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Autore: TheOnlyWay    11/04/2012    6 recensioni
‹‹Io sono Faith, piacere di conoscerti››, sorrido ancora e aspetto che sia lui il primo a dire qualcosa.
Cosa posso dire ad un attore?
Sto per uscirmene con un qualcosa di molto simile ad un “Ottima interpretazione, Taylor. Soprattutto quando ti sei infilato nel sacco a pelo di Bella”, quando mi accorgo che lo sguardo di Taylor è un po’ strano. Troppo sull’attenti, troppo titubante. Sembra quasi che stia aspettando qualcuno o qualcosa da un momento all’altro.
Mi sento un po’ a disagio, in verità, perché mi osserva come se fossi una creatura rara rinchiusa dietro le sbarre di una gabbia, o forse il suo è più lo sguardo di qualcuno pronto a scappare.
‹‹Perché mi guardi così?››, gli chiedo, quindi.
Mi sarei aspettata qualsiasi risposta da lui, giuro, compreso “Hai un brufolo gigantesco sul naso”, o “Guarda, non vorrei essere io a dirtelo, ma hai la cerniera dei jeans aperti”, o ancora “Hai un rivolo di bava che cola sul mento. Fai un po’ impressione”.
Ho preso in considerazione ogni risposta possibile, tranne quella che esce dalla sua bocca.
‹‹Mi sembra strano che tu ancora non ti sia messa ad urlare. Quindi aspetto», rivela, candidamente. Lo guardo negli occhi, cercando di scorgere un piccolo scintillio di divertimento, ma niente. È serio.
‹‹Cavolo. Non ti sembra il caso di scendere un po’ dal piedistallo?››
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Taylor Lautner
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Introduzione:
So che avevo detto che non avrei continuato e che la storia si sarebbe limitata ad un unico capitolo. Oggi, però, dopo aver risposto alla recensione di Rita_Lautner, mi è venuto in mente che avrei potuto scrivere un secondo capitolo, dal punto di vista di Taylor. In realtà ci stavo pensando già da un po’, ma oggi mi è proprio venuta l’ispirazione, quindi eccola qui! L’ho scritto di getto, e sono anche abbastanza soddisfatta, se devo dire la verità. La storia mi sembrava più completa, aggiungendo anche un secondo punto di vista, no?
Spero davvero che vi piaccia, fatemi sapere che ne pensate!
 
Ne approfitto per ringraziare Rita_Lautner, ConcyCullen, omg1 e xpurplepanda per aver commentato il primo capitolo!
 
 
 
 
Il biglietto 217
-Taylor’s PoV-
 


 
 
