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Autore: Fiore del deserto    13/04/2012    3 recensioni
Ritenuto colpevole per aver infastidito una mortale per secondi fini egoistici, Jareth viene punito dalla cugina Kassandra, la quale lancerà un incantesimo su tutto il regno. Per spezzarlo, Jareth, in compagnia di Sarah, avrà tredici ore di tempo per superare il dedalo, forse sufficienti per imparare la via del'umiltà; ma non sarà semplice, dato che al posto del Labirinto vi sono cinque porte che Jareth e Sarah dovranno superare senza il minimo errore!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E ciao a tutti quanti!
Allora, innanzitutto ci tengo molto a ringraziare le rispettive persone: la dolce Piso93, la gentile Devilcancry e la cordiale Jo_The Ripper per il continuo sostegno, la loro pazienza nel leggere queste mie bowi...ate ( ecco, già sto sclerando XD ) che grazie a loro riesco a trovare la fonte di ispirazione e il motivo per continuare a scrivere!
Quindi...
Un bacio a Piso93, un abbraccio a Devilcancry e un batti il cinque a Jo_The Ripper!!!
;D     
 
 
Non aveva fatto altro che pensare alle paure della sua Sarah da quando lei si era svegliata...
Era dunque questo ciò che temeva di più?
Davvero la solitudine le faceva tanto tremare le gambe?
Davvero questa poteva dimostrarsi una grande tortura?
Guardò Sarah di sottecchi, pareva turbata.
Questo perché anche lei stava pensando a ciò che aveva visto nella Sfera dei Sogni quando Jareth dormiva.
Era ancora rimasta sconvolta da quanto aveva visto.
Non poteva mai immaginare che Jareth, il re di Goblin, avesse avuto un’infanzia tanto cruda.
Allora, pensava, era per questo che a volte era crudele, ed anche se lo era, ma non le aveva mai torto un capello!
Questo perché lui odiava fare del male corporalmente qualcuno senza ragione, proprio perché voleva essere diverso da suo padre.
Per questo si comportava così con lei, con tutti quanti: il suo modo di comportarsi, era una specie di sfogo dopo una vita d’inferno passata con la persona che tanto odiava!
Tirò un sospiro e cercò di concentrarsi su ciò che stava per accadere.
Erano giunti in una foresta.
Gli alberi, le rocce, il terreno, erano privi di polvere brillante come lei ricordava.
Anzi, tutto parve più cupo.
Davanti a loro, giunse uno gnomo che indossava un’armatura e un mantello, chiaramente si trattava del quinto guardiano
- Benvenuti! – si inchinò lo gnomo – Io sono Craig, guardiano della Porta del Coraggio! Se siete qui vuol dire che avete già superato le altre prove, i miei complimenti! –
- Craig, – disse Sarah in tono educato – non per essere scortese, ma abbiamo poco tempo a disposizione... –
- Nessun problema! – sorrise Craig – Prego, seguitemi! Vi mostrerò la prova da superare! –
Il guardiano condusse i giovani in un posto a pochi metri di distanza da dov’erano giunti.
Lo spettacolo si rivelò agghiacciante.
Tutto intorno era coperto dalla nebbia, il paesaggio, dapprima naturale, si mostrava in una macabra palude, piena di alberi neri, scheletrici e spogli, e un orrido lago color verdastro riempiva lo spazio del tenebroso paesaggio. Sopra il lago vi era un ponte di legno, apparentemente in buone condizioni, che conduceva dritto ad una porta
- Allora, ragazzi – spiegò Craig – come avrete senz’altro capito, dovrete attraversare il ponte per arrivare alla porta che vi porterà dritti dalla regina Kassandra. –
- Solo attraversare il ponte? – chiese Jareth – Dov’è il trucco? –
- Ecco! – esclamò Craig – Qui vi volevo! Dovete sapere che quel lago è infestato da indescrivibili creature che cercheranno in tutti i modi per farvi gettare in acqua, con la forza o con l’astuzia. Voi non stateli ad ascoltare! Ignorateli e arriverete appena in tempo da Kassandra! Se finirete in acqua, le creature vi trasformeranno in uno di loro e non potrete tornare indietro!–
- Scusami... – intervenne Sarah – Hai detto che oltre all’astuzia utilizzano anche la forza. In che senso, scusa? –
- Non temere, fanciulla! – la rassicurò Craig – Io vivo qui da oltre cinque secoli e ti assicuro che è molto raro che le creature trascinino con la forza le loro vittime in acqua. Sai, sono molto timide! –
- Capisco. - disse Jareth – Quali sono le regole? –
- Beh... – continuò Craig – Come avrete già visto nelle altre porte, avevate dei limiti nell’usare la magia. In questa stanza, la regola è più severa: potrete usare solo una volta la magia, ma attenzione! Se la userete qui, non potrete usarla quando sarete dalla regina Kassandra! –
- Cosa? – esclamò Sarah – Ma non è giusto! –
- Non è colpa mia, fanciulla! – si giustificò Craig – Non sono io che faccio le regole, io faccio solo il mio lavoro da guardiano! –
Jareth mise una mano sulla spalla di Sarah
- Su, andiamo! Abbiamo già perso minuti preziosi! Dobbiamo proseguire se vogliamo salvare i tuoi amici! –
 - Va bene...! – sbuffò Sarah
- Mi raccomando, - disse Craig – siate prudenti! –
I due annuirono.
