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Autore: Cristie    12/04/2012    2 recensioni
In una Londra dei nostri giorni,in piena sitazione di crisi economica e nessuna popolazione aliena. C'è lei.Rose Tyler, ragazza semplice ma con una grande voglia di avventure, che lavora come commessa insoddisfatta in un negozio di abbigliamento. E poi c'è lui. John Smith, scrittore della celebre saga del Doctor Who, dove si sa ogni dettaglio del suo personaggio quanto altrettanto poco del suo creatore.Cosa potrebbe mai succedere dall'incontro di queste due persone?La risposta è questa mia prima fanfiction su DW.
Seguite insieme a me lo sviluppo della loro storia tra madri impiccione, manager con troppa voglia di divertimento e molto altro ancora.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Doctor - 10, Doctor - 9, Donna Noble, Jack Harkness, Rose Tyler
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 16.



Dove ci si strozza a tradimento con una brioche.






 A Martha Jones sembrava di essere tornata indietro nel tempo quella mattina. Quando uscendo dalla sua camera diretta al piano di sotto per fare colazione, trovò la sua amica Rose immersa nella lettura.
- Rose? – la chiamò lei un po’ incerta, ricevendo dalla bionda un vago mugugno, senza tuttavia staccare gli occhi da libro.
La dottoranda perse un po’ di tempo a scrutare la coinquilina, e da l’attenzione con cui non si perdeva nemmeno una parola significava solo una cosa : quello che la bionda aveva tra le mani era un libro scritto da John.
Solo allora lo sguardo di Martha si fece un po’ perplesso. Sapeva solo in grandi linee quello che era successo tra di loro, non aveva mai avuto il coraggio di chiedere i dettagli. Tuttavia non aveva mai espresso la sua opinione su John. Infondo anche lei aveva nascosto le sue paure a Mickey tanto che alla fine nulla di meno a potuto fare se non metterlo forzatamente ad un bivio…ma come poteva dire tutto a Mickey?
- Puoi entrare, non devi mica aspettare il mio permesso! – il tono leggermente irriverente di Rose le fece riprendere il contatto con la realtà, così la ragazza entrò nella camera dell’amica sedendosi accanto a lei sul letto.
I suoi occhi si posarono chiaramente sul libro, dove poté leggere a chiare lettere d’orate il nome di John. Decise comunque di non indagare – Allora hai già fatto colazione? –
Rose le scoccò uno sguardo un po’ sorpreso, chiaramente non era quella la domanda che si aspettava di ricevere.- Non mi chiedi nulla? – alzando il libro che aveva tra le mani.
Martha prese un lungo respiro, prendendosi tutto il tempo per rispondere – Rose non ho nulla da chiederti, se mai l’unica cosa che posso augurati è quello di fare una scelta e di non pentirtene –
- È tutto così difficile – confessò al bionda tenendosi la testa tra le mani – Cosa dovrei fare Martha? Ho bisogno che mi dici quello che devo fare -
- Mi dispiace Rose, ma in questo momento sono nella stessa posizione di John..Devi decidere tu –
Rose la osservò con uno sguardo strano alle sue parole, tuttavia decise di passarci sopra per il momento – Questi libri..- e pose le mani su entrambi i libri – sono la nostra storia. Tutta quanta. Dal primo giorno che ci siamo incrociati al negozio –
- Ci sei anche tu nella storia? -
- Il Nono Dottore nella sua ultima storia incontra una nuova compagna di viaggio. Si incontrano nel negozio di abbigliamento dove lei lavora, la salva da un gruppo di manichini impazziti…è assurdo, è totalmente assurdo… - - Rose..- la chiamo piano Martha.
