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Autore: Bebba    25/04/2004    12 recensioni
The Thin Ice- Il ghiaccio sottile... Le emozioni, il calore, il fascino dell'adolescenza che alterna una grande felicità a una grande delusione, al dolore, al pessimismo. Nessuno è immune, tutti ci sono passati ed essere maghi non aiuta, se ci mette lo zampino anche Voldemort allora... Leggete e recensite please ^__^
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAP 1

Chapter 1

The darkness must go

 

-Mi stai ascoltando- la faccia di mamma è rossa dallo sforzo di urlarmi contro. Riesco a sopportarla solo se penso che tra pochi giorni posso scappare da qui.

-Molly! Per favore! Non serve a niente urlare- dice mio padre, ma mia madre lo azzittisce con un cenno della mano.

-Spiegami. Come hai fatto ad avere questi voti nei G.U.F.O.?!- esclama mia madre –Se avevi problemi non potevi chiedere aiuto ad Hermione?-

-Molly! Dai ormai non puoi farci più niente- mugola mio padre.

-Non mi stai nemmeno ad ascoltare- ricomincia lei.

-Quanto la fate lunga. Non mi andava di studiare per questo non lo fatto- dico cercando di rimanere calmo, ma sono sicuro di aver usato la mia solita nocetta isterica di quando mi saltano i nervi.

-Cosa abbiamo fatto di male per meritarci questo Ron- mia madre si siede e sbuffa, lei crede che io sia diventato una specie di mostro glielo leggo negli occhi.

-Perché ti metti in questi pasticci Ron- replica arrabbiata.

-Ma di che pasticci parli? È solo uno stupido voto, non è morto nessuno- ora non mi contengo più, lascio esplodere tutta la mia rabbia –Sono uno stupido ok. La scuola non mi piace è tutta una questione di principio-

-Ma che stai dicendo Ron- mia madre mi guarda sconcertata.

-Basta! Domani ti porto al ministero e farai recupero con me- papà passa all’azione.

-Io non vengo da nessuna parte- grido –Accidenti! Piantatela! Non sono come gli altri io-

Il silenzio cala sulla stanza, l’aria si fa tesa e tutti e tre ci scrutiamo. Mi alzo di scatto buttando la sedia e frantumando di proposito il vaso di fiori sul tavolo.

Con passo svelto raggiungo la porta della cucina ed esco, il quadro della signora Black incomincia strillare per tutto il chiasso che faccio. I miei fratelli e qualcuno dell’ordine si affacciano alla scala.

-Avete sentito tutto vero- gli urlo mentre con un pugno rompo una vetrinetta accanto a me, loro mi guardano sconcertati forse non avevano sentito niente, ma sono sempre e comunque loro. Non ci resisto più dentro questa casa. Afferro il giubbotto di jeans ed esco fuori mentre sento dietro di me Moody che urla di non uscire pere non essere scoperti, ma onestamente non me ne frega niente. Che vadano all’inferno tutti quanti.

La prima cosa che devo fare in questo momento è allontanarmi il più possibile da Grimuld Place, e poi devo medicarmi in qualche modo la mano.

Corro verso il centro, corro tanto forte finche non mi scoppia la milza, a questo punto mi abbandono su di una panchina per riprendere fiato anche se, onestamente vorrei cessare di respirare, di esistere. Vorrei scomparire dalla faccia della terra. Oppure dimostrare che non sono lo scemo della famiglia, certo non ho le abilità degli altri, persino Virginia è più in gamba di me, mentre io sono solo il sesto dei Weasley oppure l’amico alto di Harry Potter, a secondo dei casi.

Il colpo di grazia o avuto l’anno scorso ad Hogwarts. A Quditch faccio schifo, il peggior portiere dei Grifondoro dell’ultimo secolo e anche più.

Onestamente o paura di non farcela.

Ed è da un po’ di tempo che penso che l’unica soluzione sia trovare il coraggio per cessare questa tortura.

Penso ci siano tre tipi di persone: la prima categoria è quella delle persone felici, senza preoccupazione alcuna. La seconda è quella dei problemi esistenti da risolvere per andare avanti. La terza è quella peggiore, cioè le persone senza futuro, di cui ne faccio parte io. Vorrei tanto farla finita, ma non ho il coraggio di affondare la lama nella vena, e spero tanto,che ora in questo momento, un’auto babbana mi metta sotto o che un morbo improvviso mi divori velocemente la vita.

