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Autore: AngelOfSnow    11/04/2012    2 recensioni
Salve a tutti.
Con questa storia spero tanto di farvi immergere in un mondo non troppo lontano dalla realtà dei giorni nostri.
La protagnista si ritroverà a fare i conti con le "Gocce di memoria" scombussolate dalla presenza di un uomo a cui deve molto dando modo al loro passato di fondersi per divenire un unico futuro.
Dal capitolo:
Della mia vita a Milano ricordo solamente il volto sfigurato dal tempo di un bambino.
Nient’altro, a parte che mi trovavo spesso a casa sua per colpa del lavoro dei miei genitori e che fosse oramai parte integrante di quella vita: una vita che sinceramente amavo da ogni punto di vista perché non avevo la consapevolezza di quello che avrei realmente lasciato dopo.
Adesso, che ho compiuto 16 anni, non posso fare a meno di domandarmi “chi” e “cosa” rappresentasse per me, anche se so per certo che nessuno mi avrebbe detto alcunché. Eppure sono ottimista pesando che il mio passato mi abbia formata a come sono oggi...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scena Quinta: III Atto.

Scena Quinta: III Atto.

Piango così forte che non sento nemmeno bussare alla porta che si apre con velocità facendo apparire quell’uomo.

<< Perché piangi? >>

<< Non ricordo!  >>

È stupito ma mi circonda subito in un abbraccio accarezzandomi la base del collo, che comincia a bruciare, e la scapola destra, anch’essa arde. Piango più forte sentendomi stordita da quel contatto.

<< Non mi ricordo di te! Non ricordo cosa ci leghi; non ricordo nulla della mia vita passata a Milano; nulla di questi ultimi mesi. Voglio sapere se quello che manca è collegato a te! >>

Scoppio a piangere più forte stringendo convulsamente la maglietta di cotone sforzandomi di rimanere lucida per ottenere una risposta. Quello che riesco a fare è procurarmi solo un mal di testa allucinante che mi fa girare la testa.

<< Elisa... io... >>

Mi tiene stretta, adesso, bloccandomi tra il muro alle spalle e il suo corpo mentre il suo viso è a qualche centimetro dal mio. Fremo. Fremo sentendo il suo respiro accelerato sferzare contro il mio irregolare.

 Guardo per un attimo le sue labbra schiuse avendo voglia di... divorarle. Ho anche una strana e sconcertante voglia...

<< Intanto... >>

Dice in un modo, ai miei occhi, sensuale.

<< Calmati... respiri profondi, Elisa. >>

Questa scena...

Mossa da non cosa mi alzo appena sulle punte premendo le labbra sulla sua fronte e stringendomi a lui il più possibile, dopo, il buio mi accoglie per la seconda volta in poco tempo

facendomi cadere in avanti fino a scontrarmi con qualcosa di caldo all’altezza delle labbra.


Certo che è strano il semplice fatto che io non riesca a ricordare nulla di lui. Eppure provo un sentimento intenso che mi graffia il petto e il cuore premendo per poter uscire. Fa male e bene contemporaneamente. Ah! Un ricordo, fugace ma sono convinta che sia un ricordo:

sono su un autobus, non ricordo il numero, e sto piangendo.

Perché piango?

Sto parlando al telefono con qualcuno, sicuramente Sam. Sono convinta: sto parlando al telefono con Sam per parlare di un certo... “fratellone”? Possibile?

   
 
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