- …Poi si scopre che Londra sta subendo un’invasione da parte di una forma di vita aliena che comanda la plastica..insieme ce la fanno a salvare il pianeta. Ed il Dottore chiede alla ragazza di andare con lui..-
- Smettila Rose, ti fai solo del male..- cercò nuovamente di fermare il monologo della ragazza, con successo questa volta. La bionda cominciò a piangere copiosamente.
- Quando si è innamorati Rose è come se tutto fosse perfetto. Avere dei sentimenti per una persona, ed essere ricambiati è la cosa più bella. Si cerca in tutti i modi di non rompere l’equilibrio, magari non raccontando cose che potrebbero ferire l’altra persona.  Io stessa non mai avuto il coraggio di dire a Mickey quanto stesse diventando difficile per me lasciarlo andare. Di quanta paura avessi che il nostro salutarsi a l’aeroporto alla sua partenza potesse essere l’ultima volta. Eppure quello che fa rappresenta la sua vita. Chi ero io per chiedergli di smettere di fare un lavoro pericoloso? Così mi sono detta che era meglio tacere. Che le mie paure si sarebbero attenuate una volta che lui fosse tornato accanto a me e alla sua famiglia…-
Mentre Martha continuava a raccontare, Rose si era calmata un po’ smettendo di piangere – Non è quello che ha fatto John..- la interruppe un attimo.
Lo sguardo di Martha si fece più affilato – Io credo che sia la stessa cosa, invece perché lui non ha dimenticato il suo passato solo perché non ne ha fatto parola con te. Vuoi forse condannarlo solo per non averti detto di un fatto di anni fa?-
Il tono arrabbiato di Martha la fece arretrare un po’. – Lui..non è la persona che pensavo – biascicò la bionda
- Certo che non è Rose! – sbottò la ragazza con ovvietà – Sono passati anni, neanche tu se la stessa persona di quando avevi quindici anni! Il tempo e le decisioni che prendiamo ci portano a cambiare…non fare lo stesso errore che ho fatto io. Ti conosco sei ancora innamorata di lui, lo vedo. Non tagliare definitivamente i ponti per un’incertezza. Ascoltalo e decidi. Ora scusami, ma devo sbrigarmi a fare colazione – e detto questo se ne andò dalla camera scendendo le scale due a due per andare a fare colazione.
Una volta arrivata  in cucina si verso del succo di frutta in un bicchiere, mangiandosi poi una merendina.
Il tutto con estrema velocità. Voleva uscire di casa il prima possibile. Non ce l’aveva con la sua amica per carità, ma vederla in quello stato le ricordava troppo la sua situazione con Mickey. Non voleva riaprire una ferita che si stava ricucendo molto lentamente.
Si diresse in bagno velocemente, uscendone con indosso una tuta, passò in camera sua per recuperare l’ ipod  ed con un saluto urlato uscì di casa.
Correre era la migliore medicina quando si voleva smettere di pensare. Basta indossare le cuffie alle orecchie.
Direzione Hyde Park. Il parco era deserto quella mattina, un po’ per l’ora un po’ per la giornata lavorativa, le altre persone non avevano il tempo di passare la giornata a l’aria aperta.
Non buttò mai l’occhio su l’orologio. Si prese tutto il tempo di cui aveva bisogno per schiarirsi le idee. Solo quando i muscoli delle sue gambe cominciarono a protestare vivacemente decise allora di rallentare e di ritornare verso casa tranquillamente a piedi.
E nel percorrere la via del ritorno che i suoi occhi incrociarono quelli di qualcuno che non doveva essere lì.
- Ciao Martha –
- ..Ciao Mickey – ricambiò il saluto non ancora del tutto convinta, Mickey  Smith era davanti a lei.
 
