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Autore: AnnabelleTheGhost    11/04/2012    4 recensioni
Cosa fareste se foste invitati al matrimonio del vostro migliore amico, nonché vostro ex? Siete la testimone di nozze, ma ancora uno spirito ribelle dentro di voi rugge, sognandosi col vestito bianco insieme a lui.
Ma il destino rivela sorprese inaspettate...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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L'idea per la storia nasce un mercoledì sera, in una sperduta libreria in periferia, al mio regolare corso di scrittura. La coordinatrice sorride e ci lascia la traccia per la prossima volta: " Siete al matrimonio del/la vostro/a migliore amico/a. Osservate ciò che accade intorno e rimanete colpiti da un tipo strano". La mia fantasia ha cominciato a correre e, davanti al computer di casa mia, ho buttato giù questa storia.
Purtroppo questo corso di scrittura è appena terminato e dunque, ringrazio tutti coloro che hanno allietato i miei mercoledì, specialmente Velleda con i suoi scritti ironici, che stappavano sempre qualche risata.
Il compito era richiesto in una sola pagina di Word e per questo è molto breve. Può darsi che, in seguito, decida di allungarlo...
Nota: non fatevi deviare dal titolo. Le prime righe, sebbene parlino di occhi, non si riferiscono a quelli dell'"uomo dagli occhi verdi ". 

L'uomo dagli occhi verdi

 

Quegli occhi mi restituirono lo sguardo, curiosi e spaventati. Era normale che lo fossero: oggi Mario si sarebbe sposato e mi aveva chiesto espressamente di essere la sua testimone di nozze.
Gli occhi mi restituirono uno sguardo beffardo. Sì, lo so che più volte mi ero sognata io stessa con un abito di un bianco candido dietro l’altare con lui, ma il tempo era passato e noi due non eravamo le anime gemelle che credevamo di essere.
Assottigliai le palpebre, riservando al mio riflesso uno sguardo astioso. Dovevo essere felice di poter condividere un giorno del genere con Mario e la gelosia non doveva sfiorarmi!
Indossai una giacca di seta bianca con degli svolazzi argentati, i miei pantaloni neri preferiti e la collana di finti brillanti ricevuta da mia sorella per il mio trentaduesimo compleanno.
La stada verso la chiesa passò in un attimo e, per quello che mi parve un secondo dopo, mi ritrovai gli sguardi di tutti gli invitati addosso. Da molti la scelta di Mario era stata sciocca: io ero la sua ex e sarebbe già stato tanto se mi avesse invitata… Ma un’amicizia nata all’età di sei anni non si poteva ignorare in questo modo. Mario infatti si rivelò felicissimo di potermi rivedere e mi abbracciò come quando eravamo alle elementari. L’abito nero lo slanciava e i suoi occhi sprizzavano gioia ogni istante.

Quando la musica iniziò, Laura fece il suo ingresso nella chiesa. Vedendo il suo volto incorniciato dai capelli di un biondo argenteo, mi resi conto che lei era più dolce di me, più bella di me e dunque una scelta più giusta per Mario. Quando attraversò la navata, il suo abito con strascico non passò inosservato e lo sposo pareva divorarsela con gli occhi ogni passo che lei compiva.
Le fedi sembravano più pesanti che mai tra le mie mani e dovetti sforzarmi per non farle scivolare a terra e far cadere nell’imbarazzo il mio migliore amico.
Tutti gli occhi dei presenti erano puntati su di me, ma doveva essere solo un’impressione egocentrica, dato che stavano tutti osservando gli sguardi zuccherosi degli sposi e il prete che celebrava il matrimonio.
Un uomo in prima fila, però, ero sicura che mi stesse fissando, il suo sguardo era troppo più in là per poter guardare Mario. La luce del sole infuocato inondò la stanza e fece risplendere lo stalker in prima fila, annullando i suoi difetti, se era possibile che ne avesse.
Fu una sorpresa tornare alla realtà, dallo sguardo in tralice che mi scoccò Mario. Tesi le mani, in modo che lui potesse afferrare la fede e metterla nel dito di Laura.
I presenti si alzarono in piedi e scoppiarono in rumorosi applausi quando le labbra degli sposi si toccarono. Mentre i due uscivano dalla chiesa, scesi i gradini che portavano dall’altare alla navata e mi fermai per pochi secondi.
Tutti stavano seguendo gli sposi fuori, ma lui era ritto in piedi a fissarmi. Tese la mano – forse finalmente rendendosi conto che guardarmi in quel modo era davvero da maleducati – e disse:
– Sei Camy, la migliore amica dello sposo, giusto?
– Sì, sono Camilla. – Accentuai volontariamente il mio nome completo. Questo misterioso sconosciuto non doveva prendersi tutta questa confidenza!
– Io sono Luca, il cugino di Mario. – Mi strinse la mano e fui costretta a ricambiare la stretta.
Gli sorrisi in modo gelido, mi voltai e feci per andare da Mario a fargli i miei auguri. Ma qualcosa mi fermò: mi aveva preso per il braccio, e tentò di approcciarsi con un mezzo sorriso.
– Camilla, vuoi unirti al mio tavolo durante il ricevimento?
Era un evidente tentativo di abbordaggio ma quest’uomo non era davvero male. Poteva essere un modello uscito da Vogue. Il rifiuto mi salì sulle labbra, ma prima che potessi rispondere la voce petulante di mia sorella mi tornò alla mente: “È scandaloso che ancora a trentatré anni tu non sia neanche fidanzata!”.
Forse non era il caso di rifiutare così presto. Se era il cugino di Mario poteva meritare una possibilità e, guardando i suoi occhi, verdi come quelli di Mario, accettai la sua proposta, ed uscimmo insieme dalla chiesa.

  
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