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Autore: Meiko    25/04/2004    1 recensioni
La dama dei ifori è una ladra famosa per i suoi fiori- messaggio. Tom Becker è un ispettore di polizia che da due anni tenta di catturarla. Una specie di "Lupin" misto a "Diabolik" che spero non vi dispiaccia!
Genere: Azione, Mistero, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Taro Misaki/Tom
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Cap.9

Si svegliò con un dolcissimo profumo che aleggiava sopra di lei, socchiudendo lentamente gli occhi, era sdraiata sotto delle fresche lenzuola adesso sgualcite, tra cuscini morbidi, i capelli formavano un’aura quasi angelica su quel viso che si tingeva di un sorriso sereno, per poi lentamente svanire, mentre si metteva seduta comoda, strofinandosi e facendo un poco elegante sbadiglio, ricordandosi di essere nella villa di Schneider, di avere una missione per conto del FBI e di aver dormito con Tom.
Questo pensiero più di tutti le fece nascere un sorriso felice e malizioso più che mai, per qualche minuto, quando si era svegliata nel cuore della notte, aveva potuto ammirare il fisico paradisiaco dell’uomo, osservando attenta il viso da bambino addormentato e i capelli perennemente spettinati, sorridendo affettuosamente.
Si stiracchiò come un gatto pigro, e in quel momento Tom uscì dalla doccia a busto nudo con addosso un costume da bagno a pantaloncino, un asciugamano sulla testa e una piccola rete di gocce d’acqua che adornavano le spalle grandi e l’inizio del petto.
-Buongiorno-
lei sorrise, ammirandolo, quella meraviglia d’uomo non si rendeva conto del rischio che correva a girare così in presenza di lei.
Sorrise allegra e maliziosa.
-Buongiorno!-
Tom sorrise, osservando la camicia che lei indossava per dormire, era più grande di lei di almeno una taglia, e i bottoni sbottonati rivelavano i reggiseno e le mutandine.
Margherita guardò fuori dal davanzale, anche quella era una giornata stupenda, il sole picchiava in quell’isola.
-Sembra di essere ai tropici! Eppure siamo ancora in inverno!-
-Dev’essere il clima mediterraneo. Ah! Amy e Julian ci aspettano in piscina alle undici, abbiamo ancora un’oretta, fai colazione-
Tom indicò un carrello con una brioche profumata e del caffè con latte, e Margherita senza farselo ripetere due volte cominciò a gustarsi la brioche, mentre il ragazzo infilava un paio di jeans strappati alle ginocchia e una camicia sbottonata sul petto, sedendosi poi all’opposto di Margherita, che sorseggiava il suo caffelatte.
-Posso farti una domanda?-
-Certo-
-…come si sono conosciuti Amily e Julian? Lei non mi sembra una ladra, anzi mi sembra di averla gia vista da qualche parte-
non era quella la domanda giusta, ma anche su quel punto era curioso, e Margherita sorrise felina.
-Allora l’hai notato anche tu. Beh, in effetti Amily, prima di sposare Julian, era la moglie di un ricco impresario. La loro storia è molto famosa tra noi ladri-
-Dai, ti ascolto-
Margherita si alzò, dirigendosi verso il bagno e chiudendo dietro di se la porta, mentre Tom si avvicinava e si appoggiava alla porta di spalle, mentre la ragazza cominciava prepararsi per l’incontro.
-Beh…lui era molto famoso gia allora, avrà avuto 25 anni, 26 al massimo, quando la conobbe, pensa che lei era stata costretta a sposarsi a diciotto anni!-
Tom fischiò per risposta, mentre Margherita cominciava a lavarsi i denti, interrompendo per un momento la discussione, per poi riprenderla.
-Lui aveva minacciato l’impresario di rubare il “sole di mezzogiorno”, un topazio grande quanto il palmo della mano di un uomo abbellito con oro-
-Che c’entra Amily?-
-Vedi, l’impresario, che si chiamava Refford, aveva sposato Amily prima di tutto perché lei era di nobili origini, ma poi per avere un figlio che però non è riuscito ad ottenere in quanto lui era sterile. Trattava malissimo la moglie dando la colpa a lei-
-Allora?-
-Allora…Amily la sera del furto indossava la collana, e alcuni ladri che erano venuti per osservare il furto hanno ammesso che quella sera era davvero stupenda, quel gioiello la rendeva ancora più bella e affascinante.
Comunque, Julian spense tutte le luci, e stava per rubare il gioiello quando venne scoperto-
Tom guardò stupito la porta, mentre Margherita sorrideva a quel ricordo.
-Fortunatamente, Amily lo salvò in tempo, e lo pregò di portarla via con lui-
-E lui la portò via con se?-
-Certamente, lui si era innamorato subito di quella donna. Adesso sono più di cinque anni che sono sposati, e lei ormai è nota come una ladra molto intelligente e bravissima in fatto di spie e sistemi di rintracciamento-
-Sul serio?-
-Certo, devi sapere che lei è abilissima a costruire spie e cose di questo tipo-
Tom annuì, spostandosi dalla porta e avvicinandosi al davanzale, mentre Margherita ne usciva e si preparava anche lei, tornando in bagno per indossare il suo bikini e dei pantaloncini in jeans con una canotta rosa, i capelli legati in una comoda treccia, mentre Tom indossava i suoi occhiali da sole, affiancandola prendendo l’asciugamano.