Per quale ragione dovrei continuare a vivere sapendo che mi farei solo del male?

Sento di dovermene andare più lontano possibile dalla mia famiglia, non c’è la farei a resistere ad un altro attacco frontale da parte di mia madre, di un tentativo di aiuto da papà, dallo sfottere continuo di Fred e George, dallo sguardo di sufficienza che mi rivolge Harry da un anno a questa parte.

Preferisco vagare e allontanarmi il più possibile dalla città e da loro.

Scatto in piedi e cammino dritto chi sa per dove.

Arrivo al porto dopo due ore di marcia, mi appoggio alla banchina e respiro profondamente l’aria di mare mischiata a puzza di pesce marcio.

Vado a vedere gli orari degli imbarchi. È più lontana l’Olanda o l’Italia? Forse è meglio un posto dove si parli l’inglese quindi è meglio cercare di imbarcarsi per l’Olanda. Ma il vero problema è procurarsi i soldi per il biglietto.

Mi guardo in torno in cerca di qualche pollo da spennare, una cosa che ho imparato dai Fred e George sono piccoli trucchetti da ladruncoli.

In fondo alla strada c’è un vecchio,è ubriaco fracido non si regge quasi in piedi e barcolla pericolosamente.

-Salve, si ricorda di me?- gli dico sorridendo.

Il vecchio strizza gli occhi cercando di inquadrarmi –Non sarai mica Johnny il figlio del vecchio Geoffry?-

-Si sono io. Mi sembri stanco vuoi una mano?- chiedo con fare gentile porgendogli la mano destra.

-Certo Johnny accompagnami davanti alla taverna- sbiascica lui. Io gli passo un braccio sulla spalla e lo sorreggo.

-Non è che hai una sigaretta?- gli chiedo innocentemente.

-Dentro il cappotto, dammene una anche a me ragazzo-

Cerco un pretesto per fregargli il portafoglio, ora posso tranquillamente cercarlo con calma con la scusa delle sigarette, cerco da per tutto, infine lo trovo insieme alle sigarette. Gli prendo tutti i soldi e quella che credo sia una carta di credito.

Il signore che mi offre gentilmente il viaggio si chiama Frank Elliot. Mi infilo velocemente i soldi nella tasca dei jeans.

-Sei a corto di sigarette Frank e anche di soldi- gli dico.

-Allora andiamo prelevare qualche deca e poi prendiamo le sigarette- Frank mi indica una strana macchina a qualche passo da noi. Lo trascino fin la.

È una cosa quadrata e buffa, con uno schermo e dei numeri sotto il quadrante.

Inserire la carta

Faccio quello che mi chiede la macchina.

Inserire il codice

-Qual è il codice Frank?- chiedo.

-10553- sbiascica il vecchio sbadigliando e sedendosi sul marciapiede.

Immetto il codice poi prelevo il più possibile, lasciando però qualcosa al vecchio-

I soldi escono da una fessura metallica , li prendo e gli aggiungo al resto che avevo preso prima.

Frank sta russando sul marciapiede, gli appoggio la carta sul petto e vado a fare un biglietto.

-Destinazione prego- mi dice un uomo dietro un vetro.

-Olanda, solo andata-

 

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Ma che sta succedendo? Mi affaccio curioso dalla ringhiera delle scale, Ron sembra impazzito.

Le sue grida isteriche hanno persino svegliato il quadro della signora Black.

-Feccia! Come osi. La nobile casa di mio padre! Ohhhh-

Tutti sono fuori dalle proprie camere è guardano la strana scena. Ma che gli prende a Ron?

-Avete sentito tutto vero?- ci urla e infrange una vetrinetta con un pugno.

-Meschino!Impudente!- continua ad urlare la signora Black.

Ron si infila il giubbotto ed esce, mentre da sopra Moody gli urla di non uscire.

Scendo le scale velocemente, devo fermarlo. Ma Tonks e Remus mi trattengono.

-No Harry sarebbe imprudente. Ti potrebbe vedere qualcuno- Moody scende zoppicando le scale.