Erano arrivati all’inizio del ponte, quando i due si guardarono negli occhi
- Prima le signore! – disse Jareth con sorriso beffardo.
Sarah lo fulminò con lo sguardo e Jareth proseguì per primo, offeso ma scherzoso.
In effetti, il ponte non sembrava essere messo male. Certo, era scomodo camminarvi poggiando le mani su una fune che reggeva le piccole travi di legno, dove ogni movimento li faceva ciondolare
- Jareth... – disse Sarah – non che io mi lamenti, ma mi sta venendo una sorta di mal di mare... –
- Tu non guardare giù! – le consiglio Jareth senza voltarsi.
In quel momento, le creature iniziarono a farsi sentire con le loro voci stridule
- Sarah... Jareth... Venite con noi...-
- Vi offriremo molti doni... –
Jareth si irritò
- State zitti! – gridò il fae
- Kassandra è malvagia! – continuarono le voci – Possiamo svelarvi il segreto per batterla... –
Come Craig aveva suggerito, Jareth e Sarah ignorarono totalmente le richieste , chiaramente false, delle creature. Improvvisamente, Sarah vide qualcosa, o qualcuno, sbucare dall’acqua: era una creatura del lago, dalle sembianze femminili
- Jareth! – gridò Sarah indicando la creatura – Guarda! -
Jareth vide la creatura acquatica e prese Sarah per una mano
- Voltati! Non la guardare neanche! – ordinò il fae.
La creatura aveva la pelle liscia, color verde chiarissimo, tendente al celeste, occhi grandi e felini scuri come la notte, priva di sopracciglia, capelli rossastri, mani che parevano pinne. Pareva una sirena. Incredibilmente bella, ma molto letale.
Jareth continuò a camminare, ma non si accorse che Sarah non lo stava seguendo...
Sarah era come incantata dall’incredibile bellezza della creatura.
Quest’ultima non distoglieva lo sguardo da Sarah; era come se volesse incantarla, ipnotizzarla.
Sarah, in preda all’incanto, lasciò che la creatura poggiasse una squamosa mano sul suo braccio, per farsi trascinare dolcemente verso il lago
- Siamo quasi arrivati, mia preziosa! – disse Jareth sollevato; non ottenne risposta – Sarah? – Jareth si voltò e ciò che vide lo sconvolse
- Sarah! – gridò appena vide Sarah che si lasciava attrarre dalla creatura. Sarah si svegliò di colpo, ma era troppo tardi. La creatura si voltò di scatto verso Jareth, mostrandogli i denti aguzzi, soffiando a mo’ di gatto e trascinò di peso Sarah nel lago!
- SARAH! – urlò Jareth mentre la sua Sarah veniva spinta sempre più giù nell’orrido lago. Il fae non ci pensò due volte e si gettò immediatamente anche lui.
Inizialmente, volle farcela da solo, con le proprie forze.
Vide la sua Sarah che si dimenava mentre la creatura la portava sempre più in basso.
La pressione dell’acqua si faceva sempre più forte, impedendo a  Jareth di nuotare più velocemente, ma tenne duro.
Sarah emise un gemito, stava soffocando.
La creatura era troppo veloce.
Jareth era quasi arrivato vicino a Sarah, allungò una mano per afferrare quello di lei, ma la creatura se ne accorse e , mostrati i denti aguzzi, riprese a nuotare più velocemente. A Jareth iniziò a mancare l’aria, ma tenne duro.
Sarah guardò Jareth disperata, come se volesse gridare aiuto.
Quegli occhi..
Jareth non li avrebbe mai più dimenticati...
Non aveva mai visto tanta disperazione...
Forse, Sarah aveva capito che per lei era giunta la fine...
Sarah perse i sensi, distrutta per la mancanza di ossigeno.
Il sidhe perse il controllo e fece ricorso alla magia!