Appena arrivati in piscina, la ragazza si tuffò in piscina, mentre Tom si sdraiava pigramente al sole, per poi ricevere gli schizzi d’acqua dalla ragazza, l’acqua era fredda!
-Vedo che vi divertite!-
Julian mostrava il suo bel fisico indossando solo dei boxer anche lui, di pelle era leggermente più abbronzato di Tom, che si mise seduto, mentre Margherita si immergeva, uscendone fuori dalla scaletta li vicino, lo stupendo fisico decorato di goccioline d’acqua, alcuni ciuffi di capelli fradici adornavano il fisico, gli occhi felini.
La ragazza affiancò i due uomini, asciugandosi velocemente corpo e viso, raggiungendo un’ombrellone dove ad attenderli c’era Amily con un cocktail e una spremuta di frutta che stava sorseggiando.
Tom e Margherita ordinarono due aperitivi a base di frutta, mentre Amily si toglieva gli occhiali da sole.
-Bene, immagino che sappiate dei sotterranei di questa villa. Bene, dovete sapere che la loro planimetria è grande tre volte il primo piano di questa villa, e si diramano in una serie di corridoi con sistemi di difesa molto pericolosi.
In un primo stadio ci sono i sistemi visibili: raggi infrarossi, telecamere e altro.
Poi c’è un secondo stadio di sistemi non visibili: sensori che avvertono il calore e sensori estremamente sensibili al tocco-
-Praticamente, se camminiamo o tocchiamo una parete, scatta l’allarme-
-Sono ancora più sensibili. Poi c’è un terzo stadio, un sistema a realtà virtuale-
-Realtà virtuale?-
Amily annuì
-Bisogna munirsi di speciali apparecchi visivi e di una carta magnetica per accedere alla stanza e per azionare gli apparecchi-
Margherita ticchettò lievemente nervosa le unghie sul tavolino, mentre Tom sorseggiava il suo aperitivo, ed Amily prendeva un attimo di fiato, Julian si guardò un secondo intorno.
-Per il primo stadio non ci sono problemi, ed anche per i secondo abbiamo trovato una soluzione, per il terzo l’unico problema è riuscire ad avere la carta magnetica-
la donna si passò una mano tra i capelli sciolti, erano una cascata di capelli rossi morbidi e lucenti, indossava un bikini che evidenziava le gambe lunghe e magre e il seno.
I quattro non fiatarono, per poi venire richiamati per il pranzo, dandosi appuntamento per il giorno dopo.

