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Autore: neve272    08/11/2006    8 recensioni
Respirò. Inspirò. Come se quei processi fisiologici potessero servire al suo corpo dolorante, ad impedirgli di andare in pezzi. Era perfettamente calmo. ( for Kakashi)
Genere: Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'addormentato nella valle

L’addormentato nella valle.

                                                                                  Neve272

 

 

 

 

E’ un nido di verzura in cui canta un uccello

che abbandona follemente sui fili d’erba brandelli

d’argento, in cui il sole, dalla montagna altera,

risplende: è una valletta spumeggiante di raggi

 

Un giovane soldato, con la bocca spalancata, la testa nuda

e la nuca immersa fra i nastri azzurri,

dorme; è abbandonato nell’erba, sotto una nuvola,

pallido nel suo verde letto su cui piove la luce.

 

Coi piedi fra i giaggioli dorme. Sorridendo

come sorriderebbe un bimbo che sta male, dorme.

Natura, cullalo col tuo calore: ha freddo.

 

I profumi non fanno fremere le sue narici.

Dorme nel sole, con la mano sul petto,

sereno. Ha due fori rossi al fianco destro.

 

Rimbaud “L’addormentato nella valle” ottobre 1870

 

 

 

 

Il colore tenue del cielo, sfumato da una leggera tonalità cobalto, era spruzzato da soffici nuvole di panna montata.

In bocca sentiva un sapore metallico, che impastava lingua, denti e corpo; la mente del ninja era intorpidita, quasi assonnata da una fatica perpetuata troppo a lungo.

Fissava il cielo, fissava le nuvole rincorrersi nell’arcata celeste.

Gli occhi dischiusi sembravano impastati di quello stesso sapore che gli inquinava la gola, che allentava il suo cervello.

Un colore, occhi che cercano disperatamente di mettere a fuoco, un sottile strato vischioso gli incollava le ciglia, gli impediva di vedere.

Era una farfalla nera, araldo oscuro e perfetto.

Volava leggera in quel cielo tenue, estivo, screziato di cobalto, in quello stesso cielo dove le nuvole, le soffici nuvole di panna montata, giocavano a rincorrersi.

Il ninja guardava sempre lì, in alto, lontano, molto lontano.

Gli girava la testa, si sentiva confuso,spaesato, gli sembrava di trovarsi in una dimensione completamente aliena, su un piano diverso.

Ingurgitò a vuoto un po’ di saliva cercando di lavare via con essa quel sapore che gli macchiava il palato, aveva perso troppo sangue…

Respirò.

Inspirò. Come se quei processi fisiologici potessero servire al suo corpo dolorante, ad impedirgli di andare in pezzi.

Era perfettamente calmo.

Come un uomo che sa che la sua fine è vicina.

Come un uomo che ha dei rimpianti.

Come un uomo stanco e solo nel mezzo di un bosco con le carni butterate.

Lì, in quel modo, lui stava, l’uomo, il ninja fissava il cielo cercando di mettere a fuoco, gli occhi che si chiudevano come ansiosi di trovare riposo.

Il cielo era di un colore tenue, era estate, il sole bagnava con la sua luce il grano e la gramigna.

Il bosco era silenzioso, come un luogo che era già stato rumoroso abbastanza. Riposava… ed anche l’uomo lo voleva.

Disperatamente.

Il ninja cercò di puntellare le stanche membra coi gomiti infiacchiti che iniziavano ad irrigidirsi.

Si tirò seduto, sorreggendosi a stento, la mano sinistra non gli rispondeva, ebbe un conato, non sarebbe svenuto.

Gli occhi erano più puliti ora che il suo intestino lo era altrettanto, attorno a sé l’erba e l’edera erano rigogliose e rosse.

Respirò.

Inspirò. Come se potesse fermare il tempo, congelarlo in un istante.

Sembrava una pellicola di seconda tacca di un vecchio film.

Il cielo iniziava a tingersi di una tenue sfumatura lilla.

Provò a tirarsi in piedi, sentendo le gambe cedere, le costole grattare.

