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Autore: Tawariell    07/11/2006    4 recensioni
Una visita inaspettata apre definitivamente gli occhi ad un giovane attore inglese, che vive una situazione sbagliata
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Annie Brighton, Archibald Cornwell, Candice White Andrew (Candy), Terrence Granchester, William Albert Andrew
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Eccomi qui: come sempre è stato internet a tenermi lontana! Ora i problemi si sono davvero risolti-_-.

x Kirby= benvenuta tra le mie lettrici;). Non sai quanto sia contenta che tu abbia letto e commentato ogni capitolo con tutta quella passione!
Spero che anche questo ottavo ti piaccia;)..

x SemplicementeMe= beh si è tutto vero per me e spero anche per voi;)..

x lithtys = oh si Candy lotterà o meglio lo sta già facendo ma in maniera molto sottile;)

x Isa= felice che ti sia piaciuto il capitolo7

x Rayne= è bellissimo sapere che lo scorso capitolo ti abbia fatto battere così tanto il cuore;)

x Grace= Sono molto contenta di sapere che hai colto così tanto del capitolo 7: sei riuscita ad andare oltre le mie parole;)e a leggervi quello che volevo dire..

x Andy Grim= prima di tutto voglio dirti che ho visto che hai scritto anche tu un racconto e che lo leggerò presto.
Inoltre sono felicissima di sapere che ti sei iscritta al forum di Candy;) . Infine grazie di cuore per i tuoi incoraggiamenti;)..

Bene miei cari buona lettura e a presto, Silvì

Ritrovar se stessi

 

 

CAPITOLO VIII : DUE ANIME SOLE E UNA SPERANZA

 

Susanna Marlowe era sull’ampio balcone della sua casa e osservava il cielo: non le era mai sembrato così minaccioso.

Neppure quando credeva di non poter vivere senza una gamba.

Eppure era una giornata di primavera assai calda e luminosa, ma a lei pareva terribilmente cupa.

Sentiva che qualcosa sarebbe cambiato presto nella sua vita e lei non poteva far nulla per impedirlo.

Lui sarebbe andato via per sempre.

Proprio mentre questo pensiero le attraversava la mente udì un rumore sordo provenire dall’interno: qualcuno stava bussando con insistenza.

Impossibile che fosse Terence.

Lui aveva le chiavi e in ogni caso non sarebbe tornato prima di sera: come ogni giorno era a teatro a provare.

Con le mani spinse la sedia a rotelle dentro casa ed andò ad aprire.

In un primo momento rimase sbalordita nel vedere chi aveva di fronte, poi la rabbia prese subito il sopravvento.

Aveva un faccia tosta a presentarsi di nuovo lì!

“Terence non c’è e anche se ci fosse non credo che vorrebbe vederti”

“Difatti non sono venuto a trovare lui” fece la voce gentile di Albert.

“Io non voglio certo vederla né parlarle.”

“Sempre così testarda vero signorina Marlowe, eh?”

“Ma come si permette? Non le è bastato scombussolare le nostre vite?”

L’uomo spostò la sedia a rotelle e chiuse la porta, andandosi a sedere sul divano.

“Nessuno le ho detto di accomodarsi: fuori da casa mia!”

Il giovane Andrew scoppiò a ridere: una risata che mostrava più tristezza che gioia.

“Pensa davvero di potermi dare degli ordini? E’ così che fa vero? Assume un’aria da povera derelitta e poi si mette a imporre le sue disposizioni?”

“Io sono una povera derelitta! Non posso vivere senza l’aiuto degli altri!”

“Lei si dovrebbe vergognare lo sa? Solo perché le manca una gamba sostiene di non avere più niente! Io ho visto persone ridotte peggio di lei, eppure ringraziavano Dio ogni giorno per quello che avevano! E lei che ha ancora tutto dalla vita non fa che piangersi addosso!!!!”

“Tutto dalla vita???”

