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Autore: Wekesa    11/04/2012    1 recensioni
Questo è la mia seconda fanfiction. Ho deciso di fare un omaggio a Harry e ad Albus Silente, le cui citazioni sono contenute nel testo, ho anche fatto tornare Harry e Ron ad Hogwarts nonostante sia stato specificato che loro non frequenteranno il settimo anno. Credo che Harry ritenga più importante il 1 maggio rispetto al giorno della vittoria.
"Forse a lui era rimasto più impresso questo giorno, perché per lui aveva voluto dire distruggere il terzultimo Horcrux, vedere morire degli amici, combattere per vincere una guerra, decidere di consegnarsi al suo nemico e andare a morire. "
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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 Harry ci pensava spesso quando rimaneva da solo nella sua stanza: Lord Voldemort, il Signore Oscuro era morto. Lui l’aveva sconfitto per la seconda volta nella sua vita e l’aveva ucciso per sempre.

 

Quella mattina Harry era particolarmente silenzioso, mentre tutti gli altri sembravano non aver fatto caso a che giorno fosse. Forse a lui era rimasto più impresso questo giorno, perché per lui aveva voluto dire distruggere il terzultimo Horcrux, vedere morire degli amici, combattere per vincere una guerra, decidere di consegnarsi al suo nemico e andare a morire.

 

Harry ci era andato molto vicino alla morte, una parte di lui era morta durante quella notte di un anno prima, forse questo aveva fatto in modo che la data del 1 maggio rimanesse impressa in lui di più di quella del giorno della Vittoria.

 

Si era svegliato presto e dopo essersi lavato, cercando di fare il minor rumore possibile, era sceso a fare colazione da solo. Nella sala aveva trovato solo altre cinque persone tutte solitarie che erano occupate con i loro pensieri, solo una però si era accorta del suo ingresso. Appena l’aveva visto gli aveva fatto cenno di accomodarsi accanto a lei, Harry aveva accettato quell’inconsuetudine e si era diretto verso il suo tavolo.

 

-Harry caro, dimmi come stai?-

 

-Io molto bene e lei Minerva?- Harry aveva cominciato a chiamare la professoressa McGranit per nome, solo in privato, da quando era tornato ad Hogwarts per finire l’ultimo anno delle sua istruzione e poter diventare Auror.

 

-O Harry io sto benissimo, dubito che in questa scuola ci sia stato un periodo tranquillo come questo negli ultimi… aspetta da quanti anni vieni a scuola? Ahah-

 

Harry sorrise a una delle tante battute che la donna gli aveva rivolto e rispose:

 

-Si Minerva ha proprio ragione, da quando ho messo piede ad Hogwarts questo è l’anno più tranquillo. Però stamattina mi sento diverso, sa bene che l’anno scorso, nella notte che verrà, ho ricevuto per la seconda volta l’anatema che uccide e per la seconda volta gli sono sopravvissuto. Mi fa sentire estremamente fortunato questa data.-

 

-Harry sai bene che per tutti noi che ti abbiamo visto fingerti morto, la data peggiore e migliore insieme è il 2 maggio, il giorno della perdita della speranza, il giorno della Vittoria. Proprio per questo vorrei chiederti se domani potrai tenere un piccolo discorso prima del banchetto?-

 

Il ragazzo rimase parecchio stupito: lui doveva tenere un discorso? Ma lui non era bravo con le parole. Però quella volta era sicuro che avrebbe potuto riuscirci, avrebbe messo insieme un bel discorso per ricordare le persone morte durante la Grande Battaglia di Hogwarts. Si rivolse alla professoressa:

 

-Si Minerva, sarei felicissimo di poter fare un discorso domani.-

 

La donna gli sorrise grata e tornò alla sua colazione, Harry si alzò ed andò a sedersi al tavolo dei Grifondoro.

 

Nel frattempo la torre del dormitorio si stava pian piano rianimando. Ginny si era svegliata presto, si era lavata silenziosamente, per non svegliare Hermione ed era scesa in Sala Grande. Lì seduto dove sapeva che lo avrebbe trovato aveva visto Harry. La Weasley tranquilla si sedette accanto a lui e gli diede un dolce bacio sulla guancia poi, vedendo che Harry continuava a non notarla, disse:

 

-Ei Potter non avrai deciso di ignorarmi oggi?-

 

-O scusa Ginny, non ti avevo sentita, sono immerso nei miei pensieri. Che materie abbiamo oggi?- disse Harry confuso.