Intanto i coniugi Weasley escono dalla cucina, la signora Weasley sta piangendo e sussurra qualcosa di incomprensibile.

-Che è successo papà?- George e Fred sono scesi come due furie.

-Come Percy…perché?- singhiozzo la signora Weasley, mentre il marito l’avvolge con un abbraccio e la culla, ma io non ho ancora capito la situazione.

-Signor Weasley, perché Ron è scappato in quel modo?- chiedo.

Ma lui scuote la testa –Sono cose tra noi e Ron-

La signora Weasley  quando sente il nome del figlio piange più forte.

-Scusateci- dice Arthur e sorregge la moglie mentre salgono le scale verso la loro camera.

-Ragazzi tutti nelle proprie camere- tuona Moody.

Io salgo le scale a mala voglia, in fondo Ron è il mio migliore amico, non mi piace essere escluso.

Mi chiudo a chiave in camera, prendo un foglio di pergamena, devo sapere cos’ è successo.

Si può sapere cosa è successo? Non fare lo stupido e torna a casa che ne parliamo.

Scrivo velocemente e l’inchiostro sbava le parole.

-Edivige, trova Ron e daglielo. Mi raccomando- lego il biglietto alla zampetta squamosa di Edvige –Vai- le dico. Lei sbatte le ali ed esce dalla finestra aperta.

Prendo un altro foglio e scrivo ad Hermione.

 

Herm, se sai qualcosa di Ron o viene da te dimmelo.

Gli mando il biglietto con Leo, e aspetto guardando fuori dalla finestra.

Qualcuno bussa alla porta –Chi è?-

-Harry mi fai entrare? Sono Ginny-

Apro la porta, lei entra e si siede sul letto di Ron.

-Che è successo?- le chiedo.

-Volevo chiedertelo io- mi dice abbozzando un sorriso e abbassando lo sguardo.

In questo momento Fred e George si materializzano.

-Allora che è successo?-chiede Fred.

-Noi non sappiamo niente- diciamo insieme io e Ginny.

-Dai Harry sei il suo migliore amico devi sapere qualcosa- dice Fred.

-Non abbiamo parlato molto in questi giorni- borbotto a bassa voce, forse avrei dovuto parlare con lui.

-Speriamo solo che torni, un solo Percy basta e avanza-.

 

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Se sai qualcosa dimmelo…

Su Ron? Ma che ha combinato stavolta.

-Hermione!? È pronta la cena- mi urla mia madre da sotto.

-Non ho fame- anche se l’odore è invitante.

Devo sapere cosa è successo a Grimuld Place, come può pretendere Harry che sappia qualcosa se non so neanche qual è il problema.

Prendo la mini lettera di Harry e ci scrivo dietro una risposta altrettanto piccola.

Ch’è successo?

 

Rimando Leo ad Harry e aspetto trepidante una risposta.

L’ansia mi uccide, incomincio a mangiarmi le unghie, poi mi siedo alla scrivania e prendo il libro di pozioni.

“L’uso improprio della pozione rinfrescante possono portare molti effetti negativi…” ma che è accaduto a Ron? “Può causare un esplosione di acne su tutto il corpo…” non sarà scappato di casa? “Negli individui allergici al polline di orchidea azzurra…” sicuramente ha combinato una sciocchezza, ma perché sono cosi preoccupata per lui?

Sicuramente tornerà.

Basta Hermione un po’ di contegno. Ron è un tuo amico certo che sei preoccupata.

Prendo la musicassetta dei Dire Strais, mando il nastro avanti fino a Romeo and Juliet.

Mi stendo sul letto, e guardo il planetario che avevo costruito alle elementari per un esperimento di scienze.

Ron è cambiato, non avrebbe mai fatto niente che potesse nuocere alla sua famiglia, oppure si?

E se venisse davvero qui? Se venisse per me?

Magari a cantarmi proprio Romeo and Juliet. Non ho mai sentito cantare Ron, chi sa forse non è neanche stonato.

-Ma che penso!- esclamo, ma rimane lo stesso un sorriso sulle mie labbra. Chiudo gli occhi e vedo i suoi occhi azzurri profondi come il mare.

Forse mi sto innamorando di Ron, oppure lo sono sempre stata e non lo sapevo.

