Le dodici fatiche di Harry
Capitolo 1: A volte è dura essere un
maschio
Autrice: ciack
La Sala Grande era gremita di gente, i professori e gli allievi di Hogwarts erano riuniti attorno alle rispettive tavolate per consumare la loro cena. Quando la porta d’entrata si fu richiusa alle spalle dell’ultimo tiratardi il brusio crebbe leggermente. Fin dal mattino era circolata la voce che Silente avrebbe fatto un annuncio riguardante il giorno successivo, ma a parte numerose congetture, nessuno era stato in grado di fornire informazioni più precise. La maggior parte delle ragazzine guardava speranzosa il proprio Preside, ma la controparte maschile aveva un certo timore per quello che il vecchio avrebbe detto da lì a poco. Silente si alzò lentamente da tavola e la folla antistante cadde in un religioso silenzio.
- Miei cari figlioli, siamo oggi qui riuniti per celebrare la scomparsa di Elthon John… -
- E quando è morto? – domandò un Tassorosso
- Ma che sta dicendo? – gli fece eco un Corvonero
- Beh e sarebbe questo l’annuncio sensazionale?! – gridò un’inviperita Ginny Weasley
- Ma di chi sta parlando? – chiese Draco Malfoy, che inorridì sentendo nominare le parole “cantante babbano”
- Se è solo per questo ci siamo preoccupati per niente - convennero Ron Weasley e Harry Potter
- Ehm…Preside? – bisbigliò la professoressa Minerva McGranitt
- …ricordandolo ancora fra noi… - continuò Silente
- Preside, mi ascolti – continuò la vicedirettrice
- …dedicò tutta la sua vita alla causa delle piccole nuvole orfane…-
- Insomma vecchio scemo vuole darmi retta? Mi ascolti, è importante!!! – esclamò spazientita Minerva aggrappandoglisi a una manica della tunica e tirando fino a strappargliela. Finalmente riuscì a ottenere l’attenzione dell’uomo.
- Oh Erva – proruppe Silente con due lucciconi che gli brillavano negli occhi divenuti luminosi come stelle – dopo 40 anni finalmente hai deciso di cedere alla tentazione e lascerai che ti tolga i tuoi mutandoni blindati di acciaio e kriptonite? –
- Ma neanche per sogno!!!! – rispose indignata, ignorando il cospicuo numero di allievi che, essendosi immaginati la scena della McGranitt a letto, stava copiosamente vomitando per tutta la sala con grande disappunto degli Elfi Domestici che dovevano ripulire tutto.
- Uffi, ci speravo tanto – con tono sempre più abbattuto continuò – che c’è allora? –
- Sta leggendo il discorso sbagliato! –
- Che cosa? Il discorso sbagliato? – aggiustandosi meglio gli occhiali sul naso scorse velocemente il foglio antistante – Per tutti gli zebedei, hai proprio ragione! Ma allora dove si sarà cacciato l’altro discorso? –
Il Preside passò velocemente in rassegna una pila di fogli, gettandoseli alle spalle man mano che li scartava, costringendo le professoresse Cooman e Sinistra a dar fondo ai loro incantesimi pur di riuscire ad accaparrarsene uno in più della diretta avversaria. Infervorato, l’uomo rovesciò la sua borsa sparpagliandone il contenuto lungo il tavolo, con grande disappunto di chi, come il professor Severus Piton, si vide cadere un calzino usato di Titti nel piatto. Non trovando ancora niente passò a svuotare le innumerevoli tasche della sua veste per poi, finalmente, avere un colpo di genio (in fondo è pur sempre Albus Silente, mica pizza e fichi) e ricordarsi di aver messo il discorso giusto nella sua fluente barba in modo da averlo a portata di mano.
- Scusate per l’intoppo, ma d’altra parte si sa “genio e sregolatezza vanno insieme a far festa” – disse ridacchiando – e poi è luogo comune che la quarta volta sia quella buona!! –
Nessuno osò fargli notare che solitamente lo si dice della terza. L’anziano mago distribuì a ogni docente una cartelletta personalizzata che recava una relazione concisa dell’atteggiamento che dovevano tenere: ascoltare e applaudire calorosamente alla fine del discorso del Preside. L’unica ad avere direttive diverse fu la McGranitt nella cui cartelletta c’era una copia di ciò che Silente stava leggendo con alcuni…suggerimenti di comportamento per lei (NdA sono quelli in corsivo)
“Io Minerva McGranitt, appena Albus Silente comincia a
parlare lo devo guardare con un misto di amore e adorazione.