 

-Harry come tutti i venerdì abbiamo due ore di Pozioni con Lumacorno e una di incantesimi con Vitious prima di pranzo, dopo pranzo abbiamo un’ ora buca, che vorrei passare con te nel parco visto che è una bella giornata, infine due ore di Trasfigurazione con Minerva, giusto?- Ginny chiamò la donna per nome solo per prendere in giro Harry e il rapporto che era nato fra i due. Il ragazzo annui distratto e lei infastidita cominciò a fare colazione. 

 

Il tavolo pian piano si riempì e arrivarono anche Ron ed Hermione, a cui Harry diede ancora meno retta di Ginny. Tutti accettarono quella situazione credendo che il ragazzo fosse semplicemente stanco dopo una settimana pesante. Dopo colazione di diressero nell'aula del professor Lumacorno e per Harry ci fu un pretesto in più per rimanere in silenzio. Il ragazzo prese appunti e poi preparò egregiamente la pozione che gli era stato detto di fare, senza proferire parola con Ginny, Ron o Hermione suoi compagni di laboratorio. Al termine della lezione di Pozioni si diressero nell'aula di Vitiou che spiegò gli incantesimi di memoria. Anche quella lezione si rivelò noiosa per il trio che durante il viaggio alla ricerca degli Horcrux aveva avuto modo di imparare moltissimi incantesimi. Terminata anche quell'ora i ragazzi andarono a pranzo e Harry molto freddamente disse a Ginny che doveva studiare prima di trasfigurazione, quindi subito dopo il pranzo si diresse nella Stanza della Necessita perché voleva un posto che riuscisse ad esaudire i suoi desideri.

I suoi tre amici rimasero stupiti dal comportamento del ragazzo, ma continuarono a dare la colpa alla stanchezza o alla stress da esame e tutti e tre insieme si sedettero sotto un albero sulle rive del lago.

 

Passata quell’ora Harry si diresse da solo nell’aula di Trasfigurazione e dopo aver chiesto delle brevi informazioni a proposito del suo discorso si andò a sedere infondo all’aula nell’unico banco già occupato da una Tassorosso.

 

-Ti dispiace se mi siedo?- chiese gentilmente.

 

-Certo Harry fai pure- le rispose quella emozionata e furono le uniche parole che si scambiarono durante tutta la lezione.

 

I suoi amici arrivarono nell’aula appena prima che la professoressa chiudesse la porta e furono stupiti dal vedere Harry con quella ragazza. Ron decise che gli avrebbe parlato alla fine della lezione. Ma come se non aspettasse altro il ragazzo sparì prima ancora che tutti gli altri riuscissero a mettere le loro cose in cartella. Ginny sempre più contrariata salì nella sua stanza del dormitorio sicuro di trovarlo a dormire, ma invece dovette aspettare fino all’inizio della cena per vederlo.

 

La cena era già iniziata e come sempre tutti gli alunni erano seduti ai propri tavoli. Questo pasto ad Hogwarts aveva sempre avuto una notevole importanza, infatti da quando se ne aveva memoria ogni cena di ogni giorno dell’anno tutti gli alunni della scuola si erano seduti contemporaneamente ai tavoli e avevano mangiato tutti insieme.

 

Harry entrò e ignorando le mani alzate per richiamarlo dei suoi amici, si diresse verso il tavolo dei professori e dopo aver scambiato due parole con la McGranit, si andò a sistemare sulla postazione rialzata, solitamente utilizzata dal preside per fare i discorsi e con la voce amplifica disse:

 

-Be ecco non importa di che casa siate o quale sia il vostro stato di sangue, ma salve a tutti. Credo che ognuno di voi sappia che giorno è oggi. Qualcuno sa dirmelo?-

 

Un ragazzo del quinto anno di Serpeverde disse: -Ei sfregiato, la cicatrice ti fa ancora male alla testa? Oggi è il 1 maggio 1999.- poi rise e fu accompagnato da pochi altri.

 

-Grazie di cuore per avermi ricordato che giorno è oggi, ma ecco io volevo sapere qualcosa in più. Oggi è il primo maggio, il giorno che precede la morte di Tom Riddel. Si questo è il vero nome di Lord Voldemort. Non abbiate paura di pronunciarlo, perché la paura del nome non fa che aumentare la paura stessa.

 

L’anno scorso io, Ron Weasley ed Hermione Granger eravamo tre fuggiaschi, che avevano girato l’Inghilterra in lungo e in largo cercando gli oggetti che contenevano l’anima di Voldemort. In questa data e a quest’ora cercavamo di entrare in questa scuola, che era sotto la dittatura dei Carrow e di Severus Piton, per distruggere gli ultimi oggetti. Credo che spenderò alcune parole sul penultimo preside di Hogwarts.

