Libri > Hunger Games
Ricorda la storia  |       
Autore: Eloise_elle91    12/04/2012    4 recensioni
Salve a tutti, questa è una piccola one shot divisa in due capitoli. Ho scelto The Hunger Games perchè l'ispirazione mi è venuta guardando la scena iniziale del film, in particolare il dialogo fra Gale e Katniss.
Amo Katniss & Gale insieme
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                           
Salve a tutti! Questa è la mia prima fan fiction su The Hunger Games e ho scelto la coppia Katniss/Gale perchè li adoro troppo insieme <3
Poichè non ho avuto la possibilità di leggere i libri, ma prometto di farlo presto, per il momento mi sono ispirata al film cercando di metterci anche qualcosa di mio e di personale :)
La vicenda è narrata tutta dal punto di vista di Katniss che revoca i suoi momenti PRIMA, DURANTE E DOPO i giochi. Infatti ci sarà proprio questa serie di articolazioni ^^
Bene , vi lascio alla lettura, spero che vi piaccia e che recensirete :)








                                                                                        Vita, cuore e morte.

POV Katniss

 
Il mio nome è Katniss Everdeen, ho sedici anni e potrei definirmi un’adolescente normale se non vivessi nel Distretto12, il più povero di tutta Panem. Ho una sorella più piccola, Prim, della quale mi occupo in quanto mia madre non è mai stata emotivamente pronta a crescere due figlie.
Io sono cresciuta da sola e da quando è morto mio padre ho imparato a sopravvivere cacciando, ho imparato ad usare un’arma e a trattare con i Pacificatori con la speranza che il mio nome ne quello di Prim venga mai estratto per partecipare gli Hunger Games.
Questa era la mia vita fino a poco tempo fa e oggi sono qui per raccontarvi come mi sono sentita prima, durante e dopo i giochi. Sono Katniss Everdeen, la prima volontaria del Distretto 12.

                                                                                         PRIMA

Ero solita andare per i boschi di prima mattina per cacciare sperando di trovare un cervo o uno scoiattolo da vendere al mercato per racimolare un po’ di soldi per comprare il pane o il latte. A volte passavo giorni interi senza cibo e i morsi della fame si sentivano.
Non era permesso andare oltre la recinzione, ma da anni avevo trovato il modo di attraversarla senza essere vista e avventurarmi in quegli spazi verdi lasciando per una o due ore lontano da me tutti i problemi che mi circondavano. Avevo un’arma, sapevo usarla, sapevo difendermi, ero brava anche a nascondermi, ma c’era sempre qualcuno che riusciva a scovarmi: Gale. Era il mio migliore amico, sono cresciuta con lui e gli volevo bene. Era molto alto, occhi azzurri e capelli marroni; Prim mi diceva sempre che Gale era innamorato di me...

Di me? No!Lui non poteva neanche guardarmi, insomma ero un tale maschiaccio! Eppure tutte le volte che incrociavo il suo sguardo qualcosa dentro di me cambiava, improvvisamente mi sentivo bene, felice, rassicurata e protetta. Noi parlavamo di tutto, anche della possibilità di offrirci volontari agli Hunger Games, ma era l’ipotesi più assurda perché tutte le volte la paura regnava sovrana nei nostri cuori.

“Potremmo farlo, sai?” mi diceva sempre.

“Cosa?” io gli rispondevo.

“Andare via di qui, vivere nella foresta, tu e io.”

“Non riusciremmo a fare più di cinque miglia.”

“Io le faccio ogni giorno.”

“Ci prenderanno e poi io ho Prim e tu i tuoi fratelli.”

E come sempre calava il silenzio tra noi due. Tutte le volte che mi parlava così mi faceva una tenerezza assoluta e non nego che in tanti dei suoi discorsi ho intravisto la possibilità di piacergli di più di una semplice amica. Lui era davvero bellissimo qualunque espressione assumesse il suo viso. In quell’attimo di solitudine nella mia mente affiorò il pensiero di una mia vita futura assieme a lui, lontano dal Distretto 12, magari in una campagna con dei bambini bellissimi come lui e cocciuti e testardi come me. Quella però era pura fantasia, non mi ci vedevo con nessun altro al di fuori di lui, ma non volevo rovinargli la vita.

“Non avrò mai dei figli” gli dicevo sempre e lui ogni volta guardando di fronte a lui mi rispondeva:

“Io li vorrei se non vivessi qui.”

Ecco, era arrivato al suo scopo: voleva andare via, ma non aveva il coraggio di farlo da solo, voleva che io andassi via con lui, ma io non potevo permettermi di essere così egoista. Per quanto ci tenessi a vivere il resto dei miei giorni con un ragazzo meraviglioso, quale era Gale, non potevo fare un torto simile a mia sorella Prim lasciandola da sola.
“Ma tu vivi qui.”