- Miei cari maghi e streghe (e con questo non intendo offendere nessuna di voi ah, ah, ah) – rise da solo - di Hogwarts da quando siete qui i vostri professori hanno cercato di insegnarvi i pilastri della conoscenza ispirandovi alle sacre virtù delle vostre rispettive casate e a quelle della magia bianca affinché possiate un giorno diventare tutti degni membri della comunità magica. Per fare ciò è necessaria da parte vostra una grande forza di volontà, diligenza ed applicazione nello studio. –
Mi lascio andare a esclamazioni del tipo – Come parli bene Alby sembri un grande condottiero dalla sfavillante armatura -
- Tuttavia, ci rendiamo conto di quanto sia importante una valvola di sfogo ogni tanto e un sano divertimento è quel che ci vuole –”
Al disgusto della McGranitt si aggiunse quello di Piton anche se dettato da motivi ben diversi.
“- Pertanto in occasione della festa di San Valentino che si svolgerà domani tutte voi, oh giovani streghe, avrete la possibilità di esprimere 3 desideri che il mago che vi piace molto galantemente sarà felice di soddisfare -
Alcune lacrime di commozione
mi solcano il viso e le detergo.
- Le regole sono semplici: i desideri vanno espressi ed esauditi entro le 23:59 del 14 Febbraio di quest’anno. Con un desiderio non se ne possono chiedere altri; vi ricordo che sono ragazzi non geni della lampada –
Rido calorosamente alla
battuta.
- Non si possono commissionare delitti –”
Qui l’anziano mago fece una ulteriore pausa sghignazzando come se l’idea fosse impensabile.
“- Vi consiglio di chiedere cose facilmente realizzabili, perché, e ve lo dice un uomo che ha girato molto il mondo, basta davvero poco per divertirsi –
Quando Silente mi strizza
l’occhiolino arrossisco imbarazzata e gli mando un bacino da dietro un
ventaglio. Propongo un brindisi alla lunga vita del mio AMATISSIMO Preside e lo
bacio appassionatamente per suggellare il discorso ed essere di buon esempio
agli studenti.
A
fine cena lascio cadere maliziosamente, ma con molta discrezione, la chiave
della mia stanza in una tasca della tunica del mio Alby.”
Silente era molto
abbattuto dal fatto che la sua Erva non avesse fatto neanche una delle cose che
le aveva consigliato, ma forse…forse c’era ancora un barlume di speranza…forse
lei avrebbe fatto la cosa più importante: gli avrebbe dato la chiave della sua
stanza…
Ron ed Harry si
scambiarono un’occhiata.
-
E’ assurdo!! Credono
davvero che staremo qui a far da schiavetti? –
-
Ron, non è detto che
per San Valentino qualcuna si rivolga a te – gli rispose Ginni, seduta alla sua
sinistra.
-
Comunque – cercando di
ignorarla il ragazzo continuò a bassa voce – io propongo di squagliarcela
subito dopo colazione –
-
Io ci sto – annuì Harry
– anche perché questa trovata mi sembra addirittura peggiore degli gnomi
recapita-lettere del secondo ann… -
Splash!!
Ron guardò a bocca aperta
Ginni che dopo il suo lancio del piatto se ne era andata via tutta impettita ed
Harry, seduto davanti a lui, che colava minestra da ogni poro.
-
Ma che le è preso? –
domandò il bambino sopravvissuto sputacchiando un po’ dappertutto.
- Hai fatto la gaffe del secolo amico mio – annunciò gravemente il rosso – non ti ricordi che la lettera cantata dallo gnomo te l’aveva mandata proprio mia sorella? –
Harry si battè la fronte
con la mano (mandando spruzzi di minestra sui vicini), come aveva potuto essere
così indelicato? Era normale che la piccola rossa adesso fosse arrabbiata con
lui, vabbè in fondo era solo una sciocchezza, l’avrebbe perdonato presto. Nello
stesso tempo Ginni si dirigeva a passo di marcia verso lo studio del professor
Vitious, come si permetteva San Potter di ferirla in quel modo? Oh ma
l’indomani si sarebbe fatto perdonare, altrochè se l’avrebbe costretto a farsi
ampiamente perdonare. Quando, alcune ore più tardi, la ragazza uscì dallo studio
del professore aveva un’aria molto soddisfatta.
-
Passa una buona notte
Harry perché domani dovrai faticare parecchio ihihihihi –
Dopo cena Albus Silente
era corso in camera sua a cambiarsi, farsi una doccia e imbellettarsi tutto.
Nella tasca della sua tunica aveva trovato un biglietto vergato da un’elegante
scrittura a scatti come se il mittente avesse fretta. Lo scritto diceva “Verrò alle 21 nel suo studio
abbiamo molte cose da fare e di cui parlare e poco tempo a disposizione”. Il biglietto non era firmato, ma non ce n’era
bisogno, pensò il Preside, era ovvio che si trattasse di Erva. La scrittura non
sembrava la sua, ma evidentemente era in preda a una forte emozione e pudica
com’era doveva averlo tracciato di nascosto e in fretta. Il cuore del mago batteva
all’impazzata come quello di un’adolescente al suo primo appuntamento mentre
tagliava via le rose dal vaso dei fiori personali della professoressa Sprite e
correva nel suo studio. Alle 21 spaccate si udì bussare alla porta, il mago
andò ad aprire nascondendosi dietro il mazzo di fiori poi, togliendolo dal
davanti all’ultimo secondo baciò appassionatamente l’ospite che…lo spinse via e
cominciò a vomitare l’anima.