“Si tutto! Per prima cosa ha un tetto sulla testa! Poi ha giovinezza, ha una mente brillante, altrimenti non si spiegherebbe come riesca ad avere relazioni eccezionali con il difficile mondo dello spettacolo, ha un favoloso bagaglio di esperienza come attrice e in ultimo è pure una bella ragazza!!”

La giovane rimase sbalordita a quelle parole

“Mi dice che ho sconvolto le vostre vite: in che modo lo avrei fatto? Crede che sia stato io  a far capire a Terence che ama Candy e che quest’ultima lo ricambia ancora??”

“La smetta!!!”

“Avanti mi risponda: prima che io parlassi con Terence lui aveva mostrato amore per lei?? Oppure solo affetto?? Si un grande affetto, una grande gratitudine, ma niente di più vero???”

“La smetta!!!” ripetè Susanna iniziando a piangere.

L’ex vagabondo si abbassò, la prese per le spalle e la strinse a se.

“Mi creda Susanna nessuno la capisce come me..”

Lei si lasciò cullare da quelle braccia così rassicuranti.

Si lui era un estraneo per lei.

Forse un nemico.

Eppure sentiva di non dover temere nulla da lui.

Sentiva di potersi fidare.

Quel suo abbraccio prometteva sicurezza e protezione, ma anche sincerità.

Lui non le avrebbe mai mentito per compiacerla.

Non che Terence lo avesse fatto, ma..

Rimasero così stretti per diverso tempo.

Sentendosi vicini come non mai: entrambi amavano due persone che non potevano ricambiarle.

O almeno non potevano ricambiarle nel modo che volevano loro.

Albert la capiva si: lui ci era passato.

Era stato terribile prendere coscienza che la persona che amava non poteva darle ciò che voleva.

Eppure si era sentito stranamente liberato dopo: aveva compreso come lui avesse diritto ad essere amato come desiderava.

Quella ragazza si era totalmente annullata pur di ottenere un briciolo di amore da Terence: non era giusto.

Lei aveva diritto ancora alla sua vita.

“E’ felice Susanna?”

“No” bisbigliò ella a voce appena udibile.

“Lei ha ragione. Ha ragione su tutto. E per questo che la odio!!”

Il giovane sorrise divertito mentre anche i suoi occhi si riempivano di lacrime

“Beh non è la sola. E almeno lei non tenta di rubarmi i soldi..”

La giovane Marlowe rise

“Chi le vuole rubare i soldi?”

“Mia sorella e mia zia. E probabilmente vogliono anche farmi interdire..”

Lei alzò il capo, fissandolo per la prima volta in viso: come era diverso lo sguardo calmo di lui da quello di Terence.

Era così sereno, così tenero. Gli sorrise.

“Non sarebbe una cattiva idea”

Lui ricambiò il sorriso perdendosi per qualche istante nei suoi dolci occhi grigio perla.

Ella poi aggiunse sempre sorridendo

“Davvero pensa che abbia una mente brillante?”

“Assolutamente, altrimenti non sarebbe stata la grande attrice che era..”

“ Che ero…”

“Le manca il palcoscenico Susanna?”

“Tantissimo. Darei qualsiasi cosa per potervi tornare, anche solo in un’altra veste..”

“E crede che non sia possibile?”

“Cosa intende dire?”

“Ha una mente brillante: dovrebbe saperlo o capirlo da sola..”

Susanna gli sorrise di nuovo

“Grazie Albert. Hai ragione: entrambi abbiamo diritto alla vita e all’amore.”

L’uomo non disse nulla limitandosi ad stringerla ancora, lei, di solito così schizzinosa, lo lasciò fare: aveva tanto bisogno di un abbraccio vero.

 

 

 

 

 

In quell’istante Terence rientrò in casa: non si accorse subito che non era solo.

Si sentiva vivo dopo tanto tempo: l’aver scoperto che Candy lo seguiva a teatro da diversi mesi gli aveva aperto gli occhi.

Non era giusto ciò che stava facendo.

E non solo per lui e Candy.

Ma anche per Susanna.

Ancora una volta la sua piccola Tartan Tutte Lentiggini gli aveva indicato la via.

