Anderville è una città strana, insolita, fuori dal comune, stravagante….
Già, finalmente ho capito a che serve il dizionario dei sinonimi e contrari.
Comunque, tornando a noi, credo che sia ora di fare la conoscenza del commissario di questa città.
Bè, chiamare edificio un rudere decadente credo sia un complimento. Ma tu guarda è sporco, pieno di crepe…
“Che hai da guardare, tu?”
Cortesi come sempre gli abitanti di questa città.
“Mi chiamo Topolino e sono un poliziotto dilettante.”
“Ebbene?”
Non mi piace il suo sguardo. Forse perché questo disgraziato era veramente brutto oppure il cosiddetto sesto senso ha deciso di mettermi in guardia. Ma occorre coraggio, qui. Anche per parlare.
“Ecco… vorrei prender parte alle indagini”
“Ahahaha buona questa! Senti nanerottolo, vedi di girare fuori dalla mia vista. Siamo ad ottimo punto riguardo le indagini…”
“Come no!”
Lo sguardo si fa più minaccioso, tuttavia ho giusto il tempo per scoprire il suo nome, Jan Clayton, prima che dei brutti ceffi cerchino di rapinarmi.
“Attento!” grida lui.
A quanto pare Clayton pur essendo arrogante e presuntuoso sembra essere dalla mia parte.
Schivo appena il colpo giusto per scorgere il coltello di uno dei tre.
Poi assesto un calcio allo stomaco, chiunque verrebbe piegato dal dolore.
Chiunque?
“Scostati!” urla Clayton scagliandosi sull’energumeno e strappandogli il pugnale dalla mano.
Suggerimento giusto, ma credo che scappare sia un’idea migliore.
E Clayton? Non posso abbandonarlo.
“Resisti Jan!” dico mentre volo leggiadro come l’ape Maia.
Poi un lampo.
Il niente.
Ed il dolore del mio ginocchio che urta l’asfalto. Ma dove cavolo sono finiti? Dissolti come naftalina?
 
“Comandante Giovanni, c’è stata un’interferenza col sistema!” disse uno scienziato del laboratorio. “Spiegati meglio, Glagius!” “Abbiamo perso i nostri tre pupazzi in procinto di assassinare il commissario di questa città”
“Cosa? Dannazione, rimboccatevi le maniche e cercate di recuperare il tempo perso!”
“Forse non mi sono espresso bene comandante” disse lo scienziato deglutendo. “A quanto pare il potere della nostra macchina non è più sufficiente. Non avremo più contatti con quel mondo parallelo!”
Il volto di Giovanni tramutò espressione. Delusione, ecco cosa stava provando in quel momento.
“Vi sono dei possibili rimedi?” disse con amarezza.
“Jirachi” rispose rapidamente lo scienziato.