 

Severus Piton è l’uomo più coraggioso che io abbia mai conosciuto, il preside che più ha protetto i suoi alunni dai magiamorte, il Serpeverde che ha amato una sola donna nella sua vita e che è morto accompagnato dal suo ricordo.

 

Lui è morto assassinato da Voldemort, come Cedric Diggory. Penso che tutti abbiate sentito parlare di lui che è stato il campione di Hogwarts per l’ultimo Torneo Tre Maghi. Quando e se per voi dovesse venire il momento di scegliere tra ciò che è giusto e ciò che è facile, ricordate cos'è accaduto a questo Tassorosso che era buono, gentile e coraggioso, per aver attraversato il cammino di Lord Voldemort. Non scordate mai l’enorme numero di vite che questa guerra ha spento!

 

“L’ultimo nemico che sarà sconfitto è la morte.” Questa è la frase scritta sulla tomba dei miei genitori e queste parole l’anno scorso mi hanno accompagnato mentre andavo a consegnarmi a Tom. Per la seconda volta nella sua vita lui mi ha scagliato l’anatema che uccide e io, a testa alta e disarmato, mi sono fatto colpire. Ma nessuno di noi due sapeva  che lui in questo modo avrebbe distrutto solo una parte della sua anima, infatti entrambi svenimmo. La mia fortuna fu una donna che dopo uno scambio di favori disse che io ero morto. Fui messo in braccio ad Hagrid e portato davanti ai miei amici, che vedendomi morto non si arresero. Ricordo ancora il luccichio di vendetta che si vedeva negli occhi di molti di loro. Neville Paciok, un valorosissimo Grifondoro, ricevette l’aiuto del cappello parlante ed estrasse da esso la Spada di Godric, perché a Hogwarts chi chiede aiuto lo trova sempre. Con quest’ultima uccise Nagini che conteneva l’ultima parte dell’anima di Voldemort. Dopo quest’atto la battaglia ricominciò nuovamente e per proteggere la donna che mi ha dimostrato tutto il suo amore materno, come se fossi un suo figlio, tornai allo scoperto e ingaggiai l’ultimo scontro contro Voldemort.

 

"Ecco giungere il solo col potere di sconfiggere l’Oscuro Signore. Nato da chi lo ha già tre volte sfidato. Nato sull'estinguersi del settimo mese. L’Oscuro Signore lo designerà come suo eguale, ma egli avrà un potere a lui sconosciuto e l’uno dovrà morire per mano dell’altro, perché nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive”  Ricordo con esattezza le parole della profezia che alla fine si è realizzata per metà, perché come vedete io sono ancora vivo. Ma lo sono solo perché tutti noi abbiamo una cosa che Voldemort non ha mai voluto avere: noi abbiamo l’amore.

 

Questo sentimento è più forte di ogni magia, perfino più forte delle Maledizioni Senza Perdono. L’amore è la causa grazie alla quale tutti noi siamo sulla Terra a vivere le nostre vite e anche il motivo per cui non scorderemo mai tutte le vittime.-

 

Tutti attesero ancora qualche minuto, ma poi l’applauso venne dall’estremità destra del tavolo dei Grifondoro. Venne da Ginny, da Ron, da Hermione, da tutti quelli che questa storia l’avevano vissuta e infine da quelli che l’avevano solo sentita raccontare. Quella era la prima volta che Harry raccontava cosa era successo dopo che la prima parte della battaglia era finita e stranamente si sentiva bene. Non avrebbe mai creduto che ricordarsi e raccontare sarebbe stato come togliersi un peso.

 

Timidamente passò accanto ai Corvonero, davanti ai Tassorosso e si andò a sedere fra i Grifondoro che lo aspettavano gioiosi. Molti gli strinsero la mano e gli fecero dei complimenti poi tutti tacquero per ascoltare la preside McGranit:

 

-Carissimi studenti, io non posso aggiungere altro oltre a quello che Harry vi ha detto. Ma per augurarvi buona cena anche io vorrei citare, come ha fatto precedentemente Harry, una frase del professor Silente “Pigna, pizzicotto, manicotto, tigre a tutti”.-

 

Molti sorrisero a risentire quella frase, ma altri ne rimasero stupiti, Harry non ebbe alcuna reazione perché Ginny lo stava baciando con passione. Poi sussurrò:

 

-Harry Potter ricordati che io ti amo e che non voglio più vederti come eri oggi.-

 

-Ginevra Weasley voglio dirti una cosa certa: tu sarai mia moglie!-

 

Ancora baciandosi accolsero l’arrivo delle portate per la cena.

  
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