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Autore: torcida27    13/04/2012    2 recensioni
Nell'universo Mirai, Trunks e Goten sono coetanei e quest'ultimo ha una sorella gemella, Dairen appunto. Vera protagonista della storia, sarà lei ad accompagnare l'amico nel passato, dove apprenderanno una verità sconvolgente..che nessuno vorrebbe affrontare.
Genere: Avventura, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Trunks, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ANGOLO AUTRICE:
Ecco qui il secondo capitolo!
Scriverlo è stato un parto: volevo descrivere talmente tante cose che mi sono incasinata più e più volte. Spero sia venuto fuori bene, e che vi piaccia tanto quanto il primo, se non di più! :D
Probabilmente la descrizione di Dairen non risulterà particolarmente dettagliata. La verità è che, nonostante sia un personaggio che ho ideato anni e anni fa, non sono mai riuscita a darle una connotazione fisica specifica. Però non deve scadermi nello stereotipo che la figlia di Goku sia la fotocopia di Chichi. Questo MAI.
Buona lettura a tutti!! :DD

torcida27







Diagnosi della Signorina Son Dairen, paziente n°189, stanza 67:
Trauma cranico mortale, 8 costole incrinate e profonde ferite lungo tutto il corpo.
La paziente, miracolosamente sopravvissuta, è caduta in un coma profondo. 
Le possibilità di risveglio sono praticamente inesistenti.

 

 

Il giorno seguente sua madre corse a trovarla in un fiume di lacrime di dolore e gioia insieme.

Chichi era ormai una donna psicologicamente distrutta, vittima di un destino maledetto: dopo la morte dell'amato marito e dell'adorato figlio maggiore, non avrebbe potuto reggere anche la scomparsa della sua bambina. Alla vista della figlia, ormai sana e salva, le lacrime scomparvero dal suo viso segnato, lasciando spazio ad uno splendido sorriso: Da anni non ne nasceva uno sul volto di sua madre, e il cuore di Dairen non poté fare altro che riempirsi di una gioia indescrivibile.
Stava diventando decisamente troppo sensibile ai sorrisi delle persone, ma forse erano solo quelli dei suoi cari ad essere così meravigliosi e splendenti.
Quel giorno venne anche Bulma. Adorava quell'eterna ragazzina, che nonostante tutto non aveva mai perso la voglia di vivere e di sperare: era stata proprio lei, genio quale era, a costruire la macchina del tempo che avrebbe permesso ai due ragazzi di tornare nel passato per ripristinare la pace. Per Dairen, Bulma era come una vera e propria seconda madre, e sapeva di poter contare sempre sul suo appoggio; quante volte l'aveva consigliata e consolata, soprattutto in quei giorni in cui il male di vivere di sua madre si faceva più pesante da affrontare.
Ad una settimana dal suo risveglio Dairen si trovava ancora in quel maledetto ospedale, nonostante fosse praticamente guarita. I medici erano rimasti increduli nel constatare i tempi record di guarigione della ragazza. Certo, se l'era vista brutta, aveva rischiato veramente di morire a causa di quel trauma cranico, aveva rischiato di non risvegliarsi più dal coma. Ma Dairen non era un essere umano qualunque. Era una saiyan e, una volta superata la soglia di pericolo, guarire era stato un gioco da ragazzi. I medici avevano comunque concordato sul fatto che dovesse passare qualche giorno in più sotto osservazione. Dairen era però ormai stufa di ammuffire in quella stanza decadente: a parte quei felici intermezzi giornalieri passati assieme alla mamma, a Goten e a Bulma, quelle giornate erano, ogni secondo di più, qualcosa di insopportabile da vivere. Niente poteva realmente distrarla da quel terribile senso di colpa che provava nei confronti di Trunks, che diventava sempre più difficile da sopportare; il senso di protezione di quel ragazzo nei suoi confronti era infinito. Era naturale quindi che la consapevolezza di averlo fatto partire con il dubbio che potesse essere veramente in pericolo di vita la stava distruggendo.


