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Autore: Mari24    11/04/2012    9 recensioni
[dal cap 2] "Tutto in torno a lei era scuro. Una strana aurea nera circondava la stanza. Non sapeva dove si trovava, ma sapeva che doveva cercare suo padre. Philippe, il loro fedele cavallo, l’aveva condotta in quel castello.
Tutto era lugubre e le infondeva timore nel proseguire.
Trovò il cappello di suo padre, e molto timidamente si avviò alla ricerca.
Il buio faceva da padrone, e non si sentiva nessun rumore."
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
Capitoli:
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Kate cavalcava per tutta la foresta in cerca di suo padre.

Philippe ce la metteva tutta, cercando di cavalcare più veloce ma tutti i suoi sforzi sembravano vani. Del suo padrone non vi era traccia.

E poi dopo molte ore di cavalcata e ricerca, Kate lo vide.

Era accasciato sulla neve, svenuto per l’evidente sforzo fisico a cui si era sottoposto pur di riuscire a salvare sua figlia.

Caricatolo su Philippe lo portò a casa.

Dopo avergli prestato amorevoli cure e messo al caldo, il padre di Kate si svegliò.

-“Oh papà quanto mi sei mancato!”- esclamò Kate abbracciandolo.

-“Quella bestia.. come hai fatto a scappare?”-

-“Non sono scappata papà. Lui… mi ha lasciata andare.”-

-“Quella bestia orribile…”- esclamò.

-“Ma ora è cambiato, papà! C’è… qualcosa di diverso in lui.”-

Ma Kate non finì il suo discorso poiché dalla sua borsa uscì come una trottola la piccola tazza Alexis.

-“Ciao!!”- esclamò tutta contenta.

-“Ma guarda… un clandestino!!”- disse Kate contenta che la piccola tazzina fosse lì con lei.

Alexis saltellò tra le mani del padre di Kate ma poi facendosi seria chiese:

-“Beeelle! Perché sei andata via? Non ci vuoi più bene?”- chiese con quella voce da bambino, guardandola con quegli occhioni blu.

Kate non sapeva cosa dire.

-“Oh Alexis… certo che vi voglio bene… è solo che…”- ma fu interrotta una seconda volta in quella serata, questa volta da uno strano bussare alla porta.

Quando l’aprì un losco signore chiedeva dove fosse suo padre poiché essendo pazzo era lì per portarlo via e farlo curare.

Tutti gli abitanti del villaggio erano lì, pronti a testimoniare come suo padre avesse dato di matto alla taverna dicendo che Kate era tenuta prigioniera da una bestia.

Per loro era ‘Quel vecchio matto di Jim’.*

Veniva deriso da tutti e tutti loro erano pronti a puntargli il dito contro, a meno che Gaston non decidesse di parlare in favore.

-“Oh Gaston tu lo sai che mio padre non è pazzo!”-

-“Um… forse io potrei riuscire a chiarire questo piccolo malinteso, se solo…”- disse con voce melliflua.

-“Se solo cosa?”- chiese Kate sapendo già dove Gaston volesse andare a parare.

Perché mentre lo guardava gli veniva in mente il nome Josh?! Non conosceva nessun Josh, e allora perché lo trovava altamente pesante come lui?

Decise che ci avrebbe pensato poi. Ora aveva una questione ben più urgente da risolvere.

-“Se mi sposassi…”- continuò Gaston avvicinandosi al volto della ragazza.

-“Mai!!”- lo respinse Kate.

-“E allora di addio a tuo padre!!”- esclamò cattivo essendo appena stato rifiutato.

Kate corse in casa. Non poteva permettere che suo padre fosse portato via da quegli uomini.

Afferrò lo specchio e lo mostrò a tutti, facendo vedere la Bestia, ma il risultato che creò non fu quello desiderato: Gaston riuscì a convincere tutti che fosse una Bestia cattiva, che durante le notti sarebbe andato a rapire i fanciulli, e che dovevano ucciderlo.

-“NO! Non è cattivo. È buono, e gentile…”- disse Kate guardandone il riflesso sullo specchio.

Gaston le strappò lo specchio di mano e facendola voltare con forza disse:
-“Se non ti conoscessi bene direi che provi qualcosa per quel mostro!”-

-“Lui non è un mostro Gaston! Tu lo sei!!”- esclamò Kate.

