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Autore: pollama    13/04/2012    1 recensioni
Una ff su Ron e Hermione romantica e simpatica.
E' arrivata seconda al contest Zodiac Word Contest di Kalie_Yume88.
Ha vinto anche il premio "occhi a cuoricino".
Storia in prima persona.
Buona lettura *w*
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Fa caldo anche se è passata da poco mezzanotte. Non riesco a dormire, sento il materasso duro come una roccia. Il mio pensiero è rivolto solo a lei, alla mia dolce e bellissima Hermione.
Mi ha rapito il cuore, come una sirena fa con un marinaio naufrago.
La amo più della mia vita, morirei per lei.
Ormai il sonno mi si è scrollato di dosso, mi alzo e con un movimento veloce accendo la bacchetta. Prendo gli abiti che avevo sistemato sulla sedia e veloce mi appresto per uscire. Una volta arrivato in  giardino, guardo il cielo. Quella notte era perfetta.
«Miseriaccia è perfetta! » sussurro come se ci fosse qualcuno al mio fianco.
Mi sistemo la camicia nei jeans e faccio un bel respiro.
Non mi piace smaterializzarmi, ma questa volta non ho scelta.
Mi concentro e nella mia mente si figura il suo bel viso. Sento una stretta allo stomaco e il terreno sparire sotto i piedi. Dopo pochi secondi avverto il suolo sotto le ginocchia. Con un po’ di affanno mi rialzo. Mi guardo intorno, spero che sia la casa giusta. Ma quale sarà la sua stanza?
E se aprissi la porta con la magia? Non credo di finire nei guai con un semplice incantesimo a fin di bene.
Con un leggero tocco della bacchetta sfioro il pomello della porta d’ingresso.
«Alohomora» bisbiglio e la porta finalmente si apre.
Con la bacchetta accesa entro nella stanza. Quante cose strane hanno i babbani in casa.
Una scatola nera, con un vetro e dei pulsanti attira la mia attenzione, chissà a cosa serve. La curiosità è forte e a rilento premo un tasto rosso. All’ improvviso sul vetro della scatola escono varie immagini, persone, animali.
Per la barba di Merlino che chiasso!
«Miseriaccia, miseriaccia. Come si spegne questa scatola diabolica? »
Con un movimento rapido lancio un incantesimo ed infine, quello strano oggetto, si spegne.
Sono degno figlio di Arthur Weasley. Non c’è uomo, oltre a lui, più incuriosito dalle cose babbane.
In fretta lascio la stanza che pian piano si sta invadendo di fumo. Mi ritrovo accanto a delle scale. Sono ancora in tempo per andar via. Forse, era meglio se scrivevo una lettera
Facendo spallucce mi preparo a salire in silenzio al piano di sopra. Per fortuna, gli scalini  non sono scricchiolanti come quelli della Tana.

Ed ora, quale sarà, tra queste tre, la stanza di Hermione? Meglio se tiro a sorte.
«Per la barba di Merlino, qual sarà il mio destino? Prego tanto il mio ditino, di dirmi il mio cammino»
Miseriaccia, questa storia mi sta rimbecillendo, non dicevo questa filastrocca da quando avevo sei anni.
Apro lentamente la porta, e finalmente eccola.
La mia bellissima Hermione. E’ ancora più bella quando dorme.
Con dolcezza le accarezzo la guancia e le sposto un po’ i capelli dal viso, così da poterla guardare meglio. Mi dispiace svegliarla, sta dormendo così beatamente. Ma questa notte è perfetta. Perdonami amore, ma se non lo faccio ora, chissà quando avrò il coraggio di rifarlo.
Con un bisbiglio le dico all’orecchio «Piccola… Hermione, svegliati»
«Mmmh? Chi è?»  dice assonnata e spaventata sussulta.
«Ssh- ssh. Hermione sono io, Ron! » avvicino la bacchetta illuminata al viso e appena mi vede mi da un pugno sul braccio.
«Ahi, perché? »
«Ronald sei impazzito? Piombi in camera mia in piena notte e per di più al buio. Ti sembra normale? »
Dal tono di voce capisco che si è un po’ arrabbiata. Ma non mi perdo d’animo, devo dirle perché sto qui.
«Her- Hermione, scusami non volevo farti spaventare, giuro! Ma devi venire con me, fuori » le dico alzandomi dal letto.
« Fuori?» mi chiede. Io, però, non le rispondo le porgo solo la mano.