Finalmente arrivo l'ultima notte prima di degenza e Dairen, agitata come una bambina che l'indomani sarebbe partita per la gita scolastica, non riusciva a prendere sonno. Erano ormai ore che continuava a girarsi e rigirarsi nel letto. Decise così di alzarsi, nonostante non avesse una meta specifica. La sua attenzione venne però bene presto catturata dal grande specchio a muro appeso in prossimità della porta della stanza. Erano giorni che non si guardava allo specchio.
Dairen era una ragazza splendida: se fosse vissuta in un mondo di pace, avrebbe sicuramente avuto tutta la componente maschile scolastica ai suoi piedi. Dai suoi genitori aveva ereditato il meglio, soprattutto per quanto riguarda l'aspetto caratteriale: era determinata e testarda come la madre, ma anche gioiosa e coraggiosa come il padre.
Ma se fisicamente Goten era la fotocopia del padre, di certo non si poteva dire che Dairen fosse tutta sua madre. Certo, la forma fisica agile, leggera, slanciata, perfetta per l'arte del combattimento l'aveva sicuramente ereditata da lei; inoltre, nonostante la forza sovrumana che la contraddistingueva, Dairen non presentava – fortunatamente, a dir suo - muscoli particolarmente sviluppati. Era minuta, ma con le curve al punto giusto.
I suoi capelli erano lunghi, lisci e setosi, caratterizzati da una frangia scalata e leggermente disordinata, proprio come quella di Goku. A completare il tutto ci pensavano i suoi lineamenti delicati ma allo stesso tempo decisi e il suo sguardo determinato, da vera saiyan. La bellezza di Dairen non era prorompente come quella di Bulma, ma delicata e discreta. Di quelle che, una volta scoperte, non se ne può più fare a meno.

Del trambusto proveniente dai corridoi interruppe improvvisamente quell'ispezione corporea notturna. Chi avrebbe mai avuto la forza di fare tutto quel casino a quell'ora? Scocciata, Dairen stava per uscire a protestare quando riconobbe tra le aure coinvolte in quel baccano quella che più di tutte aveva desiderato percepire in quelle interminabili giornate. Era la più turbata e più essa si avvicinava, più le parole che rivolgeva alle altre risultavano chiare e..inaspettate.
<< Vi prego, fatemi vedere la signorina Dairen! Ho bisogno di vederla! Vi prego, è urgente! >>
<< Ci spiace signore ma le regole sono regole e non abbiamo mai ammesso visite a quest'ora. Potrà tornare tranquillamente domani mattina, adesso per favore si calmi e torni a casa >>
<< Forse lei non ha capito..IO DEVO VEDERLA! E' QUESTIONE DI VITA O DI MORTE >>
Visti i tempi che correvano, non era cosa da poco parlare di “questioni di vita o di morte”: riuscivano a convincere anche la più stretta tra le sorveglianze.
Dairen senti l'aura avvicinarsi sempre di più e l'attesa sembrava interminabile.
Poi essa interruppe finalmente la sua corsa e spalancò la porta.
Lentamente, Dairen si voltò.
Trunks.
Era lì, per lei. Nonostante quello che gli aveva fatto passare.
I loro occhi si persero l'uni negli altri.
Azzurro e nero.
Luce e oscurità.
Due elementi che non potrebbero vivere da soli. Due elementi che si completano
Dairen corse tra le braccia del saiyan e insieme diedero vita ad un abbraccio che valeva più di mille parole, più di mille scuse.
Un abbraccio così coinvolgente e commovente che alla ragazza parve di aver saltato qualche battito. Eppure, quante volte Trunks l'aveva abbracciata in diciassette anni di vita?
Rimasero così, uniti e immobili, per qualche minuto; più il tempo passava, più Trunks la stringeva sé. Voleva verificare fino all'ultima prova che fosse lì, viva, tra le sue braccia. Reale.
La Sua Dairen era ancora viva.
Eppure l'aveva vista, mentre si allontanava a bordo della macchina del tempo, accasciata a terra, priva di vita. I cyborg non avevano mai osato ridurla in quello stato. Son Dairen non si sarebbe mai fatta ridurre così da nessuno. Alla vista di quella tremenda visione l'unico desiderio di Trunks era stato quello di interrompere la sua partenza e di correre in soccorso di quella meravigliosa creatura, così preziosa per lui.
I loro occhi si incontrarono ancora. Trunks affondò la mano destra nei suoi capelli corvini; le loro bocche erano in procinto di unirsi ed annullare la distanza che li aveva sempre divisi. Dairen poteva sentire il suo dolce e fresco respiro entrarle dentro. Non sarebbe riuscita a resistere questa volta..