Gli sembrava persino di vederla che lo rimproverava

“Terence Granchester stai buttando via la tua vita e quella di Susanna.”

Scosse il capo sorridendo.

Doveva parlare con Susanna.

Era giunto il momento di chiarire la loro situazione.

Mise la giacca sull’attaccapanni di legno chiaro vicino all’ingresso e si diresse verso il salotto, ma immediatamente si bloccò.

Non era pronto a vedere ciò che aveva di fronte.

Sbatté ripetutamente gli occhi.

Che diamine ci facevano Albert e Susanna abbracciati?

Incapace di muoversi o di proferire parola, rimase fermo per diversi minuti.

Fu il suo amico ad accorgersi che era entrato.

“Ciao Terence!”

“Che… che diamine stavate facendo?”

Fu l’ex-attrice a rispondere

“Albert è venuto a trovarmi: non è solo amico tuo sai Terence?”

Il giovane Granchester era sempre più stupito

“Interessante..”

Il capo degli Andrew si alzò e si diresse verso il giovane

“Ora vi lascio, sono certo che avrete molte cose di cui parlare..A presto amico..”

“A presto” riuscì solo a balbettare Terence

“A presto Albert” mormorò dolcemente la giovane Marlowe

“A presto mia cara Susanna” le rispose Albert mentre usciva

 

 

 

I due giovani rimasero soli osservandosi in silenzio per diverso tempo.

Ciò che era chiaro nelle loro menti, non era così facile da rendere ad alta voce.

Il celebre attore andò a sedersi su una delle poltrone e si versò un po’ di whisky in un bicchiere,  senza tuttavia berlo: ne ammirava il colore controluce e basta.

Susanna si avvicinò a lui.

Egli poggiò il bicchiere sul tavolino e la guardò.

Così fragile.

Ma anche così forte.

Non voleva abbandonarla, ma non aveva più intenzione di rinunciare alla sua vita:  ora sapeva di doverlo fare anche per lei.

“Susanna, ascoltami… Io ti sarò sempre grato per avermi salvato la vita. Non potrò mai ripagarti per il tuo gesto generoso, e purtroppo non potrò mai ridarti la tua gamba. Potrai sempre contare su di me, ma ho deciso di andarmene. Ti rendi conto anche tu che questa situazione non ha nessun senso: ci stiamo solo facendo del male.”

Bene lo aveva detto.

Ce l’aveva fatta: il primo passo era compiuto.

Ora bisognava attendere la reazione di lei.

Lo avrebbe implorato, avrebbe pianto, lo avrebbe accusato di essere un ingrato.

E magari avrebbe pure minacciato di uccidersi.

Stavolta sarebbe stato tutto inutile.

“Lo so Terence” sussurrò invece ella.

Lui la fissò stupefatto.

Lei aveva parlato a voce bassa, ma sicura.

Non l’aveva mai vista così decisa.

Nemmeno quando era una stella del teatro e lui un semplice debuttante.

“Devo chiederti scusa. Ho usato il mio gesto e la mia infermità per tenerti legato a me.

 Ho anche finto di volerti lasciare libero, quando sapevo che così facendo tu ti saresti sentito ancora più in colpa”

A quelle parole il giovane tremò di rabbia: lo aveva fatto apposta!!

Lo aveva fatto sentire un essere ignobile.

Un ingrato.

Aveva una gran voglia di prenderla a schiaffi.

“Ma devi credermi : quando ti salvai la vita lo feci senza pensarci. Non avevo nessun piano. Così come quando tentai di uccidermi: ero davvero disperata.”

Il ragazzo continuava a tremare, colmo di rancore: tutti quegli anni buttati via!

“Ti capisco perfettamente se ora mi odi!”

Egli si alzò, determinato a colpirla.

Vendicarsi di tutto il dolore che aveva causato a lui e a Candy.

Lei non fece nulla né assunse la sua aria da vittima, ma attese la sua punizione, senza nessuna paura.

Furono minuti decisivi per entrambi.