 

***

 
Il rumore assordante del citofono unito ad un forte bussare cadenzato, accompagnarono John nella discesa della scalinata verso il portone d’ingresso.
- Avanti John sbrigati ad aprire! Non vorrai lasciarmi qua fuori al freddo! – sbraitò la voce da fuori la porta, lo scrittore tuttavia non affrettò la sua discesa.
- Chris? – domandò John non convinto nonostante si trovasse suo fratello davanti a lui. Il maggiore tuttavia non perse molto tempo e borbottando un “Era ora!” con tono alquanto scocciato scansò il fratello minore per dirigersi a passo di marcia verso la cucina in cima alle scale.
- Come mai sei qui? È successo qualcosa?- gli domandò John una volta che lo ebbe raggiunto al piano di sopra. Contrariamente a quanto si potesse pensare la mattina era una vera lumaca e ci metteva molto tempo a carburare per bene.
Nel mentre Chris aveva messo il caffè e il latte sul fuoco, porgendo allo scrittore un sacchetto contenente una brioche ancora leggermente calda.
- Avanti siediti – e lo scrittore ubbidì, mentre il fratello gli serviva un cappuccino bello fumante dentro una tazza.
A John non rimase altro che fare colazione. – Allora si può sapere che succede? – domandò per la seconda volta con il boccone della brioche in bocca e prendendo un sorso di cappuccino.
- Ho intenzione di chiedere a Donna di sposarmi –
Secco e diretto.
Come solo suo fratello Christopher poteva essere.
Peccato che la reazione del più giovane non fu esattamente come se l’aspettava.
John infatti cominciò a tossire rumorosamente cercando di non strozzarsi con il pezzo di brioche al cioccolato che stava finendo nel condotto sbagliato.
Il tutto sotto lo sguardo azzurro di Chris, che si limitò a commentare – Non esserne troppo contento mi raccomando –
John intanto prese un paio di respiri con la bocca, giusto per vedere se tutto funzionasse correttamente per poi dire semplicemente – Beh ..wow –
- “Wow”? Ti dico che voglio chiedere a Donna di sposarmi e “Wow” è l’unica cosa che ti viene da dire? E io che avevo bisogno del tuo aiuto -
- Per questo mi hai portato le colazione? La prossima volta porta un fagottino alla crema! – gli suggerì lo scrittore mentre continuava a fare colazione. Intanto suo fratello maggiore continuava a pascolare avanti e indietro per il soggiorno. Prima sbuffando sonoramente e poi portandosi le mani ai lati della testa.  Poi dopo l’ennesimo avanti e indietro si rigirò verso il fratello – Devi dirmi se sto per fare una grossa cavolata –
John si riconobbe in quel tono e in quella sottile paura, la stessa che lo aveva spinto a confessare a Rose che l’amava. Cosa di cui non si era mai pentito.
- Se fossi un fratello responsabile ti direi che è una vera follia. Le cose tra voi due non sono diventate così serie, perché ci sia la certezza che lei ti dica di sì…- vide Chris scoccargli uno sguardo perplesso - …Siccome sono esattamente il contrario di dico . Fallo. Quanto state insieme Donna è veramente felice. Non posso dirti con certezza se accetterà ma almeno ci avrai provato no?-
- La fai troppo facile – a quella risposta John finì di bere il suo cappuccino per poi adagiarlo a tavola con fare spazientito.
- La ami? –
- Certo che l’amo! Che domanda è? – John allora si alzò, voltò suo fratello e poggiò le mani sulle sue spalle giudandolo verso l’uscita. – Allora fai le cose per bene e chiediglielo! –
Il tutto accompagnato dallo scatto della porta che si era richiusa dietro Chris.
Così messo alla porta l’unica cosa che poté fare, a parte alzare gli occhi al cielo, fu quella di scendere le scale ed andarsene. Doveva fare un paio di cose importanti prima di vedersi con Donna nel tardo pomeriggio.
 
 

***

 
 
 
Firme, firme ed ancora firme.
La mano che impugnava la malcapitata penna si muoveva ad una velocità meccanica. Tanti erano i documenti da firmare quel giorno. Donna si era rifiutata categoricamente di leggerli uno per uno. Aveva lasciato questa sgradita incombenza la sera prima a Chris, per questo si sia sentita alquanto infame per l’azione compiuta, ma le mansioni di segreteria comprendevano anche questo.
“ Spero solo che non sia arrabbiato” pensò tra sé .
Guardò sconsolata l’orario sullo schermo del computer. La lunga strada verso l’uscita con Chris sarebbe accaduta solo tra  altre otto ore.
La rossa rivolse una silenziosa preghiera al cielo per far si che di colpo il tempo passasse più velocemente e che fosse già sera.
Decise di sgranchirsi un po’ le gambe, andando a prendere un po’ d’aria in terrazza.
Con lentezza salì le due rampe di scale che l’avrebbero portata a destinazione. Una volta arrivata e aperta la porta un tenue sole che preannunciava l’arrivo della tanta sospirata primavera l’accolse avvolgendola con i suoi caldi raggi.
Prese il cellulare e compose il numero da chiamare.
Fece sei squilli, poi la chiamata venne interrotta.
Donna allontanò il cellulare da l’orecchio squadrandolo stranamente, come se la colpa fosse del’oggetto. “Strano..” le venne da pensare.
Provò quindi una seconda ed una terza volta. Ma niente. Puntualmente le chiamate venivano rifiutate.
- Bene – ripeté ad alta voce ad una terrazza deserta. A quanto pare quella mattinata di riposo Chris aveva deciso di passarla a rifiutare le sue chiamate.
E visto che rifiutava le chiamate evidentemente non era ne malato e ne moribondo. Aveva qualcosa di meglio da fare.
Questo. Non . Andava. Bene.
Rimise il cellulare nella borsa con la stessa velocità con cui lo aveva preso in precedenza, in preda alla trepidazione, era riuscito a farla arrabbiare.
Non voleva essere nei suoi panni quella sera.
 
