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Autore: Ezzy O    11/04/2012    4 recensioni
-Io credo che sarebbe emozionante conoscere un alchimista.- mormorò Winry quasi in trance.
Havoc, con un lieve sorriso, si accostò a lei:- Diffidate, signorina!- le consigliò –Sono tutti uguali, esseri spregevoli e bugiardi, quei mostri non meritano che una cosa sola…
Lanciò la sigaretta fuori bordo, Winry la osservò toccare la superficie e sparire tra i flutti, poi, prendendole la spalla, il giovane tenente la costrinse a girarsi e a fissarlo negli occhi.
-Poca corda e caduta sorda.- terminò.
Una fanciulla desiderosa di avventura, due fratelli in cerca di un passato, un alchimista ambizioso e una ciurma maledetta; chi sarà il vincitore, tra le isole del Caribbean?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Caribbean's Alchemists
Caribbean’s Alchemists
La maledizione dell’Acqua Rossa






Ah ah ah! Pensavate di esservi liberati di me, eh? Invece no! E che diamine, anche se la scuola mi assilla e ho avuto un calo di ispirazione che sembrava non finire più, ci tengo a finire questa storia! Non siamo nenache a metà della prima parte... Se penso che mi mancano altri due film, SIGH! O_O Comunque, scusate il gigantesco ritardo! Quanto ci è voluto, stavolta? L'ultimo capitolo l'ho pubblicato a settembre.... Ehm, ehm... Lasciamo perdere, va!
Rispondo qui alle recensioni:
. LaUrA43587: Oh sì, oh sì sì! *w* Sono in ritardo soprattutto a causa di quella battaglia, non riuscivo proprio a scriverla! Poi mi è venuta l'idea giusta per finirla (ma non ti anticipo niente ^^), per fortuna!
Effetti scadenti? Ti dirò, per amore della storia (leggersi: "Per amore di Jack <3") non potevo non far apparire così, MUHAHHAHHAA! Sono proprio cattiva con lui! *w* Avrà i suoi momenti di gloria, ovviamente, ma non tanto presto XD
. melanita: Ti ho fatta aspettare, perdono! :( Ho cercato di fare il possibile con i personaggi, sono contenta che Breda e Fury ti siano piaciuti! Spero di azzeccarli tutti ^^
. YaMiNoLaDy: Già, sia tu che Silvery Lugia ci avevate azzeccato fin da subito! :) Mi dirai poi cosa ne pensi di "Fuoco VS Acciaio" in stile pirati dei caraibi! ^^
. Silvery Lugia: Posso dirti che Riza c'è sicuramente, Izumi forse verrà solo nominata, non so se fare proprio una scena con lei o altro... Per Olivier pensavo di farne uno dei pirati nobili, quindi la vedremo solo in "Caribbean's Alchemists - Oltre il Portale" (Ho già deciso i titoli, ih ih ih *w*)



3.    Uno spiacevole incontro



Mentre i bravi soldatini del forte mettevano a soqquadro tutta Reesembool, Edward Erlic si diresse mogio mogio alla bottega dove lavorava, continuando a sentire la vocina interiore dargli dell’idiota.
Sapeva di meritarselo.
Quello che non sapeva era che non era il solo a dirigersi verso il negozio: dopo una fuga precipitosa tra i vicoli stretti del porto, Roy si andò a infilare nella prima porta che trovò, guarda caso la bottega del fabbro Armstrong.
Quando si accorse di tutti i martelli e le tenaglie appese in giro non poté credere alla sua fortuna: finalmente si sarebbe potuto liberare di quelle fastidiose manette sferraglianti.
Posò l’orologio su un tavolo, ma proprio mentre stava per afferrare quello che sembrava il martello più solido, un leggero tonfo sul pavimento lo interruppe. Si girò guardingo verso il retro del locale.
Appoggiato con la faccia su di un’incudine, un ragazzino sui tredici anni dormiva profondamente; un braccio penzolava inerte, proteso verso un enorme martello da fabbro. Doveva essere stato quello a fare rumore.