“Io non ti odio. Qualcuno tempo fa mi ha insegnato che non bisogna odiare nessuno.

Tu hai fatto delle cose meschine, ma hai avuto l’onestà di ammetterle, chiedendo il mio perdono con sincerità e io te lo concedo.

Tuttavia… anche io debbo chiederti scusa… anche io… “

“Anche tu?”

“Si perché non ho avuto prima il coraggio che ho ora.

Perché ho pensato assurdamente che tu fossi solo da compatire…

Mi spiace Susanna…

Non ti ho amato come volevi e come meritavi, ma fidati se ti dico che ti voglio bene davvero..”

“Terence”

Lui la abbracciò con tutto l’affetto di cui era capace.

“Perdonami Susanna…”

“Terence caro. Io ti perdono… ti perdono… e ti sarò per sempre immensamente grata per il tuo affetto e per tutto il tempo che hai perso per me..”

Il ragazzo la strinse ancora di più: un lungo abbraccio che diede ad entrambi la forza di fare ciò che era giusto per le loro vite e per i loro cuori.

“Ora… te  ne vai tu o devo cacciarti io?”

Terence le sorrise, un sorriso caldo pieno di ammirazione: ora sapeva che lei se la sarebbe cavata.

“Me ne vado ingrata…”

“Ti farò portare le tue cose…”

Egli annuì, stringendola in un ultimo forte abbraccio e uscì di corsa dalla porta, sentendosi finalmente in pace.

Libero.

 

 

 

 

 

Una sola lacrima solitaria scivolò lungo la guancia della giovane Marlowe.

“Addio amore mio… sii felice… guai a te Candy se non lo renderai felice!”

Spinse la sedia verso la camera del giovane Granchester, che presto sarebbe stata svuotata.

Vi entrò.

Aveva sempre ammirato la sobria eleganza del ragazzo, certo diametralmente opposta alla sua.

Sul comodino vi era, come abbandonata, una piccola chiave argentata.

Che strano…

Si avvicinò e la prese..

Si era la chiave del cassetto di quel mobile.

Però di solito non c’era mai.

La infilò nella serratura, aprendo il cassetto.

Invece di biancheria, c’era un quaderno azzurro.

Lo prese.

Lo sfogliò rapidamente.

La scrittura di Terence.

Una frase saltò subito alla sua vista.

“Il suo nome che io non posso e non voglio pronunciare, ma che non posso dimenticare.

 Perché il solo sentirlo mi dà una gioia infinita. Mi dà la forza della terra che ora rinasce dopo un lungo e gelido inverno.”

Parlava della sua Candy.

Erano i pensieri privati del giovane.

Si sentì in colpa per averli violati.

Lui non era più suo.

Non lo era mai stato.

Glielo avrebbe rimandato con la sua roba.

Lo rinchiuse e lo ripose nel cassetto..

Chiuse a chiave quest’ultimo e uscì dalla stanza.

Si diresse nella propria.

Qui prese un quaderno verde chiaro e un calamaio.

Guardò il sole che tramontava.

Era bellissimo.

Un giorno stava terminando così come un capitolo della sua vita.

Eppure non aveva paura, solo si domandava che cosa avrebbe fatto adesso.

“Le manca il palcoscenico Susanna?”

“Tantissimo. Darei qualsiasi cosa per potervi tornare, anche solo in un’altra veste..”

“E crede che non sia possibile?”

“Cosa intende dire?”

“Ha una mente brillante: dovrebbe saperlo o capirlo da sola.”  Così le aveva detto un amico.

Sorrise.

Iniziò a vergare alcune righe.

“MENTRE IL SOLE TRAMONTA, MENTRE IL MIO AMORE SE NE VA, IO RINASCO… IO TORNO A VIVERE”

Incorniciò la scritta in stampatello, come se fosse il titolo di qualcosa, poi riprese a scrivere.

Stavolta in corsivo.

La sua mano continuò a muoversi anche quando era notte fonda, mentre di fianco a lei si accumulavano dei fogli…

 

FINE CAPITOLO OTTAVO.

   
 
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