 
 
 
Chris si fece trovare a l’ingresso del’azienda, e vide da lontano la rossa, avvolta nel suo cappotto invernale. Sembrava molto stanca. Tanto che stava camminando massaggiandosi il collo.
Camminava a passo lento, ma quando alla fine anche lei lo vide aumentò il suo passo per raggiungerlo.
- Ciao – salutò lui,  con uno dei suoi grandi sorrisi.
“ Sembra tutto normale” pensò Donna con cautela, inizialmente voleva fargli una sfuriata ma se c’era una cosa che aveva imparato era di agire prima di pensare. Magari nella mattinata quando Chris ha rifiutato le sue chiamate aveva veramente qualcos’altro di importante da fare. Per cui anche lei si limitò semplicemente ad un sorriso stanco e ricambiando il saluto.
- Ti vedo stanca -
- È stata una giornata infernale oggi. A te il compito di distrarmi a dovere – scherzò lei, cominciando a rovistare nella borsa per cercare le chiavi della sua macchina.
- Ferma, non prendiamo la macchina. Andiamo a piedi. – ribatté lui, con un tono divertito alla espressione interrogativa della rossa.
- Quindi devo lasciare la macchina qui – constatò lei, e l’uomo annuì – Bene, dove mi porti allora?-
- Stasera cena casalinga, si va a casa mia –
- Ma …con queste scarpe..?-  e a quel bisbiglio Christopher non poté non  trattenere una risata, così tolse dalla spalla lo zaino che stava tenendo. Sotto lo sguardo della rossa, che osservava un po’ interdetta lo zaino particolarmente capiente, Chris cominciò a rovistare nello zaino e porse alla donna un paio di scarpe da ginnastica. – Tieni –
Donna squadrò circospetta il paio di scarpe, per poi passare lo sguardo alle sue costose scarpe con tacco e plateau che aveva indosso.
Le suddette scarpe che Chris teneva in mano stonavano completamente con il tailleur che lei aveva indosso quella mattina.
- Non vorrai soffrire camminando su quei trampoli, fino a casa solo perché le mie scarpe non si abbinano con i tuoi vestiti?- la sfidò lui, intuendo i suoi dubbi ed esternandoli.
 Donna ridusse i suoi occhi a due fessure, indubbiamente sfidata. Che naturalmente accettò.
- Dammi qua -  
  Con grazia si tolse le sue bellissime tacco dodici, per rimanere semplicemente in calze e infilarsi le scarpe da ginnastica. Velocemente pose a Chris le sue scarpe che aveva appena tolto dicendogli allo stesso momento un – Andiamo? – e senza aspettare la risposta cominciò ad incamminarsi.
Arrivarono esattamente quaranta minuti dopo, Chris aveva avuto fortuna nel trovare un appartamento non troppo distante dal luogo di lavoro.
Chris aprì la porta con una mano mentre con l’altra teneva la busta della spesa. Donna entrò dopo di lui anch’essa con una busta alla mano. Una volta arrivati posarono le buste sul tavolo della cucina.
Si erano ormai fatte le sette di sera, e mentre Chris si precipitò in cucina cominciando a mettere l’acqua sul fuoco, il piatto della serata era la pasta alla amatriciana, Donna si passò la mano che reggeva la busta sui jeans.
Esatto jeans, un pantalone della sua taglia ovviamente non era l’abbigliamento con cui era uscita da l’ufficio quasi un’ora prima.
Lungo il tragitto infatti Chris aveva trovato la scusa per fermarsi ad un bar, vari bar visto che si era cambiata tutta l’unica cosa che teneva dalla sua uscita da l’ufficio era stato il cappotto.
E lei glielo aveva lasciato fare. Non sapeva dire di no. A quegli occhi azzurri ma soprattutto a quelle adorabili orecchie a sventola.
“ Donna la cosa tra voi due sta diventando seria” disse tra sé. Era la verità con il passare del tempo le cose tra di loro si facevano sempre più serie, uscite a cena , cinema. Ma anche un normale pranzo veloce durante la pausa pranzo. L’importante era vedersi.
E Donna lo sapeva, stava per prendersi l’ennesima e colossale sbandata. E come ogni volta non poteva farci nulla, o forse non voleva .
Perché Chris non era Jack del quale si era innamorata vedendo in lui qualcosa che non c’era.
E non era nemmeno Robert che l’aveva lasciata il giorno prima di andare a l’altare. Ma lui l’aveva fatto perché l’amava troppo.
Ormai da lungo tempo non faceva che provare un’insolita stanchezza. Era stanca di donare il suo cuore a uomini che puntualmente perché non potevano dargli quello che voleva .Oppure perché l’amavano troppo.
Persa nei suoi pensieri non si accorse che Chris la stava osservando da un po’, notando l’espressione pensierosa e leggermente dolente della rossa.
Doveva distrarla in qualche modo, non doveva essere triste a causa di un pensiero che quella sera non si sarebbe dovuto presentare.
Dalla distanza in cui  trovava voltò lo sguardo verso la cucina, soffermandosi sulla credenza. Allora gli venne un’idea.
Lentamente si diresse in cucina, prese la busta della farina e l’aprì il più delicatamente possibile, la rossa sembrava infatti non averlo sentito.
Fece piccoli passi  e quando fu dietro di lei portò la busta di farina sopra la testa della rossa, che proprio in quel momento si accorso del uomo dietro di lei ed ebbe solo il tempo di chiedere – Chris ma che stai…? – e poi…
 