Se non fosse stato il più grande egocentrico narcisista di tutti i sette mari (o almeno così lo definivano le sue ex), Roy si sarebbe commosso alla vista di un ragazzo così dedito al suo lavoro da crollare sfinito su un’incudine! Ma come abbiamo detto, l’Alchimista di Fuoco non era il tipo, e si limitò a pungolarlo piano con un dito, per assicurarsi che non si svegliasse all’improvviso.
Soddisfatto, tornò alle sue manette, non prima di aver allontanato il martello dalla portata del ragazzo addormentato.
Dopo qualche minuto divenne evidente che quella del fabbro non era la sua vocazione, al limite della frustrazione le catene erano così attorcigliate su se stesse da rendergli difficili i movimenti.
Sbuffò.
Ogni tanto sentiva ancora i passi dei soldati fuori dalla porta: era questione di secondi prima che a qualcuno venisse in mente di controllare le botteghe. Aveva poco tempo.
Si guardò intorno disperato: asino, strano meccanismo con ruote, martelli, incudine, barili, spade, ragazzo che dorme, attizzatoio, braci ardenti, mantice, asino, strano meccanismo con ruote, martelli, incudine, barili, spade, ragazzo che dorme, attizzatoio, braci ardenti, mantice, asino… e strano meccanismo con ruote?
La sua mente cominciò a elaborare un piano diabolico che comprendeva l’asino e lo strano meccanismo con ruote (il cui uso non gli era molto chiaro).
Sorrise e al suo piano si aggiunse l’attizzatoio abbandonato sulle braci ancora calde.
Fu così che il povero asino, che era lì appisolato a sognare zuccherini, si ritrovò il sedere bruciato dall’attizzatoio e partì al trotto facendo muovere il macchinario a cui era attaccato mattina e sera.
Roy roteò soddisfatto la sua arma.
Posizionò le manette tra le due ruote meccaniche. Se i suoi calcoli erano giusti, sarebbe dovuto riuscire a…
Con un CLANC sonoro le catene si spezzarono, con grande gioia dell’alchimista, gioia che durò poco: in quel preciso istante la porta cominciò ad aprirsi cigolando, Roy fece appena in tempo a nascondersi prima che un ragazzino biondo entrasse nella bottega e andasse a fermare l’asino che ancora correva, dolorante e spaventato.
Edward Elric, accarezzato il povero animale, posò la sua giacca consunta su un tavolo con un sospiro, e si volse verso il ragazzo addormentato.
Sorrise: il giorno prima il signor Armstrong era dovuto partire per fare una consegna nelle piantagioni, lasciando tutto il lavoro nelle mani dei suoi due apprendisti. Ed era riuscito a venirne fuori bene, dopo tutto era abituato ai turni pesanti, ma Alphonse, che aveva cominciato a lavorare solo l’estate prima, era crollato dal sonno sul lavoro.
Riprese la giacca e con delicatezza la fece scivolare sulle spalle del suo fratellino. Non se la sentiva di svegliarlo, e un po’ di sonno gli avrebbe fatto certo bene.
-Tu sei dove ti ho lasciato.- mormorò con un sorriso.
Poi notò un particolare strano: Al non aveva più in mano il suo martello, che era appoggiato su un’incudine ben lontana dalla portata del ragazzo.
-Tu invece no…- possibile che Alphonse si fosse svegliato e lo avesse messo lì? E se si era svegliato, perché non si era steso sulla paglia che usavano quando lavoravano fino a tardi? La storia odorava di bruciato, odore che aumentò quando scorse un orologio d’argento ossidato e sporco appoggiato lì vicino.
Allungò una mano per prenderlo.
Il freddo metallo di una lama gli sfiorò il polso; Ed si voltò, giusto in tempo per vedere Roy Mustang puntargli la spada alla gola.
Il ragazzo indietreggiò, sorpreso, prima di notare il cerchio alchemico tatuato sulla mano del suo aggressore.
Lo guardò fisso negli occhi:- Sei quello a cui stanno dando la caccia… L’alchimista!
Roy scrutava perplesso il ragazzino che aveva davanti, con l’inquietante sensazione di averlo già conosciuto: c’era qualcosa nei suoi occhi… O forse nei capelli, ma non riusciva a capire cosa.
