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Autore: IlaOnMars6277    11/04/2012    5 recensioni
"Era crollata la sua difesa che aveva tirato su con forza in tutto quel tempo.
Eh già…il tempo."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il Foglio Bianco



Camminava sicura sulla spiaggia, stava tornando a casa, dove avrebbe trovato la nonna ai fornelli e le avrebbe chiesto sicuramente di aiutarla a preparare la tavola. Adorava stare con lei l’estate, poteva essere se stessa, non aveva bisogno d’altro. Entrò nella grande veranda per arrivare alla cucina. Si aspettava di trovarla lì immersa in una nuvola di vapore e investita di odori forti e accattivanti, ma la casa era silenziosa e stranamente inodore. Una strana paura le attanagliò lo stomaco e si rifugiò nella sua stanza, corse a perdifiato e una volta dentro chiuse la porta a chiave. Scivolò contro la porta ad occhi chiusi per recuperare il fiato. Di colpo un odore metallico la risvegliò dallo stato di rilassamento ed aprì gli occhi, di fronte a lei una tela bianca. Si avvicinò e la sfiorò delicatamente, al suo tocco la tela prendeva colore, colori allegri e solari. Sorrise spontaneamente a quella piccola magia ma quando guardò la sua mano un urlo le morì in gola, del sangue scendeva dalle sue dita fino a percorrerle il braccio, fino a terra e sui suoi vestiti. Alzò il viso e vide la tela completamente ricoperta di sangue.

Aprì gli occhi alzandosi di scatto e l’urlo che le era rimasto nella gola nel sogno, trovò libera uscita. Si guardò le mani chiare e pulite e si diede mentalmente della scema per averlo fatto, poi si riavviò i capelli cercando di calmarsi.
In quel momento entrò Jared “ che succede?”
“Un incubo, un fottutissimo incubo” lui si mise accanto a lei accarezzandole un braccio “ti va di raccontarmelo?” lei scosse la testa come per scacciare quelle immagini sanguinolente che le invadevano la mente “no, non me la sento” bloccò la mano di Jared e la strinse forte. Lui la guardò negli occhi, lei ricambiò con uno sguardo timido ed impaurito, tremava ancora per lo shock. Sembrava che il tempo si fosse fermato, nessuno dei due provava a muoversi o a respirare più forte ma Jared non resistette a lungo, scostò le coperte attirandola a se, non sapeva se lei acconsentisse perché era ancora confusa o se lo volesse sul serio, ma non ci pensò e catturò le sue labbra ancora bagnate dalle lacrime.

Aveva capito sin da subito che cosa aveva in mente e non lo aveva fermato, sentiva anche lei la voglia di assaggiare quelle labbra e quando l’avevano toccata si era sentita protetta e soddisfatta, come se finalmente avesse ottenuto quello che voleva. Mentre approfondiva il bacio rilassandosi tra le sue braccia aveva liberato la mente da ogni pensiero e preoccupazione. Le mani scorrevano avide sulla loro pelle cosparsa di brividi finché lei non si staccò rimanendo ancorata a lui che le sorrise dolcemente.
“Non pensi più che sono una pazza?”
“Oh, lo penso ancora…ma credo che tu sia una pazza interessante” e riprese a sfiorarle il collo.
“Jared…”
“Mh mh?”
“Stavo pensando…”
“Questa non è una bella notizia” lei sorrise tirandogli un cazzotto, ma lui non si scompose e continuò a sfiorarla.
“Questa esperienza fuori dalle righe potrebbe darti ispirazione, ci hai pensato?” lui si staccò per fissarla “Per una canzone intendi?” “Una canzone, un intero album, un film o qualsiasi altra cosa tu sia in grado di fare” la guardò pensieroso e si alzò.
Lei confusa si irrigidì “scusa, non volevo intromettermi nelle tue cose, speravo solo di darti una mano…come tu hai fatto con me” lui serio rispose “non sono arrabbiato, sto cercando….torna a dormire, buonanotte” e così dicendo uscì dalla stanza.

Perché aveva reagito così? Non voleva essere maleducata, voleva solo rendersi utile come lui lo era stato con lei. In fin dei conti era riuscito a risvegliare qualcosa che si era assopito in lei: da tempo non provava curiosità nel parlare con qualcuno, nel cercare nei lineamenti una particolarità da voler imprimere nella memoria, la voglia di poter essere utile a qualcuno se non poteva esserlo con se stessa. Mentre era profondamente persa nei suoi pensieri camminò per la casa buia e silenziosa,  solo quando si ritrovò di fronte alla tela con il mostro di Jared si rese conto di essere arrivata lì. Prese un foglio bianco e si appoggiò sulla poltrona tracciando i lineamenti di un volto che aveva impresso ormai nella mente e nel cuore.
 

Jared non aveva dormito tutta la notte, si era rigirato nel letto talmente tante volte da aver disfatto le coperte e farle cadere a terra. Denise aveva ragione, poteva prendere riferimento da questa situazione e portarla a suo favore, recuperando il tempo perso. Ma una domanda lo disturbava più di tutto: perché non ci era arrivato lui? Sarebbe stata una cosa facile da capire, un altro se stesso ci sarebbe arrivato dall’inizio e non avrebbe visto l’ora di tornare alla normalità per poter concludere qualcosa di concreto. Guardò la luce che filtrava dalle finestre e si alzò, deciso a scusarsi per quel suo cambio d’umore, aveva capito che Denise altro non voleva che aiutarlo. Andò nella sua camera ma non la trovò, la chiamò varie volte ma non ebbe risposta. Sperò di trovarla nell’unica stanza dove non aveva guardato, entrò nello studio e si rabbuiò non trovandola neanche lì. Dove diavolo era finita? Lo aveva lasciato da solo in casa sua? Si avvicinò alla poltrona, attirato da un foglio che giaceva ai suoi piedi, lo voltò e spalancò gli occhi, poi un sorriso distese le sue labbra mentre guardava l’uomo disegnato sulla carta e gli sembrò di specchiarsi.
   
 
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