Gaston colpito sull’orgoglio e non permettendo a nessuno che lo si offendesse, fece rinchiudere nella cantina sia Kate che suo padre, incitando la folla ad andare ad uccidere la bestia.

 

[http://www.youtube.com/watch?v=tkIN5eHm6Hw ]

 

Intanto la piccola tazzina che aveva assistito a tutto, ben nascosta dietro le scale, cercò una soluzione per liberare la sua Belle e suo padre, quando ad un tratto vide una buffa macchina taglia-legna costruita proprio dal Signor Jim.

La accese e la alimentò e tirando la manovella riuscì ad azionarla, facendola finire contro la porta della cantina liberando Kate.

 

Nel mentre Gaston e tutti gli abitanti del villaggio avevano raggiunto il castello.

Tockins e Lumière avevano cercato di non farli entrare ma alla Bestia ormai non importava più di nulla perché loro avevano lo specchio e pensava che Kate si fosse dimenticata di lui.

Stava soffrendo per amore.

Gaston aveva chiarito che la Bestia sarebbe stata sua, e che tutti gli altri potevano depredare e portare via tutto quello che volevano.

Quando riuscirono ad entrare, il castello sembrava buio e deserto, come se fosse da molto tempo che nessuno dimorava lì e, quando tutti i cittadini furono entrati, Lumière diede il segnare di iniziare la lotta. Avrebbero difeso il castello con le unghie e con i denti.

Le pentole ricadevano sulle teste delle persone, gli appendi abiti facevano a botte contro il macellaio e il panettiere venne inghiottito da un baule.

Un leccapiedi di Gaston se la prese con la povera Babette, ma subito il suo prode eroe Lumière, la salvò dando fuoco al sedere dell’uomo.

Mr Brick fece cadere il te bollente sulle facce di alcuni uomini e tutti i coltelli e gli oggetti di cucina si diedero da fare per mandare via quegli intrusi.

L’armadio cadde di peso sopra il fruttivendolo, schiacciandolo completamente.

Gli abitanti del villaggio vennero pesantemente sconfitti e costretti alla fuga, mentre Gaston avanzava per le segrete del castello, cercando la bestia.

Lo trovò nell’ala ovest e senza perdere tempo lo colpì alla schiena con una freccia.

Gaston rideva, con la sua risata cattiva, malefica, e con un calcio buttò fuori dalla finestra la Bestia facendolo cadere verso uno dei tati tetti del castello.

-“Alzati!”- disse, ma la Bestia non si mosse.

-“Alzati!!”- ripeté, questa volta dandogli un calcio spingendolo verso la fine del tetto.

-“Cosa ti succede Bestia? Sei troppo buono e gentile per batterti?”-

La Bestia non reagì, ma abbassò lo sguardo.
Ormai non gli importava più niente, senza Kate la sua vita non aveva senso.

Gaston afferrò uno spuntone  e si diresse minaccioso verso la bestia, ancora distesa nel tetto con nessuna speranza di potersi rialzare.
Ma una voce femminile urlò nell’aria:

-“NO!!”-

Kate era appena arrivata al castello scortata dal fedele Philippe, proprio quando Gaston lo stava per colpire.

-“No!! Gaston, fermati!!”- urlò.

Ma la Bestia vedendola lì si alzò, come rinvigorito e, afferrando lo spuntone che Gaston aveva in mano per colpirlo, iniziò a lottare contro di lui.

La Bestia era enorme, e subito notò quell’attimo di paura negli occhi di Gaston.

La pioggia cadeva incessante ed entrambi i lottatori erano fradici.

I capelli di Gaston si sciolsero dalla sua coda sempre pettinata e perfetta, incollandosi sul viso, mentre la bestia sentiva i vestiti appiccicati addosso.

Lottarono, spingendosi e cadendo da un tetto all’altro, fin quando la Bestia si nascose fra una fila di gargoyles.

Gaston, sempre con il suo spuntone in mano, mozzò la testa alla prima statua.

-“Vieni fuori e combatti!”- disse guardandosi in torno, ma con il buio e la pioggia non riusciva proprio a distinguere la Bestia fra le varie statue.

-“Sei innamorato di lei, Bestia?”- chiese con disprezzo.