-Uff!!-
Margherita si sdraiò sul letto fatto, passandosi una mano sulla fronte e accarezzando i suoi capelli, mentre Tom si chiudeva dietro la porta, osservandola un attimo, prima di dirigersi verso il davanzale, fissando fuori la bella giornata, erano le due del pomeriggio, eppure il sole aveva cominciato gia a tramontare.
-Stai pensando alla carta magnetica?-
-Come la posso prendere a Schneider? Il nostro padrone di casa non si fa quasi mai vedere!-
-Su, non ti crucciare, ho chiesto di farci portare del the freddo, poi io esco-
Margherita si voltò sorpresa a guardare Tom.
-Dove vai?-
-Vado a fare un giro per la villa, alla ricerca di qualcosa di interessante-
l’uomo sorrise, uscendo dalla stanza con un comodo marsupio sulla spalla, lasciando Margherita leggermente sorpresa e preoccupata, che si sdraiò di nuovo sul letto a pensare sul metodo più semplice di prendere quella carta magnetica.

Si guardò intorno, era arrivato ad un parcheggio dove venivano sfoggiate porche e macchine sportive che valevano centinaia di soldi, Tom le ammirò con un sorriso divertito, accarezzando una porche color sabbia molto bella.
-Vedo che ha gusto per le macchine-
l’uomo si voltò, incrociando lo sguardo di ghiaccio di Schneider, quest’ultimo gli strinse la mano.
-Michael Leston. E’ davvero una macchina stupenda. Dovrà valere almeno un milione di dollari o addirittura qualcosa di più!-
-In effetti, questa è una macchina che mi è costata parecchio, ma sono un esperto diplomatico, e sono arrivato ad un accordo con il tizio che me l’ha venduta…-
Tom lanciò uno sguardo all’uomo che sorrideva divertito, ammirando la sua macchina e accarezzandola con una mano.
-Anche in fatto di gioielli ho visto che è buon gustaio, La collana della vostra ragazza è davvero magnifica-
-Quella era una sciocchezzuola-
-Non teme che qualcuno gliela possa rubare?-
il biondo tedesco sorrise diabolico all’inglese, un sorriso che gelava il sangue, tanto sicuro di se con un misto di diabolico che metteva in soggezione.
-Tutto quello che vede è tenuto sotto controllo dai miei occhi. Nessun ladro potrà mai portarmi via ciò che è mio-
quel mio pronunciato con accento tedesco mise un attimo Tom in soggezione, per poi fargli sorgere un impeto di fastidio, quell’uomo troppo sicuro di se gli dava fastidio.
-Beh, è stato un piacere parlare con lei, Mr Leston, ma devo andare-
Tom (o Michael, che dir si voglia) lo lasciò andare sorridendogli, anche se dentro era turbato dall’atteggiamento sicuro di quell’uomo, che parlò sottovoce con un uomo che nel frattempo li aveva raggiunti.
Era spagnolo, ma Tom capì ugualmente ciò che dicevano, e si allontanò velocemente, raggiungendo la parte dietro della villa, dove c’erano delle scuderie.
-Che razza di villa! Persino le scuderie!-
Tom entrò, assieme a lui un altro ricco signore cominciò a preparare il suo cavallo, e dopo aver scambiato un cenno di saluto con il giovane, si allontanò al trotto.
Tom incrociò uno scudiere.
-Si possono montare questi cavalli?-
-Certo, il signor Schneider ha dato libero accesso alle scuderie-
-Posso chiederle quanto ci si mette a cavallo a raggiungere questo posto?-
Tom indicò un punto su una mappa dell’isola allo scudiere, che ci pensò su grattandosi la testa
-Se si percorre una strada sterrata che taglia a metà l’isola, due ore all’andata e due al ritorno, non sembra ma l’isola è grande-
-Benissimo, grazie-
Tom guardò i cavalli, scegliendo un giovane purosangue scattante dal manto grigio- bianco, partendo così al galoppo.