 

Pufff

 
 
Una nuvola di farina ora ricopriva la testa della rossa, rendendo i suoi capelli tutti bianchi.
L’espressione sorpresa di Donna era impagabile, era rimasta a bocca aperta in una tipica espressione ad “ O”. Causata dalla sorpresa.
- Brutto figlio…- ringhiò a bassa voce per poi andandosene dalla vista di Chris, che ipotizzò che forse era andata al bagno a pulirsi.
- Avanti Donna! È solo uno scherzo innocente che vuoi che sia un po’ di farina?- urlò lui in modo che la domanda la raggiungesse ovunque lei fosse.
 
 

Ciafff.

 
 
Qualcosa come cinque litri di acqua gli furono scaraventati addosso. Chris si passò una mano su gli occhi per togliere l’acqua, per trovarsi davanti a Donna piena di farina.
-         Stavi dicendo tesoro? – chiese lei strafottente.
E lui che non voleva altro che questo strinse la presa sulla busta di farina, sotto lo sguardo di lei.
- Dicevo, che te la sei cercata – minacciò lui.
E da lì le cose precipitarono in una maniera esponenziale. Continuarono a rincorrersi ed impiastricciarsi come ragazzini. Del tutto incuranti dello stato in cui stavano riducendo quel povero appartamento.
Dopo un tempo non quantificato Donna si sedette stremata sul divano. I suoi vestiti erano un motivo chiazzato tra macchie d’acqua, di farina e parti in cui si erano sovrapposte creando una indesiderata patina.
Chris era seduto accanto a lei con il fiato corto, con la differenza che lui era molto più bagnato di lei.
- Cavolo che macello dovremo ripulire tutto – constatò lei.
- Lo dici come se in realtà non ti fossi divertita – la pungolò lui, battendogli un paio di volte con il gomito sul fianco.
- Dovremo anche farci una doccia se è per questo -  fece un po’ lei la sostenuta per poi scoppiare a ridere non facendocela più a trattenere le risate.
E Chris desiderò poter fermare il tempo con Donna sorridente e impiastrata nel suo appartamento. Era tutto perfetto.
Decise che era quello il momento giusto, inconsciamente allungò la mano lungo la tasca dei suoi pantaloni, andando a tastare la protuberanza con sicurezza.
Si alzò per andare di fronte a lei.
- Hey – sussurrò semplicemente la rossa.
- Donna mi fai venire voglia fare follie come queste a giorni alterni. Giusto per avere almeno ogni tanto casa non invasa dalla farina –
- Okay so che sembrerà che non riesca a fare un discorso di senso compiuto. Ma che stai facendo?-
Donna lesse imbarazzo ed indecisione negli occhi di Chris, che si fece coraggio e portando la mano al fianco dei jeans ne tirò fuori una piccola scatolina.
- Sposami -  cominciò lui imperativo allo sbiancare di lei -  so già quello che stai pensando. E se mi permetterai confuterò tutti i tuoi dubbi. Dunque vediamo – e distolse un attimo lo sguardo da lei per raccogliere le idee – okay ce l’ho. Primo ci stiamo frequentando da poco . Posso dirti che non è importante quanto tempo si passa con una persona, ma come lo si passa. Ci frequentiamo da poco, eppure mi sembra di essere accanto a te da tutta una vita…- e nel dire questo portò avanti la scatolina a