci troviamo accanto alla porta, difronte.
Lo guardo negli occhi per qualche istante, hanno assunto un'espressione malinconica.
-Farei meglio ad entrare...- mormoro, tirando fuori le chiavi dalla borsa e indicando la porta con la mano.
E' questione di qualche attimo e la mano affusolata di Graham sta stringendo delicatamente il mio polso; fermandomi.
-Mi dispiace...- sussurra, scuotendo la testa, come per scusarsi.
Non riesco nemmeno a ribattere, che lui mi si avvicina, titubante. Chiudo gli occhi, e Graham mi bacia dolcemente a fior di labbra.
Velocemente si allontana, come se avesse fatto qualcosa di sbagliato:
-Buona notte, Andy...-


X obsession: Ti capisco, anch'io ad una certa ora non riesco a formulare frasi di senso compiuto. ^_^ Sono contenta che la storia di piaccia, e spero lo stesso per quest'ultimo capitolo. Ti ringrazio.
  
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