-
Piton che diamine ci fa
qui? E dove l’ha nascosta? – strepitò Silente – su mi risponda presto –
Il professore dovette fare
un incredibile sforzo per trattenersi dal lanciare una maledizione senza
perdono dopo quell’incredibile affronto. Erano anni che non baciava qualcuno e
il suo cuore sarebbe sempre stato di Lord Voldemort, così come dovevano
rimanerlo le sue labbra.
-
Cosa stai farneticando
vecchiaccio maledetto?! – sibilò Piton
-
Dov’è? Dov’è? Dove
l’hai nascosta? –
-
Chi? Che cosa? Perché?
–
-
La mia gattina. Il mio
bonbon ripieno di crema. La McGranitt per Ercole!! – esclamò esasperato dalla
lentezza di comprendonio del suo docente.
-
Cosa vuole che ne
sappia io – cercò di rispondere
-
Sigh, sob. Era la mia
grande occasione, ma forse ti ha visto venire qui e se n’è andata. Sigh, sob, me
tapino. Mi rimane solo il suo biglietto
vergato con tanto amore – piagnucolò l’anziano mago sventolando il biglietto
sotto il naso del suo ospite.
-
Ma questo biglietto
gliel’ho scritto io Preside! – proruppe Piton.
Pietrificati, nessuno dei
due osò aggiungere altro.
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Questa fanfic è in cantiere da più di un anno e finalmente vede la luce. Dopo un lungo periodo che non scrivi è difficile mettersi davanti al computer e buttare giù qualcosa, ma quando inizi poi non vorresti smettere più.
Il cap che avete appena letto fa la parte un po’ dell’antefatto, dell’introduzione a quelle che saranno effettivamente “le 12 fatiche di Harry” spero che vi sia piaciuto, ma passiamo ad analizzare i consigli per far colpo o per guadagnare punti con l’altro sesso per lui e per lei.
Consigli per LUI ad opera di Ciack
1) Quando state per fare una critica accertatevi che non abbia nulla a che fare con la ragazza che vi piace ed è lì presente perché se anche non state parlando di lei, ci sono alte percentuali che lei si offenda o si senta ferita.
2) Non forzatela a far qualcosa che lei non vuole. Chiedere gentilmente non costa nulla. Obbligarla è una carognata, ma questa regola vale anche per lei. Cercate di venirvi incontro vi faccio un esempio: una volta lei potrebbe acconsentire a stare con lui a guardare la partita di calcio anche se non gliene importa nulla e la volta dopo lui potrebbe accompagnarla a far shopping.
3) Se non sapete cosa dire non cercate di far ridere a tutti i costi, rischiate di rendervi ridicoli ed essere considerati dei buffoni.
4) Fatevi la doccia prima di vedervi con lei soprattutto se prima avete sudato molto.
5) Alle ragazze fa piacere essere corteggiate (sia da single che da fidanzate) con piccoli regalini fatti senza motivo, una telefonata inaspettata, un cioccolatino, un fiore ogni tanto vi permetteranno di vederla sorridere senza spendere follie.
Consigli per LEI ad opera di The Squad
1) I maschi, anche i più brillanti luminari di ogni disciplina, sono fondamentalmente incapaci di comprendere le cose che possono far infuriare le ragazze…sapendo questo, per evitare che il vostro lui si senta male perché vi ha ferito, spiegate sempre tutto ciò che avete nel cuore con la massima chiarezza! So che può essere imbarazzante,ma farà di certo la felicità di tutti e due!
2) A volte serve un incentivo per far fare a un ragazzo qualcosa che non gli va, perché difficilmente danno senza ricevere in cambio, non è nella loro mentalità. La cosa positiva è che la miglior ricompensa per loro è una vostra dimostrazione di affetto, per esempio un bel bacio.
3) Anche se vi fanno arrabbiare mortalmente pensateci due volte prima di scappare via sbattendo le porte. Se sarete pazienti non perderanno mai l’interesse per voi.
4) Ai ragazzi non piace essere vezzeggiati e riempiti di complimenti senza che abbiano avuto la possibilità di dimostrare le proprie qualità. Invece essere grate al vostro lui dopo che ha fatto una cosa per voi lo renderà molto felice. Come anche essere ammirato per qualche suo successo.
5) Capita spesso che si esaltino troppo per cose che fanno parte del loro mondo personale, in questi casi… mi dispiace ma non c’è altro da fare che comprendere e perdonare ^_^ scusateci!