-“Pensavi davvero che avrebbe voluto te, quando poteva avere uno come me??”- chiese ancora deridendo l’aspetto della Bestia in confronto al suo fisico scolpito.

Gaston non aveva ancora compreso che non è il corpo che fa innamorare una donna di un uomo, ma il modo in cui la tratta, e la Bestia l’aveva sempre trattata con amore e rispetto, contrariamente a quel maleducato senza cervello.

La Bestia uscì dal suo nascondiglio, apparendo dietro Gaston, ma quest’ultimo, percependo un movimento dietro di lui, si voltò velocemente cercando di colpire la Bestia con il suo spuntone.

-“E’ finita Bestia! Kate sarà mia!!”-

Ma la Bestia, spinto dalla gelosia e dall’amore che provava per quella ragazza, fu più veloce e più forte di lui, tanto che riuscì a disarmarlo. Lo afferrò per la gola e lo spinse al di fuori del tetto, lasciandolo sospeso nel vuoto.

-“Lasciami andare!! Lasciami andare!! Ti prego, non uccidermi! Farò qualunque cosa! Qualunque!!”- supplicava Gaston avendo paura che la Bestia lo lasciasse precipitare nel vuoto.

La Bestia colto da pietà verso quell’uomo, lo tirò vicino a se:

-“Vattene!!”- disse poggiandolo a terra con poca grazia.

-“Sono qui!”- urlò Kate, affacciandosi al balcone vicino.

La Bestia si voltò verso di lei sorridente, felice che lei fosse ritornata da lui.

-“Kate!”-

Kate allungò la mano verso di lui, per aiutarlo a salire, e quando la raggiunse, le accarezzò il volto.

-“Allora sei tornata.”

-“Sempre.”- disse facendosi cullare da quella carezza, come se quella parola fosse davvero importante per loro.

Numerosi flash si abbatterono nella sua mente: l’ambulanza, il container, nel suo ufficio.

Ormai c’era quasi. Mancava così poco per ricordare.

Ma nessuno dei due si accorse che nel mentre Gaston si era rialzato e pugnalò la Bestia sul fianco.

La Bestia emise un ruggito di dolore, e muovendosi fece perdere l’equilibrio a Gaston, che con un urlo di terrore cadde nel vuoto.

-“Riiiiiick!!”- urlò Kate afferrandolo e tirandolo verso di se al sicuro nel balcone.

Quel nome.

Kate ricordava.

Tutta la sua vita le passò davanti, rivide quando le raccontò di sua madre, quando Rick le disse che profumava di ciliegie, rivide il bacio sotto copertura, rivide il container. E rivide se stessa nell’erba, sanguinante, e lui che le sussurrava il suo amore per lei.

Facendolo stendere per terra, Kate disse tra le lacrime:

-“Mi dispiace… è tutta colpa mia!”-

-“Almeno ti ho potuta vedere un’ultima volta!”- rispose la Bestia prima di perdere definitivamente i sensi.

Kate capì che era morto e fra i singhiozzi riuscì a sussurrare:

-“Ti prego. Ti prego non lasciarmi! Io ti amo!”- disse mentre l’ultimo petalo si staccò dalla rosa.

 

 

Kate si risvegliò nella sala relax.

Gli occhi umidi e delle grosse lacrime solcavano le sue guance.

Aveva sognato tutto in versione ‘La Bella e la Bestia’, con tutti i personaggi che le ricordavano i suoi amici.

Ma colui che aveva perso nel sogno le fece capire che non poteva perderlo nella realtà.

Avevano già rischiato di perdersi, quando il cecchino le aveva sparato, non avrebbe di nuovo sprecato un’altra occasione.

Asciugandosi le lacrime si diresse al loft di Castle.




*durante il cartone gli abitanti del villaggio esclamano: 'Quel vecchio matto di Maurice!'


ANGOLO MIO: ciaooo!!! come state? avete passato una buona Pasqua? :D

eccoci a questo 4 e penultimo capitolo...

bo nn ho tanto da dire in questo.. solo che non ho fatto trasformare Castle in umano! ahahhahaha resterà peloso! xD

bon cn qst mal di testa non mi viene in mente altro qndi lascio dire a voi... vi lascio xò una foto...

cioè... non sono uguali?! xD

aahahahahahha

sbaciottiii

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