-Hai qualcosa di familiare…- borbottò –Ti ho già minacciato altre volte?
-Vado famoso per la mia poca familiarità con gli alchimisti!- rispose Edward a denti stretti.
-Ah! Be’, sarebbe un peccato rovinarti la fama proprio oggi, quindi se vuoi scusarmi…- fece per andarsene, ma non aveva ancora fatto un passo che il ragazzino gli puntò contro una spada. Si girò di nuovo verso di lui, con un sorriso divertito –Credi sia saggio ragazzo?- lo sfidò –Incrociare le lame con un alchimista?
Edward rimase immobile, sostenendo lo sguardo:- Hai minacciato miss Rockbell.
La lama di Roy stridette quando il suo proprietario la lisciò contro quella del ragazzo.
-Solo un pochino.- ammise, poi attaccò.
Già dai primi rapidi affondi, Mustang capì di trovarsi davanti a un avversario con potenziale, ma non abbastanza esperto da poterlo battere. L’alchimista lo incalzava ripetutamente, venendo bloccato da parate efficaci, però goffe.
-Sai ciò che fai, te lo concedo!- gli disse a un tratto –Splendida forma… ma in quanto a gioco di gambe…- aveva trovato un punto debole: la rigidità tipica di coloro che non combattono ogni giorno.
Ritenne di dovergli insegnare un paio di cose.
-Un passo qui…- affondi parati alla perfezione, con le spade incrociate in una splendida posa finale.
–Molto bene!- si complimentò –E ora un passo indietro…- con un movimento fluido l’alchimista parò l’ultimo attacco del biondo.
Fintò un affondo, parato alla meglio dal giovane, e sorrise:- Ciao.- si diresse verso la porta, pregustando già la sua libertà; non aveva ancora posato la mano sul legno che con un sibilo metallico la spada di Edward si conficcò nella trave che bloccava la porta, a soli due centimetri dal naso del fuggitivo.
Roy guardò allibito la lama che ancora ondeggiava, poi con tutta calma afferrò l’elsa e diede uno strattone.
Niente.
Un altro.
Niente.
Altri quindici strattoni di fila.
Niente.
A pochissimo dalla rabbia disumana si girò verso Ed, che lo guardava sorridendo sotto i baffi.
-Ma che divertente giochino!- disse a denti stretti –Quello che non mi diverte è che tu mi impedisci di nuovo la fuga!- sogghignò –Solo che ora… sei disarmato!
Per tutta risposta il giovane si volse verso il camino, tirandone fuori l’attizzatoio, la punta era minacciosamente rossa.
L’alchimista ebbe un attimo di panico: quale subdolo spirito maligno gli aveva fatto rimettere a posto l’attizzatoio tra le braci?!?
Non aveva il tempo di darsi dell’idiota.
La danza della spada (e attizzatoio) ricominciò più agguerrita di prima, e l’asino, che aveva scorto lo strumento delle sue torture, partì di nuovo, creando una certa confusione.
Attizzatoio o no, Edward era comunque in difficoltà, e presto si ritrovò disarmato. Si gettò tra i macchinari in movimento, afferrando al volo un’altra spada da una rastrelliera. Raggiuntolo, anche Roy si accorse delle spade.
-Chi le fabbrica, queste?- domandò con una leggera isteria.
Edward sogghignò, parando un suo attacco:- Tutte io!- l’alchimista provò a colpirlo dall’alto, ma il ragazzo si riparò dietro il perno del macchinario e afferrò una seconda spada –E ci faccio esercizio tre ore al giorno!
-E’ ora che ti trovi una ragazza, amico!- commentò l’alchimista.
Sempre combattendo, si spostarono di nuovo fuori dal meccanismo, finendo a ridosso di un carretto; le spade di Ed vennero bloccate da quella dell’avversario.
-Oppure…- ghignò Roy –Può darsi che tu ne abbia già trovata una, ma non abbia avuto il coraggio di corteggiarla come si deve! Non è che…- il suo sorriso si fece doppiamente perfido – Non le piacciono i TAPPETTI?