Ora vorrei tanto che Ron fosse scappato di casa per venire da me.

Lo spero tanto…

Il tempo passa e io rimango distesa sul letto con un sorriso ebete sulla faccia.

Immagino Ron ed io che ci teniamo per mano per i giardini di Hogwarts, poi lui avvicina la sua bocca alla mia, le nostre labbra si toccano appena e…

Leo sta picchiettando il becco contro il vetro della finestra.

-Scusa- gli dico mentre gli apro la finestra –Allora che notizie mi porti?- slego la lettera e la leggo tutta d’un fiato.

Sarò breve, Ron ha avuto una discussione con i suoi genitori, non sappiamo per quale motivo. È uscito di casa come una furia.

Non sappiamo altro.

Non e che puoi venire a Grimuld Place? Ti prego.

Se i tuoi dicono di si mandami Leo con l’ora e il giorno in cui possono venire Tonks e il signor Weasley a prenderti.

 

Mi precipito giù per le scale fino in sala da pranzo.

-Posso andare da Harry!- dico velocemente.

-Cosa c’è tesoro ti è venuta fame?- mi chiede mio padre ironico.

-Dai papà è importante- dico impazientemente.

-Non è che hai una cotta per Harry?- mia madre mi fa un sorriso con la sua dentatura perfettamente bianca e dritta.

-No- rispondo secca.

Ma loro continuano a guardarmi come se sapessero tutto, ma si sbagliano io ho una cotta per Ron.

-Allora?- chiedo.

-Certo che puoi, quando verrà Arthur a prenderti?-

-Subito- dico e mi lancio su per le scale.

Possono venire ora.

Leo vola verso Grimuld Place, io prendo il baule e butto dentro alla rinfusa libri e vestiti. Prendo il cestino di Grattastinchi –Grattastinchi vieni qui, su vieni-

Ma di Grattastinchi nessuna traccia, odia stare dentro il cestino e sembra abbia un sesto senso perché quando devo partire riesce ad eclissassi.

DRIN, DRIN, DRIN.

-Pronto?-

-Ciao, Hermione- è la voce di Ron

-Ron, sei tu?Dove sei?-

-Non posso dirti dove sono. Sai tutto vero?-

-Non so niente. Ma sono tutti preoccupati per te. Dimmi dove sei-

-Mi sto per imbarcare- imbarcarsi ma è impazzito

-Per dove?-

-Senti non dire a nessuno che ti ho chiamato-

-Ron che stai facendo?-

-Senti non posso dirti niente mi faro sentire, ma tu non dire niente a nessuno neanche ad Harry-

-Ron perché hai chiamato me?-

-Perché sei tu, senti devo andare. Mi raccomando-

-Ron, Ron aspetta…- ma ha gia messo giù la cornetta.

Chiudo il telefono. Cosa sta facendo Ron.

-Hermione cercavi Grattastinchi- mia madre spunta dalla sua stanza con in braccio il mio gatto che cerca di divincolarsi dalla stretta di mia madre -Che hai? Sembri sconvolta-

-Niente, puoi mettere Grattastinchi nella sua cesta per favore?-

Mia madre annuisce, io lascio andare la cesta e vado a chiudermi in bagno.

Ron a telefonato a me, non aveva neanche il mio numero e ci saranno migliaia di Granger in tutta Londra.

Ma ora che devo fare, devo dirglielo ad Harry? O devo mantenere la promessa fatta?

Ma perché la vita degli adolescenti è cosi complicata.

 

ΩΩΩΩΩΩΩΩΩΩΩΩΩΩΩΩΩΩΩΩΩΩΩΩΩΩΩΩΩΩΩΩ

 

Sono seduto da un’ora sul ponte del traghetto per Olanda, ho perso la sensibilità delle natiche. Osservo il cielo stellato, c’è qualcosa di bianco che si sta avvicinando alla nave, mi accorgo che è una sagoma di un grosso rapace, una civetta, lo sapevo che avrebbe mandato Edvige.

La civetta si appoggia sulla ringhiera del ponte e mi tende la zampetta con aria indignata.

-Hai fatto molta strada per trovarmi? Mi dispiace ma non è colpa mia. Senti aspettami qua, ok?-

Corro all’interno del traghetto, vado al bancone del bar ristorante –Senta ha una penna-

Il barman mi porge una biro, prendo un tovagliolo, stacco la parte in cui si legge il nome del traghetto.