l’altezza del suo viso e l’aprì mostrando una semplice fece – Secondo non ci conosciamo abbastanza. Posso dirti che sei una persona bellissima che ha regalato il cuore a troppe persone, ma che nonostante questo non perdi mai la voglia di darti alle persone, non curandoti delle conseguente per te stessa. Tuttavia in mezzo a tutti questi bellissimi pregi hai anche un grosso difetto, sei terribilmente orgogliosa. Alla fine sai ammettere che anche tu puoi sbagliare. E poi un’ultima cosa ma non meno importante. Ti amo. -   e terminò il suo monologo rimanendo in attesa di una qualche reazione dalla rossa. Questa ormai aveva ripreso colore sul viso e con un’espressione alquanto infastidita fece – Peccato che in questo tuo monologo non mi hai fatto la domanda più importante –
Il tono freddo della rossa lo fece sudare freddo, che cercò di mascherare in tutte le maniere – E …quale sarebbe? –
- Se voglio sposarti. Lo hai dato per scontato -
- Oh beh si fa presto a rimediare –gli disse mettendosi in ginocchio davanti a lei – Donna Noble, sei pronta a dividere il resto della tua vita con me, anche quando sarai una vecchia bisbetica ed io un vecchio rimbambito? Sei pronta a rimanere al mio fianco anche quando avremo delle litigate in cui ci urleremo contro e probabilmente ci tireremo i piatti? Vuoi sposarmi? –
E a quella domanda, l’unica che Donna voleva sentire in effetti si sciolse, gli saltò addosso e con il viso rigato da lacrime di felicità.
-Si si ed ancora si! Perché sei così complicato nel dire le cose???Devi sempre girarci intorno –
Allora Chris se l’abbracciò stretto mentre lei continuava a singhiozzare.
-   Ora dobbiamo solo organizzare e dirlo a gli altri – constatò Chris.
Donna annuì con decisione -  E John e Rose saranno i nostri testimoni, si rimetteranno insieme prima del matrimonio, com’è vero che ho accettato di sposarti!-
- Non potevo chiedere di meglio -  fece lui per poi abbandonarsi in un lungo bacio.








Buonaseraaaa! Ed anche buongiorno a chi leggerà questo capitolo domattina. Dunque aggiornamento un pò in anticipo e capitolo leggermente più lungo assolutamente Donna&Chris centrico...Che ne pensate?
Ma sopratutto come avete passato Pasqua e Pasquetta? Pranzi con parenti ed amici con mille portate? Se si allora siamo in due! Comunque vorrei suggerurvi di cominciare a rimettervi in forma, cosa che sto facendo io naturalmente perchè siamo tutti invitati al matrimonio di due pazzi scatenati, cioè un tizio con le orecchie a sventola e una tipa con i capelli rossi.
Spero che verrete ovviamente!

Ok,  a parte la nota di sklero (sarà l'ora tarda) volevo solo dire che mancano esattattamente tre capitoli al termine, e che Eleven apparirà dal prossimo, non in questo come avevo detto la volta precedente, chiedo scusa per l'errore.
A parte questo, spero naturalmente che questo capitolo sia di vostro gradimento. 
Vi invito a lasciare un commento qualora vi andasse, per il resto appuntamento tra due settimane! Alla prossima!

   
 
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