Lasciò un segno col sangue, il suo sangue e sentì che poteva andare tranquillo.

Si appoggiò ancora una volta alla robusta quercia.

Respirò.

Inspirò. Per un attimo gli sembrò veramente che il tempo si fosse fermato.

Spirò

 

----------

 

Corsa veloce alberi, rami, foglie, ancora rami. Era veloce, doveva esserlo di più.

Il piede era fermo, il tronco forse troppo scivoloso, prese una storta. Non importava. Più veloce.

I passi dei suoi compagni si perdevano nel fitto del fogliame, alle sue spalle.

Più veloce.

Il cielo era tenue, un dolcissimo tramonto estivo lo dipingeva di cremisi unendosi ai resti di un fresco cobalto.

Era là. Un sussulto ed un moto repentino dei suoi muscoli facciali, sorrideva.

Era fermo. Le folte sopracciglia scure si contrassero per un istante.

Era immobile. Con un moto spasmodico avulso da ogni controllo li corse al fianco, non sorrideva più.

Il suo corpo era lì in mezzo alla gramigna fredda, era pallido, stranamente pallido, il suo viso.

Perché?! Perché quell’innaturale pallore imporporava le sue guance?

Perché?! Perché era freddo se il sole era là, era ancora là sulle cime, all’orizzonte?

Perché?! Perché doveva essere così bianco, così freddo, così… morto.

Era lì, lì davanti a lui, freddo il cadavere dell’uomo che diceva suo rivale. Era lì, era freddo e non si sarebbe più svegliato.

Per una volta era stato lui ad arrivare tardi.

Sorrideva il suo viso con una calma beota che lo faceva imbestialire, sei morto perché ridi?

Sei morto, perché non piangi?

Sei morto, sei morto non c’è più un domani che ti aspetta.

Stupido Kakashi sei morto e sorridi, sei morto da eroe, superandomi, alla fine.

Gli altri arrivano, c’è chi trattiene un sospiro, chi un singhiozzo.

Un ninja non piange. Un sapore salato inumidisce le tremanti labbra, stupido Kakashi.

Tremo e mi allontano.

Sull’erba un segno, quel segno tracciato col sangue, il tuo sangue mi dice molto, mi dice tutto.

Siamo sulla strada buona, sulla strada giusta.

Dobbiamo proseguire, subito dopo aver cancellato il tuo cadavere, la tua esistenza il tuo sharingan.

Stupido Kakashi morto da eroe, morto da ninja. Questa volta hai salvato i tuoi compagni.

 

 

                                                                                                                                 Never ending

 

 

 

 

 

Sproloquiando e commentando

 

.......

Fine.

è finita non linciatemi…ehi abbassate le scuri!

Come avrete capito Kakashi muore da eroe per portare in salvo alcune informazioni, per la strada viene attaccato da un gruppo di sicari e , seppur morente, riesce a passare l’informazione tramite un codice conosciuto solo a quelli di Konoha. Grazie a questo sacrificio molti altri ninja potranno salvasi.

Bhè questo in effetti non si capiva XDD Ma era lo sfondo della storia.

Mi è piaciuto descrivere le emozioni che animano questi personaggi, sono stata influenzata un po’ da Rimbaud XDD ^_^ Grazie sensei!!

Ah! Il ninja che trova il corpo di Kakashi, penso che lo abbiate capito tutti, è Gai.

Non c’è un particolare motivo, ma mi è piaciuto descrivere il sentimento di un uomo che trova il suo più grande rivale morente ( anzi proprio morto -__-) di fronte ai suoi occhi

In conclusione:

W Kakashi sensei ( anche se l’ho fatto crepà)

W Masashi Kishimoto ( mi dispiace per lui ma mi spupazzerò ancora per un po’ i suoi personaggi XDD)

W Rimbaud ( che mi ispira troppo con le sue poesie!)

 

Bie

 

Neve

 

Ps: Kakashi: SALVATEMI °_°

 

 

 

  
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