Perché sempre a me?
Okay, sono il più piccolo e okay, ho una delle parti principali del film, ma per quale motivo dovrei prestarmi ad una cosa del genere?
Insomma, amo le mie fan – be’, amare è una parola grossa, diciamo che apprezzo il loro sostegno – ma da qui a convincermi a rinchiudermi in una stanza con una di loro, mi sembra un’esagerazione.
E tutto per colpa di quello stupido di Rob.
Se solo non avesse tirato fuori la cazzata del “sono fidanzato e Kirsten potrebbe ingelosirsi parecchio” e poi la supplica di “ti prego, Taylor, fallo per me”, per finire con il ricatto di “se non lo fai dirò al produttore che sei stato a letto con sua figlia”, a quest’ora ci sarebbe lui, seduto su questo cavolo di divanetto bianco, in attesa della prossima fan sfegatata che se ne uscirà sicuramente con qualcosa di molto simile ad un «ti prego levati la maglietta!»
E se fosse un uomo? Dio, non voglio neanche pensarci. Non che io sia contro gli omosessuali, o chissà che cosa, ma il pensiero che un ragazzo mi proponga di spogliarmi mi fa un brutto effetto. Che poi mi sembra piuttosto improbabile: insomma, sembra che a seguire Twilight&Co. siano soprattutto ragazze. Il che non è una vera sfortuna, visto che a volte capita di trovarne qualcuno piuttosto carina.
E non nego nemmeno di averci provato, consapevole che avrebbero fatto di tutto pur di dire in giro che Jacob Black aveva davvero gli addominali più incredibili di sempre. Ehi, questo mica lo dico, lo dicono loro!
«Ha capito, signor Lautner?» la voce fastidiosa del commesso – non saprei come altro chiamarlo – mi distrae dai miei pensieri. Gli rivolgo un’occhiata infastidita, come ogni star che si rispetti. Non che io di solito mi diverta a fare lo stronzo, ma questo proprio è odioso.
Dai, non avrà neanche venticinque anni, ma è davvero sfigato.
«Non sono mica stupido.» borbotto, alzando gli occhi al cielo. È da un’ora che continua a ripetermi la stessa cosa. Lui sta zitto, poi mi volta le spalle e se ne và.
Bene, ancora qualche minuto di silenzio e di pace, prima che le urla della prossima ragazzina fuori di testa mi trapanino il cervello.
«Pertanto, invito il possessore del biglietto 217 a raggiungermi.» sento che dice il commesso, che forse si chiama Steven, ma non mi ricordo del tutto.
Wow, ha un entusiasmo davvero esagerato, mentre parla. Nemmeno stesse annunciando che la cerimonia funebre inizierà da lì a dieci minuti.
Mi accomodo sul divano, nervoso e spazientito: non ho nessuna voglia di sentire le urla. Dopo un po’ diventano davvero stancanti.
«Pensi di muoverti?» la voce del commesso mi raggiunge di nuovo, un po’ più vicina. Poi la porta si apre, lentamente, in maniera vagamente inquietante e una figura minuta fa capolino.
«Bastardo.» la sento mormorare, prima che inizi a guardarsi intorno con aria curiosa.
Quando mi individua, si immobilizza un po’, apre e chiude la bocca un paio di volte, forse nel tentativo di trovare qualcosa da dire e infine la richiude. Decido di andarle incontro, ma mi muovo cautamente, perché ho ancora paura che da un momento all’altro potrebbe mettersi ad urlare come un’invasata. È ancora immobile, però, e non sembra nemmeno sull’orlo di un collasso, così mi sforzo di sorridere e le porgo la mano.
«Ciao, io sono Taylor.» mi presento. Certo, come se ci fosse bisogno. Sicuramente saprà anche quante volte vado in bagno.
«Io sono Faith, piacere di conoscerti.» sorride e mi stringe la mano.
Ha un sorriso bellissimo, noto. E quelle due fossette sono davvero adorabili. La osservo con più attenzione: è carina. Con i capelli castani lunghi fino alle spalle e liscissimi, una frangetta sbarazzina e gli occhi scuri, caldi. Non è tanto alta, ed è un po’ minuta, tuttavia i jeans chiari e la maglietta verde la fasciano alla perfezione.
La verità? Continuo a credere che da un momento all’altro perderà la testa.
«Perché mi guardi così?» chiede, all’improvviso.
Non mi sarei mai aspettato una domanda del genere, dico sul serio. Perciò mi lascio scappare la verità, senza nemmeno sapere perché. In un’altra situazione, probabilmente, me ne sarei uscito con un “sei bellissima” o qualcosa del genere.
«Mi sembra strano che tu ancora non ti sia messa ad urlare. Quindi aspetto.» rivelo, candidamente. Be’, è la verità.
La vedo inarcare un sopracciglio e storcere la bocca in un’espressione palesemente scettica. Rettifico: non è solo carina, è bella.
«Cavolo. Non ti sembra il caso di scendere un po’ dal piedistallo?» domanda, mentre la sua voce assume un’inflessione divertita.
Io, da parte mia, sono completamente stupefatto. Giuro, è la prima volta che una ragazza mi si rivolge in questo modo. Una fan di Jacob Black, intendo. Che poi, chi l’ha detto che è una fan? Magari mi odia.  
«Niente urla, quindi.» suppongo, incrociando le braccia al petto.
«Spiacente.»
«Non ti strappi neanche i capelli?» chiedo, mio malgrado divertito da questa situazione. Non mi sarei mai aspettato di incontrare una ragazza così.