                                                                                            ***

Il giorno della mietitura era quello più temuto da tutti i ragazzi compresi tra i 12 e i 18 anni e tra loro c’ero anche io, ma quell’anno dovevo essere la più forte perché per Prim era la prima volta e io dovevo rassicurarla che non l’avrebbero scelta in quanto il suo nome era li dentro per la prima volta.
Ogni anno ci dividevano, le ragazze da un lato e i ragazzi dall’altro; io e Gale eravamo nella stessa fila parallela, i nostri sguardi si incontravano ogni volta che io mi giravo verso di lui e lui non la smetteva un attimo di guardarmi. Quel giorno mi sentivo bella ai suoi occhi, avevo un vestito azzurro e i capelli raccolti in lunghe trecce che formavano una sorta di corona sulla mia testa, anche se qualche ciuffo ribelle davanti non me lo toglieva nessuno.
Arrivò subito quella stupida di Effi, tutta agghindata e pronta ad infilare le sue lunghissime unghie nella palla dove vi erano tutti i nomi dei ragazzi e delle ragazze del Distretto 12.

“Benvenuti, benvenuti, è giunto il momento di scegliere i coraggiosi ragazzi che avranno l’onore di rappresentare il Distretto 12 alla 74esima edizione degli Hunger Games.”

Onore? La “sfortuna” forse, perché in quei giochi mai nessuno del Distretto 12 ne usciva vivo, anzi moriva nei modi peggiori. Io ogni anno mi auguravo di non essere mai scelta e fino a quel momento la buona sorte era sempre stata a mio favore.

“Primrose Everdeen!”

Mi si gelò il cuore quando sentii pronunciare il nome di mia sorella. La prima cosa che feci fu cercare lo sguardo di Gale, sconvolto quanto me, mi guardò negli occhi e appena capì le mie intenzioni disse di no col capo, i suoi occhi mi supplicavano di non farlo, ma non potevo, non avevo altra scelta. Avevo deciso, non gli avrei mai detto quanto lo desiderassi. Mi feci largo tra le ragazze in fila e chiamai Prim. I Pacificatori provarono a fermarmi, ma riuscii a divincolarmi dalle loro prese e gridai:

“Mi offro volontaria! Mi offro volontaria per il tributo!”

A quel punto non sapevo se avrebbero accettato la mia offerta, ma quando vidi che nessuno opponeva resistenza, corsi ad abbracciare mia sorella e a rassicurarla anche se lei non aveva la minima intenzione di lasciarmi. Arrivò Gale, per fortuna, che la prese in braccio e la portò lontano da me, mentre io salivo su quella pedana che mi avrebbe condotta verso una morte certa.
Il Tributo maschio era Peeta Mallark, un ragazzo della mia stessa età che una volta mi salvò la vita lanciandomi un pezzo di pane.

Volevo rivedere Prim e Gale un ultima volta per dirgli addio come si deve, ma fecero entrare prima mia madre e mia sorella, che in lacrime corse da me ad abbracciarmi. Non voleva proprio lasciarmi andare e mi diede la spilla della ghiandaia imitatrice che le avevo regalato io quella mattina.

“Puoi farcela” mi disse con la sua vocina rotta dalle lacrime “sai cacciare!”

“Ce la metterò tutta ok?” le dissi prima di rivolgermi a mia madre e dirle:

“Non farlo di nuovo. Lei ha solo te come punto di riferimento. Non piangere.”

Un Pacificatore poi le portò via da me, per sempre. All’improvviso la porta si riaprì e apparve Gale: lo abbracciai subito, riversando in quella stretta tutta la mia paura di non rivederlo mai più e augurandomi che avesse percepito il mio messaggio mi staccai da lui.

“Tu sei più forte di loro. Prendi un arco, se non c’è costruiscilo e fai vedere quello che sai fare! Vogliono solo un bello spettacolo da vedere...”

“Siamo in 24 Gale e solo uno di noi torna indietro.”

“E sarai tu” mi disse prendendomi la testa tra le mani e infondendomi speranza con il suo dolce sguardo. In quel momento avrei tanto voluto dargli un bacio e rivelargli quello che sentivo per lui, ma qualcosa mi impedì di parlare in quell’ultimo abbraccio prima che il Pacificatore lo portasse via da me. Ero pronta al fatto che non lo avrei rivisto mai più.


 Continua...

Angolo Autrice:
Hey tu! Grazie per aver letto questo primo capitolo, domani pubblicherò il secondo che tratterà dei pensieri di Katniss durante i giochi e dopo;
Grazie a chi legge in silenzio e non lascia recensioni, grazie a chi metterà la storia tra le seguite, preferite, ricordate ed altro... Grazie a chi si prenderà 5 minuti di tempo per recensire questo mia prima piccola operetta su questo genere <3
A domani con la seconda parte!
Ely

ua 

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Eloise_elle91