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Autore: Kooskia    11/04/2012    3 recensioni
Fanfiction sul Ciclo dell'Eredità di C. Paolini. Ambientata durante lo svolgimento della trama della serie (copre complessivamente un'arco temporale della durata di un anno). Presenta personaggi e ambienti di mia creazione senza influire/modificare/alterare i personaggi originari del Ciclo.
In questa storia vedremo un Cavaliere solitario e il suo drago: nati e cresciuti fuori dai confini noti di Alagaesia, essi si batteranno per riportare la pace in questo angolo di mondo inesplorato scoprendo la verità di un passato a loro ignoto e plasmando il loro futuro in una terra aspra e selvaggia.
Epilogo contentene Spoiler.
Un capitolo conterrà tematica erotica (rating Arancione)
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 11 – Una canzone di fiamme e sangue.

Il ruggito riecheggiava ancora nella mente e nel cuore dei presenti quando ella si mostrò.
Kooskia volse il capo verso la cima della collina sopra di loro, Niya era lì.
Senza che il ragazzo potesse avere il tempo di dire o fare qualcosa, Niya si levò in cielo.
L’ombra della dragonessa oscurò brevemente il mondo sotto di lei
Durò solo per poco, perché tutto venne illuminato dalla luce delle fiamme.
Gli alberi e le sterpaglie attorno al lago furono rapidamente in preda ad un pauroso incendio. Niya si mantenne in aria senza smettere di sputare fiamme.
Con uno sguardo attonito il ragazzo realizzò che quasi tutti gli uomini che si erano fermati a riposare tra i bassi alberi erano ormai scomparsi in quell’inferno di fuoco insieme alle loro cavalcature.
Kooskia chiuse gli occhi cercando di raggiungere la dragonessa con la mente, il solo effetto fu di vedersi travolto da sensazioni potenti e terribili, emozioni che il giovane cavaliere poteva solo in parte comprendere e che riempivano la sua mente di furia e dolore.
Dopo alcuni istanti la grande figura di Niya atterrò davanti a lui.
L’intera area attorno a loro era in preda alle fiamme: gli alberi contorti si spezzavano e crollavano al suolo carbonizzandosi mentre denso fumo nero si spandeva ovunque.
Kooskia guardò dietro di lui realizzando che solo i prigionieri e i quattro uomini con cui si stava confrontando erano scampati a quel massacro.
-Niya.. fermati-
Appena ebbe pronunciato quelle parole la dragonessa volse il muso contro di lui, gli occhi spalancati in un’espressione tanto terrorizzata quanto terribile.
Poi un guizzo: la sua lunga coda spazzò il terreno sulla sua sinistra e colpì con violenza ed in contemporanea due degli uomini che erano rimasti a guardia dei prigionieri. I loro corpi volarono per parecchi metri andando a sbattere contro il pendio roccioso che risaliva verso la cima della collina alle loro spalle.
Quindi il muso della dragonessa si mosse alla sinistra di Kooskia.
-Basta.. non.. non è necessario…-
Le parole uscivano roche a causa del fumo e del dolore condiviso che ancora sconvolgeva la mente del ragazzo.
Uno dei due uomini superstiti, quello che sembrava essere il secondo in comando, fece uno scatto disperato cercando di afferrare il suo quadrupede terrorizzato.
Solo due di quelle bestie erano sopravvissute, la sua e quella del capo del gruppo, perché legate ad un ceppo non molto distante dai prigionieri.
La dragonessa scattò in avanti e afferrò l’uomo con gli artigli come un gatto selvatico fa con un topo, quando quest’ultimo era oramai giunto solo a pochi passi dalla sua cavalcatura.
Niya restò immobile per lunghi secondi, per poi sollevare le zampe artigliate da ciò che restava del corpo dell’uomo.
Kooskia sentì un rumore, come di qualcosa che cadeva, dietro di sé.
L’umano che fino a poco prima lo teneva in pugno e minacciava di farlo diventare un solo servo
era inginocchiato con un’espressione di terrore e di implorazione sul volto.
-Ti… ti prego Cavaliere.. abbi clemenza, non lasciare che mi uccida.. io.. io –
Quando vide l’uomo bloccarsi per la paura, Kooskia si girò di scatto.
Il muso della dragonessa era vicinissimo al viso del suo Cavaliere.
I loro occhi si incrociarono cercando reciprocamente di mantenere un contatto.
Nonostante tutti gli sforzi del giovane la mente di lei rimaneva in preda a caotici e irrefrenabili sentimenti di paura e furia.
