Scena Quinta: IV Atto.
Riapro gli occhi lentamente con un senso di
vuoto alla pancia così forte da farmi girare tutto: ho fame.
<< Mhh.. >>
Mi rigiro nel letto scontrandomi contro qualcuno
che mugugna facendomi sorridere.
<< Sam... >>
La scuoto lentamente chiamandola per evitare che
mi disintegri.
<< Sam... >>
<< Mhhh... Eddai... >>
Gli occhi grigi della mia migliore amica si
aprono di scatto mentre le braccia mi stringono a sé.
<< Ci hai fatto prendere un colpo...
>>
Arrossisco passando anche le mie braccia per
stringerla e sprofondare nell’incavo del suo collo. Voglio sapere ma non ho il
coraggio di chiedere nulla.
<< Elisa? >>
La guardo di sottecchi mentre arrossisce.
<< Sai che prima hai baciato il
professore? >>
Mi metto a ridere non rammentando nulla del
genere. Una risata isterica, penso.
<< Non è vero... >>
Miagolo facendola sorridere appena.
<< Hai baciato il prof mentre svenivi...
non penso che tu ti sia resa conto della cosa... >>
Sorrido alzandomi dal lettino per aprire la
porta della mia stanza.
<< Dove vai? >>
<< Ho fame... >>
Mormoro troppo imbarazzata per continuare.
<< Ah! La solita... svegliamo tua madre?
>>
<< No! Sei pazza? >>
Sorride alzandosi anche lei.
<< Ok, allora cucino io! >>
La guardo con gratitudine mentre scendiamo in
punta di piedi.
<< Che ore sono? >>
<< Le 4 del mattino... >>
Mi porto una mano alla testa vicino a dove
stanno i punti. Quella strana sensazione non ha voluto saperne di abbandonarmi.
<< Ehi... >>
Mormoro prendendo in considerazione l’idea di
chiederle qualcosa...
<< Dimmi tutto... >>
Nel dirlo mette sul fuoco il pranzo che ho
saltato e si siede di fronte a me. Mi osserva come se avesse capito il punto
della mia domanda.
<< Parlami di Davide... >>
Scuote il capo mettendosi una mano davanti le
labbra e poggiando lo stesso gomito per sostenere la testa. Ancora
quell’espressione.
<< Non è la domanda che volevi farmi vero?
>>
Colpita e
affondata.
<< Devo essere sincera? >>
Annuisce alzandosi per controllare il/la
pranzo/cena.
<< Sai se per caso io ... amassi Davide?
Te ne ho mai parlato? È successo qualcosa? Nicola che c’entra? Non stavo con
lui? >>
Sono troppe domande me ne rendo conto quando Sam
spalanca gli occhi e mordicchia l’unghia del pollice guardandomi. Forse sta
solo soppesando le probabilità di non dirmi nulla.
<< Tu cosa ricordi? >>
Appunto.
<< Possibile che tu non mi sappia dire
nulla se non “tu cosa ricordi”?! >>
Sbotto irritata portandomi le ginocchia la petto
sulla sedia e guardandola di sottecchi.
Non gli
hanno fatto effetto le mie parole.
<< Il medico ha raccomandato di aiutarti a ricordare. Ha anche
severamente proibito di dirti alcunché a meno che non sia tu a ricordare... non
posso dirti nulla a meno che tu non abbia un’idea precisa. Perdonami. >>
Sbarro gli occhi.
<< Però... >>
Continua con un sorriso enorme posandomi davanti
al volto un piatto di pasta alla Carbonara, dall’odore.
<< Però? >>
Mormoro troppo incuriosita per poter capire cosa
passi per la sua testa.
<< Però posso farti vedere le fotografie. Ti
va? >>
Annuisco convinta infilzando con la forchetta dei
fili di pasta portandoli alle labbra sorridendo sorniona: buona.