«Giornata perfetta» dissi mentre il sole mi scaldava il volto e il vento mi scompigliava i capelli. Erano le dieci e quella mattina e con quel tempo non potevo non andare in spiaggia a fare surf, la mia passione, da quando non mi avevano accettato alla scuola per professionisti passavo la maggior parte della mia giornata in acqua ad allenarmi. Avevo abbandonato i miei amici, oramai anche sul computer e la televisione si era formato uno starato di polvere. Mi misi la muta presi la tavola dal garage, giusto un telo gli immancabili occhiali da sole e partii, avevo la fortuna di non abitare molto lontano dal mio posto preferito, lì l onde non mancavano mai e non c'era mai tanta gente io amavo scegliere l'onda migliore in pace e poi volevo rilassarmi non farmi spazio tra ragazzi depravati e tra troiette che volevano solo la loro attenzione. In pratica odiavo tutto quello che fosse definito "commerciale". Appena arrivai alla spiaggia notai un sovraffollamento di bambine urlanti con macchine fotografiche a portata di mano, mi feci largo tra di loro, cercando di trovare Tom, lui era stato il mio insegnate per qualche anno, finchè non decisi di allenarmi da sola, ma non si vedeva da nessuna parte. Misi il telo e tutta la mia roba al solito posto, sotto un albero dove appena uscita dall'acqua mi stendevo all'ombra, con solo il rumore del mare a cullarmi; cercai di non dare nell'occhio e mi tuffai, finalmente nell'unico posto in cui nessuno poteva darmi noia. Stranamente quel giorno il mare era calmo, poi vidi un'onda che si avvicinava, mi misi in posizione e cominciai fare ciò che mi riusciva meglio, ero piena di energia quando un'altra tavola mi colpì la caviglia caddi in acqua e quando riemersi mi girai verso il poveraccio che mi aveva fatto cadere e gli urlai contro, insomma che gli era passato per la testa, ero assolutamente fuori di me, nessuno mi poteva disturbare mentre ero sulla tavola, il ragazzo che avevo davanti si scusò e mi fece gli occhi dolci, aveva due occhi color ghiaccio, i capelli marroni che gli cadevano sul viso, era proprio il classico ragazzo che non piaceva a me, quello sa di essere bello, però devo ammettere che alla vista della muta così stretta da scolpire il suo fisico perfetto le mie gambe avevano cominciato a tremare, poi sentii Tom chiamare quel ragazzo, Louis, in spiaggia decisi di accompagnarlo, volevo solo salutare il mio amico, non avevo secondi fini, lo giuro.

Comunque andai a riva e mi guardai la caviglia sanguinava, maledii tutto quello che mi passò per la testa e poi Tom mi dette delle garze per fasciarlo, Louis non fece altro che scusarsi per quello che aveva fatto; per perdonarsi mi chiese se dopo gli allenamenti mi andava di prendere un gelato insieme. In realtà non avrei voluto ma la mia bocca pronunciò un sì incontrollato, ritornai in acqua e detti il meglio di me. Quando fu l'ora di pranzo uscii e il ragazzo di prima mi fermo e mi disse «Ti passo a prendere alle tre, Tom mi ha detto dove abiti.» 

Sorrisi, un sorriso sincero e me ne andai dalla spiaggia. Durante il ritorno trovai molte ragazzine che mi guardavano male, ma che avevo fatto? Forse era solo la mia impressione, ma qualcuno mi urlò contro "stai lontano dal nostro BooBear" io però non avevo idea di chi fosse questo così detto BooBear, così decisi di andare su internet per la prima volta dopo molto tempo, e vidi una massa di tweet e post con la mia foto e quella Louis, e «Merda!!» Lui faceva parte degli One Direction, ora capivo tutta l'eccitazione di stamani in spiggia, erano la più famosa band dl momento, ero davvero così fuori dal mondo? Comunque ascoltai delle loro canzoni e non erano così commerciali come sembravano, erano dolci e mi mettevano allegria. Mi feci la doccia, mi truccai, ma quando arrivai a cercare cosa mettermi vidi che in mio armadio conteneva solo mute, costumi e pantaloncini non decisamente femminili; quindi cercai intrufolarmi in camera di mia sorella per fregargli qualcosa di carino, ma prima che potessi mettere piede nella sua camera sentii un urlo stridulo provenire proprio dalla sua porta, quella che poi si spalancò e da dove uscì proprio lei con una foto in mano, vidi me e Louis, ancora. Cominciò ad abbracciarmi e a saltare per tutta la casa dicendo che sarei uscita con Louis Tomlinson. Io non ci vedevo niente di straordinario, comunque gli chiesi se potevo rovistare nel suo armadio, mi diede il consenso.

Uscii dalla sua camera con una maglietta bianca e un paio di pantaloncini di jeans, sentii bussare, ma mia sorella volle per forza andare ad aprire, con il risultato di svenire davanti a tutti, chiesi scusa a Louis e mi rispose che succedeva quasi sempre anche con le amiche di sua sorella, mi prese per mano e ci incamminammo.

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Hello Directioners e non :3 sperò che vi sia piaciuto a presto pubblicherò anche il continuo YEEEE
PEACE AND CARROTS
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