-Tarda…-
Margherita guardò fuori dal davanzale, controllando l’orologio, erano le sette, Tom non tornava da quel pomeriggio alle due, ed era seriamente preoccupata.
-Mi aspettavi?-
Margherita si voltò di scatto, il viso sorridente del ragazzo sudato la calmò per qualche secondo, per poi sbattere poco elegantemente il piedino a terra, il tacco sulla moquette veniva soffocato.
-Ma dove sei stato? Mi hai fatto venire un infarto!-
-Scusami, hai ragione, ma avevo trovato qualcosa di interessante, e mi sono dilungato-
-Posso sapere che cos’era di così interessante?-
Tom puntò un dito sul nasino di Margherita, sorridendo allegro.
-Segreto-
-Non ci dovrebbero essere segreti tra noi…-
Tom si limitò a entrare in bagno, facendosi una doccia mentre Margherita aspettava risposte, osservando il marsupio, da una tasca fuoriusciva un rullino.
-Hai fatto foto?-
-Si, la fauna era molto interessante-
-E per fauna cosa vuoi intendere?-
-Beh…ho visto un incontro di animali che si scambiavano qualcosa di interessante-
-Hai visto Schneider trafficare?-
-SHH!-
Tom mise un dito sulle labbra facendo zittire Margherita, mentre finiva di vestirsi per la sera.
-Ho visto Schneider dall’altra parte dell’isola con dei furgoni aspettare un uomo che avevo incontrato questo pomeriggio, un brasiliano, e hanno tenuto una conversazione interessante, stanotte ci sarà uno scambio-
-Dove?-
-…perché ti interessa?-
-Perché vengo con te, dopo lo scherzo di oggi pomeriggio non me la sento di lasciarti andare da solo-
Margherita fissò convinta con un sorriso di beffa Tom ,che si limitò a sbuffare e ad annuire.
-L’appuntamento è dopo mezzanotte, sulla costa a nord della villa, ci si mette un’ora ad arrivarci. Ora andiamo, sto morendo di fame!-
la ragazza prese a braccetto l’uomo, seguendolo.

Avevano deciso di andare anche questa volta a cavallo, dato che con le moto o altri veicoli avrebbero fatto troppo rumore, e avevano seguito a distanza i camion.
Adesso erano li, su un’alta collina, sotto di loro Schneider scendeva da uno dei furgoni, facendosi in parte illuminare da un faro di uno dei due furgoni, guardandosi intorno e passandosi una mano guantata di cuoio, gesto che non passò inosservato a Margherita, che si sistemava dei capelli mossi dal vento che c’era.
-Il nostro amico non ha il mignolo-
Tom guardò meglio, e davvero a Schneider mancava l’ultimo dito della mano, ma un’altra figura attirò l’attenzione di Tom, che si mise di nuovo ad osservare con il binocolo il furgone.
-Ma quella non è la sua ragazza?-
Margherita si fece passare il binocolo.
-Gia, Annie, la modella, anche lei è coinvolta in questo traffico-
Margherita fece una smorfia, per poi indicare con il dito un altro furgone che stava arrivando, Tom tirò fuori la macchina fotografica.
Dal furgone ne uscì il brasiliano con quello che sembrava il suo tirapiedi, che raggiunse Schneider e la ragazza.
Tom cominciò a scattare qualche foto, per poi aumentare gli scatti quando vide una valigetta sbucare dalle spalle del tirapiedi del brasiliano.
La cosa fu piuttosto complicata, dato che il brasiliano voleva vedere la merce di Schneider, e l’uomo con fastidio gliela mostrava, guardandosi intorno, sospettoso. Si fecero le due quando alla fine si raggiunse un accordo.
-Tom, dobbiamo andare, o alla villa qualcuno potrebbe notare la mancanza dei cavalli-
l’uomo a malincuore diede ascolto alla compagna, allontanandosi velocemente al galoppo.

(Eccomi, al più presto il nuovo capitolo! Baci!
Meiko)

  
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