<< T-Trunks no..sai che..non possiamo >>

Quelle parole maledette risuonarono violentemente nel silenzio della stanza.  
Le ci volle tutto il suo autocontrollo per pronunciarle.
Facevano male anche a lei.
Perché si amavano. Si amavano da morire. Follemente.
Si amavano da sempre, ma il loro amore si era manifestato per la prima volta un giorno di inizio estate di tre anni prima, poco dopo la morte di Gohan. Ben presto si erano però resi conto che quella relazione li avrebbe distratti dai loro obiettivi: loro erano, assieme a Goten, gli ultimi guerrieri, gli unici che avrebbero mai potuto sconfiggere i cyborg.
Erano nati per questo, erano stati cresciuti ed educati per questo.
Ma la decisione di anteporre il bene dell'umanità al loro amore si era rivelata la più sbagliata della loro vita. Perché l'amore più viene represso e più diventa potente; il loro bruciante desiderio cresceva ogni giorno di più, desideravano appartenersi, viversi.
Ma l'amore non sarebbe esploso quella sera.
Forse era per questo che Dairen non riusciva a trattenersi durante i combattimenti: tutto il suo autocontrollo era veniva impiegato nella repressione dei sentimenti verso Trunks.
Gli occhi del ragazzo si riempirono di tristezza e incomprensione. La sua mano sinistra, ferma ad un centimetro dalla guancia di lei, pronta ad offrirle una dolce carezza, si chiuse in un pugno di sofferenza e lentamente si abbassò.
Dairen scansò l'abbraccio, interrompendo quel magico contatto. Si diresse vero il letto ma a metà della corsa si fermò istintivamente ad osservare la luna piena che svettava oltre le nuvole. Senza un perché le venne in mente che, se avesse avuto ancora la coda, si sarebbe trasformata in un orrendo scimmione. Rise amaramente a quei pensieri. Come poteva pensare ad una cosa così stupida in un momento del genere?
Decise così di rompere quell'atmosfera agghiacciante
<< Allora, il viaggio è andato come previsto? Sei riuscito a consegnare la medicina a mio padre? >> disse, girandosi nuovamente in direzione dell'amato. Voleva apparire sicura di sé, ma la sua voce incrinata l'aveva tradiva. L'ansia che la stava divorando dentro.
<< Certamente. Tuo padre è una persona fantastica, potremo davvero fare affidamento su di lui >> rispose Trunks, sicuro che quella verità avrebbe rassicurato e calmato la sua Dairen. << Pensa che è riuscito a fermare la mia spada con un solo dito! La stessa spada che ha sconfitto Freezer e Re Cold!! >>
<< ..scusa ma cosa centrano Freezer e Re cold?! >>
<< Erano arrivati sulla terra per prendersi la rivincita su tuo padre, ma egli era in ritardo di tre ore; così ho pensato di sconfiggerli io. Cosa che potevo anche risparmiarmi di fare, visto che Goku li avrebbe raggiunti con il teletrasporto. Evidentemente, ci ho preso un po' troppo gusto a modificare il passato>>. Il giovane saiyan pareva evidentemente seccato
<< Ahahahahah, che stupido, ti sei completamente scordato del fatto che mio padre sapesse usare la tecnica del teletrasporto!>> Dairen rise di gusto, non poteva crederci! << E dire che pure io so utilizzare quella tecnica! >>
La tecnica del teletrasporto era diventata una specie di tradizione da tramandare all'interno della famiglia Son: prima di morire, Goku l'aveva insegnata a Gohan, il quale a sua volta l'aveva fatta apprendere ai due gemelli.
Dairen non la smetteva più di ridere e Trunks non fece nulla per difendersi da quell'innocente presa in giro. Non voleva rovinare quel momento gioioso che aveva involontariamente creato.
Sarebbe rimasto ore a guardare Dairen ridere..da quanto tempo la ragazza non rideva così. Finì per contagiare anche lui.


Continuarono a ridere e scherzare per tutta la notte, come due comunissimi adolescenti senza pensieri. Qualche volta i loro discorsi si interrompevano, e allora i due cominciavano a guardarsi negli occhi per minuti interi: quello era il contatto più profondo del quale potevano godere.
Quella notte sembrava così lontana dal tempo maledetto in cui erano costretti a vivere. Quella notte era solo per loro, Trunks e Dairen.



 

  
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