Per Hermione: 16/15/19/20/1. V3 May Street

-Grazie- lascio la penna sul banco e ritorno correndo sul ponte. Lego il tovagliolo con il messaggio di Harry –Daglielo ad Hermione mi raccomando-

Edvige parte con il messaggio per Hermione. Non so perché ma ho l’impressione di potermi fidare solo di lei.

Il traghetto si mette in movimento e io entrò dentro, che farò quando sarò arrivato?

 

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Ci potevano essere tre possibilità per le quali Ron avrebbe chiamato proprio me:

1)      Sono l’unica che conosce che ha un telefono.

2)      Mi pensava, per questo voleva sentirmi prima di partire.

3)      Ero l’unica con il telefono e mi pensava

Sono le 21.39 e il signor Weasley non è ancora arrivato e io sono seduta chi sa da quando sul primo scalino delle scale ad aspettare.

Spero solo che vengano oggi.

Dlin Don

Scatto ad aprire la porta.

-Ciao Hermione, sei gia pronta?- è il signor Weasley ha l’aria stanca ma mi sorride lo stesso –Dove sono i tuoi genitori?-

-In salotto. L’accompagno- conduco il signor Weasley dai miei genitori.

-Arthur sono felice di vederti- mio padre si alza dal sofà e stringe la mano al signor Weasley –Hai l’aria abbattuta e successo qualcosa?-

-Purtroppo si Brad. Ron è scappato chi sa dove-

-Ecco perché la nostra Hermione era cosi scosta. Possiamo fare qualcosa per te e Molly- chiede mia madre.

-Grazie tante Jenet, ma finche non sappiamo dov’è, non possiamo fare niente-

Il signor Weasley è veramente triste, mi passa per la testa di dirgli della telefonata di Ron, ma mi trattengo solo perché lui crede nel mio silenzio.

-Su Hermione andiamo, ci sono Harry e Ginny che non vedono l’ora di vederti. Brad, Janet, ci sentiamo-

-Se ci sono notizie faccelo sapere-

-Contateci-

Aiuto il signor Weasley a trascinare il mio baule fuori in cortile, dove c’è Tonks che ci aspetta appoggiata ad una staccionata, appena mi vede mi corre in contro.

-Ciao Mione, come stai?-

-Bene- le rispondo –Come andiamo lì?-

-Volando- mi risponde sorridendo.

Mi scappa un lamento, odio volare con i manici di scopa, sembra che Tonks mi legga nel pensiero –Non ti preoccupare saremo sulla stessa scopa tu devi solo tenerti forte-

Il signor Weasley fa un incantesimo di invisibilità a me e al mio baule, poi fissa il cestino di Grattastinchi alla scopa di Tonks. Appena salgo sul manico di scopa chiudo gli occhi e mi stringo forte a Tonks. Ho una fifa tremenda di aprire gli occhi, ho paura di cadere giù, ho paura che Grattastinchi cada giù. Ho paura e basta.

 

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La signora Black ha incominciato ad urlare.

-É arrivata anche la mezzosangue. Se mio padre lo sapesse. Che vergogna, via da casa mia lurida feccia-

Mi catapulto giù per le scale e mi appare una Hermione un po’ sconvolta –Hermione-

Lei appena mi vede mi salta al collo e mi abbraccia.

-Dimmi che successo- mi sussurra all’orecchio.

-Su ti aiuto a portare il baule sopra-

Saliamo il baule fino alla stanza di Ginny, bussiamo ed entriamo.

-Ciao- Hermione saluta tutti con un sorriso –Allora che è successo?-

Io mi siedo vicino a George, che ha un’aria alquanto arrabbiata.

-L’unica cosa che sappiamo e che Ron è scappato- dice Fred

-Quello scemo si sta comportando come Percy, non mi stupirei se ora fosse al suo appartamento- continua George.

Hermione è ancora in piedi sembra ci nascondi qualcosa –C’è qualcosa che non va Hermione?-

-Credo- sembra non c’è la faccia ad esprimersi –Credo che prima di incolpare Ron per qualcosa dovremo scoprire perché ha fatto quella scenata-

-Anch’io la penso come Hermione- dico lanciandogli uno sguardo furtivo.