A quelle parole lo sguardo di Ed si fece di fuoco, e come una furia si scagliò sull’avversario gridando:- CHI SAREBBE LA PULCE ULTRAMINUSCOLA INVISIBILE ALL’OCCHIO UMANO, EH? CHI SAREBBE? CHI?
Resosi conto di aver scatenato un mostro, Roy batté in ritirata.
Ed lo rincorse per il negozio facendo roteare le spade a destra e a manca mentre una quindicina di vene pulsava sulla sua fronte; l’alchimista capì che se non voleva fare la fine dei due tavoli e dello sgabello passati sotto la furia del biondino (essere ridotto a pezzettini era una morte troppo cruenta per i suoi gusti) doveva inventarsi qualcosa, e subito!
Com’era la lista?
Asino, strano meccanismo con ruote, martelli, incudine, barili, spade, ragazzo che dorme, attizzatoio, braci ardenti, mantice e dulcis in fundo nano schizzofrenico con la spada!
Girando in tondo per il locale, elaborò la sua strategia: correndo fece cadere delle travi appoggiate al muro che per qualche secondo travolsero Edward, facendogli cadere una delle spade; la distrazione del suo avversario fu abbastanza per permettere a Roy di raggiungere il camino e, salitoci sopra, afferrare l’enorme mantice.
Quando le tavole si sbriciolarono sotto i colpi del ragazzo, Roy era pronto.
Ed si lanciò su di lui, ma a pochi passi di distanza venne travolto dal getto di polvere e aria del mantice. Prima che potesse capire quello che stava succedendo, un calcio gli fece volare via la spada; il biondo indietreggiò e, quando riuscì a togliersi la polvere dagli occhi, si ritrovò di fronte l’alchimista che gli puntava contro una pistola.
-Giochi sporco…- mormorò, con la gola impastata dalla polvere.
Roy sogghignò, alzando le spalle.
-Alchimista!- spiegò.
Proprio in quel momento un colpo sordo fece tremare la porta: i soldati lo avevano trovato.
Roy si morse il labbro.
La battaglia era durata più a lungo del previsto e soprattutto, grazie a quel biondo scatenato, doveva essersi sentita ovunque.
Si mosse verso l’uscita sul retro del negozio, ma Edward gli si parò davanti.
-Spostati!- ordinò, senza abbassare la pistola.
-No!
I colpi erano sempre più decisi, non mancava molto prima che la porta cedesse.
-Per favore!
-No!- ripetè il ragazzo –Non posso farmi da parte e lasciarti scappare!
Al diavolo le buone maniere!
Roy alzò il cane della pistola, il cerchio alchemico sulla sua mano luccicò leggermente.
-Questo colpo non è per te…- ringhiò.
Fu allora che gli occhi di Ed guizzarono verso un punto indefinito dietro l’alchimista.
Roy si irrigidì.
Ho come una brutta sensazio…
CRASH!
Una bottiglia ancora mezza piena si abbattè sulla nuca del moro, che si accasciò a faccia in giù sul pavimento, svenuto. Dietro di lui, Alphonse sorrideva trionfante.
In contemporanea la porta si spaccò e i soldati, guidati dal commodoro Havoc, irruppero nella bottega.
-Ottimo lavoro, signori!- l’ufficiale abbassò la pistola, congratulandosi con i due ragazzi –Avete contribuito alla cattura di un pericoloso criminale!
-Ma no, commodoro, io ho solo rotto una bottiglia!- disse Al, diventato improvvisamente rosso –E’ mio fratello che…
-Sì sì, certamente!- borbottò Havoc, annusando l’aria –Cos’è questo odore orribile?
Al nascose la bottiglia rotta dietro la schiena:-Ecco, non avevo altro con cui colpirlo se non la bottiglia di olio del signor Armstrong…
-Olio?- domandò il commodoro.
-Per lubrificare quell’affare lì!- spiegò Ed indicando lo strano meccanismo con ruote.
-Capisco…- mormorò Havoc, poi sorrise ai suoi uomini –Confido che ricorderemo questo giorno come quello in cui l’Alchimista di Fuoco è quasi scappato… Portatelo via!