Lentamente si alza dal letto e per fortuna non c’è luce, altrimenti mi avrebbe visto arrossire vistosamente. Ha una camicetta da notte che le abbraccia delicatamente i fianchi e le gambe erano quasi del tutto scoperte.
«Per… per caso hai un tetto?»
«Cosa ne dici?»
«Ehm… volevo dire, se possiamo salire sul tetto»
Hermione rimane spiazzata, e sicuramente se non stava ancora intontita per il sonno, mi avrebbe detto qualcos’altro.
Senza dire nulla, mi da la mano e mi porta infondo al corridoio, dove c’è una piccola scaletta a chiocciola.
Saliamo lentamente, e in un attimo ci ritroviamo sul tetto della casetta.
«Eccoci qui » dice a bassa voce. Ci sediamo e la sua vicinanza mi fa sentire ancora più caldo di prima.
«Cosa mi devi dire?»  mi chiede a brucia pelo. Io preso alla sprovvista riesco solo a balbettare «Io… io ti vo- volevo chiedere se ti andrebbe di ve-vedere le stelle cadenti con me»
Lei annuisce e mi sorride, pian piano si avvicina sempre più e poggia la testa sulla mia spalla.
«Sai, si dice che le stelle cadenti possano far avverare i desideri» le dico accarezzandole la mano.
«Si, ma il mio si è già avverato»
«Quale era? » chiedo curioso.
«Sei tu. Tu sei il mio desiderio » mi sarei aspettato di tutto, ma non quella risposta.
«I- Io?» imbecille chi sennò?  Non c’è nessun’altro qui oltre a te.
Detto questo, rimaniamo in silenzio per un bel po’, tenendo gli occhi fissi al cielo trapuntato da mille spilli dorati.
Finalmente ecco cadere due stelle, io sussulto eccitato ed indico il punto in cui erano comparse.
«Ron non dire il desiderio, altrimenti non si avvera» mi dice dolcemente Hermione.
«Si, ma io lo devo dire per forza»
«Perché?» chiede interessata. Quanto è bella quando fa quest’espressione. Ronald torna serio e concentrati! Hai solo questa opportunità.
Faccio un bel respiro ed inizio a dirle arrossendo «Sei tu la mia piccola stella e riferisco a te il mio desiderio» e le porto la mano sul mio petto. Con mia più grande sorpresa scopro sul suo volto un leggero imbarazzo. Non le avevo mai detto nulla del genere. Prendo un po’ più di coraggio e continuo a parlare, schiarendomi prima la voce.
«Her- Hermione, io desidero dal più profondo del mio cuore che tu diventassi mia moglie… Mi vuoi sposare?»
Lei sussulta e con le lacrime agli occhi si porta una mano alla bocca, io con un sorriso nervoso aspetto una risposta. Ti prego dì di sì… dì di sì.
L’ho lasciata senza parole, forse è stata la prima volta in tutti gli anni passati.
Mi sento soddisfatto, per una volta l’imbranato Ronald Weasley aveva lasciato senza parole la brillante streghetta Hermione Granger.
«Si» mi dice debolmente con la voce spezzata dalle lacrime, ovviamente, di gioia.
Ci stringiamo forte, e sento dentro me una sensazione mai provata, un misto di gioia ed eccitazione.
Rimaniamo incatenati l’uno all’altra fino all’alba, non abbiamo avuto più bisogno di parlare, come se sentissimo l’uno i pensieri dell’altra.
«Ora vai a casa, altrimenti chi li sente i miei» mi dice accarezzandomi.
«Ah… Hermione, ehm... l'incantesimo per riparare gli oggetti... è Re- Reparo? »
«Sì, è Reparo… ma perché? A cosa ti serve? » mi chiede con un tono interrogativo abbastanza preoccupato.
«C’è una scatola nera, nel salone, ed accidentalmente credo di averla rotta»
«La… la televisione di mio padre? Oh Ron, va a casa. Risolvo io tutto»
Mi dice ridendo, come è bello sentirla ridere.
Con delicatezza le bacio le labbra, le do un ultimo sguardo smaterializzandomi con un sorriso ebete stampato sul viso. Ho una sensazione strana nel petto: agitazione, felicità... non so come poterla descrivere. Con un sospiro, entro in camera mia ed incomincio a scrivere ad Harry. Lui mi potrà consigliare bene sul da farsi. Dopotutto, lui il grande passo l'ha già fatto da tempo.
 
  
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