-Io penso centrino i G.U.F.O.- dice Ginny – insomma nessuno di voi ha notato Ron l’anno scorso?-

Nessuno risponde, mi sento terribilmente in colpa sono stato talmente egoista, con Ron avrò parlato si e no due volte dalla fine della scuola.

-Ron sembrava tanto annoiato della vita che si è lasciato andare, ora è arrivato al punto di rottura- continua Ginny guardandosi le scarpe.

-Abbiamo una psicologa tra noi- dice sorridendo George –Comunque non toglie il fatto che sta facendo piangere la mamma come Percy-

-É vero, infondo con Percy ha molto in comune- Fred si alza e si schiarisce la gola –Numero uno Percy ha insegnato a Ron a giocare a scacchi-

-E allora tu e George gli avete insegnato tantissime cose, come rubare un portafoglio o scassinare una porta- dice Ginny in difesa di Ron.

-Non m’interrompere- dice Fred alla sorella – Numero due Ron è un prefetto come Percy-

-Anch’io sono un prefetto ma non per questo sono la versione femminile di Percy- dice Hermione, Fred la congela con uno sguardo.

-Numero tre è alto come lui- conclude Fred.

-Ma Ron è più alto di Percy- dico io –State dicendo un sacco di sciocchezze voi due-

-Sarà. Ma se Ron continua a far piangere cosi la mamma non lo potrò mai perdonare- dice George e si smaterializza.

-Ha ragione George- esclama Fred e segue le orme del gemello.

-Non è vero quello che dicono loro- Hermione sta stringendo forte i pugni –Se solo provassero a capirlo-

-Hermione noi sappiamo com’è fatto Ron- dico io alzandomi e andando ad abbracciarla.

In questo preciso istante Edvige entra dalla finestra.

-Hai la risposta di Ron?- dico avvicinandomi, ma ogni volta che cerco di avvicinarmi Edvige sbatte le ali –Che ti prende bella-

Edvige vola vicino ad Hermione e gli porge la zampa con fare insistente, lei slega la lettera, ma gli tremano talmente le mani che gli cade per terra, s’inginocchia e la riprende, scorre lo sguardo sulle parole poi gira il foglio.

-Non ha risposto Harry- dice triste –Scusatemi vado a bere un bicchiere d’acqua- esce dalla stanza e lascia il foglio sopra la cassettiera vicino alla porta.

Nella stanza rimaniamo solo io e Ginny.

-Grazie di aver difeso Ron- mi dice lei.

-è il mio migliore amico- dico –è normale che lo difendi e poi Fred e George hanno detto un sacco di cretinate-

-Sai Harry, se tutti gli uomini fossero come te il mondo sarebbe migliore- dice Ginny alzandosi e uscendo, lasciando me terribilmente in imbarazzo con una strana sensazione dentro.

 

µµµµµµµµµµµµµµµµµµµµµµµµµµµµµµµµµµµµµµµµµµ

 

Non credevo che la notte potesse essere cosi fredda.

Che la solitudine potesse portare tanto sconforto.

Che le stelle potessero darti un’enorme senso di nostalgia.

Spero solo che l’Olanda non sia cosi lontana, spero solo di poter cambiare…

 

The darkness must go

Down the river

Of nights dreaming

Flow morphia slow

Let the sun

Light come streaming

Into my life

Into my life

The Rocky Horror Picture Show

 

 

 

 

Questa è la prima f.f. che ho il coraggio di mandare (mia sorella dice che è troppo triste), se decido di continuarla succederano un sacco di cose,

Ho scelto di usare un Ronald Weasley estremamente depresso x questa fiction, xkè ho incominciato a scriverla un giorno che credevo di non poter avere un futuro, e ho deciso di trasmettere questa depressione a Ron xkè io  e lui ci assomigliamo molto. Non so se avete capito gia le coppie, avevo deciso di non far mettere Hermione con Ron, ma onestamente non riesco a immaginarmi Ron/Hermione con qualcun'altra/o.

Non so quando manderò il proximo capitolo, spero molto presto cmq.

Mi raccomando recensite dite liberamente quello che pensate.

Ciao

By

Bebba

 

  
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