Avvilito, Jareth fece una cosa che mai avrebbe pensato di fare, supplicò
<< Kassandra! >> pensava, anzi parlava telepaticamente << So che riesci a sentirmi! So che ci stai guardando! Ho un enorme favore da chiederti! Questa è l’ultima volta che potrò ricorrere ai miei poteri e li sto usando per comunicare con te! Ascoltami! La mia vita, in cambio di quella di Sarah e dei suoi amici! >>
<< Dunque ti importa? >> rispose Kassandra usando anche lei la telepatia << Saresti disposto a sacrificare la tua vita, in cambio di quella della mortale e dei suoi amici? >>
<< Sì! >> rispose Jareth più sicuro che mai
<< Sai bene >> disse Kassandra solennemente << che così facendo, le causerai atroci sofferenze, Jareth? >>
<< Preferisco vederla vivere piangendomi una volta sola, >> disse Jareth << piuttosto che vederla morire e causare atroci dolori a più persone...! >>
<< Essia... Addio, Jareth...! >>
Una luce bianca intensa illuminò il lago oscuro.
La creatura, accecata dalla luce violenta, lasciò andare Sarah, per poi svanire insieme al paesaggio.
 
- Sarah! - Gudule le scuoteva la spalla – Sarah, svegliati! Avete vinto! Forza! Svegliati! –
 - Sarah! – una mano verrucosa le sfiorò la guancia – Sarah! Siamo noi! Svegliati!-
La ragazza aprì lentamente gli occhi.
Il suo sguardo cadde sul braciere sopra la Porta del Coraggio: una fiamma rossa ardeva di suo splendore, la prova era stata superata!
- Oh, Sarah! – esclamò una voce così familiare che Sarah scattò subito in piedi
- Hoggle! – quasi urlò Sarah per la bellissima sorpresa – Hoggle! Sei tu? -
Sarah si buttò tra le braccia del nano che l’accolse calorosamente nell’abbraccio
- Stai bene, Hoggle? – chiese lei colma di gioia – E Ludo e Sir Didymus ? –
- Milady! Milady! – Sir Didymus andò incontro alla ragazza che l’accolse tra le braccia – Noi tutti esultiamo nel saper che avete ripreso conoscenza! –
- Shara, sta bene! – sorrise Ludo
Sarah si voltò e il suo cuore si riempì di gioia nel vedere il suo amico gigante!
-Sì, sto bene! E voi come state? Vi hanno fatto del male? – chiese lei
- Affatto, Milady! – rispose Sir Didymus – Sua Altezza Kassandra fu molto magnanima con noi! -
- Davvero? – si stupì Sarah
- Ti sembrerà strano, Sarah – continuò Hoggle – Kassandra ci ha trattati molto bene! –
- Ma come? Non eravate suoi ostaggi? – chiese Sarah
Hoggle, Sir Didymus e Ludo si guardarono negli occhi, confusi e imbarazzati
- Beh, in un certo senso sì... – balbettò Hoggle – Però ci ha trattati con rispetto! Eravamo suoi ostaggi e, come tali, eravamo chiusi in una gabbia; però era molto confortevole. Ci dava comunque da mangiare e rispettava le nostre esigenze. Ci avrebbe liberati non se avreste superato tutte le prove, ma solo se Jareth avrebbe imparato la lezione, ovvero la via dell’umiltà... -
- Un momento! – sussultò Sarah – Fermi tutti! Dov’è Jareth? –
Già! Dov’era Jareth?
Che sciocca, pensava, come aveva potuto dimenticarsi di lui?
I suoi amici tacquero, chiudendosi in loro stessi, facendo rabbrividire la ragazza
- Beh? – esclamò Sarah – Cos’è questo silenzio? –
Nessuna risposta. Ci pensò Gudule a rompere il silenzio. Si avvicinò a lei
- Ascoltami, piccina... – la vecchina le mise una mano sulla spalla – Purtroppo... –
- Cosa?- Sarah intuì qualcosa di raccapricciante; gli occhi le si inumidirono, afferrò Gudule per le spalle –Gudule! Che cos’è successo? Dov’è Jareth? –
Nessuna risposta. Gudule abbassò lo sguardo.
Una luce intensa investì le spalle di Sarah, accecando tutti quanti
- Regina Kassandra! – si inchinò Gudule
- Vostra Altezza! – Sir Didymus si piegò in un formale inchino, seguito da Ludo e Hoggle.
Sarah si voltò e vide Kassandra, in tutta la sua bellezza e regalità, dal volto segnato dalla durezza.
La luce intensa non permise a Sarah di capire chi o cosa stesse tenendo tra le braccia.
Ogni volta che la luce si schiariva, Sarah si sentì morire sempre di più...
Come se l’aria le stessero abbandonando i polmoni...!
  
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