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Autore: AngelOfSnow    11/04/2012    2 recensioni
Salve a tutti.
Con questa storia spero tanto di farvi immergere in un mondo non troppo lontano dalla realtà dei giorni nostri.
La protagnista si ritroverà a fare i conti con le "Gocce di memoria" scombussolate dalla presenza di un uomo a cui deve molto dando modo al loro passato di fondersi per divenire un unico futuro.
Dal capitolo:
Della mia vita a Milano ricordo solamente il volto sfigurato dal tempo di un bambino.
Nient’altro, a parte che mi trovavo spesso a casa sua per colpa del lavoro dei miei genitori e che fosse oramai parte integrante di quella vita: una vita che sinceramente amavo da ogni punto di vista perché non avevo la consapevolezza di quello che avrei realmente lasciato dopo.
Adesso, che ho compiuto 16 anni, non posso fare a meno di domandarmi “chi” e “cosa” rappresentasse per me, anche se so per certo che nessuno mi avrebbe detto alcunché. Eppure sono ottimista pesando che il mio passato mi abbia formata a come sono oggi...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scena Quinta: IV Atto.

Scena Quinta: IV Atto.

Riapro gli occhi lentamente con un senso di vuoto alla pancia così forte da farmi girare tutto: ho fame.

<< Mhh.. >>

Mi rigiro nel letto scontrandomi contro qualcuno che mugugna facendomi sorridere.

<< Sam... >>

La scuoto lentamente chiamandola per evitare che mi disintegri.

<< Sam... >>

<< Mhhh... Eddai... >>

Gli occhi grigi della mia migliore amica si aprono di scatto mentre le braccia mi stringono a sé.

<< Ci hai fatto prendere un colpo... >>

Arrossisco passando anche le mie braccia per stringerla e sprofondare nell’incavo del suo collo. Voglio sapere ma non ho il coraggio di chiedere nulla.

<< Elisa? >>

La guardo di sottecchi mentre arrossisce.

<< Sai che prima hai baciato il professore? >>

Mi metto a ridere non rammentando nulla del genere. Una risata isterica, penso.

<< Non è vero... >>

Miagolo facendola sorridere appena.

<< Hai baciato il prof mentre svenivi... non penso che tu ti sia resa conto della cosa... >>

Sorrido alzandomi dal lettino per aprire la porta della mia stanza.

<< Dove vai? >>

<< Ho fame... >>

Mormoro troppo imbarazzata per continuare.

<< Ah! La solita... svegliamo tua madre? >>

<< No! Sei pazza? >>

Sorride alzandosi anche lei.

<< Ok, allora cucino io! >>

La guardo con gratitudine mentre scendiamo in punta di piedi.

<< Che ore sono? >>

<< Le 4 del mattino... >>

Mi porto una mano alla testa vicino a dove stanno i punti. Quella strana sensazione non ha voluto saperne di abbandonarmi.

<< Ehi... >>

Mormoro prendendo in considerazione l’idea di chiederle qualcosa...

<< Dimmi tutto... >>

Nel dirlo mette sul fuoco il pranzo che ho saltato e si siede di fronte a me. Mi osserva come se avesse capito il punto della mia domanda.

<< Parlami di Davide... >>

Scuote il capo mettendosi una mano davanti le labbra e poggiando lo stesso gomito per sostenere la testa. Ancora quell’espressione.

<< Non è la domanda che volevi farmi vero? >>

Colpita  e affondata.

<< Devo essere sincera? >>

Annuisce alzandosi per controllare il/la pranzo/cena.

<< Sai se per caso io ... amassi Davide? Te ne ho mai parlato? È successo qualcosa? Nicola che c’entra? Non stavo con lui? >>

Sono troppe domande me ne rendo conto quando Sam spalanca gli occhi e mordicchia l’unghia del pollice guardandomi. Forse sta solo soppesando le probabilità di non dirmi nulla.

<< Tu cosa ricordi? >>

Appunto.

<< Possibile che tu non mi sappia dire nulla se non “tu cosa ricordi”?! >>

Sbotto irritata portandomi le ginocchia la petto sulla sedia e guardandola di sottecchi.

 Non gli hanno fatto effetto le mie parole.

<< Il medico ha raccomandato di aiutarti a ricordare. Ha anche severamente proibito di dirti alcunché a meno che non sia tu a ricordare... non posso dirti nulla a meno che tu non abbia un’idea precisa. Perdonami. >>

Sbarro gli occhi.

<< Però... >>

Continua con un sorriso enorme posandomi davanti al volto un piatto di pasta alla Carbonara, dall’odore.

<< Però? >>

Mormoro troppo incuriosita per poter capire cosa passi per la sua testa.

<< Però posso farti vedere le fotografie. Ti va? >>

Annuisco convinta infilzando con la forchetta dei fili di pasta portandoli alle labbra sorridendo sorniona: buona.

   
 
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