-Ecco qui, miss,- disse Rose, infilando sotto il materasso di Winry un contenitore pieno di tizzoni appena presi dal caminetto –Questo vi terrà bene al caldo! Oggi è stata una giornata difficile per voi…
La ragazza storse il naso, cercando di concentrarsi sul libro che aveva tra le mani.
-Sospettavo che il commodoro si sarebbe dichiarato,- borbottò –Ma devo dire che non ero del tutto preparata…
-Dicevo essere minacciata da quell’alchimista!- precisò la cameriera –Che paura terribile!
Winry annuì distrattamente:- Oh, sì. Una paura terribile…
-Ma il commodoro si è dichiarato, pensa un po’!- continuò Rose con gli occhi che le brillavano –E’ un ottimo partito miss, se non oso troppo nel dire…
-No, è un ottimo partito. E un uomo dabbene, quello che ogni donna sogna di sposare…- la voce di Winry era velata di tristezza e senza che se ne accorgesse, la sua mano scivolò verso il ciondolo di Edward, proprio come aveva fatto quella mattina.
Sembrava passata un’eternità.
Rose la notò.
-Però anche Edward Elric…- disse, indovinando i pensieri della padrona. -E’ un uomo dabbene anche lui!
Scoperta, Winry la fulminò con lo sguardo.
-Adesso osi troppo!- la ammonì a denti stretti.
La cameriera si inchinò:- Chiedo perono, miss. Starò al mio posto.
E detto questo uscì, chiudendo piano la porta.
Winry si rigirò la catena dorata fra le dita, rimuginando sugli eventi della giornata, a cominciare dal mattino fino al suo incontro con l’alchimista.
Ho conosciuto un alchimista! Si rese conto all’improvviso.
Ed era stato esattamente come le aveva detto Havoc anni prima.
Posò il libro sul comodino di fianco al letto.
Era cresciuta per le favole, troppo grande per le storie di spettri, tesori e avventure. Capì che non ci credeva più già da anni, e Roy Mustang non aveva fatto altro che dare il colpo di grazia alle storie della sua infanzia.
Ora basta.
Non aveva ancora finito di formulare quella conclusione che la fiamma della candela ondeggiò e si spense, come vinta da un alito di vento.
Winry rabbrividì.
Le finestre erano tutte chiuse...
Dall’altra parte della città, nella prigione del forte, una persona che credeva ancora alle storie di fantasmi e tesori (soprattutto tesori) ascoltava annoiato i tentativi dei suoi vicini di cella di far avvicinare il cane che teneva le chiavi in bocca.
-Vieni bello, vieni!
-Lo vuoi l’ossetto buono?
-Forza piccino, vieni qua!
-Dai, annusa l’osso!
-Non ti piace?
Roy sospirò:- Potete andare avanti in eterno, quel cane, tanto, non si muove!
I quattro si girarono infastiditi verso di lui.
-Oh, scusa se non ci siamo ancora rassegnati alla forca! Scusa, eh?- disse quello che sembrava il capo.
Poi, tutti insieme si voltarono e ripresero a riempire di complimenti il cane bianco e nero, il quale li guardava perplesso dalla panca di legno sotto cui era sdraiato.
L’Alchimista di Fuoco li ascoltò ridendo sotto i baffi.
Neanche lui si era rassegnato! Sarebbe scappato, in qualche modo, ancora non sapeva quale, ma aveva tutta la notte per pensarci su.
Se solo avesse guardato dalla finestra della sua cella, tra le sbarre avrebbe visto la Luna venire coperta pian piano da una coltre di nubi. Gli ultimi raggi scintillarono sul mare, e, prima che si spegnessero del tutto, sullo scafo di una nave che silenziosa e invisibile scivolava sulle onde.
Dopo un ultimo luccichio color sangue, la nave venne avvolta dalle ombre.
Finalmente, finalmente erano giunti.



Okaaaaaay, ho cercato di fare il finale che mette i brividi e spero di esserci riuscita.... Questo me lo direte voi! :) Mi raccomando, recensite! Non so quando pubblicherò il prossimo capitolo, ma spero di trovare un po' di tempo per dedicarmici ^^ Alla prossima!

  
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