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Autore: ambergris    12/04/2012    0 recensioni
Brianna ne rimase affascinata. Pirati. L’avevano sempre fatta sognare avventure favolose, fin da quando era piccola.
Theresa, infatti, le leggeva spesso libri che narravano le peripezie dei viaggi di questi furfanti avventurieri e lei ne rimaneva sempre estasiata.
Erano così intraprendenti, coraggiosi e … liberi! Sì, sarebbe potuta essere una fantastica soluzione salpare con i pirati.
Se non fosse stato per la regola niente donne a bordo.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La carrozza era pronta ma Brianna tardava come al solito. Era immersa nei suoi sogni più spensierati mentre Rosemary le pettinava i capelli. Le due ragazze erano cresciute insieme come sorelle. Erano l’una l’opposto dell’altra e non solo per posizione sociale, la prima infatti era la figlia di uno degli uomini più potenti ed influenti di Cornovaglia, mentre l’altra una povera serva.

Brianna, di nobile stirpe, era una ragazza coraggiosa ed estroversa, amante dell’avventura ma anche testarda e molto astuta quando necessario. Aveva dei lunghi capelli neri che cadevano a boccoli sopra le spalle, due grandi occhi verde smeraldo e una carnagione abbronzata. Il suo volto aveva la bellezza dei lineamenti tipici italiani, che aveva ereditato da sua madre.

Rosemary, al contrario, aveva un aspetto tipicamente inglese. Carnagione chiara, lisci capelli biondi che le arrivavano alle spalle e occhi azzurri così chiari da sembrare quasi trasparenti. Era molto più timida dell’amica, ma anche più dolce e amorevole. Non pretendeva dalla vita di più di quello che avesse già e, mentre Brianna sognava avventure mozzafiato, Rosemary sperava solo di continuare ad essere felice e per questo, secondo lei, non servivano viaggi ai confini del mondo.

La madre di Rosemary, Theresa, era da molto tempo al servizio della sua famiglia e aveva cresciuto la figlia del proprio padrone, come balia. La madre di Brianna, infatti, morì poco dopo la nascita della figlia. Come accadde, nemmeno Brianna lo sapeva, poiché il padre si ostinava a non parlarne. Per questo, e per molti altri motivi, non era in buoni rapporti con lui.

Proprio n quel momento entrò Theresa urlando a Brianna di sbrigarsi perché, se non avesse sentito il primo richiamo, la carrozza per lei era già arrivata.

“Non ho intenzione di salire su quella carrozza” disse decisa Brianna.

“Suvvia! Non fare i capricci ora! Le regole del bon ton impongono che un invito a cena del proprio futuro marito non possa essere declinato, nemmeno con tutta la delicatezza e la buona educazione possibile!” replicò Theresa stremata dal solito comportamento di Brianna.

“Non mi interessano le buone maniere se mi portano soltanto ad un matrimonio combinato! Ora lasciatemi andare. Scapperò prima che mio padre possa vedermi.” e uscì velocemente dalla porta lasciandosi alle spalle le urla della donna.

Attraversò tutto il corridoio del piano superiore, facendo attenzione a non farsi sentire mentre passava davanti alla camera del padre. Certo lui non era stupido. Aveva pianificato ogni parte della casa così che le fosse impossibile fuggire di nascosto. Prima di raggiungere l’uscita sul retro infatti, doveva attraversare ancora il suo studio, l’atrio e la cucina, dove sicuramente avrebbe incontrato qualche servitore. Per questo motivo aveva badato a farseli tutti amici e a capire così di quali di loro poteva fidarsi.

Attraversò anche lo studio, apparentemente vuoto, e giunse alle scale che portavano all’atrio e quindi alla porta principale, dove lo aspettava la carrozza. Troppo preoccupata di guardarsi le spalle non si accorse di ciò che le stava davanti e andò a sbattere contro qualcosa.

“Brianna. Scommetto che ti stavi avviando verso la carrozza” disse suo padre serio.

Dopo essersi ripresa dallo spavento, la ragazza, ebbe il coraggio di parlare:

“Padre, sappia che non ho intenzione di salire su quella carrozza”

Suo padre non sembrò per niente sorpreso e disse:

“Non sempre quello che facciamo o quello che ci accade dipende dalle nostre intenzioni Brianna. Sembra che tu abbia quindici anni per niente. Non hai il minimo senso di responsabilità.”. Mentre parlava la sua rabbia andava crescendo, finché sbottò: “ Quando ti deciderai a diventare più matura? La devi smettere di sognare. Questo è il mondo reale, dove la vera felicità non esiste, fattene una ragione”

“Voi avete torto, padre! Sono sicura che riuscirei ad essere felice se solo mi lasciaste scegliere!”

“Vuoi sempre fare di testa tua! Sei proprio come tua …”

Brianna lo guardò stupefatta. Era la prima volta che si lasciava sfuggire un’esclamazione del genere. Suo padre non terminò la frase. Era terrorizzato dalle sue stesse parole. Parole che era riuscito a trattenere per quindici anni e che gli sfuggivano adesso, senza un apparente motivo.

In quel momento arrivò Theresa che stava cercando Brianna preoccupata. Vedendola insieme a suo padre si scusò dell’intrusione e avvisò che la carrozza era pronta.

“Grazie Theresa. Brianna stava proprio uscendo” affermò sir Ferrars più serio di prima “Accompagnala per favore”

“Certo signore”

Dopo che l’uomo uscì dalla stanza, Theresa cinse le spalle di Brianna e accompagnandola fuori le chiese:

“Cosa gli hai detto stavolta? Era sconvolto!”

“Niente …”

Brianna stava ancora pensando alla conversazione con il padre quando, vedendo la carrozza, si voltò di scatto verso la propria balia.

“Non obbligarmi, ti prego!” sussurrò la ragazza quasi sul punto di scoppiare a piangere. Si guardarono negli occhi con uno sguardo complice, da madre e figlia.

“Ti voglio troppo bene per impedirti di essere felice” disse commossa Theresa e dopo un lungo abbraccio aggiunse: “Se proprio devi andartene fatti accompagnare da Nicolas”

“Theresa, non sono più una bambina!”

“Niente obbiezioni! Lo troverai nelle stalle probabilmente. E, Brianna ... promettimi che tornerai”

Brianna la guardò ma non riuscì a risponderle. Come sarebbe potuta ritornare in quella casa dopo tutto ciò? Per quale motivo poi? Per vivere infelice per tutta la vita? Era molto egoista da parte sua, ma non poteva farne a meno. Arriva un momento nella vita, dove si deve pensare al proprio bene piuttosto che a quello degli altri. Questo gliel’aveva insegnato suo padre costringendola a sposarsi per non averla più tra i piedi, o almeno questo era quello che pensava lei. Così si voltò e corse via in cerca di Nicolas. Giunta alle stalle lo vide mentre accarezzava un puledrino.

Nicolas era fratello maggiore di Rosemary e quindi figlio di Theresa. Aveva due anni in più di Brianna ed era più alto di lei. I capelli erano simili a quelli della sorella, ma con sfumature dorate, e gli occhi erano blu intenso, del colore del mare.

Quando la vide si alzò, le andò incontro e le disse scherzoso: “Buongiorno signorina Ferrars. Come posso servirla?”

Brianna lo conosceva tanto bene da sapere che prendeva in giro i modi delle persone nobili, ma in quel momento non era certo in vena di scherzare.

“Accompagnami in città per favore”

  
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