«Già ne ho pochi, ci manca solo che me li strappi per te. Senza offesa» alza le mani, come a dirmi di non prendermela affatto, ma che i suoi capelli sono decisamente troppo importanti per perderli a causa mia.
«Non mi chiedi nemmeno di sposarti?» ridacchio, mio malgrado divertito. Da un certo punto di vista potrei anche prendermela, visto che le ragazze stravedono per me. Perché lei dovrebbe essere diversa, in fondo?  
«Ma cos’è, la prova del nove? Sono troppo giovane per sposarmi, abbi pazienza.» confessa, prima di sedersi sul divano con una tranquillità e una sicurezza che mi lasciano decisamente di stucco.
«Puoi sederti, sai? Giuro che cerco di non saltarti addosso.»
Ecco, se fino a qualche secondo fa avevo ancora qualche dubbio che sarebbe scoppiata da un momento all’altro, ora, di fronte al suo tono sarcastico non posso fare a meno di sorridere, per davvero. Mi accomodo di fianco a lei, pur mantenendo una certa distanza. Non so perché, ma ho l’impressione che non le piacerebbe un granché se mi prendessi più confidenza del dovuto.
Così, per spezzare la tensione e tanto per parlare di qualcosa, le chiedo che come le è sembrato il film, se secondo lei potrei migliorare in qualcosa – anche se dubito che mi direbbe mai la verità, se anche la mia recitazione fosse uno schifo. O forse si, visto che mi sembra piuttosto sincera.  
«Non saprei, Taylor. A me sei sembrato perfettamente nella parte.» è la sua risposta. E non so perché, ma sono certo che lo pensi davvero.  
«Sei talmente diversa da tutte le ragazze che conosco.» mormoro, dopo qualche secondo di silenzio. Faith spalanca gli occhi, probabilmente incredula, e le sue guance si tingono di rosso. È adorabile.  
«In che senso, scusa?» chiede, sempre imbarazzata. Ho idea, però, che la sua curiosità superi di gran lunga la vergogna.
«Non mi hai chiamato Jacob, per esempio.» mi affretto a spiegarle. Probabilmente non capirà un accidenti e in effetti non posso proprio darle torto. A volte tendo a dimenticare che non tutti sono a conoscenza di quello che mi passa per la testa.
«Ti chiami Taylor, perché dovrei chiamarti Jacob, scusa?» chiede, infatti, evidentemente perplessa.
«A volta capita. Alcune persone non riescono a distinguermi dal mio personaggio. Che io sia Taylor o Jacob non fa alcuna differenza.» ecco, così va molto meglio, almeno è comprensibile, no?
«C’è tutta la differenza del mondo.» risponde Faith. Sapete, credo che qualcun’altra avrebbe sicuramente risposto in un altro modo. Non so, magari sembra strano solo a me che spesso mi confondano con il mio personaggio. Eppure sono sicuro che chiunque si incazzerebbe, se venisse chiamato in continuazione in un altro modo.  
Sto per risponderle che mi fa piacere che lei mi capisca, quando Steven apre la porta, senza nemmeno prendersi il disturbo di bussare.
L’ho già detto che mi sta sul cazzo? Be’, se non l’avessi fatto, lo dico ora: mi sta sul cazzo.
«È scaduto il tempo, ragazzina. Non fare storie e sparisci.» indica la porta con il dito, come se stesse scacciando un ospite indesiderato e assolutamente fastidioso. Discorso che potrebbe valere per lui, non di certo per Faith, che non è indesiderata, né tantomeno fastidiosa.
«Sparisci lo dici a tua madre, idiota.» ribatte Faith, alzandosi dal divano e gettandogli un’occhiata truce che fa arrossire Steven come un ragazzino.  
«Non tirare in ballo mia madre, ragazzina.» replica Steven. Nel frattempo il rossore sulle sue guance è aumentato in maniera spropositata.
Oh-oh, guarda un po’ chi si è incazzato, penso, trattenendomi dallo scoppiare a ridergli in faccia.
Faith intanto si è girata verso di me, e sembra parecchio indecisa.
«È stato un piacere.» dice, porgendomi la mano. Così non và: troppo formale.
Perciò la anticipo, lasciandole un bacio sulla guancia. Poi penso che questa è probabilmente la prima e unica volta in cui la vedrò e mi rendo conto che non è assolutamente mia intenzione lasciarmela sfuggire. Cerco l’iPhone nella tasca dei jeans e glielo passo, con un sorriso tranquillo.  
«Mi daresti il tuo numero di telefono? Se non è un problema.» chiedo, un po’ speranzoso. E se non volesse più vedermi? Insomma, se le stessi antipatico? Ogni dubbio sparisce quando la vedo digitare in tutta fretta il proprio numero.
«Grazie.» le sorrido di nuovo e, questa volta, arrossisce. E, ancora una volta, non posso fare a meno di trovarla adorabile.  
«Figurati. Ciao, allora.» sorride di nuovo, prima di voltarmi le spalle.
«Ciao, Faith.»
La osservo, mentre passa accanto a Steven e, accidentalmente, gli tira una spallata. Non so perché, ma qualcosa mi dice che l’abbia fatto apposta per farlo incazzare.
«A proposito di tua madre. Mi fa una gran pena, sai? Deve essere davvero sfortunata, se le tocca sopportarti tutto il giorno.» gli dice, amabile. Poi scoppia a ridere ed esce. Certo che ha proprio un bel caratterino.
Devo ricordarmi di ringraziare Rob, quando arrivo in albergo.
 
 
   
 
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