-Basta!! Ti prego Niya, fermati !! Tu non … -
Quando la dragonessa aprì le fauci a poche spanne da lui, per la prima volta da quando lei era nata, Kooskia si sentì travolgere dalla paura: poteva quasi contare le luccicanti zanne nelle sue fauci e le zaffate umide del suo alito lo raggiunsero in volto.
Niya scattò in avanti e Kooskia chiuse gli occhi.
Avvertì le squame della gola della dragonessa sfiorargli i capelli mentre le sue fauci si chiudevano con uno scricchiolio sul corpo dell’uomo dietro al ragazzo.
Egli cadde in ginocchio, mentre osservava Niya impennarsi sulle zampe posteriori e scagliare lontano con uno scatto del collo i due tronconi del corpo dell’uomo.
Lacrime iniziarono a cadere sulle guance del ragazzo mentre la dragonessa rimase ferma dinanzi a lui: il corpo di Niya era scosso da tremiti mentre la testa bassa quasi sfiorava il suolo.
Il sangue ancora sporcava le sue mascelle e le zampe anteriori.
Istante dopo istante i pensieri della dragonessa si fecero più chiari mentre il fuoco intorno a loro smise rapidamente di bruciare avendo consumato quel poco che era cresciuto in un ambiente tanto arido. L’aria era satura di fumo e la terra era annerita: solo la sterpaglia alle spalle di Kooskia, che il ragazzo aveva usato precedentemente per nascondersi, si era in parte salvata.
-Morti… sono… tutti morti. Io, credevo di trovare qualcuno.. qualcun altro come me.. ci sarebbe stato sicuramente. Ma lui ha detto.. che siamo morti. La morte è il solo destino decretato per la mia razza, la morte è il solo destino decretato per me.. non mi resta altro, io… sono sola. Non ci sono altri draghi, non ci saranno mai più altri draghi… solo morte, solo morte…. –
Kooskia si fece strada a forza nel loro legame mentale per farla stare zitta, per cercare di rispondere, per trovare le parole. Avrebbe voluto dirle tante cose: che lei non sarebbe stata sola, che lui era lì. Ma sapeva che queste consolazioni non avrebbero mai potuto colmare la sua perdita.
Le zampe di Niya crollarono in avanti e lei si accasciò al suolo, la sua coda spazzò il terreno carbonizzato mentre l’espressione dei suoi occhi era manifestazione di puro terrore.
-Tu… voi mi avete insegnato che la vita è il bene più prezioso. Che finché c’è vita tutto ciò che è bello e nobile potrà prosperare. Ma ti sbagli Kooskia.. voi due-zampe non potete capire, nemmeno tu, mio compagno-di-cuore-e-di-mente.. quando sarà morta non esisteranno più draghi. Noi saremo solo un ricordo, un sussurro nella notte, un racconto per intrattenere i cuccioli di due-gambe prima di dormire.. la morte è il solo destino per me, quando io morirò .. morirà anche l’ultimo respiro, l’ultima carne, le ultime ali della mia specie. –
La mano del ragazzo sfiorò le squame del collo della dragonessa.
-Vola.. – disse con calma il suo Cavaliere, -Vola fino a quando non avrai svuotato la mente da questi pensieri.. e poi torna da me.-
Senza aggiungere altro, la dragonessa spiegò le ali e con fare insolitamente mansueto spiccò il volo allontanandosi nel cielo che tanto amava.
Kooskia si chinò verso il terreno, il palmo della sua mano si chiuse su un mucchio di cenere calda e fumante: lasciò che la brezza che si era improvvisamente levata soffiasse via quei frammenti grigi.
Dopo alcuni istanti si voltò dirigendosi verso i prigionieri. Lentamente estrasse il suo coltello in lama di pietra e tagliò le funi che legavano l’uomo simile a lui. Questi non proferì parola, la sua pelle del volto era pallida e Kooskia non poteva biasimarlo. Insieme slegarono anche gli altri due prigionieri dopodiché, con l’aiuto dell’uomo basso dalla lunga barba, trascinarono il loro compagno svenuto sulla riva del lago.
Fu mentre Kooskia si immergeva un braccio in quell’acqua fredda, osservando le incrostazioni di cenere che si staccavano, che l’uomo più alto gli rivolse per la prima volta la parola.
La sua voce era gentile ma titubante.
-Si.. si sbagliava- disse semplicemente.
Kooskia lo guardò con un’espressione perplessa sul suo volto.
-Voglio dire… forse non lo sapeva, oppure ha mentito di proposito, comunque.. è una menzogna il fatto che si siano estinti: oggi è stata la seconda volta in vita mia che vengo salvato da un drago.-
  
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